IL CINEMA INVISIBILE: I film che non vedremo mai a Livorno
Quante cose entrano
in un caricatore di pellicola?
L'opera
prima di tre giovani autori
ambientata nel mondo degli aspiranti "cinematografari"
di Marco Sisi
Quella di fare un film sul mondo
del cinema è, probabilmente, una delle maggiori tentazioni per un regista. Il
tentativo (riuscito) di fare un film su un gruppo di giovani che vogliono fare
un film sul cinema si intitola "Il caricatore" e in questi giorni sta iniziando
a circolare nei cinema delle maggiori città italiane.
Realizzato come se fosse un documentario, con una troupe ridotta al minimo
indispensabile, è un vero e proprio lungometraggio, con una storia che funziona
e diverte. Eugenio Cappuccio, Massimo Gaudioso e Fabio Nunziata hanno scritto,
diretto e interpretato questo film particolarissimo, che va controcorrente ed è
destinato a divenire senz'altro un vero e proprio cult-movie per tutti quei
giovani che sperano di realizzare il loro sogno: diventare registi o autori
cinematografici.
I tre del "Caricatore" ci raccontano in prima persona come hanno fatto,
disegnandosi addosso una commedia rigorosamente in bianco e nero che, grazie al particolare
effetto ottenuto "gonfiando" in 35 mm la pellicola usata per le riprese, diventa al tempo stesso
una testimonianza viva e coinvolgente.
Cappuccio, Gaudioso e Nunziata ci raccontano loro stessi, coinvolgendo nel
loro tentativo parenti ed amici, girano nelle loro vere case, sui veri luoghi di lavoro, assieme a gente e artisti di strada
sullo sfondo di una Roma assolutamente non convenzionale, con il degrado della periferia piccolo-borghese a circondare
tutta la storia. Abbondano le trovate divertenti, le citazioni (da "Via col vento" a "Fantozzi") e i veri e propri lampi di genio,
come il cartello di "fine primo tempo" che diventa reale grazie al carrello indietro che ci svela un cinema deserto,
dove i nostri eroi stanno vedendo un altro film, pensando al loro e chiedono all'omino con la cassetta dei gelati una
scatola di "bomboniere" che costa un prezzo esorbitante.
Giorno dopo giorno, assistiamo alle fasi di lavorazione del film che stiamo vedendo, perché la storia che i tre ci raccontano
è andata all'incirca così come appare sullo schermo. L'impiego di un primo caricatore di pellicola per realizzare un cortometraggio
da presentare a un Festival, il rocambolesco incontro con un produttore (Gianluca Arcopinto, che anche lui nel film interpreta
se stesso), i momenti di esaltazione e di depressione: tutto vero, o quasi.
Una delle scene meglio riuscite del film, quella della partita di calcio che si svolge in notturna su uno spelacchiato
campetto del Tiburtino, ci fa proprio pensare: fino a che punto si può arrivare, pur di realizzare le proprie speranze!
Le due squadre che si affrontano, capeggiate dal produttore Arcopinto e dal regista Procacci, sono composte da giovani alla
disperata ricerca di un'occasione di lavoro: sceneggiatori, registi, tecnici. Anche l'arbitro è un attore e sullo schermo
compare in sovraimpressione una scritta con il nome e il numero di telefono (non si sa mai...).
Dopo tanta sofferenza Eugenio (che ha deciso di licenziarsi dal network dove lavorava, e questo è successo anche nella realtà),
Fabio e Massimo si ritirano in una casa al mare per stendere definitivamente la sceneggiatura. Ancora alti e bassi, depressione
ed esaltazione: Fabio e Massimo propongono di fare morire Eugenio a un certo punto del film, ma a quest'ultimo la cosa non piace
neanche un po'. Discussioni, liti, tutto sembra naufragare ma, mentre il computer che doveva servire per scrivere il film
viene usato dai tre per un videogioco, arriva Arcopinto con il contratto: è riuscito a vendere il film alla Televisione e
bisogna lavorare davvero. La sceneggiatura viene ultimata a tempo di record e con una velocità da comiche del cinema muto: ci
avviciniamo all'imprevedibile (o forse no?) finale...
Sarà una deformazione professionale, ma Cappuccio, Nunziata e Gaudioso hanno pensato anche ai titoli di coda. Chi lavora in
questo settore, al cinema o in televisione, li guarda con la stessa attenzione che riserva al film appena finito; naturale, quindi,
che i nostri amici abbiano pensato bene di inserire, con tempismo perfetto, formazioni e risultato della partita di calcio!
Anche in questo caso, la speranza è che distribuzione e gestori delle sale consentano ai livornesi di vedere questa pellicola che,
sicuramente, è una delle produzioni più interessanti della stagione cinematografica. Se così non fosse, mettete in conto una
trasferta a Firenze o a Pisa: ne vale la pena!