Rettili |
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Il terrario così concepito e realizzato
consentirà di allevare, al massimo,
quattro lucertole. Possibilmente 1 maschio
e 2-3 femmine
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Alleviamo le lucertole di
S. Dolce e G. Dramis
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Con questa serie di articoli ci auguriamo
di offrire a tutti gli appassionati di vivaristica, neofiti e non,
dei chiari punti di riferimento per la realizzazione dei loro terrari.
Ci soffermeremo soprattutto sui problemi di carattere tecnico senza,
però, mai perdere di vista il loro rapporto, e quindi la loro giustificazione
d'essere, con le necessità biologiche degli animali allevati nel
vivario di volta in volta illustrato. Quello con il quale inizieremo
il nostro "discorso" è un ternario tra i più semplici da allestire
e gestire ed è destinato, nella fattispecie, ad ospitare dei Sauri
europei di piccola taglia e di facilissima reperibilità. Come per
l'acquario, anche per il vivario l'obiettivo fondamentale da raggiungere
è quello di ricreare artificialmente quelle condizioni ambientali,
e più specificatamente di temperatura, umidità ed illuminazione,
peculiari della specie che intendiamo allevare. Il tutto nel contesto
di una fedele riproduzione dell'habitat ed in ottime condizioni
di areazione. Il ternario con il quale cercheremo di familiarizzare
ha le seguenti dimensioni: 50 x 25 x 30/35h.cm.
Appena possibile, queste dimensioni andranno
aumentate tenendo presente che, in vivaristica, a parità d'altezza
le misure che più contano sono quelle relative alla lunghezza ed
alla profondità.
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Qui sopra un disegno del terrario di cui si parla nell'articolo,
allestito per lucertole di piccola taglia (S. Dolce) |
Dalle illustrazioni si può notare che le pareti laterali
del ternario sono provviste di grate realizzate in rete a maglie strette
preferibilmente del tipo elettrosaldato o, ancora meglio, stampato.
Tali grate hanno la funzione di garantire al ternario un continuo
ricambio d'aria necessario non tanto per la respirazione degli animali
ospitati quanto per impedire il ristagno e/o la formazione di sacche
d'aria. L'insorgere di questi fenomeni provoca una stratificazione
di gas pesanti sul fondo con conseguenze a dir poco deleterie. Tipico
esempio quello del biossido di carbonio (meglio nono come anidride
carbonica) prodotto dai processi respiratori sia degli animali che
delle piante e/o da fenomeni putrefattivi: in assenza di areazione,
questo gas che è più pesante dell'aria si accumula sul fondo facendo
diminuire proporzionalmente la percentuale di ossigeno presente nell'aria
del terrario. La posizione delle grate di areazione segue delle regole
ben precise dettate dalla fisica dei gas. Quella illustrata è una
delle combinazioni più efficaci per questo tipo di terrario. Illuminazione,
riscaldamento ed umidità sono fattori che, nel vivario, sono strettamente
connessi l'uno all'altro per cui li tratteremo insieme.
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Lo schema dei movimenti d'aria che si generano all'interno
del terrario in seguito all'installazione del cavetto riscaldante
- posto sotto il materiale di fondo - e dello spot |
L'illuminazione "tipo" è data da una combinazione
di una o più lampade fluorescenti del tipo a luce bianca o "solare"
e da una lampada ad incandescenza tipo Spot. Quest'ultimo tipo di
lampada funge sia da tonte di radiazioni luminose che quale fonte
di calore. lì suo caratteristico, ristretto, angolo di irradiazione
fa si che il calore prodotto venga concentrato in un solo punto del
substrato provocando: 1) un generale riscalda-mento della massa d'aria,
2) il riscaldamento "concentrato" di una determinata zona del substrato,
3) la formazione di gradienti termici. Le lucertole, essendo animali
eterotermi, hanno bisogno, per vivere, di poter scegliere la temperatura
più consona ai loro diversi "momenti" fisiologici (alimentazione,
digestione, riposo, riproduzione ecc.). Da qui la necessità di creare
nel vivario delle zone con diverse temperature - gradienti termici
- anche molto differenti tra loro. La superficie di un muretto insolato,
nelle ore centrali del giorno, può raggiungere i 35-36°C. Le cavità
interne del medesimo muretto avranno invece una temperatura anche
di soli 18-20°C o meno ed un'atmosfera molto più umida. Per ottenere
questa "varietà" di temperature sistemeremo, innanzitutto, sul fondo
del vivario un cavetto riscaldante e lo ricopriremo con il materiale
scelto per la realizzazione del substrato. Il cavetto servirà a riscaldare
uniformemente il substrato e l'aria, mantenendo la temperatura di
entrambi intorno ai 20-22°C. Lo Spot opportunamente indirizzato, ad
esempio su alcune pietre piatte, ci permetterà di raggiungere la temperatura
massima di 36-38°C. Ovviamente le radizioni calorifiche prodotte dallo
spot investiranno con diversa intensità anche il substrato ed eventuali
altre decorazioni creando tutta una serie di temperature tra loro
differenti. Ecco quindi che, nella zona illuminata da questo particolare
tipo di lampada, e che approssimativamente sarà circa la metà del
nostro terrario, avremo temperature comprese tra i 38°C delle pietre
ed i 25-27°C del substrato. Nella rimanente parte del terrario si
rileveranno temperature comprese tra i 25-27°C ed i 20-220C. La temperatura
dell'aria seguirà, grosso modo, l'andamento di quelle appena esaminate.
Per quanto concerne la regolazione delle fonti di calore consigliamo
di collegare il cavetto riscaldante ad un termostato mentre per lo
Spot si ricorrerà ad un comune variatore di luce con comando a potenziometro.
Una volta indirizzato il fascio luminoso si regolerà il variatore
di luce fino all'ottenimento della temperatura desiderata che verificheremo
con un termometro di precisione. Possibilmente lo Spot andrebbe collegato
ad un interruttore orario (Timer) che ne comandi l'accensione e lo
spegnimento in corrispondenza a quelle che, in natura, sono le ore
di massima insolazione (Ore 10-11 accensione; Ore 15-16 spegnimento).
A partire dal pomeriggio la temperatura inizierà a scendere gradualmente
per stabilizzarsi, durante la notte, intorno ai 1 9-20°C. |
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Isola d'Elba - Scoglio della Triglia: un esemplare
di lucertola dei muri a dorso verde
(Podarcis muralis colosii) mentre mangia degli avanzi di frutta
lasciati dai turisti. Prima della frutta, giustamente, non aveva
disdegnato nemmeno dei pezzetti di grasso
della carne in scatola
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Il prossimo mese
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Allevare i tritoni
Un terrario per rettili velenosi
Nuovi tipi di terrari per un più razionale allevamento
dei rettili |
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Last
update November 1, 2000 |
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Qui sopra un disegno del terrario
di cui si parla nell'articolo,
allestito per lucertole di piccola taglia |
I valori della temperatura che fin qui vi abbiamo
fornito si riferiscono ad una situazione ambientale esterna media.
La temperatura notturna, in estate, nel terrario sarà nettamente superiore
e l'intensità dello Spot andrà notevolmente ridotta per ottenere i
38°C. D'inverno la situazione si capovolgerà. Noi vi abbiamo indicato
dei valori massimi e minimi ai quali fare riferimento lasciando poi
a voi il compito di adottare, a seconda dei casi, gli accorgimenti
tecnici più consoni per il loro raggiungimento. Affrontato abbondantemente
il problema temperatura parleremo ora di umidità. Nell'ambito di un
vivario bisogna riprodurre tre diversi microclimi che definiremo sinteticamente
caldo/secco - freddo/umido - caldo/umido. A seconda delle specie alle
quali intendiamo dedicare le nostre cure, ognuno di questi microclimi
occuperà una percentuale differente dell'ambiente vivano. Per le nostre
lucertole va benissimo un rapporto di questo tipo: 60% caldo/secco;
30% freddo/umido; 10% caldo/umido. Per ottenere l'ambiente a microclima
caldo/secco non vi sono problemi, bastano delle fonti di calore e
l'assenza di acqua che, evaporando, aumenti il tasso d'umidità dell'aria.
Per il freddo/umido il discorso è opposto, una bacinella d'acqua sarà
la fonte d'umidità e contemporaneamente servirà a dissetare i nostri
piccoli ospiti. L'assenza della fonte di calore non sempre è sufficiente,
invece, a garantire la caratteristica "freddo". Osserviamo nuovamente
le figure: una delle due grate di areazione si trova poco più in alto
del livello del substrato. L'aria calda tende a salire e salendo provoca
un richiamo d'aria fredda dall'esterno, attraverso la grata d'areazione
(Fig. 2). In questa parte del terrario, quindi, di umidità non ve
ne potrà mai essere a sufficienza dato il continuo ricambio d'aria.
Ciò fa sì che involontariamente si sia già individuata la localizzazione
dei tre microclimi nel terrario. Caldo/secco quello vicino alla grata
di areazione bassa; in questo settore verrà puntato lo Spot. Freddo/umido
l'angolo posteriore sinistro del terrario nel quale ci asterremo dal
far passare il cavetto riscaldante. Caldo/umido un 10% di superficie
compresa tra le altre due. Nel settore freddo/umido oltre alla bacinella
d'acqua, di cui abbiamo già parlato ed il cui livello d'acqua va controllato
giornalmente per eventuali rabbocchi, utilizzeremo per la decorazione
anche delle cortecce possibilmente ricoperte di muschio. Questo accorgimento,
soprattutto se ci prenderemo la briga di bagnano periodicamente con
l'ausilio di un nebulizzatore e con acqua riposata, sarà estremamente
gradito dalle lucertole. Un'altra bacinella, opportunamente mimetizzata
tra le pietre ed il materiale di fondo, servirà per la somministrazione
del cibo. In natura le lucertole catturano prevalentemente prede vive,
in particolare insetti, ragni, gasteropodi terrestri e piccoli vermi.
Si è potuto constatare che nella loro dieta rientrano pure bacche
ed altri frutti. Una dieta, quindi, molto varia e di conseguenza difficile
da riprodurre in cattività. Normalmente si usa nutrire questi rettili
con larve, pupe e/o adulti di tarma della farina (Tenebrio molitor),
che ha il vantaggio di essere facilmente reperibile in commercio e
facilmente allevabile. Questo cibo sarà inizialmente molto gradito,
ma l'interesse delle lucertole verso di esso scomparirà completamente
in breve tempo. Non dimenticando che la tarma della farina, da un
punto di vista alimentare, presenta grossi inconvenienti che non riteniamo
sia il caso di approfondire in questa sede, dovremo per forza di cose
indirizzare le nostre scelte in altre direzioni. Per rimanere nel
campo del "facilmente reperibile" vi consigliamo di predisporre una
dieta composta da bigattini o cagnotti (larve della mosca carnaria)
o lombrichi (quello più comunemente allevato è denominato "rosso della
California" e tra i tanti pregi ha anche quello di essere resistentissimo
al calore); tempo, voglia e spazio permettendo, sono consigliabili
anche i comunissimi moscerini dell'aceto (Drosophila melanogaster).
Dato però il non indifferente impegno richiesto per il loro allevamento
vi consigliamo una delle tante varietà ottenute sperimentalmente nei
laboratori di genetica: si tratta di una Drosophila ad ali atrofiche,
dette anche "vestigiali". Questo moscerino, data la totale atrofia
delle ali, non è in grado di volare e può quindi essere facilmente
catturato non solo dalle lucertole ma anche da animali di taglia inferiore
e di minore agilità. Ceppi di questa Drosophila sono reperibili presso
alcuni centri spealizzati in terraristica, ai quali potrete anche
richiedere tutto il necessario per il loro allevamento. Aggiungendo
a questa dieta dei piccoli pezzi di frutta matura e zuccherina saremo
in grado di allevare le nostre lucertole nel migliore dei modi e per
lungo tempo, anche per sei anni, età che, nell'ambiente naturale,
questi Sauri difficilmente raggiungerebbero a causa dei predatori
e della selezione naturale. |
Il terrario così concepito e realizzato consentirà
di allevare, al massimo, quattro esemplari di lucertola. Dato che
in natura il rapporto tra i sessi è di circa 1 maschio per ogni 5-6
femmine, ospitando nel nostro piccolo habitat artificiale 1 maschio
e 2-3 femmine, senza troppe difficoltà e con un pizzico di fortuna,
questi, nei mesi estivi, ci potranno riservare la sorpresa di un "lieto
evento".
Le specie più facilmente reperibili in Italia sono la Lucertola dei
muri (Podarcis muralis) e la Lucertola campestre (Podarcis sicula).
La Lucertola dei muri vive in habitat di tipo roccioso come pietraie,
muriccioli, rovine di vecchie abitazioni ed è, pure, molto frequente
nei giardini, nei parchi e nelle zone coltivate. Gli esemplari si
presentano normalmente con il dorso bruono o bruno-olivastro. Le popolazioni
che vivono sulla costa ligure orientale, sulle coste della Toscana
e su quelle del Lazio hanno invece una livrea a dorso verde percorso
da un reticolo di macchie scure. Gli adulti di questa specie possono
superare, appena, i 20 cm. di lunghezza.
La Lucertola campestre ha la colorazione del dorso fondamentalmente
verde, ma talvolta, anche nell'ambito della stessa popolazione si
possono trovare esemplari bruni, grigi, blu o addirittura neri. Frequenta
soprattutto i campi, i prati ed i muretti dove spesso coabita con
la Lucertola dei muri.
Qualora decidessimo di procurarci da soli le lucertole, avremo bisogno
di conoscere alcune nozioni fondamentali circa le loro abitudini ed
il loro modo di vita. Tutta la loro esistenza è condizionata dal susseguirsi
dei mutamenti stagionali e da alcuni fattori climatici dell'ambiente.
Per esempio sarebbe del tutto inutile andare alla ricerca dei lacertidi
nei mesi che vanno da ottobre-novembre fino a febbraio-marzo. Questo
periodo corrisponde, con qualche variazione a seconda della latitudine
e della quota, al periodo di latenza invernale degli animali. Sarà
quindi necessario attendere la primavera ed approfittare di qualche
bella giornata di sole con calma di vento per tentare la "battuta".
A questo punto non rimarrà altro da fare che armarsi di santa pazienza
e di una canna da pesca. All'apice di quest'ultima (il così detto
cimino) legheremo un cappio di nylon o, ancor meglio del robusto filo
bianco che, muovendoci lentamente e senza far rumore, cercheremo di
far passare attorno al collo dell'esemplare predestinato. Appena riuscitici
alzeremo di scatto la canna, il cappio si stringerà e la lucertola
sarà stata "pescata". Per il trasporto ci muniremo di sacchetti di
tela o di contenitori in plastica con coperchio forato. In definitiva
niente di trascendentale, soprattutto se si considerano le soddisfazioni
che questi piccoli rettili ci possono offrire. |
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