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Questo articolo è stato pubblicato nel marzo del 1982 sul n. 3 della rivista "Acquario - Natura in Casa" dell'Editoriale Olimpia Spa. Credo possa essere ancora interessante per chi si avvicina per la prima volta al mondo della vivaristica. Gli altri lo considerino un "pezzo" da museo.
Rettili  

Il terrario così concepito e realizzato
consentirà di allevare, al massimo,
quattro lucertole. Possibilmente 1 maschio
e 2-3 femmine


Alleviamo le lucertole di S. Dolce e G. Dramis


Con questa serie di articoli ci auguriamo di offrire a tutti gli appassionati di vivaristica, neofiti e non, dei chiari punti di riferimento per la realizzazione dei loro terrari. Ci soffermeremo soprattutto sui problemi di carattere tecnico senza, però, mai perdere di vista il loro rapporto, e quindi la loro giustificazione d'essere, con le necessità biologiche degli animali allevati nel vivario di volta in volta illustrato. Quello con il quale inizieremo il nostro "discorso" è un ternario tra i più semplici da allestire e gestire ed è destinato, nella fattispecie, ad ospitare dei Sauri europei di piccola taglia e di facilissima reperibilità. Come per l'acquario, anche per il vivario l'obiettivo fondamentale da raggiungere è quello di ricreare artificialmente quelle condizioni ambientali, e più specificatamente di temperatura, umidità ed illuminazione, peculiari della specie che intendiamo allevare. Il tutto nel contesto di una fedele riproduzione dell'habitat ed in ottime condizioni di areazione. Il ternario con il quale cercheremo di familiarizzare ha le seguenti dimensioni: 50 x 25 x 30/35h.cm.
Appena possibile, queste dimensioni andranno aumentate tenendo presente che, in vivaristica, a parità d'altezza le misure che più contano sono quelle relative alla lunghezza ed alla profondità.

Qui sopra un disegno del terrario di cui si parla nell'articolo,
allestito per lucertole di piccola taglia (S. Dolce)

Dalle illustrazioni si può notare che le pareti laterali del ternario sono provviste di grate realizzate in rete a maglie strette preferibilmente del tipo elettrosaldato o, ancora meglio, stampato. Tali grate hanno la funzione di garantire al ternario un continuo ricambio d'aria necessario non tanto per la respirazione degli animali ospitati quanto per impedire il ristagno e/o la formazione di sacche d'aria. L'insorgere di questi fenomeni provoca una stratificazione di gas pesanti sul fondo con conseguenze a dir poco deleterie. Tipico esempio quello del biossido di carbonio (meglio nono come anidride carbonica) prodotto dai processi respiratori sia degli animali che delle piante e/o da fenomeni putrefattivi: in assenza di areazione, questo gas che è più pesante dell'aria si accumula sul fondo facendo diminuire proporzionalmente la percentuale di ossigeno presente nell'aria del terrario. La posizione delle grate di areazione segue delle regole ben precise dettate dalla fisica dei gas. Quella illustrata è una delle combinazioni più efficaci per questo tipo di terrario. Illuminazione, riscaldamento ed umidità sono fattori che, nel vivario, sono strettamente connessi l'uno all'altro per cui li tratteremo insieme.

Lo schema dei movimenti d'aria che si generano all'interno
del terrario in seguito all'installazione del cavetto riscaldante
- posto sotto il materiale di fondo - e dello spot

L'illuminazione "tipo" è data da una combinazione di una o più lampade fluorescenti del tipo a luce bianca o "solare" e da una lampada ad incandescenza tipo Spot. Quest'ultimo tipo di lampada funge sia da tonte di radiazioni luminose che quale fonte di calore. lì suo caratteristico, ristretto, angolo di irradiazione fa si che il calore prodotto venga concentrato in un solo punto del substrato provocando: 1) un generale riscalda-mento della massa d'aria, 2) il riscaldamento "concentrato" di una determinata zona del substrato, 3) la formazione di gradienti termici. Le lucertole, essendo animali eterotermi, hanno bisogno, per vivere, di poter scegliere la temperatura più consona ai loro diversi "momenti" fisiologici (alimentazione, digestione, riposo, riproduzione ecc.). Da qui la necessità di creare nel vivario delle zone con diverse temperature - gradienti termici - anche molto differenti tra loro. La superficie di un muretto insolato, nelle ore centrali del giorno, può raggiungere i 35-36°C. Le cavità interne del medesimo muretto avranno invece una temperatura anche di soli 18-20°C o meno ed un'atmosfera molto più umida. Per ottenere questa "varietà" di temperature sistemeremo, innanzitutto, sul fondo del vivario un cavetto riscaldante e lo ricopriremo con il materiale scelto per la realizzazione del substrato. Il cavetto servirà a riscaldare uniformemente il substrato e l'aria, mantenendo la temperatura di entrambi intorno ai 20-22°C. Lo Spot opportunamente indirizzato, ad esempio su alcune pietre piatte, ci permetterà di raggiungere la temperatura massima di 36-38°C. Ovviamente le radizioni calorifiche prodotte dallo spot investiranno con diversa intensità anche il substrato ed eventuali altre decorazioni creando tutta una serie di temperature tra loro differenti. Ecco quindi che, nella zona illuminata da questo particolare tipo di lampada, e che approssimativamente sarà circa la metà del nostro terrario, avremo temperature comprese tra i 38°C delle pietre ed i 25-27°C del substrato. Nella rimanente parte del terrario si rileveranno temperature comprese tra i 25-27°C ed i 20-220C. La temperatura dell'aria seguirà, grosso modo, l'andamento di quelle appena esaminate. Per quanto concerne la regolazione delle fonti di calore consigliamo di collegare il cavetto riscaldante ad un termostato mentre per lo Spot si ricorrerà ad un comune variatore di luce con comando a potenziometro. Una volta indirizzato il fascio luminoso si regolerà il variatore di luce fino all'ottenimento della temperatura desiderata che verificheremo con un termometro di precisione. Possibilmente lo Spot andrebbe collegato ad un interruttore orario (Timer) che ne comandi l'accensione e lo spegnimento in corrispondenza a quelle che, in natura, sono le ore di massima insolazione (Ore 10-11 accensione; Ore 15-16 spegnimento). A partire dal pomeriggio la temperatura inizierà a scendere gradualmente per stabilizzarsi, durante la notte, intorno ai 1 9-20°C.

Isola d'Elba - Scoglio della Triglia: un esemplare
di lucertola dei muri a dorso verde
(Podarcis muralis colosii) mentre mangia degli avanzi di frutta lasciati dai turisti. Prima della frutta, giustamente, non aveva disdegnato nemmeno dei pezzetti di grasso
della carne in scatola





Il prossimo mese

Allevare i tritoni

Un terrario per rettili velenosi

Nuovi tipi di terrari per un più razionale allevamento dei rettili


Last update November 1, 2000
 
Qui sopra un disegno del terrario
di cui si parla nell'articolo,
allestito per lucertole di piccola taglia

I valori della temperatura che fin qui vi abbiamo fornito si riferiscono ad una situazione ambientale esterna media. La temperatura notturna, in estate, nel terrario sarà nettamente superiore e l'intensità dello Spot andrà notevolmente ridotta per ottenere i 38°C. D'inverno la situazione si capovolgerà. Noi vi abbiamo indicato dei valori massimi e minimi ai quali fare riferimento lasciando poi a voi il compito di adottare, a seconda dei casi, gli accorgimenti tecnici più consoni per il loro raggiungimento. Affrontato abbondantemente il problema temperatura parleremo ora di umidità. Nell'ambito di un vivario bisogna riprodurre tre diversi microclimi che definiremo sinteticamente caldo/secco - freddo/umido - caldo/umido. A seconda delle specie alle quali intendiamo dedicare le nostre cure, ognuno di questi microclimi occuperà una percentuale differente dell'ambiente vivano. Per le nostre lucertole va benissimo un rapporto di questo tipo: 60% caldo/secco; 30% freddo/umido; 10% caldo/umido. Per ottenere l'ambiente a microclima caldo/secco non vi sono problemi, bastano delle fonti di calore e l'assenza di acqua che, evaporando, aumenti il tasso d'umidità dell'aria. Per il freddo/umido il discorso è opposto, una bacinella d'acqua sarà la fonte d'umidità e contemporaneamente servirà a dissetare i nostri piccoli ospiti. L'assenza della fonte di calore non sempre è sufficiente, invece, a garantire la caratteristica "freddo". Osserviamo nuovamente le figure: una delle due grate di areazione si trova poco più in alto del livello del substrato. L'aria calda tende a salire e salendo provoca un richiamo d'aria fredda dall'esterno, attraverso la grata d'areazione (Fig. 2). In questa parte del terrario, quindi, di umidità non ve ne potrà mai essere a sufficienza dato il continuo ricambio d'aria. Ciò fa sì che involontariamente si sia già individuata la localizzazione dei tre microclimi nel terrario. Caldo/secco quello vicino alla grata di areazione bassa; in questo settore verrà puntato lo Spot. Freddo/umido l'angolo posteriore sinistro del terrario nel quale ci asterremo dal far passare il cavetto riscaldante. Caldo/umido un 10% di superficie compresa tra le altre due. Nel settore freddo/umido oltre alla bacinella d'acqua, di cui abbiamo già parlato ed il cui livello d'acqua va controllato giornalmente per eventuali rabbocchi, utilizzeremo per la decorazione anche delle cortecce possibilmente ricoperte di muschio. Questo accorgimento, soprattutto se ci prenderemo la briga di bagnano periodicamente con l'ausilio di un nebulizzatore e con acqua riposata, sarà estremamente gradito dalle lucertole. Un'altra bacinella, opportunamente mimetizzata tra le pietre ed il materiale di fondo, servirà per la somministrazione del cibo. In natura le lucertole catturano prevalentemente prede vive, in particolare insetti, ragni, gasteropodi terrestri e piccoli vermi. Si è potuto constatare che nella loro dieta rientrano pure bacche ed altri frutti. Una dieta, quindi, molto varia e di conseguenza difficile da riprodurre in cattività. Normalmente si usa nutrire questi rettili con larve, pupe e/o adulti di tarma della farina (Tenebrio molitor), che ha il vantaggio di essere facilmente reperibile in commercio e facilmente allevabile. Questo cibo sarà inizialmente molto gradito, ma l'interesse delle lucertole verso di esso scomparirà completamente in breve tempo. Non dimenticando che la tarma della farina, da un punto di vista alimentare, presenta grossi inconvenienti che non riteniamo sia il caso di approfondire in questa sede, dovremo per forza di cose indirizzare le nostre scelte in altre direzioni. Per rimanere nel campo del "facilmente reperibile" vi consigliamo di predisporre una dieta composta da bigattini o cagnotti (larve della mosca carnaria) o lombrichi (quello più comunemente allevato è denominato "rosso della California" e tra i tanti pregi ha anche quello di essere resistentissimo al calore); tempo, voglia e spazio permettendo, sono consigliabili anche i comunissimi moscerini dell'aceto (Drosophila melanogaster). Dato però il non indifferente impegno richiesto per il loro allevamento vi consigliamo una delle tante varietà ottenute sperimentalmente nei laboratori di genetica: si tratta di una Drosophila ad ali atrofiche, dette anche "vestigiali". Questo moscerino, data la totale atrofia delle ali, non è in grado di volare e può quindi essere facilmente catturato non solo dalle lucertole ma anche da animali di taglia inferiore e di minore agilità. Ceppi di questa Drosophila sono reperibili presso alcuni centri spealizzati in terraristica, ai quali potrete anche richiedere tutto il necessario per il loro allevamento. Aggiungendo a questa dieta dei piccoli pezzi di frutta matura e zuccherina saremo in grado di allevare le nostre lucertole nel migliore dei modi e per lungo tempo, anche per sei anni, età che, nell'ambiente naturale, questi Sauri difficilmente raggiungerebbero a causa dei predatori e della selezione naturale.
Il terrario così concepito e realizzato consentirà di allevare, al massimo, quattro esemplari di lucertola. Dato che in natura il rapporto tra i sessi è di circa 1 maschio per ogni 5-6 femmine, ospitando nel nostro piccolo habitat artificiale 1 maschio e 2-3 femmine, senza troppe difficoltà e con un pizzico di fortuna, questi, nei mesi estivi, ci potranno riservare la sorpresa di un "lieto evento".
Le specie più facilmente reperibili in Italia sono la Lucertola dei muri (Podarcis muralis) e la Lucertola campestre (Podarcis sicula).
La Lucertola dei muri vive in habitat di tipo roccioso come pietraie, muriccioli, rovine di vecchie abitazioni ed è, pure, molto frequente nei giardini, nei parchi e nelle zone coltivate. Gli esemplari si presentano normalmente con il dorso bruono o bruno-olivastro. Le popolazioni che vivono sulla costa ligure orientale, sulle coste della Toscana e su quelle del Lazio hanno invece una livrea a dorso verde percorso da un reticolo di macchie scure. Gli adulti di questa specie possono superare, appena, i 20 cm. di lunghezza.
La Lucertola campestre ha la colorazione del dorso fondamentalmente verde, ma talvolta, anche nell'ambito della stessa popolazione si possono trovare esemplari bruni, grigi, blu o addirittura neri. Frequenta soprattutto i campi, i prati ed i muretti dove spesso coabita con la Lucertola dei muri.
Qualora decidessimo di procurarci da soli le lucertole, avremo bisogno di conoscere alcune nozioni fondamentali circa le loro abitudini ed il loro modo di vita. Tutta la loro esistenza è condizionata dal susseguirsi dei mutamenti stagionali e da alcuni fattori climatici dell'ambiente. Per esempio sarebbe del tutto inutile andare alla ricerca dei lacertidi nei mesi che vanno da ottobre-novembre fino a febbraio-marzo. Questo periodo corrisponde, con qualche variazione a seconda della latitudine e della quota, al periodo di latenza invernale degli animali. Sarà quindi necessario attendere la primavera ed approfittare di qualche bella giornata di sole con calma di vento per tentare la "battuta". A questo punto non rimarrà altro da fare che armarsi di santa pazienza e di una canna da pesca. All'apice di quest'ultima (il così detto cimino) legheremo un cappio di nylon o, ancor meglio del robusto filo bianco che, muovendoci lentamente e senza far rumore, cercheremo di far passare attorno al collo dell'esemplare predestinato. Appena riuscitici alzeremo di scatto la canna, il cappio si stringerà e la lucertola sarà stata "pescata". Per il trasporto ci muniremo di sacchetti di tela o di contenitori in plastica con coperchio forato. In definitiva niente di trascendentale, soprattutto se si considerano le soddisfazioni che questi piccoli rettili ci possono offrire.
 
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