Una madre che per la sua indifferenza si può odiare a tal punto da ritrovarla nellipogeo con "una cicatrice che le cingeva il collo, come fosse una collana". Il padre di Velli, nella sua debolezza di colore, nel buio dei quadri di Rembrandt, è lo specchio di unautorità interna debole, che vorrebbe carpire lintensità della vita attraverso quei colori accesi delle tele di Van Gogh, ma sa che non può, perché sono colori che vengono da dentro. Ed è questa la verità affermativa del romanzo, la luce non si impara, la luce viene da dentro, nasce da una piccola fiamma che rischiara tutto, poco alla volta, aprendosi dei varchi tra la paura, quella che paralizza. E allora i paesaggi rifulgono del loro splendore, il mare assume tutte le tonalità del blu, il cielo è di un azzurro indescrivibile, la terra è scarlatta e colma di alberi dal fusto intrecciato, tutto risplende intorno al chiarore della propria umanità che ha sede nel grembo. E un romanzo intenso e malinconico, spietatamente vero, con un epilogo esplicitamente aperto verso un cammino che terrorizza luomo, fare luce nella propria anima. Tina Cosmai (pubblicato su "lo Spettro" del 30/06/1999)
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