Secondo la leggenda popolare un cuoco, spiando dal buco di
una serratura, vede l'ombelico di Venere.L'entusiasmo è tale da spingerlo a scommettere con se stesso che riuscirà a inventare una ricetta che riproduca fedelmente la celestiale visione. Ma non solo: superando la capacità degli dei pagani, il suo prodotto dovrà essere di misura più piccola rispetto all'afrodiasiaca parte della dea che tanto lo ha colpito. Nasce pertanto il tortellino, uno dei piatti più famosi al mondo. Secondo la più antica tradizione bolognese, il tortellino, rigorosamente fatto a mano, va cotto e mangiato solamente in brodo (inutile specificare che il brodo è di carne e non di dado!), anche se alcuni
"intenditori" lo rovinano con salsine e sottospecie di ragout.
Per la cronaca: ragout è un termine francese che identifica un prodotto "onomatopeicamente" e assolutamente bolognese.
Il segreto di questa ricetta, secondo Mamma Alda tutt'altro
che complicata, consiste solo nell'arte manuale. I principi di base sono tre: (1) gli ingredienti devono essere freschissimi; (2) la sfoglia deve essere tirata con il mattarello (dimenticatevi la "macchinetta"!); (3) il tortellino deve essere grande quanto un'unghia (a detta di mamma Alda,quest'ultima caratteristica è
dettata dalla tradizione).
A questo punto provate a farveli in casa (sfido chiunque
a preparare dei tortellini migliori!). Se avete proposte, suggerimenti o volete competere con mamma Alda, mandate una e-mail. Tengo a precisare che non è stata effettuata alcuna ricerca storica sull'argomento;tutto si basa su quanto mamma Alda e zia Donatella mi hanno raccontato. Non avendo il tempo per effettuare approfondite ricerche che possano confutare quanto detto,ritengo ciò valido fino a quando non mi perverranno via e-mail ulteriori notizie.