La
fondazione di Bordighera (12.040 ab.) risale al 1471, quando un gruppo
di famiglie della zona decise di fondare un nuovo abitato nei pressi della
costa: è l'attuale Bordighera Alta, cinta di mura aperte in corrispondenza
delle tre porte, con i caratteristici vicoli e le piazzette medioevali.
La località era comunque già frequentata nei tempi precedenti:
nel IV secolo sul sottostante capo approdò e abitò in una
grotta l'anacoreta S. Ampelio, cui si attribuisce l'introduzione della
palma (egli avrebbe portato con sè i semi dall'Egitto), fu poi sede
di un'abbazia nell'XI secolo e di una torre, abbattuta dai Genovesi durante
le lotte con Ventimiglia. La chiesetta sul
mare dedicata a S. Ampelio, il cui nucleo originario romanico risale ai
secoli XI e XII, conserva la cripta a due absidi, dove nel 428 sarebbe
morto il Santo.
Piccolo borgo di pescatori e di agricoltori,
favorito da un clima eccezionale e circondato da una vegetazione lussureggiante,
di palme e uliveti, Bordighera ebbe improvvisa fama nel 1855, dopo la pubblicazione,
avvenuta in lingua inglese ad Edimburgo, del romanzo "Il dottor Antonio"
di Giovanni Ruffini. Da allora numerose famiglie anglosassoni la scelsero
quale luogo di soggiorno invernale, e la crescita turistica e culturale
della cittadina fu per ottant'anni strettamente legata alla presenza britannica,
cessata prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Fra i personaggi che contribuirono al progresso
locale devono essere ricordati Clarence Bicknell, fondatore del Museo e
della Biblioteca Internazionale e autore di numerose pubblicazioni sulle
incisioni rupestri del Monte Bego e sulla flora spontanea della Riviera,
i nipoti Edward e Margaret Berry, continuatori della sua opera, affidata
alle magistrali pagine della guida storico-artistica "Alla porta occidentale
d'ltalia", e Frederic F. Hamilton, autore del primo libro sulla storia
locale. Oggi il Museo Bicknell è sede dell'lstituto Internazionale
di Studi Liguri, fondato e diretto fino alla scomparsa (1977) dal prof.
Nino Lamboglia, il maggiore studioso e archeologo della Liguria. L'lstituto
dirige e coordina studi, scavi e ricerche nell'antico territorio ligure
(comprendente cioè anche Catalogna, Mezzogiorno francese e Italia
nord-occidentale) ed è il piu prestigioso centro culturale della
regione ed uno dei più importanti d'ltalia.
Se la presenza britannica fu preminente a
Bordighera (gli Inglesi vi lasciarono il primo Tennis Club d'ltalia e varie
altre istituzioni), occupando con ville la zona pianeggiante ai piedi della
città alta aperta verso Ventimiglia,
non mancarono anche ospiti di diversa nazionalità. Per esempio,
tra i francesi, I'architetto dell'Opéra di Parigi, Charles Garnier,
che a Bordighera trascorse con la famiglia diversi anni, e vi lasciò
alcuni edifici (ville e la Chiesa di Terrasanta), il biologo Luigi Pasteur
e il maestro dell'lmpressionismo, Claude Monet.
In tempi piu recenti, vi soogiornò e morì (1927) la regina
Margherita.
Anche oggi Bordighera accoglie un importante
flusso turistico (registra il maggior numero di presenze di tutta la Liguria),
forse perché, come ebbe a scrivere Vittorio G. Rossi, "...è
una città che resta nel cuore di chi I'ha vista. C'è come
un'aria di antica nobiltà in essa. Bordighera ha saputo essere moderna
senza diventare vile". Infatti, la presenza dell'lstituto Internazionale
di Studi Liguri la qualifica luogo di studio e di raccoglimento, come un
tempo; il verde è presente quasi dappertutto, e l'interesse verso
la protezione della natura è testimoniato dalla recente ordinanza
municipale che vieta la caccia nel territorio del comune: esempi semplici
da imitare, che purtroppo altre città liguri ignorano. La stagione
balneare estiva offre numerosi motivi di attrazione mondana, fra cui il
Salone Internazionale dell'Umorismo. Nelle vicinanze della chiesetta di
S. Ampelio sorge inoltre un grazioso porticciolo turistico Nei dintorni
di Bordighera, il Vallone del torrente Sasso offre la visione quasi irreale
di un bosco di palme da dattero. A questa pianta è legata la produzione
delle foglie non portate a maturazione (perché strettamente legate
fra loro), acconciate nei cosiddetti "palmurellia". La città conserva
il privilegio di fornire al Vaticano le foglie di palma per la Pasqua,
in seguito al contributo dato dal marinaio Bresca, nativo del luogo, durante
l'innalzamento dell'obelisco in piazza S. Pietro ordinato da papa Sisto
V.
L'entroterra
presenta numerosi borghi medioevali costruiti sulla sommità delle
colline (gli Inglesi li chiamavano efficacemente "rocks villages"): Sasso,
Seborga, Vallebona, Vallecrosia, S. Biagio, Soldano, Perinaldo ricchi di
spontaneità e di colore locale, con qualche edificio antico interessante.
Seborga (260 ab.) vanta un periodo in cui fu retta in "principato" dai
monaci di Lerino, con diritto di battere moneta, finché nel 1729
fu venduta ai Savoia.
Vallebona (780 ab.) possiede la parrocchiale
quattrocentesca con bel campanile del XIII sec. e conserva la porta principale
di accesso al borgo. Perinaldo (1.000 ab.), in bella posizione panoramica
sulla dorsale di un colle aperto verso le Alpi Marittime da un lato e il
mare dall'altro, diede i natali agli astronomi Gian Domenico Cassini (1625)e
Maraldi e al cartografo Borgogno. La moderna Vallecrosia (8000 ab.), sviluppatasi
sul mare, è un esempio della recente espansione edilizia del litorale.
Lungo la costa, Ospedalatti (3.340 ab.)è
importante stazione climatica e di villeggiatura, e prende nome da un ospedale
fondato nel sec. XIV dai Cavalieri di Rodi. E abbellita da una vegetazione
rigogliosa e gode del clima più mite della Riviera.
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