LA STORIA DEL GIORNO/DOPO LA LAUREA
A SOLI 24 ANNI GRAZIANO CHESI TORNA A SCUOLA
E il Baby-Ingegnere studia da marinaio
Il giovane di San Miniato Basso ha vissuto un altro momento importante:
l'incontro col Ministro Dini
Servizio di
David Altini
Durante la cerimonia
di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Firenze,
è stato premiato un nostro ormai illustre concittadino.
Il dottor Graziano Chesi, attualmente allievo AUC all’Accademia Navale
di Livorno, ha ricevuto, infatti, il diploma per la sua laurea, già
discussa nel luglio scor-so, quando a soli ventiquattro anni è divenuto
l’ingegnere più giovane d’Italia.
E fin a qui, almeno volendo escludere il suo curriculum, niente di
particolare, se non fosse che, sabato scorso, gli elogi sono venuti direttamente
da parte del ministro Lamberto Dini, intervenuto a presenziare la consegna
dei diplomi ai migliori neo-laureati dell’ateneo fiorentino.
Un po’ stordito dai numerosi flash delle macchine foto-grafiche e certamente
dall’incontro abbastanza inconsueto, il buon Graziano è comunque
apparso impeccabile, come sempre, anche di fronte al ministro, decisamente
più avvezzo a tanto clamore.
Quando, di nuovo tra amici e parenti, gli abbiamo chiesto cosa avesse
provato nel salire sul palco, circondato da personalità politiche
e da professori di chiara fama, lui ci ha risposto molto semplicemente:
<<E’ un po’ come quando ti presenti al primo esame, l’emozione c’è,
ma poi, una volta lì, ti passa. E, a dire il vero, non ho avuto
nemmeno il tempo per pensarci troppo, visto che è accaduto tutto
così velocemente>>.
Dal giorno della sua laurea per l’ingegner Chesi, è stato un
continuo susseguirsi di impegni. In particolare ha seguito lo sviluppo
di un innovativo algoritmo matematico per l’analisi della “regione
di asintotica stabilità”, di cui è autore assieme
al professor Alberto Tesi e ad altri ricercatori del dipartimento di sistemi
informatici. Oltre a tale lavoro, recentemente presentato al congresso
mondiale sui controlli automatici, si è interessato di reti neurali
e delle loro possibili applicazioni, tenendo alcuni seminari nelle università
di Firenze e di Siena.
Ma chi lo conosce bene, sa che una delle sue più grosse soddisfazioni
personali l’ha avuta quest’anno, coronando il sogno di partecipare alla
maratona di Firenze. Ben 42 chilometri di sofferenza e tenacia, che, aggiungiamo
noi, riassumono, in breve, la ricetta vincente di questo nostro amico fatta
di volontà, decisione ed umiltà.
All’uscita, poco prima di lasciarlo, gli abbiamo chiesto quali progetti
avesse per il futuro: <<Mah, vedremo. _ha esordito lui _ Per adesso,
vista l’ora, il mio primo obiettivo, sono un bel piatto di spaghetti!>>.
Poi, salutandoci con questa battuta, si è incamminato con parenti
ed amici verso la stazione.
E, a noi che lo conosciamo, non resta altro che aggiungere al plauso
del ministro anche le nostre, forse più umili, ma anche più
spontanee congratulazioni, certi del valore dell’uomo di scienza e, soprattutto,
della sua amicizia.
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