La terza
dimensione
(Clicca qui per la Guida alla costruzione dello stereovisore a specchi)
Quante volte, tornando dalle vacanze e facendo sviluppare le vostre foto, vi sarà capitato di esclamare, guardando una foto: "Sì, però la foto non rende l'idea..." ? A me è capitato diverse volte, ed all'inizio non capivo perché certi soggetti, così belli dal vero, perdessero tanto se visti in fotografia; poi, però, ho capito; era il classico uovo di Colombo: quello che mancava, nelle foto, era la terza dimensione! Banale, forse, ma non troppo. Provate a ripensare a quella volta che vi trovavate all'ombra di quel bel boschetto in un giorno di primavera, coi raggi di sole che filtravano tra le foglie... un ottimo soggetto per una fotografia, ma poi, tornati a casa, ecco che tutta la "magia" è scomparsa dalla foto! E quell'altra volta, sugli scogli in riva al mare limpidissimo, col sole che creava bellissimi giochi di luce tra le rocce: tutto apparentemente scomparso, nelle foto.
Ma per tutto questo "scempio" esiste un rimedio, e neanche troppo complicato; o meglio, esiste un rimedio con tre o quattro livelli di complessità, a seconda di quanto tempo ci volete perdere.
Tutti quanti, comunque, hanno in comune il passo iniziale:
nel fotografare il vostro soggetto, non fate una sola foto, ma due; mentre
fate la prima, memorizzate ciò che si trova esattamente al centro
dell'obiettivo. Dopo aver scattato, spostatevi poi verso destra di
non più di 10 centimetri, mettete
al centro dell'obiettivo quello che c'era prima (senza spostarvi, ma solo
orientando la macchina), e scattate la seconda foto.
E' fatta! Adesso avete una magnifica foto tridimensionale del vostro soggetto!
Non richiede neanche uno sviluppo particolare: portate la pellicola dal
fotografo, e vi ritrovate con la vostra foto 3D bell'e pronta! Resta solo
da scegliere, adesso, il modo in cui guardarla.
Se vi interessa capire qual è il principio che vi permette di fare & vedere foto tridimensionali, potete approfondire l'argomento. Altrimenti, potete limitarvi a seguire le istruzioni che seguono.
Dicevamo che ci sono diversi livelli di complessità:
1) Prendete le due foto e sovrapponetele, facendo in modo che di quella nascosta
si veda una parte non più larga di 5 centimetri; a questo punto, prendete
le foto e mettetele davanti a voi, tenendole in mano a braccia distese; cercate
poi di "distorcere lo sguardo", facendo finta di voler vedere quello che
c'è dietro le foto, come se il vostro sguardo dovesse trapassarle;
dopo qualche tentativo (per certe persone risulta più difficile che
per altre, per alcune è addirittura impossibile) vedrete magicamente
apparire la terza dimensione! Vi sembrerà cioè che in quei
5 centimetri non ci sia una foto, ma una specie di finestra, con degli oggetti
al di là! Una volta che ci sarete riusciti, potrete provare ad allontanare
lentamente tra loro le foto, in modo da portare i 5 centimetri a 6 o 7;
difficilmente riuscirete a conservare la visione tridimensionale oltre questa
distanza, purtroppo, e qui si vede il difetto più grosso di questo
primo semplice metodo.
2) Il secondo metodo richiede un po' più di impegno, e forse anche
una piccola spesa, se non avete la fortuna di avere già il materiale
in casa: vi occorreranno infatti due lenti di ingrandimento, rigorosamente
uguali; vanno bene anche se larghe appena 4 o 5 centimetri, ma se sono
più grandi potrete vedere una parte più larga della vostra
foto (in altezza non ci sono problemi). Meglio ancora sarebbe far stampare
le due foto in un altro formato: invece che 10x15, l'ideale sarebbe 3x5 o
"dintorni": l'importante è che la larghezza non superi i 5 o 6 centimetri
(che poi non è altro che la distanza tra i vostri occhi).
Appoggiate dunque le vostre foto sul tavolo, affiancate; prendete poi le
due lenti, una per ogni mano, e mettetele davanti agli occhi: vedrete tutto
terribilmente sfocato, ma non preoccupatevi: era proprio il nostro scopo!
Adesso, con le lenti davanti agli occhi, avvicinate il viso alle vostre foto,
finché non le vedrete a fuoco. A questo punto, se le foto sono alla
distanza giusta (adiacenti se larghe meno di 5 centimetri, sovrapposte se
più larghe), dovreste veder apparire la terza dimensione! Se non ci
riuscite dopo qualche secondo, leggete il paragrafo dei
problemi.
3) Una volta che vi sarete resi conto che il metodo 2 funziona, potreste
decidere di rendere più facile a voi e ad altri la visione delle vostre
foto 3D; potete allora provare a costruire uno stereovisore, ossia
un apparecchio che faccia le veci delle vostre mani e del vostro tavolo nel
sorreggere foto e lenti: si tratta di costruire un apparecchio che permetta
di appoggiare le foto in posizione verticale, fissandole nella parte inferiore,
e di fissare le lenti su un supporto mobile, che permetta di variare la loro
distanza dai 7 ai 12 centimetri dalle foto, per adattare la messa a fuoco
per persone diverse; tra di loro, le lenti dovranno essere sempre distanti
5 centimetri.
4) L'ultimo metodo è il più complicato, ma anche il migliore:
permette infatti di vedere in tre dimensioni normali foto 10x15, senza bisogno
di lenti o di ristampe; richiede però un certo lavoro preliminare,
che però dovrete fare una sola volta per tutte.
Si tratta di costruire uno stereovisore utilizzando, anziché
delle lenti, degli specchi, che permettano di guardare una solo foto con
ogni occhio; disponendo in modo opportuno quattro specchi, infatti, è
possibile ricreare due immagini virtuali delle foto, che il nostro cervello
sarà in grado di rielaborare senza fatica per darci l'impressione
di osservare un paesaggio tridimensionale. Purtroppo il progetto non è
facile da descrivere solo a parole: dovrete cercare di interpretare l'immagine
che segue, magari stampandola, o riportandola a mano su carta, per poterla
poi utilizzare per realizzare il vostro stereovisore.
Questo schema rappresenta lo stereovisore visto dsll'alto. Le 4 linee nere
sono quattro specchi piani; quelli in basso hanno la superficie riflettente
verso l'alto, i due in alto hanno la superficie riflettente verso il basso;
le righe orizzontali rosse sono le due fotografie; la linea rossa più
sottile, in alto, è un' "immagine virtuale", nel senso che in quella
posizione, in effetti, non c'è niente, ma questo apparecchio farà
credere ai vostri occhi che lì si trovino, contemporaneamente,
le due fotografie, una vista da un occhio e una vista dall'altro;
Le righe blu sono i "raggi visuali", che si dipartono dagli occhi, ed arrivano
fino alle foto rimbalzando sugli specchi, secondo la nota regola per cui
l'angolo con cui viene riflesso un raggio è lo stesso con cui esso
incide sullo specchio. Le linee blu tratteggiate sono "raggi visuali virtuali":
in realtà, la vostra vista non riesce ad arrivare in questi punti,
ma, come dicevo prima, è come se lo facesse, grazie a questo apparecchio.
Da notare che gli specchi inferiori possono essere poco più stretti di 15 centimetri (la larghezza standard di una foto), mentre quelli superiori possono esserlo di molto, perché in effetti la parte di essi nascosta dalle foto non è utilizzata. In altezza, invece, devono essere tutti di 15 centimetri o più, per permettere di fare foto 3D anche tenendo la macchina fotografica in verticale.
La difficoltà più grossa nel costruire questo apparecchio è la necessità di fissare gli specchi in modo che le due coppie siano esattamente parallele, sia sul piano verticale che su quello orizzontale, altrimenti sarà molto più complicato mettere le foto nella posizione giusta per riuscire a vedere la terza dimensione; se invece sono esattamente paralleli, vi basterà mettere le foto come in figura (la parte visibile delle foto è quella rivolta verso il basso), e fare qualche aggiustamento se le foto non sono molto precise, per riuscire a raggiungere lo scopo.
Guida alla costruzione dello
stereovisore.
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