In principio era la forbice, anche per i primi videotape. In seguito
nacquero i primi sistemi in grado di controllare due
videoregistratori (uno che riproduceva e uno che registrava) per
poter copiare con relativa semplicità le
immagini
e i suoni dall'uno all'altro. Negli anni Ottanta, infine, vennero
introdotte sul mercato le centraline di montaggio computerizzato.
RAI, network privati e società di service hanno impiegato (e
impiegano tuttora) le
Ampex ACE
(Ampex Computerized Editor) e le
Sony BVE
(Broadcast Video Editor). Entrambe le marche ne hanno prodotto vari
modelli. La centralina può gestire, oltre ai
videoregistratori, anche le altre apparecchiature della sala di
montaggio (edit suite), quali mixer video ed effetti speciali, in
certi casi anche il mixer audio e la partenza dei roll/crawl
della titolatrice. Quasi tutte sono dotate, oltre a una serie di
porte seriali
a 9 pin per comunicare con
le varie apparecchiature, anche di una
GPI (General
Purpose Interface) in grado, agendo sul comando di start, di attivare periferiche
funzionanti
secondo protocolli diversi da quelli accettati dal software
installato. È il caso, ad esempio, delle funzioni delle titolatrici,
oppure della partenza degli effetti creati da apparecchiature
fabbricate da marche diverse da quella che ha prodotto la
centralina. La GPI, però, può essere utile anche per attivare altri
effetti di mixer video oltre a quello stabilito in un edit. L'impiego del
Time Code, segnale che
identifica ogni singolo fotogramma della ripresa, rende possibile la
creazione di una lista degli edit denominata
EDL (Edit Decision
List), grazie alla quale è possibile tenere sotto controllo il
montaggio effettuato e, in caso di bisogno, modificarlo a piacere.
Nel corso degli ultimi 23 anni ho lavorato sia con le ACE che con le
BVE. Quale dei due sistemi è il migliore? Difficile dirlo. Ero molto a mio agio con le Sony BVE 9100 che equipaggiavano le
Standard Edit Suite della Orbit, dotate di quattro Digital Betacam e
di mixer audio digitale, anch'esso controllato dalla centralina, ma
sentivo la mancanza della possibilità offerta dalle Ampex ACE di
intervenire rapidamente, nel corso di un edit, anche open-ended
(cioè senza una durata prestabilita, cosa che è invece obbligatoria
nelle BVE 9100 per lavorare in background), su ogni altro menù previsto
dal software. Una cosa, comunque, ho trovato importantissima, all'SBP
come alla Orbit o alla MAV: la
presenza in sala di apparecchiature della stessa marca (o dotate di
protocolli di comunicazione compatibili), che permette di lavorare
rapidamente e di impartire
i necessari comandi con maggior precisione.
Queste sono le centraline di
montaggio più diffuse in Italia:
AMPEX ACE
Diffusa in numerose versioni
(100, 200 e Micro ACE) e, spesso, dotata del caratteristico "touchscreen"
(la maggior parte dei comandi viene data toccando il monitor),
come nella foto a fianco, oppure di una tastiera dedicata. In grado di controllare videoregistratori
Ampex e Sony e mixer video Ampex, Cox e Grass Valley, oltre all'ADO
(Ampex Digital Optics).
L'ultima versione del software (1993) permetteva, finalmente, anche
l'attivazione del preread direttamente da centralina. La differenza
fra le versioni consiste essenzialmente nella capacità della memoria
(che comunque ammonta a pochi Megabyte) e nel numero dei VTR o
assimilati che possono essere collegati: la Micro può lavorare con
tastiera/touchscren, mixer video e fino a quattro tra
videoregistratori effetti speciali, nella 100 il numero sale a otto
e nella 200 si arriva a sedici. Il comando dei VTR avviene tramite
joystick, che gestisce lo shuttle e il variable play; nella base del
joystick sono presenti anche i tasti di mark entry e mark exit, machine select, play, stop,
fast forward, rewind, jog forward e backward, un altro tasto di stop
(delicatissimo)
è presente sulla sommità del joystick. Nella parte inferiore del touchscreen trova posto una piccola tastiera retrattile, che
permette di inserire dati numerici e scrivere le cosiddette righe di
"comment", nonché di dare un nome ai file da salvare su disco. Le ACE controllate con la tastiera hanno un funzionamento leggermente
diverso: si accede ai menù tramite soft key e la loro disposizione
gerarchica, stranamente, non è uguale alle versioni touchscreen. C'è,
in entrambe, la
possibilità di variare la posizione dei dati sullo schermo agendo
nel menù degli Operator Parameters, anche se la limitatà versatilità
del generatore di caratteri (concepito più di vent'anni fa) non consente di sfruttare al massimo lo
spazio a disposizione. Edit Construction ed Edit Decision List sono
due menù ben distinti, la gestione dell'EDL è facilitata anche da
una serie di comandi specifici, abbinata alla possibilità di
scorrere la lista e scegliere un gruppo di edit usando il joystick e
i suoi tasti. La funzione Preview Switcher (da non confondere col
Preview Switcher Mode, raggiungibile dal menù Hardware Configuration,
che permette di vedere sul monitor del Recorder la simulazione degli
edit effettuati in preread) permette, col joystick e i tasti mark
entry e mark exit, di provare i numerosi parametri di un effetto
wipe quali border width fader in/out e, per il key, anche il key
level. Molto comoda è la funzione Sync Roll, che permette di
sincronizzare in permanenza tra loro due o più videoregistratori.
Importante, se si impiega un mixer video Ampex, anche la possibilità
di richiamare effetti particolarmente complessi, usando lo stesso
numero col quale sono stati memorizzati nel mixer stesso. Anche con
l'ADO gli effetti memorizzati sul dischetto da 5" possono venire
richiamati col loro numero, mentre l'effetto impostato al momento
deve essere denominato "Effect Number/Clear" (al posto del numero
compaiono degli asterischi). Si può usare più di un Recorder, per cui è possibile, se ci sono
abbastanza VTR disponibili, realizzare in contemporanea due o più
master identici di una trasmissione, senza dover ricorrere a una
"seconda generazione" (la quale, specie usando registratori
analogici, significa perdita di qualità, oltre che di tempo). Particolarmente utile (si attiva dal menù Operator Parameters) l'EDL
Logging, che salva su disco l'EDL in corso di lavorazione, in modo
da non perdere i dati in caso di blackout. Il sistema, in origine,
impiegava due floppy disk da 15", uno come system disk e uno come
file disk. Successivamente sono state
effettuate modifiche estemporanee per usare degli hard disk o, nelle
ultime Micro ACE prodotte, dei
micro floppy da 3,5". Esiste anche un altro modello di ACE, la 25, funzionante solo a
tastiera, totalmente diversa dalle altre, sia come design che come
impostazione dei comandi.
SONY BVE
Le versioni più diffuse sono
quattro, divise in due "famiglie": le 900, successivamente
trasformate in 2000, e le
9000, con l'evoluzione 9100. Le centraline Sony, per quel che ne so, non lavorano con
videoregistratori o effetti speciali Ampex (VPR e ADO), ma gestiscono mixer
video di altre marche quali Grass Valley (che comunque funzionano
usando un protocollo analogo al Sony). Edit Construction ed Edit
Decision List sono presenti sulla stessa schermata (l'EDL occupa in
permanenza il terzo inferiore dello schermo) e, spesso, altri comandi
vengono dati intervenendo su finestre che si aprono con un effetto
simile ai pop-up, tanto familiari a chi naviga su Internet. Le 2000
e 9100 hanno il display a colori, nel caso delle 9100 è possibile
personalizzarlo non solo per quel che riguarda la posizione dei dati
sullo schermo, ma anche scegliendo fra 256 tonalità cromatiche.
L'avanzamento veloce e lento del nastro
(shuttle/var/jog) è comandato da una manopola
rotante posta sulla tastiera, dove sono presenti anche i tasti di mark entry e mark
exit.
I comandi delle 9000/9100 possono essere configurati e riposizionati
a piacere. Da notare che, sempre per la serie 9000, esistono due
modelli di tastiera, uno tipo macchina per scrivere e un altro più
convenzionale, con una
maggiore separazione fra i vari tipi di comando. Particolarmente
utile la
possibilità di gestire una serie di comandi GPI, che,
specialmente su un mixer Sony, possono integrare gli effetti
impostati nel corso di un singolo edit. Tutto questo, assieme alla
funzione "Learn", rende possibili
operazioni assai complesse. L'utilizzo dei DVE Sony permette una
grande versatilità nella gestione degli effetti, scegliendo fra
l'effetto impostato al momento, quelli registrati nella memoria del
DVE e quelli salvati su floppy da 3,5" (che devono però essere
acquisiti nella memoria del DVE).
Caratteristico il fatto che il DVE viene trattato come un qualsiasi
videoregistratore, quindi è possibile intervenire sugli effetti
digitali con reel tag e slow motion, nello stesso modo col quale si
gestisce un videotape. Anche la BVE può avere più di un
Recorder e, a differenza dell'ACE, si possono impostare valori di TC
diversi per ogni master (ad esempio: uno che inizia a 10:00:00:00 e uno che
inizia a 00:02:30:00). L'EDL Logging è sempre attivo e la RAM può
tenere memorizzate contemporaneamente fino a dodici liste, anche se il loro
numero effettivo può variare a seconda della dimensione dei dati immagazzinati
in ciascuna. Importante, all'inizio di un'edit session, verificare
su quale delle EDL si sta lavorando, specie se nella stessa sala
lavorano più montatori o vengono gestiti diversi progetti. System software, parametri di configurazione ed EDL
possono essere salvati su floppy da 3,5".
Tra
una saletta Avid e una sala online non ho dubbi: mi trovo
maggiormente a mio agio in quest'ultima. Non soltanto perché, in
certi casi,
avere a che fare
con delle consolle gigantesche
e dimostrare di sapere bene a cosa
serve ogni singolo tasto
fa fare bella figura. A casa ho un computer con Adobe Premiere e un altro
con Avid DV Express, ma quando lavoro "fuori" preferisco le edit
suite lineari.
Il montaggio non lineare
permette cambiamenti, ritocchi e aggiunte a non finire, ma
ha il suo grosso
handicap nell'acquisizione
su hard
disk di ogni immagine o suono che serve per il montaggio e,
successivamente,
nel rendering
degli effetti e nella necessità di
scaricare
su nastro tutto il lavoro.
Se non c'è da montare una trasmissione strapiena
(e sottolineo strapiena)
di effetti video o grafici e si hanno le idee chiare sul risultato
da ottenere, tutto
sommato,
una qualsiasi ACE o BVE,
almeno un paio di videoregistratori (possibilmente digitali), più un
mixer video, eventualmente titolatrice ed effetti speciali vanno
più che bene. Ecco,
il maggior problema della sala lineare è che occorrono molti
videoregistratori. Se non
si può accedere a una sala macchine centralizzata, quindi, la
gestione delle apparecchiature in una società di service o in un
network televisivo può divenire complicata. Attenzione, però: con
tutti i sistemi in circolazione,
non è esattamente vero che una sala offline abbia bisogno di un solo
videoregistratore. Se un
AVID è collegato a una macchina IMX, è vero che gli IMX leggono
tutti i tipi di Betacam, ma può capitare che il master non serva in
quel formato, e allora, come si fa? Detto questo, va considerato che
ormai non si trovano in giro tanti registi capaci di lavorare col
lineare. Troppi ne ho
visti, ormai, finito il montaggio, restare a bocca aperta quando
andavo a prendere la cassetta dal VTR e glie la mettevo subito in
mano. Aspettavano lo "scarico"!
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