Un' ipotesi suggerita recentemente prevede un
particolare e nuovo livello di
elaborazione visiva detta di preattenzione nella quale i settori
di una scena si segregassero in figura e sfondo in modo che
un successivo livello di attenzione potesse identificare gli
oggetti particolari.
Oltre a ciò, nel primo abbozzo
elaborazione, la configurazione di luce che raggiunge i
recettori è trasformata in una descrizione in codici
di linee, punti o margini delle loro posizioni, orientazioni
e colorazioni.
La rappresentazione di superfici e volumi e
infine l'identificazione di oggetti potrebbe aver luogo solo
dopo la codifica iniziale. Quindi, in sintesi, si tratta di
codifiche molto specializzate, che stanno modificando molte
convinzioni sul modo in cui percepiamo la realtà che
ci circonda.
Il sistema visivo comincia con il codificare un certo numero
di proprietà semplici in quella che può essere
considerata una pila di mappe. Tali mappe conservano le
relazioni spaziali che sono presenti nel mondo visivo,
tuttavia queste informazioni non sono direttamente
disponibili per gli stadi successivi. Ma la presenza di
ciascuna caratteristica, invece, può essere segnalata
senza specificare dove precisamente essa si trova.
Negli stadi successivi è all'opera l'attenzione
focalizzata, la quale agisce, per mezzo di una mappa
originale di posizioni nella quale è registrata la
presenza di discontinuità, di intensità di
colore, senza però che sia specificato in che cosa
consistono tali discontinuità.
L'attenzione utilizza questa mappa originale e in queste
viene registrata una rappresentazione temporanea
dell'oggetto, detto archivio. L'informazione, infine, viene
integrata circa le proprietà e le relazioni
strutturali presenti in ciascun archivio confrontate con le
descrizioni immagazzinate in una rete di riconoscimento.
Questa specifica gli attributi critici di gatti, alberi, case e tutti gli oggetti familiari che si possono percepire, permettendo l'accesso ai loro nomi, al loro probabile comportamento al loro significato corrente. La consapevolezza dipende dagli archivi di oggetti e dell'informazione che essi contengono, dipende cioè dalle rappresentazioni che raccolgono informazioni su oggetti particolari partendo, sia dall'analisi di caratteristiche sensoriali, sia dalla rete di riconoscimento, e che continuamente aggiornano l'informazione.