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Scrivo questo testo nella prima settimana di Novembre 2001, dopo quasi tre mesi dallo spaventoso crollo delle due Torri Gemelle a Manhattan. E' stato "un giorno buio nella storia dell'umanità". L'11 Settembre: una scena apocalittica, di fiamme, fumo, distruzione, migliaia di morti e dispersi. Oriana Fallaci, sul «Corriere della Sera» del 29 Settembre, ha scritto «La Rabbia e l'Orgoglio», 4 pagine intere, 5 colonne fittissime, allucinanti (pp. 23/26). Una società di taxi si è offerta per il trasporto di salme. Abbiamo visto alti personaggi USA e semplici cittadini - bianchi, neri e rossi - in preghiera: la mano sinistra reggeva un cero, la destra si apriva sul cuore… Il terrorismo islamico ha sorpreso le polizie di mezzo mondo, ha lasciato inebetiti popoli interi… Resta l'incubo del carbonchio. Si paventano sconvolgimenti atomici… Nel mese di Ottobre, con intelligenza e responsabilità la «Civiltà Cattolica» di Roma e la rivista «America» (dei gesuiti USA), hanno allargato la ricerca sulle cause, profonde e remote, di un fenomeno che resta aberrante e diabolico: ingiustizie sociali «globalizzate», atteggiamenti razzisti di Israele nel conflitto palestinese… «America» è giunta a scrivere che ci si poteva augurare nel Presidente Bush maggiore finezza diplomatica e maggiore pazienza per giungere alla condanna di Bin Laden da parte di una corte islamica neutrale o, in alternativa, «da un tribunale criminale internazionale». Sarebbe stato più fruttuoso: «Questa guerra non sarà vinta sulle montagne dell'Afganistan, ma quando i musulmani saranno convinti che gli Stati Uniti agiscono giustamente» (cfr. Radio Vaticana, Radiogiornale, 22 ottobre 2001, p. 10). Non c'è una guerra di religioni. Ben 52 paesi islamici hanno aderito alla coalizione antiterrorismo (cfr. Civiltà Cattolica del 3 Novembre 2001, IV, 298). Ma tutto l'affare resta lungo, incerto, pericoloso. Anche la nostra Scuola Italiana potrebbe essere chiamata in causa per passate connivenze e responsabilità. Un'omissione grave ? Di fatto la Scuola Statale Italiana degli anni Ottanta, nello scorcio fine secolo XX, nulla ha fatto per offrire a tutti gli studenti, in alternativa all'opzione concordataria cattolica, un'informazione "laica" sulle religioni. Una cattedra di «scienze religiose mediterranee» - come scrivevo 16 anni fa - avrebbe avuto vari risvolti positivi, oltre il Concordato: assicurando in modo più corretto la curricolarità dell' IR concordatario, «per un'informazione a più largo respiro (presupposto intelligente alle scelte personali di fede); per un discorso costruttivo e pratico di reciproca conoscenza (presupposto necessario per la convivenza, nel dialogo e nel pluralismo, per una pace non fatta di sole parole); per una scuola aperta alla crescita delle persone» (in "Religione e Scuola", 15 Dicembre 1985, n.4, pag. 165; cfr. ivi, 15 Maggio 1985, 9, 456; 15 Giugno 1985, 10, 521). Tralascio le oscure transazioni bancarie del terrorismo internazionale. Spero che il lettore equilibrato e intelligente ammetterà che la scuola, delineata nel 1985, poteva alimentare di più una pace vera, abbassare i livelli di guardia dell'aggressività e della frustrazione, creando i presupposti per reciproca conoscenza, nel maggiore rispetto degli immigrati e delle religioni, per una globalizzazione della solidarietà (cfr, L. Prenna ed., Assicurata ma facoltativa. La religione incompiuta, AVE, Roma 1997, 260). Oggi ritorna di attualità il "ruolo" degli idr. (stato giuridico). L'Italia ciarliera, pettegola, polemica, ha perso un sacco di tempo !
Si ringrazia Padre Gualberto Giachi per la sua collaborazione a questo numero del Notiziario Flash del Consiglio Direttivo del Lazio inviandoci il presente articolo.
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