La visione tridimensionale
Ciò che ci permette di vedere il mondo in tre dimensioni è, in poche parole, il fatto di avere due occhi e non uno solo. Infatti, il fatto di avere due occhi distanti circa 5 centimetri tra loro, fa sì che , quando osserviamo una scena, ognuno di essi la veda leggermente diversa dall'altro; provate, ad esempio, a guardare un dado da gioco; adesso, senza muovervi, copritevi l'occhio destro, e memorizzate l'immagine che vedete; poi scopritelo, sempre senza muovere la testa, e coprite il sinistro: vedrete che le immagini, nei due casi, saranno leggermente diverse: con l'occhio destro riuscirete a scorgere più particolari della parte destra del dado, con l'occhio sinistro più particolari della faccia a sinistra; in particolare, solo con un occhio riuscirete a scorgere una faccia laterale, oltre a quella rivolta verso di voi.
Ebbene, il nostro cervello, fondendo insieme le due immagini lievemente diverse,
riesce a darci l'impressione della terza dimensione, permettendoci di valutare
distanza e dimensioni degli oggetti più vicini a noi. La nostra percezione
stereoscopica, infatti, va diminuendo man mano che gli oggetti si fanno più
lontani, perché, come potete verificare di persona con un esperimento
simile a quello sopra, più un oggetto è lontano, meno
sono differenti le immagini di esso percepite dai due occhi. Tuttavia, con
i metodi descritti in queste pagine, sarete in grado di vedere in 3D anche
montagne lontanissime, semplicemente scattando le due foto a
distanza di qualche metro anziché di pochi
centimetri!
Ma torniamo a noi: quando guardiamo una comune foto, entrambi i nostri occhi vedono la stessa immagine del nostro soggetto, per cui la foto ci appare asolutamente piatta; se però riuscissimo a far vedere una foto diversa dello stesso soggetto ad ogni occhio, riusciremmo a ricreare l'effetto tridimensionale. La tecnica della fotografia tridimensionale sta tutta qui; o meglio, qualunque tecnica di visione tridimensionale (stereogrammi, ologrammi e quant'altro) si basa su questo prinicipio: ad ogni occhio la sua immagine.