IL
RADON
C'era una
volta
Nel dicembre
1994, presso la centrale nucleare di Limerik,
vicino Filadelfia (USA), si attivò il
sistema di allarme indicando una contaminazione
radioattiva. Immediatamente si pensò ad una
perdita dell'impianto e ad una probabile
fuoriuscita di materiale radioattivo nell'ambiente.
Ma nulla di tutto ciò fu trovato.
Il giorno dopo
mentre Stanley Watras entrava al lavoro ed
effettuava i normali controlli fece di nuovo
scattare i sistemi di allarme. Come era possibile?
Era stato contaminato il giorno prima? Dove era la
perdita e quante altre persone erano state
contaminate?
Stanley fece
suonare l'allarme tutti i giorni per altre due
settimane con grande imbarazzo del personale
addetto alla sicurezza. La fonte della
contaminazione doveva essere all'esterno della
centrale e la trovarono: era la sua casa, che
risultava molto, molto radioattiva. Che Stanley
avesse trafugato materiale radioattivo dalla
centrale? No, niente di tutto questo. La
radioattività era dovuta alla presenza di un
gas naturale: il radon.
Nella sua casa
c'era così tanto radon che quella parte che
Stanley aveva nei polmoni era sufficiente a far
scattare gli allarmi alla centrale.
Sfortunatamente
Stanley aveva acquistato una casa che si trovava a
soli 10 metri da una vena di Uranio, che produceva
il radon che entrava nella sua casa.
Facendo
opportuni calcoli il rischio sanitario che Stanley
stava correndo era equivalente al consumo di 130
pacchetti di sigarette al giorno.
Da allora molto
tempo è passato e negli Stati Uniti sono
state controllate più di 10.000.000 di case
e più di un milione sono state bonificate.
Il radon è stato dichiarato un "Problema di
salute nazionale". Persino Bill Clinton lo ha
definito "Uno delle più pericolose minacce
ambientali per la salute del popolo americano"
raccomandando l'informazione e l'educazione del
pubblico
Cosa
è
Il radon
è un elemento chimico radioattivo gassoso
appartenente alla famiglia dei cosiddetti gas
nobili o inerti
È
incolore, inodore e insapore; non può essere
avvertito dai sensi. Viene prodotto per
"decadimento nucleare" dal radio che a sua volta
proviene dall'uranio.
Questi elementi
sono presenti, in quantità molto variabile,
in tutta la crosta terrestre e quindi anche nei
materiali da costruzione che da questa derivano
(cementi, tufi, laterizi, pozzolane, graniti,
ecc.). Durante il processo di decadimento il nucleo
del radio emette una radiazione alfa e si trasforma
in un nucleo di radon.
Mentre il radio
e l'uranio sono elementi solidi il radon è
un gas e quindi è in grado di muoversi e di
fuoriuscire dal terreno (o dai materiali da
costruzione o anche dall'acqua) ed entrare negli
edifici.
Anche il radon
emette radiazioni e si trasforma in altri elementi.
Questi ultimi sono definiti "prodotti di
decadimento" o "figli" del radon e sono a loro
volta radioattivi ed emettono ancora
radiazioni.
I prodotti di
decadimento, che si depositano in parte sul
pulviscolo presente nell'aria, quando vengono
respirati si fissano all'interno dell'apparato
respiratorio (bronchi e polmoni). Le radiazioni che
emettono possono danneggiare le cellule dando
inizio, in alcuni casi, ad un processo cancerogeno
proprio a carico dell'apparato respiratorio. Il
rischio di contrarre il tumore al polmone è
proporzionale alla concentrazione e al tempo che si
trascorre in presenza del radon. Non esiste luogo
ove il radon non sia presente. In atmosfera si
disperde rapidamente e non raggiunge quasi mai
elevate concentrazioni, ma nei luoghi chiusi (case,
scuole, negozi, ambienti di lavoro, ecc.)
può in taluni casi arrivare a concentrazioni
molto pericolose per la salute.
Come
unità di misura viene utilizzato il
:
Bq/m3
(Bequerel per
metro cubo)
che rappresenta
il numero di disintegrazioni nucleari per ogni
secondo per ogni metro cubo di aria. In pratica una
concentrazione, ad esempio, di 400 Bq/m3 vuol dire
che 400 nuclei di radon si stanno trasformando,
ogni secondo, in ogni metro cubo di aria, emettendo
radiazioni.
Come entra negli
edifici
Il radon
è un gas inerte, pertanto non reagisce
chimicamente con l'ambiente che lo circonda. Una
volta formato è in grado di migrare
attraverso il suolo.
L'interno degli
edifici, è generalmente in depressione
rispetto all'esterno. Questa depressione produce
dei moti convettivi nel suolo che fanno si che il
radon venga "aspirato" penetrando all'interno degli
edifici stessi.
Una volta
raggiunto l'edificio penetra attraverso:
- le fessure dei
pavimenti, anche se invisibili li, che sono sempre
presenti,
- le giunzioni
pavimento - parete
- i passaggi
degli impianti termici, idraulici, delle utenze
elettriche del gas, ecc.
Anche i
materiali da costruzione emettono radon, e possono,
in alcuni casi, contribuire considerevolmente ad
aumentare la concentrazione.
Anche l'acqua
è una sorgente di radon, ma, a meno di casi
eccezionali, contribuisce in misura minore alla
concentrazione di radon.
Gli effetti
sulla salute
Il radon
è un agente cancerogeno.
L'Organizzazione
Mondiale della Sanità (WHO) attraverso
l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro
(IARC) ha classificato il radon nel Gruppo 1 in cui
sono elencate le 75 sostanze che fino ad oggi sono
state riconosciute come sicuramente cancerogene per
l'uomo.
Il principale
effetto sanitario è il tumore
polmonare.
Il radon,
è un elemento inerte ed elettricamente
neutro, per cui non reagisce con altre sostanze. Di
conseguenza, così come viene inspirato,
viene espirato. Tuttavia è anche radioattivo
ossia si trasforma in altri elementi, chiamati
genericamente "figli", che sono elettricamente
carichi e si attaccano sul particolato sempre
presente in aria. Il particolato, costituito anche
da polvere non visibile che rimane sospesa in aria,
può essere inalato e fissarsi sulle
superfici dei tessuti polmonari. Gli atomi,
così depositati, sono ancora radioattivi ed
emettono radiazioni "alfa" che possono danneggiare
il DNA delle cellule.
I danni che
vengono prodotti sono generalmente riparati dai
meccanismi biologici. In alcuni casi uccidono le
cellule, ma vi è una probabilità che
il danno cellulare sia di tipo degenerativo e che
la cellula mantenga la sua capacità di
riproduzione entrando a far parte di un processo
cancerogeno. Il percorso delle radiazioni alfa
è molto breve, per cui non vi è
possibilità che altri organi possano essere
danneggiati, pertanto praticamente l'unico rischio
potenziale possibile è il tumore
polmonare.
Uno tra i
più recenti ed autorevoli studi americani di
valutazione dell'incidenza di tumori polmonari
eseguito dal National Academy of Science americano
(NAS) ha confermato quanto era stato fino ad ora
affermato: il radon rappresenta, dopo il fumo, la
seconda causa di morte per tumore polmonare. Esso
contribuisce, all'incirca, al 10% dei tumori
polmonari.
Negli Stati
Uniti sono attribuiti al radon circa 15.000 casi di
tumore polmonare per anno e si ritiene che circa un
terzo di questi possano essere prevenuti informando
ed educando la popolazione.Analoghe stime sono
state effettuate per altri paesi. Alcuni esempi
sono riportati nella tab. 1.
Tab. 1 Alcune
valutazioni sulla incidenza dei decessi attribuiti
al radon
|
Popolazione
|
Casi/anno
di tumori polmonari
|
Concentrazione
media annuale Bq/m3
|
Tumori
polmonari attribuiti al radon (in media
per anno)
|
USA
|
248.000.000
|
157.000
|
46
|
15.000
|
UK
|
57.000.000
|
40.000
|
20
|
2.000
|
SVEZIA
|
8.700.000
|
3.000
|
100
|
900
|
ITALIA
|
57.000.000
|
36.000
|
75
|
4.000
|
I valori sopra
riportati sono valori medi di stime che hanno un
certo margine di errore. Ad esempio in USA 15.000
è la stime media , ma il valore potrebbe
essere compreso tra 7.000 e 30.000.
Nella
valutazione degli effetti sanitari è molto
importante tenere in considerazione l'effetto del
fumo di tabacco. Infatti esiste una sinergia tra
radon e fumo di tabacco. Il radon ha maggiore
possibilità di causare il tumore polmonare
tra i fumatori che tra i non fumatori. Un esempio
di valutazione effettuato dal National Academy of
Science per l'anno 1993 è riportato nella
tab. 2.
Tab. 2 -
Stima del numero di decessi per tumore
polmonare negli Stati Uniti per il 1993
attribuito alla esposizione ai figli di
radon effettuata con due diversi modelli
di calcolo
|
|
Decessi per
tumore polmonare
|
Decessi
attribuiti al radon
|
Popolazione
|
|
modello
a
|
modello
b
|
Uomini
|
|
|
|
Totale
|
95,400
|
12,500
|
8,800
|
Fumatori
|
90,600
|
11,300
|
7,900
|
Non
fumatori
|
4,800
|
1,200
|
900
|
Donne
|
|
|
|
Totale
|
62,000
|
9,300
|
6,600
|
Fumatori
|
55,800
|
7,600
|
5,400
|
Non
fumatori
|
6,200
|
1,700
|
1,200
|
Uomini e
donne
|
|
|
|
Totale
|
157,400
|
21,800
|
15,400
|
Fumatori
|
146,400
|
18,900
|
13,300
|
Non
fumatori
|
11,000
|
2,900
|
2,100
|
La
probabilità di contrarre un tumore è
proporzionale alla concentrazione in aria dei figli
di radon ed al tempo trascorso nei vari ambienti di
vita (case scuole, ambienti di lavoro,
ecc.).
Non esiste una
concentrazione "sicura" al di sotto della quale la
probabilità di contrarre il tumore è
nulla.
Tuttavia molte
organizzazioni internazionali scientifiche, la
Organizzazione Mondiale della Sanità, la
Comunità Europea e singoli Paesi hanno
fissato dei livelli di riferimento per le
abitazioni e per ambienti di lavoro al di sotto dei
quali ritengono il rischio accettabile. Al di sopra
di questi valori, invece, suggeriscono e in alcuni
casi impongono di adottare provvedimenti per la
riduzione della concentrazione.
Per aiutare a
comprendere il rischio sanitario associato al radon
è utile confrontare questo rischio con altri
più conosciuti. Nella tabella seguente sono
riportati vari fattori di rischio di morte per
varie cause (fonte inglese).
Ai fini di una
corretta prevenzione è molto importante
conoscere la concentrazione dei figli di radon nei
propri ambienti di vita, primo fra tutti la propria
abitazione.
Come si
misura
La grandezza che
viene presa come riferimento per rendersi conto
dell'entità del problema è la
concentrazione di radon gas (o radon 222). Viene
espressa, come già detto in:
Bq/m3
(Bequerel per
metro cubo)
ossia il numero
di disintegrazioni nucleari per ogni secondo per
ogni metro cubo di aria. In realtà il danno
ai tessuti è causato, come abbiamo visto,
dai prodotti di decadimento del radon, i cosiddetti
"figli".
La misura
diretta della concentrazione dei figli di radon
è relativamente complessa. La misura della
concentrazione del solo radon gas è
più semplice. Dato che esiste una
corrispondenza tra figli e radon gas si preferisce
fare riferimento a questa ultima grandezza per
tutte le considerazioni sanitarie e per eventuali
decisioni su azioni di bonifica degli
edifici.
La misura si
effettua con diverse tecniche: il metodo più
diffuso ed economico, con il quale sono state fatte
decine di milioni di misure in tutto il mondo,
richiama i dosimetri degli addetti ai reparti di
radiologia dei laboratori di analisi
cliniche.
Un dispositivo -
il dosimetro - delle dimensioni di un pacchetto di
cerini o di un bicchiere, viene posizionato
nell'ambiente che si vuole misurare. Nel dosimetro
è presente un materiale sensibile alle
radiazioni alfa emesse dal radon e dai suoi
prodotti di decadimento. Le radiazioni alfa,
attraversando il materiale, vi imprimono una
"traccia" indelebile.
Il dosimetro
può essere spedito per posta e rimane
esposto per un certo tempo. Al termine della
esposizione viene portato in laboratorio ed
analizzato. Il "numero" delle tracce rivelate
è proporzionale alla concentrazione del
radon gas presente nell'ambiente
misurato.
Altri strumenti
possono rivelare istantaneamente la concentrazione
di radon, ma sono più costosi e richiedono
notevoli conoscenze tecniche.
Cosa
fare
Il radon
è un serio problema sanitario.
Vivere, lavorare
o studiare in ambienti con elevate concentrazioni
di radon aumenta la probabilità di contrarre
un tumore polmonare.
Una semplice
prevenzione può ridurre tale
rischio.
La prima cosa da
fare, se si abita o si lavora in edifici al di
sotto del terzo piano, o in edifici costruiti con
materiali che possono essere ricchi di radio,
è di misurare gli ambienti di vita.
Richiedete una
misura anche nelle scuole dei vostri
figli.
Se le
concentrazioni dovessero essere elevate prendete in
considerazione la eventualità di adottare
dei sistemi che riducano la presenza del radon.
Per
concentrazioni elevate si intendono concentrazioni
che superano determinati valori di riferimento (che
possono essere diversi per case, ambienti di
lavoro, scuole, ecc.). In Italia ancora non
c'è una chiara indicazione per questi
valori. In attesa di una normativa nazionale si
può fare riferimento ai valori raccomandati
dalla Comunità Europea:
|
Bq/m3
|
Abitazioni
|
400
|
Ambienti
di lavoro
|
500
÷ 1000
|
Molti paesi
hanno adottato valori di riferimento più
bassi: Stati Uniti: 150 Bq/m3, Inghilterra: 200
Bq/m3, Germania: 250 Bq/m3.
Per le scuole
non vi sono indicazioni, ma, pur essendo
assimilabili ad ambienti di lavoro, data la
particolarità della popolazione esposta
(bambini e giovani) si tende a prendere come valore
di riferimento quello delle abitazioni.
Ricordate ,
tuttavia, che non esiste una concentrazione
"sicura" al di sotto della quale il rischio diventa
zero.
Se avete
intenzione di costruire o ristrutturare la vostra
casa adottate dei sistemi per prevenire l'ingresso
e l'accumulo del radon.
Come si
elimina
Non è
possibile eliminare completamente il radon dai
nostri ambienti di vita.
Anche
all'esterno vi è una seppur relativamente
bassa concentrazione di radon (5-10 Bq/m3).
Tuttavia è possibile, anzi è
raccomandabile intervenire in quegli ambienti in
cui la concentrazione è elevata e causa un
inaccettabile rischio per la salute.
Negli Stati
Uniti più di un milione di edifici sono
stati bonificati riducendo la concentrazione di
radon al di sotto del livello di raccomandazione
(150 Bq/m3) o costruite con criteri anti
radon.
La scelta del
metodo più adatto al singolo edificio
dipende da molti fattori e deve essere oggetto di
discussione e di accordo tra tutti i soggetti
interessati (proprietario, eventuali occupanti,
imprese). L'intervento sull'edificio è un
compromesso tra efficienza di abbattimento del
radon, costi di installazione ed esercizio,
accettabilità da parte degli occupanti,
facilità di manutenzione, incidenza sulle
abitudini di vita, durabilità nel tempo. Vi
sono diversi modi per ridurre la concentrazione di
radon in un ambiente.
Sigillatura
delle vie di ingresso:
Con questo
metodo si tenta di chiudere tutte le possibili vie
di ingresso. La sigillatura può essere
"parziale", cioè a carico delle fessure,
delle giunzioni pavimento-pareti, dei passaggi dei
servizi, (idraulici, termici, delle utenze, ecc.),
oppure "totale", cioè a carico di tutta la
superficie di contatto con il suolo. Si utilizzano
particolari materiali polimerici per la sigillatura
parziale e fogli di materiale impermeabile al radon
per la sigillatura totale.
Ventilazione:
Un aumento della
ventilazione dell'ambiente favorisce ladiluizione
del radon presente.
La ventilazione
può essere di tipo passivo o forzata, con
l'ausilio di ventilatori
Tuttavia devono
essere valutati i problemi connessi ad esempio con
il recupero del calore nei mesi
invernali.
Il metodo
è più adatto per applicazioni in
ambienti di lavoro in particolare laddove esista
già un impianto. Questa tecnica oltre a
risolvere il problema del radon contribuisce a
migliorare il complesso della qualità
dell'aria.
Pressurizzazione
dell'edificio:
In questo caso
si incrementa la pressione interna dell'edificio,
con l'ausilio di un ventilatore, in modo da
contrastare la risalita del radon dal suolo. In
pratica l'aria immessa spinge il radon fuori
dall'edificio.
Ventilazione
del vespaio:
Questo metodo
è utilizzato quando è presente un
vespaio al di sotto dell'edificio. Aumentando la
ventilazione del vespaio si diluisce il radon
presente e di conseguenza meno radon si trasferisce
nell'edificio.
L'incremento
della ventilazione può essere realizzato
aumentando il numero delle bocchette di aerazione
ed eventualmente applicando un ventilatore. In
alcuni casi la semplice pulizia delle bocchette di
aerazione già presenti porta ad un
abbassamento della concentrazione di
radon.
Depressurizzazione
del suolo:
Questa è
tra le tecniche maggiormente consigliate per
situazioni di concentrazioni molto
elevate.
Si tratta di
realizzare sotto la superficie dell'edificio un
piccolo ambiente per la raccolta del gas radon.
Questo
"pozzetto" viene collegato ad un piccolo
ventilatore. In tal modo si realizza, all'interno
del pozzetto, una depressione che raccoglie il
radon e lo espelle in aria impedendo che entri
all'interno dell'edificio.Ventilazione del
vespaio:
Il metodo
è utilizzato quando è presente un
vespaio al di sotto dell'edificio. Aumentando la
ventilazione del vespaio si diluisce il radon
presente e di conseguenza meno radon si trasferisce
nell'edificio. L'incremento della ventilazione
può essere realizzato aumentando il numero
delle bocchette di aerazione ed eventualmente
applicando un ventilatore. In alcuni casi la
semplice pulizia delle bocchette di aerazione
presenti porta ad un abbassamento della
concentrazione di radon.
I costi della
bonifica dipendono dal tipo di intervento. Dalle
esperienze statunitensi possono andare da alcune
centinaia di migliaia di lire fino a 4-5 milioni
per la bonifica e da poche migliaia di lire a
qualche centinaia di migliaia di lire l'anno per i
costi di esercizio.
Azioni di
prevenzione per nuove costruzioni
In fase di
progettazione o di costruzione di un nuovo edificio
adottare criteri che riducano l'ingresso del radon
dal suolo ha un costo molto contenuto, a volte
irrilevante rispetto all'intero costo della
costruzione.
Nel caso si
voglia adottare la tecnica del vespaio o delle
intercapedini, è sufficiente tenere presente
di realizzare una buona ventilazione naturale per
tutta la superficie di contatto suolo - edificio.
Il numero delle bocchette di aerazione deve essere
sufficiente a consentire un buon ricambio di aria
(orientativamente una bocchetta ogni 2 metri
lineari). Inoltre è consigliabile il
riempimento del vespaio con ghiaia. In aggiunta
deve essere steso un foglio di materiale
impermeabile al radon (già ne esistono in
commercio) sempre su tutta la superficie di
contatto suolo - edificio. In tal modo la
costruzione rimane predisposta per una facile
installazione di un ventilatore nel caso la
concentrazione risultasse elevata.
Nel caso non si
adotti il vespaio si devono predisporre, al di
sotto della prima gettata, uno o più
pozzetti di raccolta, a seconda della superficie
dell'edificio (circa uno ogni 250 m2), collegati
tra loro e collegati con l'esterno dell'edificio.
Inoltre si deve stendere, sempre sotto la prima
gettata, uno strato di ghiaia di circa 5-10 cm.
Infine si deve stendere un foglio di materiale
impermeabile al radon. Anche in questo caso, nella
eventualità si riscontrino elevate
concentrazioni, potrà essere collegato un
ventilatore per l'aspirazione del radon dal o dai
pozzetti.
La situazione in
Italia
In Italia
è stata effettuata una indagine dal Servizio
Sanitario Nazionale sulla esposizione al radon
nelle abitazioni. Il valore della concentrazione
media è risultato:
75 Bq/m3
Tale valore
è relativamente elevato rispetto alla media
mondiale valutata intorno a 40 Bq/m3.
Nell'ambito
delle regioni vi è una situazione molto
diversificata con concentrazioni medie regionali
che vanno da poche decine di Bq/m3 fino ad oltre
100 Bq/m3 e di singole abitazioni che arrivano fino
a migliaia di Bq/m3.
La
concentrazione di radon dipende da molti fattori e,
anche in aree dove generalmente si riscontrano
basse concentrazioni, esiste la possibilità
che su una percentuale minima di edifici queste
possano essere elevate.
L'unico modo per
conoscere la concentrazione di radon nei propri
ambienti di vita è quello di
misurarla.
Nella tabella si
possono confrontare le concentrazioni medie
riscontrate in alcuni Paesi in cui il problema
è stato affrontato dai governi con leggi e
raccomandazioni:
|
Media
|
Valore di
riferimento
|
Stati
Uniti
|
46
|
150
|
Inghilterra
|
20
|
200
|
Svezia
|
108
|
400
|
Svizzera
|
70
|
400
|
Mondo
|
circa
40
|
|
La maggior parte
dei paesi industrializzati ha emesso, infatti,
delle raccomandazioni che spingono la popolazione
ad attuare azioni di risanamento degli edifici
quando la concentrazione supera determinati
livelli, in quanto ritenuta fonte di un rischio
inaccettabile per la salute. Tali valori variano da
Paese a Paese, e comunque per la maggior parte si
trovano nell'intervallo tra 150 e 400
Bq/m3.
In Italia non
è stata ancora definita una normativa
adeguata né per le abitazioni né per
gli ambienti di lavoro, tuttavia non vi è
motivo di dubitare che il radon rappresenti un
serio rischio sanitario anche nel nostro
Paese.
|