MAMMA LINGUA
Ventuno Filastrocche per neonati e per la voce delle mamme

di BRUNO TOGNOLINI e PIA VALENTINIS
Prima edizione: Cagliari, TUTTESTORIE, aprile 2002
Seconda edizione: Milano, IL CASTORO e TUTTESTORIE, maggio 2008




Il libro, esaurito nella prima edizione del 2002 e scomparso per alcuni mesi, è stato riedito nel maggio 2008
da IL CASTORO, in coedizione con Tuttestorie, e sarà ora reperibile in tutte le librerie d'Italia.

Oltre che, naturalmente, su...



In questa pagina:

MAMMALINGUA è un libro nato dall'idea di tre brave libraie per ragazzi, che con esso esordiscono come Edizioni TUTTESTORIE: hanno progettato col Comune di Cagliari il dono di un libro a ogni nuovo nato per due anni (poi prorogati a quattro, visto il successo dell'iniziativa); e hanno chiamato al lavoro due cagliaritani meticci: Pia Valentinis, illustratrice di Udine che vive a Cagliari da quindici anni, e Bruno Tognolini, scrittore cagliaritano che vive a Bologna da venticinque. Al di là di questa affettuosa destinazione locale, il libro ha un'edizione nazionale, che sarà reperibile nelle principali librerie specializzate per bambini e nelle librerie Feltrinelli, e ordinabile direttamente a TUTTESTORIE e Internet Bookshop.
Queste poesie per neonati sono state un'avventura di scrittura come poche, per me. Sapevo da principio che non avrei parlato di loro, ma a loro; dopo un po' mi sono accorto che parlavo con la voce della mamma, quel misterioso canto di balena che suona nell'oceano "là fuori". Non ho opposto resistenza a questo canto, e sono nate ventuno filastrocche, una per ogni lettera, nell'alfabeto di una "mamma lingua" originale: ACQUA, BOCCA, CACCA, DORMI, ECCO, FIGLIO, GIORNO, HAI, IO, LINGUA, MAMMA, NO, ORA, PIANGI, QUI, RIDI, Sì, TU, UNO, VIA, ZITTI.


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PRESENTAZIONE DELLA PRIMA EDIZIONE
Aprile 2002

Volantino informativo per la prima presentazione alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna.




MAMMA LINGUA
Ventuno filastrocche per neonati e per la voce delle mamme
scritte da BRUNO TOGNOLINI
illustrate da PIA VALENTINIS

Edizioni TUTTESTORIE
con il contributo dell'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari

Uscita:aprile 2002
Pagine 48
Formato: 23 X 17 cm., copertina cartonata
Progetto grafico: Beppe Chia



PRESENTAZIONE ALLA FIERA INTERNAZIONALE
DEL LIBRO PER RAGAZZI DI BOLOGNA 2002


"MAMMA LINGUA. Ventuno filastrocche per neonati e per la voce delle mamme" verrà presentato venerdì 12 aprile 2002 (ore 15) alla Sala Vivace della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna, da ROBERTO PIUMINI, BIANCA PITZORNO e DONATELLA ZILIOTTO. Saranno presenti gli autori Bruno Tognolini e Pia Valentinis. Interverrà Carlo Sanjust, Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari.
Il libro verrà esposto negli stand della Regione Autonoma della Sardegna



Il libro

Un editore piccolo, anzi neonato: Edizioni Tuttestorie di Cagliari.
Un libro destinato ai bambini piccolissimi, appena "saliti da strani reami": "MAMMA LINGUA. VENTUNO FILASTROCCHE PER NEONATI E PER LA VOCE DELLE MAMME", scritte da Bruno Tognolini e illustrate dai pastelli bianco, nero e colore di Pia Valentinis.
Uscirà ad aprile in occasione della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna. I neonati della città di Cagliari lo riceveranno in dono per un biennio, a partire dal maggio 2002, con gli auguri del'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune.
Le altre copie verranno distribuite nelle librerie sul territorio nazionale.
Sono ventuno piccole filastrocche (da quattro a quattordici versi) e ventuno illustrazioni, una per ogni lettera del'alfabeto, sulle piccole e sconfinate cose dei neonati, della mamma e del minuscolo e immenso mondo che insieme li contiene. Raccontano del'Acqua (da cui il bambino è appena uscito), della Bocca (che succhia e bacia), della Cacca (come non parlarne?); s'intitolano "Dormi", "Ecco", "Figlio", "Lingua", "Piangi"; dicono e cantano il disorientamento per questo pezzo di io che non è più io, la gioia e il conforto per le prime risate, la pena per quei pianti disperati che in nessun modo si è capaci di fermare.
"Mamma Lingua" è un libro piccolo, da tenere sul comodino, da sfogliare per perdersi – e trovarsi – nelle attonite fatate visioni di Pia Valentinis; per scegliere le filastrocche giuste per quella sera, per quel problema, per quel'umore; e per dirle, leggerle e rileggerle; e magari, quando si siano imparate le preferite, non leggerle più, e allora cantarle davvero, come un canto di balena che chiama, finché rallentano e si perdono nel sonno.


Una nota dell'autore

Scrivere filastrocche per neonati ("scendere" tanto di fascia d'età) può sembrare una contraddizione in termini, o un'impresa disperata: quei bambini non capiscono le parole, forse nemmeno le sentono.
Ma allora perché le mamme gli parlano tanto? E cosa dicono?
Il mondo, che poteva parere trito e scontato, torna fresco e scintillante come dopo una bella pioggia, quando è il momento di additarlo ai propri figli appena nati. Le parole per dirlo, o presagirlo, devono essere nitide e splendenti come quel mondo.
Le parole della poesia sono così.
La voce della mamma deve suonare senza sosta, come un canto di balena in quel'oceano sconfinato, per comunicare tre sole sconfinate informazioni: io sono qui, tu sei qui, il mondo è qui. Queste informazioni la specie umana, d'istinto, le porge intrecciando il senso al suono, in sillabe cadenzate e carezzanti.
Le sillabe delle filastrocche sono così.
Le rime di culla sono parole di una Mamma Lingua originale, destinate al bambino ma anche alla mamma stessa, che gli dice e gli canta le cose del mondo mescolate con quelle del suo mondo: il sole e la luna del cielo, e le angustie e le gioie dei giorni; i nomi dei mesi e delle stagioni, e le scarpe che s'è comprata la vicina…
Le rime di culla sono una lingua antica: ma che può ancora parlare del presente. Oggi che scenari canterebbe una mamma al suo figlio neonato? Non più setacci e fuso, diavoli e santi, il babbo in alto mare o nei campi: e allora cosa?
Forse è lì, dove ci sono cose forti da dire, e una bella Mamma Lingua per dirle, che può servire 'aiuto di un poeta.


Chi siamo

Edizioni Tuttestorie: siamo neonate, esattamente come "Mamma Lingua" e come i suoi destinatari. Il libro, pensato, progettato e coccolato con gli amici Bruno Tognolini e Pia Valentinis, è nato dall'idea di entrare nelle case dei neonati della nostra città con un augurio fatto di pagine, immagini e parole. La proposta, accolta dall'Assessorato alle Politiche Giovanili, ci ha consentito di iniziare il nostro "esperimento" editoriale.
Siamo una piccola cooperativa formata da tre socie: Manuela Fiori, Claudia Urgu e Cristina Fiori. Il 14 settembre 2000 abbiamo aperto a Cagliari, con la consulenza delle librerie Giannino Stoppani di Bologna e Roma, la prima e unica libreria in Sardegna specializzata in letteratura per l'infanzia. Ottanta metri quadri pieni di libri, cd-rom, videocassette e gadget, suddivisi su due livelli: il piano terra dedicato ai più piccoli e il piano superiore per bambini più grandi e adolescenti, con un ambiente per piccoli laboratori, letture, feste, incontri con autori, mostre di illustrazione e una bacheca di informazioni su iniziative legate al'infanzia e al mondo giovanile. Non mancano alcuni settori specializzati: arte e spettacolo, intercultura e lingue straniere, e uno scaffale per genitori, insegnanti animatori.
Come Cooperativa Tuttestorie promuoviamo, dentro e fuori la libreria, iniziative culturali legate al libro e alla lettura: laboratori, mostre di illustrazione, corsi di aggiornamento, incontri con autori e illustratori. Lo scorso anno abbiamo partecipato alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna con 'allestimento "B…uuu! Inizia con la b, finisce con la u", una mostra-gioco dedicata al "babborcu" delle fiabe sarde presentata al'interno dello stand della regione sarda.

Bruno Tognolini è nato a Cagliari, si è laureato al DAMS di Bologna nel '79, e da allora vive in quella città. Dopo i lunghi anni del teatro "militante" (opere con Vacis, Paolini, Baliani), ora lavora a tempo pieno come scrittore, se non multimediale, multiforme, orientato al'infanzia ma non solo. In televisione è stato per anni tra gli autori de "'ALBERO AZZURRO", ed è oggi tra gli ideatori e autori de "LA MELEVISIONE" (RaiTre); è autore di opere digitali, tra cui "Nirvana x-rom" (CD-rom dal film di Salvatores); ha scritto i testi italiani delle canzoni per il film "La gabbianella e il gatto"; progetta giornali e siti web per bambini. Ma il suo primo e ultimo amore restano i libri: una dozzina di titoli dal ‘91 ad oggi, romanzi, racconti e poesie per bambini e ragazzi, pubblicati con Salani, Giunti, Mondadori, Fatatrac, Rai-Eri. è del ‘99 "Lilim del tramonto" (Salani), il suo primo romanzo "per tutti". In occasione del'attuale Fiera di Bologna, oltre a "Mamma Lingua", esce la raccolta di filastrocche, "Rima rimani", nella collana "I criceti" della Salani.
Altre notizie e tanti testi nella sua Home Page: www.tognolini.com.

Pia Valentinis vive a Cagliari, ma nasce a Udine dove si diploma al'Istituto d'Arte. Partecipa a vari stage di approccio al'arte contemporanea. Oltre al'attività di grafica e illustratrice di libri per bambini dal 1998 conduce laboratori di educazione alla visione e di illustrazione. Ha partecipato a diverse mostre collettive, fra cui "Matite italiane" in occasione del'ultima edizione della Fiera del Libro per ragazzi di Bologna.
Come illustratrice ha pubblicato le sue opere con numerose case editrici italiane e straniere: Giunti, Nuove Edizioni Romane, Sonda, Papiros, Fatatrac, Arka, Edizioni C'era una volta, Le Marasche, Condaghes, Grimm Press (Taiwan), Gakken (Giappone). Sono suoi i disegni del "Gioco delle carte del mediterraneo per inventare storie" edito dalla Regione Autonoma della Sardegna con cui collabora da anni al'allestimento di mostre di illustrazione nello stand sardo della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna. Quest'anno è presente alla Fiera con due libri: "Mamma Lingua" e "Una storia che sa di mare" delle edizioni C'era una volta.


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INTERVISTA SULLA SECONDA EDIZIONE
Maggio 2008

L'intervista è apparsa sul blog bambini.guidaconsumatore.com il 28 maggio 2008.



* Com'è nata la passione di scrivere filastrocche?


È un fiume formato da molti ruscelli, che son scesi da molti monti. Un ruscello può chiamarsi forse "talento": l'insieme di quelle abilità che tutti ci troviamo a possedere già nascendo, chi per la musica, chi per il bricolage, chi per il disegno, chi per i denari… Un altro ruscello può chiamarsi "esercizio", che è indispensabile per far fiorire il talento: ho letto e scritto moltissime poesie (500 solo per la Melevisione in 10 anni), e per le rime è come per ogni altra cosa: a fare s'impara facendo. Un altro ruscello può chiamarsi "musica": avrei voluto fare il musicista e se rinasco forse lo farò: e per ora suono lo strumento delle rime… Un altro ruscello è forse una forma di antica magia, un'arte visionaria da veggente: le filastrocche quando, dopo molti e molti anni, escono dalle mani fatte "a regola d'arte", a volte sono come piccoli lucenti oracoli, aiutano a capire il presente e forse il futuro.


* Bruno Tognolini non scrive solo filastrocche: nel suo curriculum vi sono anche molte collaborazioni televisive.


Mi sento molto fortunato perché son riuscito a costruire un bel mestiere: per lavoro scrivo storie e rime. Queste storie e queste rime possono essere stampate con l'inchiostro sui libri: e questi libri oggi sono una ventina, piccoli quanto una poesia di pochi versi o grandi quanto un romanzo di 270 pagine, editi da Salani, TEA, Fatatrac, Giunti, Carthusia, Castoro, Mondadori… Oppure storie e poesie possono essere dette e fatte con la voce e coi gesti dagli attori: in TV nella prima versione del programma "L'Albero Azzurro", dal 1990 al 1994, e poi ne "La Melevisione", dal 1999 ad oggi; e in teatro in una decina di spettacoli teatrali che hanno girato e girano su territorio nazionale.


* Qual è la differenza tra scrivere filastrocche e scrivere storielle per la tv?


Le "storielle" per la TV in realtà si chiamano "copioni", son scritti per il programma "La Melevisione", son fascicoli di circa 18 pagine e contengono un'intera puntata, con le "didascalie" che descrivono ciò che si vede e le "battute" che prescrivono ciò che si sente; hanno 4 personaggi per volta, devono essere divise in 7 o 8 scene, durare 21 minuti e svolgersi in massimo 4 "set" (4 ambientazioni, per esempio: Casa di Milo, Chiosco, Bosco, Antro della Strega). Le storie e le rime che scrivo sui libri, invece, possono essere lunghissime o cortissime, avere tantissimi personaggi o uno solo, essere ambientate in foreste e vulcani e città o in una sola cameretta… e insomma sono come io voglio che siano. Ma attenzione: non per questo le une son facili e le altre difficili, o le une belle e le altre brutte. Tutte insieme fanno il lavoro dello scrivere, e tutte possono essere fatte bene e male e così così.
Un'altra differenza importante è che le storie e le filastrocche scritte sui libri le leggono i bambini che hanno genitori che comprano libri per loro, che sono in Italia una triste minoranza (il mio libro per piccoli più diffuso, "Mal di pancia calabrone", avrà venduto 10 o 15 mila copie in 12 anni, e son già tante); le storie e le filastrocche che scrivo per la TV le vedono e le sentono anche tutti gli altri bambini, figli di genitori che non comprano libri ("La Melevisione" la vedono ogni giorno 5-600 mila bambini).


* A cosa o a chi si ispira quando scrive?


A tutto. A quello che leggo, che vedo, che sogno che ricordo, che immagino, che mi raccontano... Ai film, ai libri, ai fumetti, agli spettacoli teatrali... Però non so dire da dove esattamente arrivino le singole idee. È come mangiare e nutrirsi per crescere: un bambino mangia bistecche e verdure e dolci, ma non può dire, per esempio: "Ecco, questo millimetro di gamba che mi è cresciuto stanotte viene dalla pasta col pesto di ieri". Lui mangia, tutto si mescola in lui e nella segreta notte che ci fa crescere diventa lui. Un lui più grande. La scrittura è la stessa cosa. Ma lo dice meglio una filastrocca, scritta per una vecchia puntata di Melevisione.

FILASTROCCA DELLO SCRITTORE

Marcia scrittore, vai cavaliere
Prendi la penna e fai il tuo dovere
Tocca con mano, corri coi piedi
Vai nella notte e di' quello che vedi
Tieni pulite le tue parole
Da nomi stupidi e verbi cattivi
Guarda la luna, poi guarda il sole
Poi chiudi gli occhi e scrivi



* Qual è il momento della giornata in cui preferisce scrivere?


La mattina. Le prime ore della mattina. Ma ci sono state certe storie magiche e forti che si lasciavano sciogliere e fluivano più serene nel buio della sera, in certe sere precoci d'inverno. E altre volte, altre storie forti e fiorite, o forse le stesse, trovavano più facile frusciare come ruscelli le mattine d'estate, seduto su una sedia pieghevole e col computer portatile sulle ginocchia, all'ombra di un canneto sui colli bolognesi, poco sopra casa mia. Molte altre storie, invece, corrono in treno, negli Eurostar che corrono a 250 chilometri all'ora, con l'Adriatico che corre con la sua interminabile costiera nel cinema del finestrino. Insomma, tante ore e tanti posti diversi: una sola la mano che scrive.


* Da bambino leggeva le filastrocche? Qual'era il suo sogno? Quando le chiedevano "Che cosa vorresti fare da grande?", cosa rispondeva?


No, non leggevo filastrocche. Non ce n'erano da leggere. Da leggere allora, poco meno di cinquanta anni fa, c'erano libri di avventure favolose nell'Asia delle tigri e nella Malesia dei pirati, e io leggevo quelli: i libri di Emilio Salgari. Le filastrocche non le leggevo: le sentivo e imparavo e dicevo per scandire o far partire i giochi che coi miei amici bambini facevo per la strada: le conte per vedere chi esce, le filastrocche per tirare fuori in sincronia le dita nel "pari o dispari", o per partire di corsa a scappare nel gioco dell'acchiapparsi, e altre ancora. Filastrocche che servivano per qualcosa. "Utili". Molti anni dopo, pochi anni fa, ho imparato dallo scrittore Maurizio Maggiani che ciò che vale la pena di fare e conservare nel mondo è l'Utile Bellezza, cose Utili e Belle. Ora cerco di fare filastrocche così.
Le tre cose che ricordo di aver detto di voler fare da grande, quando ero bambino, erano "L'Esploratore" (quello che arriva per primo al Polo e alle sorgenti del Nilo), "il Pensatore" (non credo di aver mai avuto idea di cosa significasse, ma lo dicevo), e "il Medico" (più tardi, e più che altro per fare contenti i grandi). Forse facendo lo scrittore di rime e storie faccio un po' tutte e tre queste cose.


* "Mammalingua" è la sua ultima pubblicazione, anche se il libro nel 2002 è già stato un successo a Cagliari, sua città natale. Qual'è stato il percorso di questo progetto?


Mammalingua è un libro nato nel 2002 dall'idea di tre brave libraie per ragazzi, che con esso esordivano come Edizioni Tuttestorie: hanno progettato col Comune di Cagliari il dono di un libro a ogni nuovo nato nella città per due anni (poi prorogati a quattro e a sei, visto il successo dell'iniziativa). E per creare questo libro hanno chiamato al lavoro due cagliaritani meticci: Pia Valentinis, illustratrice di Udine che viveva a Cagliari da quindici anni (ora venti), e Bruno Tognolini, scrittore cagliaritano che vive a Bologna da venticinque (ora trenta). Al di là di questa affettuosa destinazione locale il libro ha avuto un'edizione nazionale, che nei primi anni è stata reperibile nelle principali librerie specializzate per bambini nelle librerie Feltrinelli, e poi purtroppo è andata via via scomparendo. Era sempre più difficile trovarlo, ma stranamente… sempre più richiesto. Da dodici anni faccio anch'io lo scrittore viaggiante, ogni anno con raggio e intensità crescente, per incontri coi bambini in scuole e biblioteche, ma sempre più spesso anche con adulti, insegnanti, genitori, comuni lettori. Bene, le occasioni in cui trovavo Mammalingua fra le mani felici di lettori e lettrici (arrivato lì chissà come, visto che nelle librerie ha fatto poche e sporadiche apparizioni) erano davvero tante. Pari solo a quelle in cui mi si chiedeva dove e come si poteva trovare, per averlo, per regalarlo, per acquisirlo per il proprio comune, per farne il regalo e il ricordo di un battesimo… E alle quali dovevo solo rispondere: bisogna farselo spedire da Cagliari. Finché lo scorso anno il Comune di Cagliari ha rinunciato a rinnovare la ristampa, e il libro rischiava di scomparire. Insomma, pareva una di quelle situazioni in cui chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane: un libro così richiesto e cercato… che scompare?
È allora che è entrato in gioco il Castoro. Ora il libro, riedito dal Castoro e Tuttestorie insieme, e con le identiche caratteristiche di cartotecnica e layout, sarà finalmente reperibile in tutte le librerie.


* "Mammalingua" è una raccolta di 21 filastrocche, una per ogni lettera dell'alfabeto. La lettera "M" non poteva non richiamare la parola "MAMMA". Ci può svelare qualche verso?


Avete proprio scelto la filastrocca giusta. Ma forse tutte, a modo loro, sono "giuste"… Questa però ha una particolarità: è l'unica forse scritta "da papà", da maschio. Già dalla seconda filastrocca del libro, infatti, dalla B di "Bocca", scrivendo il verso "Bava di luna, bevi il mio latte", mi sono accorto che scrivevo come mamma, come donna. Ho avuto un attimo di sbandamento: era lecito a un uomo "usurpare" quella posizione? Mi son risposto: a un uomo forse no, a un poeta sì. Uno che anche solo per quelle poche righe parla e scrive come poeta, per quei pochi attimi è tutti gli uomini. E quindi anche tutte le donne. Molte donne, leggendo le poesie di Mammalingua, mi hanno detto che facevano fatica a credere che fossero state scritte da un uomo. Invece le ho scritte io. La filastrocca della M, della "Mamma", forse l'unica scritta come "Papà", dice così:

Grande è l'oceano ma la balena
Naviga piano nella luna piena
Rossa di bocca, nera di notte
Gialla di luce, bianca di latte
Grande ragazza di tutti i colori
Bella la mamma vista da fuori


"Vista da fuori"… Qui forse è entrata in gioco un po' della gelosia del padre per il figlio neonato. Come dire: "non piace mica solo a te, la mamma…".


* Cosa significa per uno scrittore ricevere il Premio Andersen?


Significa un grande onore, conforto e gratitudine, perché si dice sia come l'Oscar dei premi letterari per ragazzi. Un riconoscimento che è anche riconoscenza, perché tanti tanti anni di ostinazione e pazienza sono stati riconosciuti. Ma significa anche prudenza, senno e occhi aperti. Io il "miglior scrittore" perché ho vinto il Premio Andersen? Posso crederci solo se non mi dimentico che Roberto Piumini, Silvana Gandolfi, Silvana De Mari, non lo hanno mai vinto. Avete mai letto i loro libri? Sono davvero i Premi Andersen i "migliori scrittori"?


* Quali sono i progetti futuri di Bruno Tognolini?

Scrivere ancora rime e ancora storie. Ancora una storia lunga e avventurosa e in prosa come LUNAMOONDA, e poi una breve e fulminante e in rima come MAREMÈ – per dire solo gli ultimi due libri. E perché scrivere ancora con questi due piedi? Per due motivi, che sono anch'essi due piedi che vanno: per me e per gli altri. Per gli altri: perché le poesie di altri poeti, le poesie e le canzone dei grandi, di Borges, di Eliot, di De Andrè, mi sono state d'aiuto nella vita, e ciò che si è ricevuto occorre renderlo, in qualche modo; perché come cantava De Andrè "se la gente sa, e la gente lo sa, che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita, e ti piace lasciarti ascoltare"; perché questo è il mio mestiere, quello che ho imparato a fare, la cosa che so fare meglio, ed è mio dovere di fronte agli altri farla. E poi per me: scriverò altre storie e altre rime finché crederò che questi due piedi servano per portarmi dove voglio andare. E cioè dove? Non lo so, lo capirò quando sarò lì.


* All'interno del Blog Bambini e Genitori, vi è uno scrittore emergente di filastrocche... che nella vita si occupa di tutt'altro. Si metta per un attimo i panni di un critico... cosa ne pensa?


Non posso mettermi nei panni di un critico, perché sono uno scrittore. Gli scrittori sono i critici peggiori perché apprezzano solo ciò che scrivono loro e – attenzione! – e quelli più bravi di loro.
Proprio in questo sta il segreto: saper leggere e saper sentire ciò che scrivono quelli più bravi di te, e saper fare il confronto… Dopo anni che ricevevo raccolte di filastrocche di "esordienti", da leggere e con la richiesta di "giudizi" (e spesso purtroppo erano cose scoraggianti), ho finalmente trovato cosa dire. Sembra un consiglio un po' vile, a dire il vero, che rilancia la palla al mittente, ma è il solo in cui credo. Dice così: un buon scrittore (e un buon rimatore rientra in questa categoria) è tale se è ancora miglior lettore: se è più bravo a leggere che a scrivere (non l'ho detto io, ma non ricordo chi). Se è in grado di leggere le opere degli altri, dei poeti piccoli e grandi, valutarne e goderle. E poi leggere le sue proprie, confrontarle, e rispondere da sé alla domanda: quanto valgono le mie opere? Se si scoraggerà sarà buon segno: è sensibile alla bellezza, anche se forse non ancora del tutto capace di produrla. Se non nota particolari differenze perché tanto "tutto fa rima", be'… in tal caso io dovrò fermarmi qui, non posso aiutarlo oltre. Le rime e le filastrocche, nelle scuole, online, fra genitori, e anche purtroppo negli scaffali delle librerie, son davvero tante: c'è posto per tutti.


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Pagina creata il 1 aprile 2002 e aggiornata l'ultima volta il 27 maggio 2008


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