Bruno Tognolini

RIME E FILASTROCCHE
D'OCCASIONE
 

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I poeti, o semplicemente i rimatori, vengono spesso incaricati di stendere epigrammi, epitaffi, epinici e epitalami in occasioni generiche, o di funerali, o di vittorie, o di nozze. Sanno far quello, e quello gli chiedono. Io sono ben orgoglioso di esser stato incaricato (e in qualche occasione d'esermi incaricato da solo) di scrivere non solo racconti ma anche rime e filastrocche d'occasione, che qui raccolgo.


1. SPUDORATO EPINICIO
2. LA TERRA STRETTA
3. PER LA FIERA DEL LIBRO DI BOLOGNA
4. PER LA SCUOLA ANNA FRANK
5. PER UNA TV QUADRA TONDA
6. PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO ZERO
7. PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO UNO
8. PER GLI INCENDI DELLA SARDEGNA
9. BABBO ORCO MULTITRADE
10. PER LA BIBLIOTECARIA NINA
11. DIRITTO ALLA SALUTE
12. DIRITTO ALLA FAMIGLIA
13. DIRITTO ALL'EDUCAZIONE
14. DIRITTO AL GIOCO
15. DIRITTO A ESSERE CITTADINI D'EUROPA
16. PER LA LIBRERIA "TUTTESTORIE"
17. PER UNA SCUOLA CHE ASSOMIGLI AL MONDO
18. FILASTROCCA MANGIABAMBINI
19. PER NON PAGARE I LIBRI IN BIBLIOTECA
20. PER JANNA
21. MARCETTA DI CHISCIOTTE FENICOTTERO
22. PER L'ISOLA DELLE STORIE
23. FILASTROCCA DEL VERBO ESSERCI
24. FILASTROCCA DEL MOSTRO NELLO SPECCHIO
25. FILASTROCCA DEI FOSSI
26. MANTRA DEL CAVALIERE
27. FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA CHIMERA
28. FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA SFINGE
29. EPITALAMIO PER L'AMICA MANUELA FIORI
30. FILASTROCCA DELLE MILLE DOMANDE
31. FILASTROCCA DEL BAMBINO FUTURO
32. PER I MERAVIGLIATI DI ANTONIO CATALANO
33. FILASTROCCA DI SALUTO AI LADRI
34. FILASTROCCA DEI QUATTRO MAGHI DEL MONDO
35. FILASTROCCA DELLA BELLA "LIBRETÀ"
36. FILASTROCCA DEI FIGLI DEL MONDO
37. FILASTROCCA DELLE NUOVE NASCITE
38. FILASTROCCA DEI BAMBINI IN SALITA
39. FILASTROCCA CONTRO TUTTE LE PAURE
40. FILASTROCCA PER LUISA
41. FILASTROTTOLA
42. PER LE IMPRONTE DIGITALI DEI BAMBINI ROM
43. PER LA RAI
44. BALLATA DEL TERZO GIARDINO
45. FILASTROCCA SENZA FINE
46. FILASTROCCA PER ESTER GRANDESSO
47. TIRITERA ELETTORALE SARDA

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SPUDORATO EPINICIO

Per "Mattina", inserto de "L'Unità", in occasione delle elezioni del 21 aprile 1997

Hai visto Gigante che non hai ragione?
Tu parli come una televisione,
io te lo dico con parole mie:
non ti è servito dire bugie.
Volume altissimo, gambine corte:
non ti è servito gridarle più forte.
Io te lo dico con un sussurro,
foglia caduta da un Albero Azzurro:
ma quella foglia può andare lontano
più del ruggito di un aereoplano.
Io te lo dico con una rima
che lascia tutto com'era prima:
ma dopo la prima c'è la seconda,
rima su rima, onda su onda,
una canzone che balla e si muove,
parte da qui e va chissà dove.
Va chi sa dove ma parte da qui,
da una vocina che dice così:
Non serve a niente abbracciare un bambino
ben pettinato in un grande giardino,
se poi sugli altri dieci milioni
cacciano giù le tue televisioni
chili di chili di chili di cacca,
roba che puzza, roba che attacca.
Che io la guardo però non la voglio.
Non parla con me ma col mio portafoglio.
Non vuole dire, non vuole narrare:
vuole convincermi a uscire e comprare.
Ma io so fare tremila altre cose!
Cose bellissime e cose noiose,
giorni con sole, notti con luna:
spendere soldi è soltanto una!
E non è neanche la più importante.
Perché delle altre non vedi nessuna?
Perché mi offendi, Ricco Gigante?
Ma stamattina non sono più offeso,
c'è una rivincita che mi son preso.
Caro Gigante Per Niente Gentile,
devi sapere che il ventuno aprile
mamma e papà si son preparati,
e sono usciti ben pettinati,
e sono entrati nella mia scuola,
e senza dire una sola parola
in una strana cabina speciale,
clic!
Hanno cambiato canale.

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LA TERRA STRETTA

Per il progetto "MOSTRI", Corte Ospitale di Rubiera (RE), 1998

C'era una volta uno stretto confine
Che separava due terre vicine
Una chiamata Paese del Noi
L'altra chiamata Paese del Voi
Per mille secoli queste due terre
Fecero gare, fecero guerre
Per chi correva più lento o veloce
Per chi contava le storie più belle
Per chi cantava con più bella voce
E per chi aveva più chiara la pelle.
Ma in mezzo a loro c'eran creature
Che erano chiare ma erano scure
Erano buone ma molto cattive
Sempre ammazzate e sempre più vive
Non erano qua, non erano là
Come se stessero sempre a metà
Non erano Nostri, non erano Vostri
E li chiamarono Mostri.

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PER LA FIERA DEL LIBRO DI BOLOGNA

Per "Popotus", inserto de "L'Avvenire", in occasione della Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna del 1998

Fiera di libri, libri di fiera
Io ci son stato e son stato contento
Io ci son stato e ho visto com'era
Era una fiera bufera di vento
Cento milioni di libri diversi
Scritti di seguito oppure coi versi
Solo figure e senza parole
Solo scritture e senza colore
In italiano cinese spagnolo
Tutte le razze paesi costumi
Dieci racconti in un libro solo
Solo un racconto in dieci volumi
Ne avevo letto già più di seicento
Quando ho sentito quel vento...
Vento segreto dei libri migliori
Che piano piano sospira fuori
Vento che dorme nascosto tra i fogli
E che si sveglia quando li sfogli
E fa frullare frullare i maghi
Frrrrrr... frrrrrr... maghi di carta!
E fa volare volare i draghi
Frrrrrr... frrrrrr... draghi di carta!
E fa ballare ballare gli eroi
Che sono forti, più forti di noi
E fa crepare crepare i cattivi
Non si capisce da dove arrivi
Questa folata di vento burlone
Frrrrrr... frrrrrr... vento che spoglia!
Che fa scoppiare una gran confusione
Frrrrrr... frrrrrr... vento che sfoglia!
Frulla le pagine una per una
Le gira tutte, non lascia nessuna
Frusciano i fogli di tutti i giornali
Frullano i libri che sembrano ali
E sette sciami di personaggi
Come le rondini di sette maggi
Volano volano via dalla Fiera
Filano filano via nella sera
Volano in cielo e non tornano più
Lasciano tutti
- Guarda, Lucia! -
naso all'insù.

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PER LA SCUOLA ANNA FRANK

Per l'inaugurazione della Scuola Comunale dell'Infanzia "ANNA FRANK" di Reggio Emilia, giugno 1999

Brava Anna, che hai conservato la speranza
in bellissimi vasetti di conserva.
L'hai conservata bene, perché serva,
ne hai conservata tanta, ed abbastanza
che ne è arrivata tanta fino a noi.
E noi ce la spalmiamo nei panini
in questa scuola fatta di bambini,
che di nient'altro in fondo hanno bisogno.
E allora sta' a sentire questo sogno.

Giocavamo tutti insieme e tu ridevi,
e io contavo e tu ti nascondevi.
Ti sei nascosta dentro quell'armadio.
Sono arrivato a mille, e nella radio
dicono che la guerra ormai è lontana.
E allora io ti trovo, e tu fai tana.

Questo sogno così non si può fare.
Ma un altro sì, e noi sappiamo come.
Possiamo fare tana in una scuola,
e a quella scuola metterle il tuo nome.

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PER UNA TV QUADRA TONDA

Per il progetto "IL GIOCO DI MIRANDO" dell'Assessorato alle politiche della città delle bambine e dei bambini del Comune di Roma, 2000

Mio nonno ciccione si chiama Felice:
è vero anche se la TV non lo dice.
In piazza da ieri è arrivata la giostra:
è vero anche se la TV non la mostra.
A me piace Chicco ma a lui piace Carla:
è vero anche se la TV non ne parla.
A quello che dico mio padre ci crede:
è vero anche se in TV non lo vede.
Le cose del mondo son molte di più
di quelle che entrano nella TV.
E se lo disegni, è presto spiegato:
il mondo è rotondo, il video è quadrato.

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PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO ZERO

Per il progetto "UNIONE DEI PICCOLI" del quotidiano "L'UNIONE SARDA", Cagliari, 2000 (mai andato in porto)

Abbiamo fatto questo giornale
Che se non lo facevamo era uguale
Non ha gli articoli, non ha le foto
Non è di oggi ma neanche di mai
Fuori c'è scritto, ma dentro è vuoto
Prova ad aprirlo e te ne accorgerai
Non ha notizie di cose successe
Nemmeno il calcio coi risultati
Ha tante pagine, sempre le stesse
Con tutti i pezzi, però disegnati
Zero da leggere, zero colori
Zero di dentro e zero di fuori
C'è solo il numero che dice il vero:
numero zero.


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PER UN GIORNALE DEI BAMBINI - NUMERO UNO

Per il progetto "INSERTO UNIONE DEI PICCOLI"


Un giornale per bambini
io lo so come si fa:
se ne prende uno per grandi,
se ne butta la metà...
E quel mezzo che rimane
per metà è carta di pane
gocciolato di scritture,
per metà è acqua di mare
dove nuotano figure.
Si fa bene, si fa bello,
come un libro, come un gioiello,
con il trucco degli autori,
dei poeti e illustratori,
dei Rodari e dei Piumini,
applicato ad ogni foglio:
CON LA SCUSA DEI BAMBINI,
FAR LE COSE MEGLIO.


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PER GLI INCENDI DELLA SARDEGNA

Per il progetto "INSERTO UNIONE DEI PICCOLI"


Macchia di mirti, corbezzoli, cisti
Scura dimora di mondi mai visti
Madre di piccola vita stupenda
FUOCO LA PRENDA
Bosco di sughere, castagni, lecci
Padre di foglie, fatto d'intrecci
Nero di ombre, fitto di luci
FUOCO LO BRUCI
Terra di rocce ruggine e argento
Madre d'incendi figli del vento
Non serve a niente che canti e che piangi
FUOCO LA MANGI
Mano segreta che spargi quel fuoco
Bruci il tuo mondo per così poco
D'ora in avanti prima che accenda
GIUSTIZIA TI PRENDA

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BABBO ORCO MULTITRADE

Per un allestimento sulla figura di "Babborcu" realizzato dalla libreria Tuttestorie di Cagliari alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna del 2001

Babbo Orco, Brutto muso
Che mi tieni qui rinchiuso
A cucire le scarpette
Gli zainetti, le magliette
Che ti mangi a spezzatino
I miei giorni di bambino
Che ti fanno grasso e ricco
Senti quello che ti dico
C'è una fiaba molto antica
Che anche oggi è verità
Perché dalla mia fatica
Tanta cacca ti verrà
Cacca fatta di scarpette
Cacca fatta di magliette
Tanta cacca fatta a mano
Dalla mano piccolina
Di un bambino colombiano
Di una bimba della Cina
Perché non ci fermeremo
Perché non ti fermerai
Finché un giorno, Orco scemo
Dalla cacca scoppierai

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PER LA BIBLIOTECARIA NINA

Per la bibliotecaria più piccola della biblioteca più piccola che io abbia mai visto: quella di Irgoli, Nuoro. Gennaio 2002.

In una piccola bibliotechina
Bibliotecaria è la piccola Nina
Che tiene lindo di dentro e di fuori
E con i libri fa mazzi di fiori
Nina racconta, Nina consiglia
Per ogni ospite e per ogni gusto
Tiene da parte qualche meraviglia
Sfila dal mazzo il libro più giusto
Quando è finita la lunga giornata
Spegne la luce, chiude la porta
Fa un bel sospiro, è affaticata
E torna a casa per la via più corta
Prima di entrare scuote i capelli
E cade giù come pioggia sui monti
E vola via come stormo d'uccelli
La polverina di cento racconti

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Per il libro "CARI BAMBINE E BAMBINI...", supplemento a "L'Unità" del 20 novembre 2002, Nuova Iniziativa Editoriale, Milano, 2002.

DIRITTO ALLA SALUTE

Etcì! - Salute!
Le malattie son brutte
È meglio stare bene
La febbre è nelle vene
Arriva la puntura
Ma io non ho paura
Perché ci sono i miei
Senza come farei
E poi viene il dottore
Con il suo strano odore
E poi c'è l'ospedale
E poi viene Natale
E quando starnutisco
Le cose conosciute
Mi dicono "Salute!"
E allora io guarisco



DIRITTO ALLA FAMIGLIA

Se foste uccelli, amerei le vostre ali
Se foste cervi coi musi giocherei
Dite che gli uomini non sono tutti uguali
È proprio vero, perché voi siete i miei
E non m'importa se siete dieci o tre
Se siete ricchi o furbi o neri o strani
Quello che conta è che siete qui per me
E che svegliandomi, vi trovo anche domani



DIRITTO ALL'EDUCAZIONE

Se mi insegni, io lo imparo
Se mi parli, mi è più chiaro
Se lo fai, mi entra in testa
Se con me tu impari, resta



DIRITTO AL GIOCO

Fammi giocare solo per gioco
Senza nient'altro, solo per poco
Senza capire, senza imparare
Senza bisogno di socializzare
Solo un bambino con altri bambini
Senza gli adulti sempre vicini
Senza progetto, senza giudizio
Con una fine ma senza l'inizio
Con una coda ma senza la testa
Solo per finta, solo per festa
Solo per fiamma che brucia per fuoco
Fammi giocare per gioco



DIRITTO A ESSERE CITTADINI D'EUROPA

C'era una volta un Nuovissimo Regno
Rima di ferro, rima di legno
Che si chiamava Governo d'Europa
Rima di straccio, rima di scopa
Tutti i regnanti si sono riuniti
Rima di chiodi, rima di viti
Per stabilire la Costituzione
Rima di stati, rima di zone
Mille bambini sono arrivati
Rima di fiori, rima di prati
Perché volevano dire la loro
Rima di canto, rima di coro
Visto che siete appena all'inizio
Rima di ozio, rima di vizio
Non fate sempre quel solito sbaglio
Rima di puzza, rima di aglio
Fate un bel regno che valga per tutti
Rima di fiori, rima di frutti
Anche per noi, non teneteci fuori
Rima di frutti, rima di fiori
E sarà un regno più degno perché
Rima con tutti fa rima con me

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PER LA LIBRERIA "TUTTESTORIE"

Per la festa della libreria "Tuttestorie" di Cagliari, il 5 giugno 2003

Cè una tana colore arancione
Con un cuore di dolce melone
E semini di libri e di glorie
Sarà vero o sarà TUTTESTORIE?
C'è una specie di domu de jana
Dove tessono a fili di lana
Fiabe e sogni, visioni e memorie
Sarà vero o sarà TUTTESTORIE?
E ci sono tre Fate Madrine
Che a dispetto di molte mazzine
Vanno avanti a filare vittorie
Ed è vero, perché è TUTTESTORIE

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PER UNA SCUOLA CHE ASSOMIGLI AL MONDO

Per Alberto Melis e la sua scuola "Iqbal Masih" di Quartu Sant'Elena (CA), febbraio 2004

Nel mondo ci sono le terre ed i cieli
Non sono divisi in scaffali
Nel mondo ci sono le fiabe e le arti
Non sono divise in reparti
Nel mondo c'è un nido, che è la tua classe
Uscendo non trovi le casse
Nel mondo ci sono maestri un po' maghi
Ci sono, non solo se paghi
Nel mondo il sapere che vuoi si conquista
Nel supermercato si acquista
E allora rispondi con una parola
Com'è che la vuoi la tua scuola?

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FILASTROCCA MANGIABAMBINI

Per l'allestimento "PER MANGIARTI MEGLIO" curato dalla libreria Tuttestorie di Cagliari alla Fiera Internazionela del Libro per l'Infanzia di Bologna, 2004

Cuocete piano piano, coscettine di pollo
Bambine di vaniglia, bambini caramello
Le mamme fanno i figli con l'acqua e la farina
Forse viene una pizza, ma forse una bambina
Il mondo è un pentolone, chi cresce si trasforma
Crescete piano piano, e cambiate la forma
Budini con gli occhiali, hamburgher coi capelli
Le bambine patate, i bambini piselli
Ma fuori cosa c'è? L'Orco con la forchetta?
È il Mercato coi denti là fuori che vi aspetta?
Cuocete piano piano, ma se trovate quello
Correte forte forte, coscettine di pollo

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PER NON PAGARE I LIBRI IN BIBLIOTECA

Per l'iniziativa "NO AL PRESTITO A PAGAMENTO IN BIBLIOTECA", Bologna, Sala Borsa, 23 aprile 2004

Se vuoi un bel romanzo di sogni e di draghi
Lo cerchi, lo trovi e lo paghi
Se vai in biblioteca c'è libero accesso
Ma il libro lo paghi lo stesso
C'è un foglio che spiega che cos'è il diritto
Quel libro qualcuno l'ha scritto
È giusto così, faccio una passeggiata
Che bella serata, c'è un'aria incantata
Ammiro una chiesa, una bella facciata
E quella chi l'ha disegnata?
Raccolgo un papavero: e se è brevettato?
Qualcuno dev'esser pagato?
Ammiro un paesaggio, mi piace, mi appaga
Mi volto: dov'è che si paga?
Ma non c'è nessuno che stacca il biglietto
Così torno a casa, mi butto sul letto
Mi viene da piangere, dico: lo accetto
Son qui, pago io, pago tutto
Il mondo è in affitto, li pagherò io
I diritti d'autore di Dio

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PER JANNA

Per l'amica e collega Janna Carioli, marzo 2004

Janna, Janna
Culo di panna
Bocca di viole
Cuore di sole
Cuore rotondo
Come un piazza
Corri nel mondo
Grande ragazza
Carezza il mondo
Come tu sai
Resta nel mondo
E quando andrai...
Qui il sole forte
Sarà più avaro
Ma nella morte
Farà più chiaro

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MARCETTA DI CHISCIOTTE FENICOTTERO

Brano espunto dal testo teatrale "CHISCIOTTE FENICOTTERO", scritto per la compagnia Cada Die Teatro, Cagliari, giugno 2004

Tutto vero! Tutto vero!
Tutto ciò che leggi, esiste!
È un romanzo il mondo intero!
Quelle cose io le ho viste
Leggi un libro ed alza gli occhi
Leggi un libro e guarda intorno
Quelle cose tu le tocchi
Tu le vedi in pieno giorno
Mostri, maghi, miti, eroi
Sono lì davanti a noi
E se tu volgi lo sguardo
Sei codardo E sei bugiardo!

Leggi e cresci, cresci e leggi
Non fermarti, se ci riesci
Più tu cresci e più tu leggi
Più tu leggi e più tu cresci
All'inizio sembra un gioco
Ogni libro fai un salto
Poi ti accorgi poco a poco
Che ogni volta sei più alto
Ogni riga cresci un pelo
Ogni anno cresci un metro
Sempre più vicino al cielo
E non puoi tornare indietro

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L'ISOLA DELLE STORIE

Per l'omonimo festival della Letteratura di Gavoi, Nuoro, luglio 2004

C'è un'isola che dorme
Sandalo in mezzo al mare
Che confonde le forme
Contro genti corsare
C'è un'isola che sogna
Cantata dalle onde
Puoi chiamarla Sardegna
Ma quasi mai risponde
Stontonata dai venti
Intronata d'azzurro
Se stai zitto lo senti
Che respira un sussurro
Come un fruscìo di canti
Di storie senza fine
Di rime e di racconti
Senza muri a confine
Come un coro profondo
Che tesse le memorie
Le storie son del mondo
L'Isola è delle storie

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FILASTROCCA DEL VERBO ESSERCI

Per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", febbraio 2006


PRESENTE INDICATIVO

Eccomi, Eccoti, Eccolo
Eccoci, Eccovi, Eccoli
Strano e gratuito come ogni dono
Eccomi qui: io ci sono
Solo da solo io non ci sarei
Eccoti qui: tu ci sei
Si apre lo spazio che c'è fra me e te
Eccolo, eccola: c'è
Altri che vengono, se io li chiamo
Eccoci: ora ci siamo
Nodi diversi di una sola rete
Eccovi tutti, ci siete
Ma l'orizzonte è sempre più in fondo
Eccoli, eccole: il mondo


FUTURO REMOTO

Eccomi
Eccoti
Eccolo
Eccoci
Eccovi
Eccoli
Il verbo esserci conta sei voci
Fiume degli uomini con le sue foci
Ma c'è un segreto che molto promette:
Tutte le cose più vere son sette...

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FILASTROCCA DEL MOSTRO NELLO SPECCHIO

Per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", febbraio 2006

Ora di uscire, una mattina di febbraio
Ultimo sguardo nello specchio in corridoio
Le squame nere sotto panni di bucato
Le zanne bianche ripiegate sul palato
Gli occhi scarlatti ben nascosti dagli occhiali
Avvoltolate nello zaino le due ali
Le cicatrici ricoperte da due sciarpe
Le zampe unghiute di cinghiale nelle scarpe
Sono a posto, irraggiungibile agli sguardi
"Ciao mamma, vado a scuola. A più tardi!"

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FILASTROCCA DEI FOSSI

Per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", marzo 2006

Se fossi alto, se fossi alta
Se fossi d'aria come il gatto quando salta
Se sapessi questa pena quando passa
Se fossi magro, se fossi meno grassa
Se non avessi questi orribili capelli
Se fossi il vento che rimescola gli uccelli
Se fossi nei tuoi orecchi col suo fischio
Se fossi femmina, se fossi maschio
Se fossi un poco meno bestia di così
Se sapessi come mai mi trovo qui
Se fossi io, se fossi Dio
Se fossi te cosa faresti al posto mio
Se fossi, se fossi, che cosa vuoi che fossi...
Se fossi un fuoristrada con due specchietti rossi
Tirerei dritto sopra tutti questi fossi
Ma sono un passero
Povero me
E allora volo dritto dritto in braccio a te

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MANTRA DEL CAVALIERE

Per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", agosto 2006

E cavalca Cavaliere
Le tue fiabe sono vere
Le tue piaghe sono finte
Le tue guerre sono vinte
Le tue stelle sono terse
Le tue strade sono perse

Ma anche...


E cavalca Cavaliere
Le tue piaghe sono vere
Le tue fiabe sono finte
Le tue guerre sono vinte
Le tue strade sono terse
Le tue stelle sono perse

E ancora...


E cavalca Cavaliere
Le tue piaghe sono vere
Le tue fiabe sono finte
Le tue stelle sono vinte
Le tue strade sono terse
Le tue guerre sono perse

E così via...


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FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA CHIMERA

Per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", ottobre 2006

Io sono impossibile! Io sono impensabile!
Canta la Chimera il suo pianto inconsolabile
Chimera non si vede, Chimera non esiste
Ma io sono Chimera, sono qui, e sono triste
Testa di leone, coda di serpente
Capra nella schiena che non c'entra proprio niente
Io sono impossibile, lo so, ora sparisco
Però non lo capisco: chi è più rintronato
Il Mostro che è impensabile o tu che l'hai pensato?

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FILASTROCCA DEI MOSTRI: LA SFINGE

Per la rivista di letteratura per ragazzi "Fuorilegge", ottobre 2006

Scrive la Sfinge con magici inchiostri
L'indovinello segreto dei Mostri:
"Poveri incubi della natura
Mostri terribili, fanno paura
La mente si perde, il cuore si spacca
Ma prova a cambiare la effe con acca"
Se non indovini, io vivo e tu gridi
Se tu indovini, ridi e mi uccidi

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EPITALAMIO

Per le nozze dell'amica Manuela Fiori, giugno 2006

Io vi dichiaro moglie e marito
Io vi dichiaro mattino fiorito
Giorno con notte, ramo con foglie
Io vi dichiaro marito con moglie
Mano per mano, dono per dote
Con mani libere, non mani vuote
Perché l'amore si semini intorno
E il focolare sia fiamma di faro
Perché bisogna sposarsi ogni giorno
Sposi nel tempo io vi dichiaro
Patto di vite, nodo di rete
Io vi dichiaro ciò che già siete
Sposi compagni nella luce chiara
Questa poesia vi dichiara

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FILASTROCCA DELLE MILLE DOMANDE

Per l'evento finale del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2006


Spariti i palloncini, è già arrivata l'ora
E "quante son le fragole che crescono nel mare"
Qui sta finendo il festival e io non lo so ancora.
Ma io so che quest'isola domani è un po' più grande
Perché ci sono piccoli che fanno le domande
Perché c'è una vocina piccolina che si ostina
Che continua a domandare:
Quante fragole, vongole, spigole, tegole, nuvole, crescono in mare?

E perché la domanda sia compresa e condivisa
Questa è la traduzione in lingua sarda paradisa...

(al sonoro a questo punto si sentivano vocalizzi di neonato)


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FILASTROCCA DEL BAMBINO FUTURO

Per la giornata nazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, promossa dalla Commissione parlamentare per l'infanzia. Roma, 20 novembre 2006, Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani

Sono un bambino, sono il tuo dono
Prima non c'ero e adesso ci sono
Sono il domani, dalle tue mani
Devi difendermi con le tue mani
Sono il futuro, sono arrivato
E sono qui perché tu mi hai chiamato
Come sarà l'orizzonte che tracci
Dipende da come mi abbracci

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FILASTROCCA DELLA MERAVIGLIA

Come prefazione del libro "I Meravigliati. Tre racconti di Antonio Catalano", dicembre 2006


La meraviglia è un dono rotondo
Che va e ritorna fra gli occhi ed il mondo
Gli occhi la spargono su fiori e prati
E poi li guardano meravigliati
Gli occhi la spalmano sopra le cose
E poi le trovano meravigliose
La meraviglia sta in quello che guardi?
Oppure sta nei tuoi sguardi?
Sta nelle cose che vedi e che tocchi?
O nelle mani e negli occhi?

La meraviglia è vicino e lontano
è a metà strada fra il fiore e la mano
è nella prosa, è nella rima
è nella rosa che viene prima
è nel silenzio che viene dopo
Nelle parole che non hanno scopo
Nella dolcezza dopo aver pianto
Nel fiato preso prima di un canto
Nel passo indietro prima del salto
Nell'uomo basso che guarda in alto
Nell'uomo alto che guarda altrove
Negli orizzonti del non si sa dove
Nel crac aprendo un guscio di noce
Nel buio vivido dopo la luce
è la vigilia di tutte le cose
è la vendemmia di tutte le rose
è questo mondo quando ci assomiglia
La meraviglia

Il Magopovero ne ha in abbondanza
La dona tutta e non resta mai senza
Perché conosce un antico mistero
Semplice e vero
Quando i bambini sono noiosi
Sono annoiati
Quando gli artisti son meravigliosi
Son meravigliati

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FILASTROCCA DI SALUTO AI LADRI

Per il furto di cose e attrezzature subito dalla casa editrice Orecchio Acerbo, aprile 2007

Ladro che hai preso le mie poche cose
Piccole e povere, per me preziose
Nella mia casa tu sei venuto
E allora io ti saluto
A me servivano e ora le ho perse
A te non servono e le hai rubate
Le nostre mani son molto diverse
Le hai mai guardate?
Tu usi le mani per togliere cose
Prendere al mondo ricchezza
Io uso le mie per aggiungere rose
Mettere al mondo bellezza
Io son contento delle mie mani
Quello che trovano lanciano al vento
Quello che perdono torna domani
Tu delle tue sei contento?

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FILASTROCCA DEI QUATTRO MAGHI DEL MONDO

Per il Catalogo della Valigia Illustrata realizzata dalla Biblioteca Comunale di Casalecchio, settembre 2007

Viaggio bel viaggio, io giramondo
Giro la Terra nel giro rotondo
Parto da qui, verso una meta
Strade che girano tutto il pianeta
Parto da qui verso un punto d'arrivo
Cammino e guardo, cammino e scrivo
Scrivo le cose sul diario di viaggio
Giro la pagina e cambia il paesaggio
Nuove pianure, nuove colline
Terre lontane ora siete vicine
Terre straniere, mondo diverso
Gira la testa perché mi son perso
Giro la testa, giro lo sguardo
Prendo la carta geografica e guardo
Ecco la strada, c'è un puntolino
Ora si muove, son io che cammino
Io che mi perdo, io che mi trovo
Giro al carta e mi oriento di nuovo
Giro la curva e c'è un'altra strada
Vado per quella, dovunque vada
Strada maestra che cosa mi insegni
Strada scolara con cento compagni
Viaggiano insieme i compagni di via
Su questa strada che ci porta via
Valli con fiumi, mari con monti
Piccoli alberghi e grandi orizzonti
Fari di macchine, cieli di stelle
Giro le carte, giro le spalle
Volto le curve di bianche stradine
Fino a un cartello con su scritto FINE
Fine del viaggio, inizio del giorno
Scendo dal letto e mi guardo intorno
Forse era sogno, forse era vero
Forse ho viaggiato per il mondo intero
Forse ho girato per tutto il mio letto
Avevo un libro e forse l'ho letto
Ma quattro amici ora sono con me
Son Quattro Maghi, son Quattro Re
Che resteranno per sempre al mio fianco
Per consolarmi quando son stanco
Per consolarmi quando son triste
Coi loro nomi di cose mai viste
Coi loro nomi di mari e colline
Con le iniziali ma senza la fine
Con le partenze ma senza gli arrivi
Che si allontanano mentre li scrivi
Che si avvicinano dovunque guardi
Nomi che incantano i piedi e gli sguardi
Nomi che parlano di cose nuove
Nomi che partono e il mondo si muove
Nomi che portano in Ogni Dove:
NORD, SUD, EST, OVEST...
NORD, SUD, EST, OVEST...

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FILASTROCCA DELLA BELLA "LIBRETÀ"

Per l'evento finale del Festival Tuttestorie, Cagliari, ottobre 2007

I libri sono mappe, sono carte di mare
I libri sono navi di carta per andare
Le feste sono andate, il festival finisce
E nave dopo nave si diventa, si cresce
Diventa più difficile, però sempre più forte
I libri sono lunghi, le feste sono corte
Un uomo non è un'isola, ma la Sardegna sì
E allora questo festival vi saluta così
Vento di maestrale, vento di Levante
Porta a questa gente un'arietta trasparente
Vento di coscienza, di disobbedienza
Porta a questi bimbi sette chili di pazienza
Crescere è difficile, gliene servirà
Portagli un bel sole, ma non basterà
Portagli fortuna, chissà se durerà
Portagli un bel libro che gli porta Libretà
E questo è il mio saluto, che finisce qui
Ora viene un altro che vi dice così...

(al sonoro a questo punto si sentivano vocalizzi di neonato)


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FILASTROCCA DEI FIGLI DEL MONDO

Per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007

Tu figlio di chi sei? Son figlio di due stelle
Nel cielo ce n'è tante ma le mie son le più belle
Tu figlio di chi sei? Del sole e della luna
Non splendono mai insieme: cala l'altro e sorge una
Tu figlio di chi sei? Son figlio del villaggio
Dieci madri, venti padri, cento cuori di coraggio
Tu figlio di chi sei? Di un grande albero solo
Ma così alto e forte che da lui io spicco il volo
Tu figlio di chi sei? Di un amore, di un viale
Di un bue e di un asinello, di un dio, di un ospedale
Il nostro nome è uomini, siamo figli e figliastri
Di altri figli degli uomini, della terra e degli astri

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FILASTROCCA DELLE NUOVE NASCITE

Per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007

Si forma come un verme nel formaggio
Che in pancia della mamma mangia e dorme
Poi viene fuori e diventa scarafaggio
Con un brutto colore e strane forme
Poi si trasforma in una rana scivolosa
Con grande bocca che sbava su ogni cosa
Poi cresce ancora e diventa un maialetto
Che mangia e rutta e fa pipì e cacca nel letto
E insomma passano giorni e settimane
E cresce, ma sempre bestia un po' rimane
Finché un bel giorno, chissà perché, mi vede
Mi acchiappa un dito con la sua manina
E come un sole che sorge mi sorride
E in quel momento diventa sorellina

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FILASTROCCA DEI BAMBINI IN SALITA

Per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007

Ci son bambini burattini stanchi
Che vivono una faticosa vita
Per strada, nelle camere, fra i banchi
Sono sempre in salita
Ogni frase da dire è una montagna
Da scalare fra picchi e scogli sparsi
Ogni passo con pena si guadagna
Per loro camminare è arrampicarsi
Fatica per vedere, fatica per sentire
Pesa un quintale un foglio preso in mano
Durissimo studiare, difficile capire
Il mondo è ripido, scosceso e strano
Ma la salita fa gambe muscolose
Loro non se ne sono mai accorti
Ma i burattini dalle vite faticose
Nascosti dentro hanno bambini forti
E tutti noi che siamo un po' il contrario
E il burattino è dentro, ben nascosto
Con loro abbiamo un modo straordinario
Per fargli prender aria, anche per poco
Facciamo qualche gioco
Che ci scambi di posto

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FILASTROCCA BUONA CONTRO TUTTE LE PAURE

Per il libro-bibliografia sulla famiglia "Dipende da come mi abbracci", Libreria Tuttestorie e Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, novembre 2007

Drago vago, serpe di mago
Figlio e nipote di pesce di lago
Dura, scura, nera paura
Brutto fantasma di brutta figura
Cose che strisciano e strillano e stridono
Cose che gracchiano e graffiano e gridano
Cose che tagliano e toccano e tirano
Cose che pungono e piangono e ridono
Cose malvagie, cose selvagge
Tornate indietro nelle vostre spiagge
Cose malate, cose maligne
Tornate indietro nelle vostre vigne
Non me ne importa che paure siete
Di buio, di mostro, di morte, di male
Non me ne importa che nomi avete
Compagni, castighi, sgridate, ospedale
Questo scongiuro che ora sentite
Suona le rime che vi vincerà
Non me ne importa da dove venite
Tornate là!

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FILASTROCCA PER LUISA

Per l'amica e collega Luisa Mattia

O Luisa con la spada calma
Con la voce che spiega e che spalma
Con lo sguardo che sogna e sopporta
Con la mente che pesa e che porta
Porta il peso di cose pesanti
Che da anni si trova davanti
E lei capra ostinata le spinge
Non si vede se ride o se piange
Lei le spinge con spinta serena
Con i piedi di pane e di pena
Con le scarpe dei suoi sacrifici
Sulla via di ospedali ed uffici
Dove gira annoiata ed assorta
Dove spinge ancora una porta
Dove dice ancora una volta
Con stanchezza e con cortesia
È permesso? Son Luisa Mattia

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FILASTROTTOLA

Per una Mostra di Trottole nel Castello dei ragazzi di Carpi, febbraio 2008

Gira la Trottola
Pianeta piccolo
Intorno al sole giocattolo
La Terra bambola
Balla nell'orbita
Con la sua luna girandola
Bambini astrologhi
Sopra le nuvole
Hanno lo spago che arrotola
Ridono e girano
Nascono e tirano
La Terra cigola e vortica
E via che rotola
La nostra vita
Fila la favola
Con le sue dita
Finché la carica
Non è finita
La Filastrottola
Del girotondo
Rotola fino alla fine del mondo

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FILASTROCCA MANINE MANETTE

Per un appello sottoscritto dagli scrittori per bambini contro il disegno di legge del Ministero degli Interni che prevedeva il censimento dei bambini nei campi rom con impronte digitali, luglio 2008

Il Ministro dell'Ordine
Ed i piccoli zingari
Con le impronte degli indici
Giocano a pari o dispari
Prima del gioco dicono
Ciascuno cosa mette
– Io metto le manine
– Io metto le manette

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FILASTROCCA PER LA RAI

Per una richiesta dell'Ufficio Relazioni Esterne della RAI, agosto 2008

Conta uno, Rai Uno
Perché tu sei solo tu
Ti conosco da bambino
Conta due, Rai Due
Perché intorno a te c'è il mondo
Vi conosco tutti e due
Conta tre, Rai Tre
Perché insieme a questo mondo
Ci son gli altri intorno a te
Rai quattro, cinque, sei
Noi ci siamo e tu ci sei
Rai cinque, sei, sette
I satelliti e la rete
Rai sette, otto, nove
Storie nostre e strade nuove
Conta i giorni, conta gli anni
Conta i film ed i programmi
Conta i mesi e le stagioni
Le notizie ed i cartoni
Se li conti lo saprai
Se li conti capirai
Se ci conti troverai
Casa Rai

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BALLATA DEL TERZO GIARDINO

Per il libro-bibliografia-antologia "IL GIARDINO SEGRETO", edito da Equilibri, agosto 2008

Allora ascoltatemi, ho una storia da dire
Che parla di Giardini Segreti dietro i muri
Mettetevi qui, state tutti a sentire
Racconti veri di Rifugi Oscuri
Giardini che fioriscono, Giardini che appassiscono
Marciscono, spariscono, e altri rifioriscono
Giardini Nascosti dietro i muri del tuo mondo
Che li trovi e ci abiti e diventano il tuo mondo
Con un Giardino in fondo, nascosto dietro i muri
E non si sa la storia quanto duri
La storia coi suoi giri, la storia che ho da dire
E allora ecco, statela a sentire
Passavano in fila i miei giorni prudenti
In quel mondo tranquillo, tirati con i denti
In quel mondo rotondo monotono e lieto
Io cercavo – dillo! – un Giardino Segreto
Perché mi dicevo: fratello, guarda bene
Non è possibile che sia tutto qui
Non distrarti, guarda tutto, ti conviene
Non è possibile che il mondo sia così
Guarda bene nella strada, guarda intorno
Guarda infondo ad ogni angolo del giorno
Guarda dentro ad ogni attimo che viene
Guarda bene – mi dicevo – guarda bene!
Ed è così che è andata, alla fine, veramente
Non dico balle stupide – credetemi, gente!
A forza di guardare dappertutto – testa dura
Alla fine l'ho vista – la spaccatura
Davvero, il ragazzo guarda e guarda la trovò
Alla fine – the break in the wall!


Il mio Giardino Magico è un cielo rovesciato
Dove va per contare chi non ha mai contato
Si contano le stelle, son poche e sono molte
Perché quelle più belle si contano due volte
Ci son due equilibristi, angeli danzatori
Con l'anima son dentro ma coi corpi sono fuori
Ogni salto una stella, ogni stella due baci
Lui dice "tu sei bella", lei dice "tu mi piaci"
Danzano nella notte, intorno è tutto nero
Stelle cadenti a frotte che cadono davvero
Cadono nella rete, la rete è il loro pianto
Sfrecciano le comete e sparisce tutto quanto
Rimangono da soli, due soli senza fiato
In quel Giardino Magico di cielo rovesciato

Ahi! Maledetto Giardino Segreto!
E chi l'avrebbe detto! – Traditore!
Colava come lacrime il dannato splendore
Sono passati i giorni, sono passati i mesi
I fili degli acrobati son sempre meno tesi
Sono giorni grigi le notti senza fine
Le stelle rovesciate sono led e lampadine
E dilla tutta: non te ne sei accorto
Il bel Giardino Magico è diventato un orto
Tornano – in fila – i tuoi giorni prudenti
Nel loro modo solito, tirati con i denti
Nel tuo mondo tranquillo, monotono e lieto
L'acrobata reumatico, fanatico, lunatico
Si rimetteva in cerca – dillo!
... di un Giardino Segreto
E via che mi dicevo: fratello, guarda bene
Non può essere di nuovo tutto qui
Non disperarti, guarda ancora, ti conviene
Non è possibile che sia sempre così
Guarda ancora, nella strada, guarda intorno
Guarda infondo ad ogni angolo del giorno
Fruga bene nelle tasche di ogni ora
Guarda ancora – mi dicevo – guarda ancora!
Ed è così che è andata, di nuovo, veramente
A forza di guardare dappertutto – testa dura
L'ho vista nuovamente – la spaccatura
Davvero, credetemi, quel tizio la trovò
Di nuovo – another break in the wall!
Il mio Giardino Magico è un mare rovesciato
Dove va per nuotare chi non ha mai volato
Si contano le onde, son poche e sono molte
E quelle più profonde si contano due volte
Ci son due marinai, angeli nuotatori
Le ali sono dentro ma le pinne sono fuori
Lei angelo delfino, lui angelo balena
Lei sole che tramonta, lui bianca luna piena
Un coro di annegati con le bocche di mare
Gli canta una canzone che è impossibile cantare
Abissi della notte, intorno è tutto nero
Stelle marine a frotte scintillano davvero
Brillano solo gli occhi, di fosforo e di pianto
Si sciolgono i ginocchi e sparisce tutto quanto
Rimangono da soli, due pesci senza fiato
In quel Giardino Magico di mare rovesciato

Ahi canzoniere! Dannato bugiardo!
Poeta giardiniere, mentitore bastardo!
Anche quel Giardino di mare rovesciato
Nel giro di un'estate s'era bell'e prosciugato
Restavano mattini di sonno e di rabbia
Bacini, messaggini e conchigliette nella sabbia
Giardini Segretissimi, fatati, incantati
Gira la carta – sono supermercati
I cieli capovolti, gli oceani di coscienza
Prova a capovolgerli – c'è la scadenza
E ora cosa faccio? Dove vado da qui?
Allora veramente forse il mondo è così?
Mi giro e guardo
Giro intorno lo sguardo
Che cosa cerco ancora nel paesaggio bugiardo?
Ed eccola – già subito – profonda e scura
Nel fondo della stanza ancora un'altra spaccatura
Mi fa paura, amico, so cosa c'è là dentro
E sai cosa ti dico? – Io non ci entro
Non me ne vado, resto
Perché ho capito questo
Ci dev'essere un altro Giardino
Lo so e lo sento
In un tempo lontano e vicino
Laggiù in fondo al vento
Nel buio del cuore del mondo
In cima a un sentiero
Un Giardino Segreto davvero
Spaccatura futura e lucente
Che stavolta non spacca più niente
Ma accompagna e protegge e guarisce
Perché non finisce
E oramai non mi porta più via
Perché è casa mia
Troverò questo vero Giardino Segreto e Profondo
E avrà dentro un Passaggio Segreto
Che porta nel mondo


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FILASTROCCA SENZA FINE

Per Carmela, che ha perduto il suo bambino. Dicembre 2008

C'è un bambino che è fatto di scomparsa
Grido di scimmia e gemito di orsa
Nomi del mondo che non vogliono più dire
Chiami e non smette mai di scomparire
Allora siediti con i tuoi nomi accanto
Insieme voi comincerete un canto

E se quel canto a te non dà conforto
C'è un bambino che è fatto di sconforto
Pensiero di palude e d'acqua bassa
I giorni passano ma lui non passa
Allora siedi sulla riva dello stagno
E prendi lo sconforto per compagno

E se tu da quell'acqua non ritorni
C'è una bambina con te fatta di giorni
Come la vita lei cade e si rialza
Tu non la senti perché cammina scalza
A bocca chiusa ti fa le sue domande
Rispondi, prima che diventi grande

E se ancora chi sia non indovini
C'è un bambino che è fatto di bambini
La sua testa è una prima elementare
Le sue spalle due ragazzine chiare
Il suo petto un cortile con le voci
Le sue gambe i due maschi più veloci
I suoi occhi due neonati senza fretta
Il suo cuore è il tuo mondo, che ti aspetta

Vai con loro, coi bambini e le bambine
Loro lo sanno che il tuo pianto non ha fine

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FILASTROCCA PER ESTER GRANDESSO

Per Ester Grandesso, direttrice del Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari, che dopo aver tessuto in trent'anni di lavoro uno dei circuiti bibliotecari più vivaci d'Italia, lascia il suo telaio e va in pensione. Dicembre 2008

1.

Ester Grandesso tesse la rete
La biblioteca delle biblioteche
Semina, stimola, fa seminari
Bibliotecaria di bibliotecari
Tesse in silenzio, Ester Grandesso
Non è visibile, non sa far chiasso
Parla pochissimo, solo se deve
Il suo tappeto vien su forte e lieve

Pura passione, dura pazienza
   – Mirto, porchetto, dice il mercato
Della politica può fare senza
   – Mirto, porchetto, panecarasàto
Spargere i semi, riempire i vuoti
   – Mirto, porchetto, formaggio, sebàda
Le biblioteche non portano voti
   – Mirto, porchetto, nessuno ci bada
Portano premi dall'Oltremare
Ester Grandesso li va a ritirare
Il continente fa onori profondi
E la sua isola le taglia i fondi

Tesse la tela Ester Grandesso
   – Mirto, porchetto, girò, culurgionis
E senza i fondi la tesse lo stesso
   – Mirto, porchetto, non sente ragioni
Tesse il tappeto della cultura
Fili di libri di tutto il mondo
Che vanno dentro la terra più dura
Con una rete che arriva più in fondo
Perché altrimenti davanti allo sguardo
Se si promuove solo ciò che è sardo
Qui fra di noi sarà il sardo perfetto
Di là dal mare
   – Mirto e porchetto

2.

Ester Grandesso adesso ha finito
Non tesse più
Resta a guardare se ciò che ha tessuto
Rimane su
Saranno brave le sue biblioteche
A mantenere tessuta la rete?
Sarà il tappeto che tesse se stesso
Se non c'è Ester Grandesso?

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TIRITERA ELETTORALE SARDA

Una tiritera (in sardo "duruduru") scritta in occasione delle elezioni regionali in Sardegna, febbraio 2009

Noi siamo piccoli, noi siamo sardi
Piccoli uomini che fanno lunghi sguardi
Passano i secoli, con piccoli passi
Noi siamo piccoli però non siamo bassi
Non siamo bassi perché in cuore siamo scalzi
Non ci mettiamo né tacchi né rialzi
Noi stiamo zitti
Guardiamo il mare
Secoli fitti che si vedono arrivare


Arrivano dal mare
I soliti Baroni
Arrivano dal mare i Presidenti ed i Padroni
I sardi sono piccoli
I grandi sono fessi
I nomi son diversi ma i Baroni son gli stessi
Arriva da lontano per dirci chi votare
È un Barone
Non si riesce a moderare
I sardi sono arcaici
Con sopracciglia folte
Per farcelo capire lui ritorna nove volte
Cannoni di sorrisi
Granate di parole
Se siamo piccoli, però, perché ci vuole?
Se siamo piccoli, però, di che ha paura?

Ha paura
Del mulo pelle scura
Ha paura
Dell’asino nascosto
Del cuore di quest’isola che sta in un altro posto
Di qualche spaccatura
Che sta nascendo altrove
Di qualche mulo che si sveglia e che si muove
Di qualche cosa che lo faccia moderare
Gli sappia fare guerra
Lo metta a piede in terra
Qualcosa che è lontana, che a Roma non si sente
Però quest’isola
È un altro continente…
Noi siamo piccoli
Col pepe nelle vene
Noi siamo piccoli però guardiamo bene
Si va a votare
Da chi farci comandare
Però c’è un modo strano di rispondere ai comandi
Noi siamo piccoli
Ma abbiamo gli occhi grandi
Guardate bene, sardi
Io guardo e miro
Guardate bene, sardi
Io guardo e spero

Se si può fare
Un presidente nero
Si può fare anche un presidente vero

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Questa pagina è stata creata l'11 settembre 1999, e aggionata l'ultima volta il 1 febbraio 2009.

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