Il ritocco delle immagini
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Il ritocco fotografico è una di quelle cose che attirano verso l'informatica persone che magari non vanno pazze per i computer, ma considerate le possibilità creative del mezzo si convertono ben volentieri. D'altronde i computer sono sempre più potenti e veloci, i programmi sono versatili e anche facili da usare, e allora è normale che dopo avere acquisito una certa pratica ci si diverta a provocare gridolini di stupore tra gli amici quando questi si rivedono in foto abbracciati a Sharon Stone... E quello non è nemmeno un effetto difficile, anzi è davvero uno dei giochetti più comuni quello di tagliuzzare e incollare qua e là porzioni di immagine per poi ritoccarle a piacere. Comunque prima di vedere "come si fa" il fotoritocco è meglio fare una piccola introduzione teorica. In molti usano il computer soltanto in ufficio, e sono probabilmente abituati a trattare dati in forma di testo. Bene: un testo è composto da tanti caratteri che, ordinati dall'autore, compongono un file (o se preferite un documento) che viene salvato su disco con un nome che servirà appunto a ritrovare il file stesso, ed eventualmente a riaprirlo per fare delle modifiche: un word processor ha questa logica. E quando si tratta non di parole ma di immagini? L'image-processor non funziona molto diversamente: il file (o documento) salvato con il suo nome su disco è composto da piccoli punti di forma quadrata chiamati pixel, così come si vede nell'immagine qua sotto. Certo, tecnicamente non è proprio la stessa cosa... le informazioni salvate in un file di testo sono assai diverse da quelle che il computer mette in un file grafico. Una fotografia occupa più spazio di molte pagine di testo su un hard disk, perché contiene informazioni su risoluzione, colori, compressione, eventuale divisione si più livelli ecc... Per il computer comunque un file è pur sempre un file, che si può creare, aprire, modificare, stampare o spedire via Internet. Può essere un testo, una foto, una musica o anche un filmato. Cambia il modo di gestire i dati e cambiano i programmi, ma neanche tanto, visto che nelle funzioni di base si somigliano un po' tutti. Cambia il modo di usare l'hardware, questo sì. La grafica chiama in causa le schede video, alle quali si richiede una maggiore velocità, per non parlare dei processori sempre più evoluti e della Ram che non basta mai, i programmi sono sempre più avidi di risorse e questo alla fin fine ci fa apprezzare ancor di più il Paint Shop Pro, che è "piccolo" (nel senso dello spazio occupato su disco) e funzionale. Ma ora torniamo ai pixel, anche per avviarci ad un discorso più pratico. Nel fotoritocco si lavora molto sulle selezioni, che sono aree definite dall'utente o parti di immagine isolate (oggetti su piani separati, colori, sfondi ecc...), ma per il calcolatore sono un tale numero di pixel da elaborare in base alle istruzioni ricevute dal programma. E' importante conoscere alcune funzioni di base, che troviamo nel Psp ma anche in programmi professionali come Photoshop o Picture Publisher, per riuscire a manipolare bene le immagini dalla fase di acquisizione fino alla stampa o alla pubblicazione in rete. |
Uso creativo del Copia & Incolla |
La metafora è di quelle che si imparano una volta e poi non
si scordano più: un collage elettronico, dove si ritaglia, si copia e si incolla fino a
che il lavoro non ci soddisfa. Si impara una volta, e poi va bene con tutti i programmi.
Nella videoscrittura si copiano le frasi, che possono essere posizionate in qualsiasi
punto del testo, oppure trasferite da un documento all'altro. Nella grafica si ritaglia
una parte di immagine, magari con il lazo che è uno degli
strumenti messi a disposizione da Psp per scontornare le immagini, e si copia per poi
incollare il tutto dove si vuole. Guardiamo nella immagine seguente: abbiamo scontornato
una statua e copiato la nostra selezione con il comando edit / copy. Successivamente
abbiamo aperto un file con una immagine di sfondo, il cielo, e su questo abbiamo incollato
la selezione che avevamo parcheggiato in memoria, con edit / paste as new selection.
Per fare tutto questo abbiamo usato un'area di memoria temporanea, gli appunti (sia dice anche "la clipboard"), che permette di scambiare con una certa semplicità delle informazioni da un file ad un altro, ma anche da un programma ad un altro. Il copia & incolla, se usato in maniera creativa, è un supporto potentissimo alle funzioni di un image processor. Possiamo prendere una parte di immagine da un file, applicarla in un altro punto dello stesso file ed anche in un altro documento. Il Paint Shop Pro ci offre, quando andiamo ad incollare (paste), una serie di opzioni potentissime che troviamo nel menu edit: paste as new image, ed ecco che la nostra selezione diventa un nuovo file da poter salvare con altri nomi e magari riprendere successivamente; paste as new selection per avere una nuova selezione contenente l'oggetto copiato che possiamo spostare come e dove vogliamo; paste as trasparent selection che ci consente di controllare il livello di trasparenza di una selezione attraverso il menu selections / modify / overall opacity; e infine il comodissimo paste into selection che ci permette di incollare gli appunti in una nuova selezione da noi definita. |
I formati graficiIl formato TIFF |
E arriva il momento di salvare il
file. Ma in quale formato? Qualsiasi programma di grafica o fotoritocco ne ha a decine.
Per poi non parlare dei formati che si possono importare. Non è raro che uno si senta
chiedere se può "leggere i file PSD". Un principiante resta un po' sconcertato
di fronte a tale affermazione, che poi alla fine vuol dire: "Sei in grado di leggere
un file creato con Adobe Photoshop?" Se il formato fosse stato CDR, la domanda si sarebbe tradotta in: "Riesci ad importare file da Corel Draw?" e via dicendo. Non si tratta di un gioco a riconoscere dall'estensione del file il programma che l'ha creato, ma più semplicemente un utente di programmi di grafica dovrebbe sapere che i formati cosiddetti "proprietari" sono quelli che salvano non solo l'immagine bitmap ma anche le informazioni sulle azioni compiute da un determinato programma. Facciamo un esempio per semplificare. In Adobe Photoshop, Corel PhotoPaint ed altri software si può lavorare l'immagini su un numero illimitato di livelli diversi, denominati "layer". E' in pratica come stendere sopra un immagine tanti fogli di carta velina e lavorare su particolari della stessa immagine, senza però toccare i particolari che stanno su altri livelli. Quando si salva il tutto in un formato standard è d'obbligo unire tutti i livelli in una sola immagine bitmap, con la conseguenza di non potere più lavorare in seguito sul singolo strato. A meno che il file creato con Photoshop non sia stato anche salvato nel suo formato (PSD) e venga riaperto con Photoshop: allora il grafico può fare le modifiche che vuole. Ma cosa gliene importa di tutto questo ad un utente di Paint Shop Pro? E' molto facile ritrovarsi davanti ad un file scaricato dalla rete, oppure un floppy prestato da un amico che contiene una foto salvato proprio nel formato proprietario di un sotware che lui possiede e noi no. In questo senso Psp è molto versatile, perché se ad esempio non avete Corel Draw (che è un programma per il disegno vettoriale delle immagini), il programma riesce ad importare il formato CDR e vi consente di aprire il file. Vale lo stesso per un file di disegno creato con Autocad o 3D Studio e salvato in DXF. Con il Paint Shop Pro possiamo inoltre importare tutte le clipart nel formato CMX, quindi per esempio tutte le raccolte di illustrazioni della Corel, ed anche il WPG della grafica vettoriale di WordPerfect. Ovviamente il fatto che si possano aprire i file proprietari di molti programmi non significa che da Paint Shop Pro sia possibile intervenire come si farebbe da quei software, insomma non è che uno apre l'immagine PSD e poi lavora sui livelli come farebbe in Photoshop: la apre in realtà come una normale bitmap, ma è sempre meglio che non poterla aprire perché il programma non sa indentificare l'estensione del file. E' anche possibile riprendere documenti salvati negli appunti di Windows (o se preferite nella "clipboard") con altri programmi, dato che si possono aprire file nel formato degli appunti (CLP). I formati bitmap comunque sono quelli che caratterizzano la produzione standard di grafica al computer. Bitmap, come suggerisce la parola, significa mappa di bit e le immagini prodotte differiscono da quelle vettoriali (composte da tratti e linee modificabili come in un disegno) proprio perché sono mappe composte da tanti puntini, dove anche i caratteri e le linee in realtà sono parte dell'immagine fotografica, e se vengono ingrandite si vede che sono un insieme di pixel. La differenza sostanziale è che quando si va ad ingrandire un cerchio rosso disegnato in un programma vettoriale (Freehand, Corel Draw ecc.) non si perde qualità, mentre lo stesso cerchio convertito in bitmap "sgranerebbe" per effetto dei singoli pixel che vengono ingranditi. Nella grafica bitmap ci sono molti formati standard, ed ognuno - a parte quelli proprietari di cui abbiamo già parlato - ha di regola una sua funzione collegata all'uso che si vuol fare dell'immagine realizzata al computer. Per costruire una pagina Internet il garfico non andrà a cercare formati di alta risoluzione ma "pesanti" come TIFF e TGA, e nemmeno il classico BMP (cioè bitmap, lo standard Microsoft Windows e Ibm OS2), ma cercherà dei formati più adatti ad essere trasmessi via linea telefonica come il GIF di Compuserve che è nato apposta ed il JPEG che è il frutto di una ricerca di esperti fotografi che volevano un formato per comprimere i dati di un'immagine compromettendo di poco la qualità. In realtà la perdita di risoluzione si ha in base a quanto si comprime l'immagine, insomma più il file è "grosso" e meglio è definito, ma si raggiungono ottimi compromessi e non a caso gran parte delle immagini che "viaggiano" in rete sono JPEG. Le GIF offrono anch'esse buone possibilità di compressione, ma hanno anche altre caratteristiche notevoli per la grafica web. Una delle proprietà più note è il colore di trasparenza: si definisce prima di salvare con Paint Shop Pro che il colore di sfondo della GIF, per esempio il bianco, dovrà essere considerato trasparente e così una volta messa l'immagine su qualsiasi sfondo non apparirà su di un rettangolo bianco, ma sarà scontornata e si adatterà allo sfondo che trova. Basta che nella sezione "Preferenze su file" che si trova nel menu file di Paint Shop Pro sia selezionata l'opzione "Set the transparency value to the background color", come si vede nell'immagine. Altrimenti si può scegliere di non salvare informazioni sulla trasparenza, di mantenere le condizioni originali di un documento o possiamo immettere noi stessi il valore corrispondente ad un colore della palette. Altra possibilità più spettacolare è quella delle GIF Animate, che sono una serie di immagini GIF che scorrono in sequenza e vengono visualizzate dai browser internet come immagini in movimento. In rete è possibile trovare dei generatori di Gif animate completamente gratuiti come quello di Microsoft, o shareware come il Gif Animator di Ulead che permette anche di realizzare montaggi video tra le immagini con effetti di transizione. |
Come gestire i coloriRGB è l'acronimo di "red, green, blue" (rosso, verde, blu), ossia i colori primari della sintesi additiva per la definizione del colore. Dalla somma di questi colori nella loro massima intensità si ottiene il bianco. Per definire un qualsiasi colore si fa quindi riferimento alla quantità di ognuno dei tre colori base impiegati. Il formato RGB è quello usato per la visualizzazione delle immagini sul monitor. CMYK è l'acronimo di "cian, magenta, yellow, black" (ciano, magenta, giallo, nero), i colori primari della sintesi sottrattiva. Dalla somma di questi colori si ottiene il nero. Il formato CMYK è quello utilizzato per la definizione del colore nella stampa in quadricromia. Per definire un colore si fa riferimento alla quantità di inchiostro impiegato per ogni componente cromatica. HSB è l'acronimo di "hue, saturation, brightness" (tinta, saturazione, luminosità). E' il metodo usato all'interno delle finestre di dialogo per la scelta dei colori delle immagini. Attraverso questo metodo il colore viene definito tramite tre diversi parametri, L, A, B. "L" indica il valore della luminosità. "A" e "B" indicano un particolare colore all'interno di una gamma cromatica. Questo metodo consente di modificare la luminosità di un'immagine senza alterarne saturazione e tonalità. |
La gestione dei colori all'interno di un programma di grafica è molto importante, ma spesso è trascurata dai manuali. Nel fotoritocco si lavora di regola sull'immagine a 16 milioni di colori, col metodo RGB e questo consente di applicare tutti i tipi di filtri, cosa che non sempre è possibile lavorando su immagini a 256 colori o in scala di grigi (grayscale). Una volta effettuate le modifiche necessarie si passa alla conversione nel formato che più si ritiene idoneo, in base a quella che sarà la destinazione del file. Se realizziamo un'immagine che finirà su una pagina web come questa, la conversione nel formato GIF la porterà automaticamente a 256 colori. Se salveremo l'immagine a 16 milioni di colori in un qualsiasi formato bitmap in RGB o CMYK otterremo un file con moltissime sfumature di colore ed un alta risoluzione pronto per essere stampato. In pratica se stiamo usando Paint Shop Pro e vogliamo sapere quanti colori ha in effetti la nostra immagine, andremo ne menu colors a scegliere l'opzione "count colors used" che ci farà immediatamente il conto. Se l'immagine che stiamo "lavorando" a 16 milioni di colori è composta in realtà da 210 sfumature di colore, quando andremo a convertirla a 256 colori non perderà niente in qualità; invece se l'immagine va oltre qualche migliaio di sfumature, alla conversione del file ci accorgeremo subito della differenza. La riduzione o l'aumento del numero dei colori si gestisce dal menu colors. Scegliendo "decrease color depth" (diminuisci la profondità cromatica) è possibile portare l'immagine ad un minimo di 2 colori (1 bit); invece con "increase color depth" (aumenta la profondità cromatica) si può portare un'immagine a 16 milioni di colori. Ed ecco tutte le opzioni possibili.
E' possibile togliere il colore alla foto per rappresentarla in scala di grigi sempre dal menu colors selezionando grayscale; inoltre è possibile dividere le immagini RGB in canali da lavorare separatamente. I canali RGB sono ovviamente red, green, blue (rosso, verde e blu) e l'image-processor offre la possibilità di modificare ad esempio il solo canale rosso di un'immagine, oppure quello blu... Nel Paint Shop Pro, per accedere a questa funzione bisogna andare nel menu image e scegliere channel / splitting per separare i canali e channel / combinig per riunirli. Un colore predominanteDal menu colors è possibile assegnare un unico colore predominante, immettendo una serie di valori nella finestra che appare scegliendo "colorize", da dove per esempio di può "seppiare" un'immagine simulando l'effetto foto antica. E' possibile dare un effetto "negativo fotografico", dove il bianco diventa nero e viceversa, da colors / negative image. E' possibile inoltre solarizzare l'immagine (colors / solarize) e posterizzare (colors / posterize), e dal menu colors / adjust si possono controllare sia il contrasto (contrast) che la luminosità (brightness) ed una serie di altre cose fondamentali che riassumiamo qua sotto.
In pratica da adjust si può "aggiustare" un po' tutto, dal bilanciamento dei canali RGB che può servire per esempio a togliere una fastidiosa predomainante blu ad una foto scattata sotto la luce del neon. Altri parametri legati al sistema HSB possono essere ritoccati da questo menu; ma soprattutto è possibile correggere luci, mezzitoni ed ombre e quindi avere un pieno controllo sull'immagine. Una paricolarità che rende molto comodo l'uso del Paint Shop Pro, è il preview immediato di tutte le modifiche che si fanno (lo vediamo anche nella sezione dedicata agli effetti), con la finestrella che ci mostra subito come sarà l'immagine modificata dopo il nostro intervento dal menu che stiamo utilizzando. |
Gli strumenti pittoriciIl selettore dei colori permette di determinare i colori che vengono usati con i vari strumenti. Nella situazione che mostriamo qua sopra il pennello (o l'airbrush o qualsiasi altro strumento di tipo paint) tingerebbe di blu, ma basterebbe un clic sul rettangolo blu per richiamare una finestra da dove è possibile selezionare un altro colore o immettere il valore desiderato per ottenere il colore usando i metodi CMYK, RGB, LAB e HSB. Il rettangolo inferiore del selettore dei colori rappresenta il colore di sfondo (background), quello sopra è invece il "foreground", ovvero il colore da usare sopra lo sfondo. Per semplificare: se creiamo adesso un'immagine nuova, questa avrà subito uno sfondo blu, mentre se daremo una pennellata questa sarà di colore bianco. Però facendo clic sulle frecce che vedete accanto ai rettangoli potete invertire al volo i colori. Ma si possono prendere i colori da altre immagini, o dallo stesso selettore dei colori, come se fosse una tavolozza. Come? Usando il dropper, meglio conosciuto come contagocce. Se il selettore dei colori non è presente sul vostro desktop, andate nel menu view e spuntate l'opzione view color palette. Le barre degli strumenti sono posizionabili a discrezione dell'utente, basta trascinarle nel punto desiderato. Per visualizzare o per nascondere degli strumenti basta selezionare o deselezionare le opzioni nel menu view. |
L'immagine sopra è la riproduzione della tipica
barra degli strumenti di Psp. Il pennello è il più classico degli strumenti per applicazioni di tipo paint, ed il suo uso è semplice ed intuitivo. Come tutti gli strumenti di Paint Shop Pro ha la sua casella di controllo, che è quella riprodotta qua sotto. Si può scegliere il tipo di pennello (brush type) e quindi anche la pressione dello strumento sulla carta e la quantità di pittura, oppure un tratto dai contorni sfumati; la grandezza della pennellata (size); la forma del pennello (shape) che può essere tonda, lineare ecc. ed infine lo strumento "brush" simula anche il tipo di carta (paper) dove andremo a spennellare. E' uno strumento relativamente facile da usare; per usarlo bene occorre mano ferma ed i risultati arrivano subito, nel limite della precisione di un mouse (ma ci sono in giro a buon prezzo ottime tavolette grafiche). Rimpiazza il colore è un'opzione comoda per i lavori di grafica fatti in velocità, quando si ha bisogno di cambiare colore ad una parte di immagine. Per esempio, abbiamo una foto con un maglione nero e non ci piace. Possiamo selezionare il colore del maglione dalla foto usando il dropper e poi mediante il controllo "rimpiazza il colore", sceglieremo un colore sostitutivo tipo un bel rosso acceso ed una texture che riproduca una specie di tessuto (scegliendo tra quelle offerte nel menu di scelta alla casella paper). A questo punto spennelliamo sopra il maglione (ovviamente potremo scegliere forma e dimensione del pennello, come al solito): il programma sostituirà quello vero con il colore artificiale tralasciando gli altri soggetti. Se invece la tinteggiatura coprirà anche aree non desiderate o, al contrario, coprirà solo le parti più scure della maglia andrà impostato - sempre nella casella di controllo - il valore di tolleranza (tolerance). La gomma è uno strumento comodo soprattutto quando si usa Psp per disegnare. Funziona proprio come una vera gomma, e viene gestita allo stesso modo degli altri strumenti. Esempio: andiamo nella palette dei colori e impostiamo come colore di sfondo il bianco (se non sapete come fare fate clic sulla parola SFONDO e leggete il testo nella colonna a sinistra). A questo punto decidiamo di cancellare parte dell' illustrazione qua sotto, e il risultato è questo. Lo strumento riempimento usa la metafora del barattolo di vernice che si versa su un'area definita dall'utente. Molto veloce per le aree ben circoscritte, per le selezioni e soprattutto gli oggetti che devono avere colori piatti. Abbiamo provato a versare della tinta celeste in una casella dell'illustrazione qua sotto. Facile e veloce. La linea retta serve a tracciare righe precise sopra un disegno o anche un immagine. La finestra di controllo permette di gestire la larghezza. Il colore ovviamente corrisponde al foreground della ormai nota palette dei colori. Il dropper a cosa potremmo paragonarlo? Forse ad un'ampollina che va a "pizzicare" i colori qua e là, anche sulle fotografie, così da poterci permettere di usarli dentro un'infinita tavolozza. I colori "catturati" potranno essere usati con il pennello e con gli altri strumenti di paint che il programma mette a disposizione. Nei programmi di grafica tradotti in italiano il "dropper" è spesso chiamato contagocce, proprio per la proprietà di prelevare colori da ogni immagine presente sullo schermo, anche se non è quella attiva, con un semplice clic. Lo sfumino è uno degli strumenti più potenti, insieme al pennello clone, per il fotoritocco. Consente di fondere insieme parti di immagine "estranee" all'originale, che magari sono state incollate da altri documenti. La funzione dello sfumino consiste nello sfumare l'immagine come se un dito passasse sulla pittura fresca, oppure è paragonabile alla tecnica di spandere il carboncino sulla carta ruvida per ottenere la sfumatura. Dal pannellino di controllo è possibile gestire una serie di modi di ritocco (retouch mode) tutti da provare: smudge (smussato), emboss (rilievo), darken (scuro), lighten (luminoso), soften (soffice), sharpen (contrastato). L'airbrush, ovvero l'aerografo, è uno strumento per la pittura a spruzzo che diventa molto versatile dal momento in cui il programma, nel nostro caso Psp, offre la possibilità di gestire il tipo di carta su cui spruzzare, l'opacità dello spruzzo rispetto all'immagine di sfondo, e come al solito forma e grandezza dello strumento che andiamo ad usare. I campi di applicazione dell'airbrush sono notevoli, specialmente nella grafica pittorica dove l'aerografo offre la possibilità di realizzare contorni più sfumati rispetto al classico pennello. Esistono diversi modi di usare questo potente spruzzino a nostro vantaggio. Per esempio i bottoni di queste pagine sono fatti partendo da rettangoli spruzzati con l'airbrush, che poi hanno subito l'effetto buttonize che li fa sembrare tridimensionali, e infine ci abbiamo scritto sopra con lo strumento testo. Ma ci sono modi anche più sofisticati per chi vuole ottenere risultati anche nella grafica più avanzata. Per chi usa anche programmi di grafica tridimensionale è possibile creare un materiale, spruzzando diversi tipi di colori e poi applicare la texture su oggetti 3d. Ed è soltanto un esempio. Il rettangolo serve a disegnare un rettangolo, che può essere pieno o vuoto. Come al solito l'opzione di scelta è nella barra degli strumenti ed il colore che il rettangolo assumerà è ovviamente quello del rettangolo in alto della palette dei colori. |
Gli strumenti di selezione |
Il rettangolo
di selezione può creare una selezione di forma rettangolare, ma anche
circolare o quadrata a seconda dell'opzione che si sceglie nella casella di controllo
dello strumento, e inoltre è possibile modificare tale forma anche cambiando il valore
"feather", ovvero la sfumatura dei pixel attorno alla selezione. La selezione
serve ad apportare modifiche ad una parte di immagine senza influenzare tutto il resto, ma
può anche essere copiata ed incollata su altri documenti. Il lazo consente selezioni a mano libera e quindi anche di forma irregolare. Per creare una selezione basta fare clic sullo strumento e disegnare attorno all'oggetto che si desidera selezionare un contorno, tenendo premuto il tasto destro del mouse. Il valore "feather" che lo strumento offre non è altro che un certo numero di pixel che vanno a creare un contorno sfumato all'oggetto quando questo viene copiato e incollato in un altro contesto. Questo effetto di morbidezza delle selezioni è detto tecnicamente "anti-alias". Una nuova selezione annulla qualla precedente, a meno che non si tenga premuto il tasto "shift", quello contrassegnato da una freccia rivolta verso l'alto (a sinistra sulla tastiera sopra il tasto Ctrl): in questo modo è possibile fare più selezioni nella stessa immagine. Le selezioni multiple, sempre tramite il tasto shift, possono anche essere riunite. Il tasto Ctrl (control) invece permette di modificare la forma della selezione fluttuante. Tenendo premuto Ctrl ed il tasto destro del mouse contemporaneamente, quando si va a relizzare un tracciato vicino alla selezione se ne influenza la forma a nostro piacere. Lo strumento mano serve a spostare l'immagine se questa è troppo grande rispetto alla finestra che la contiene. In pratica è possibile spostare l'immagine dentro la finestra, mentre è disponibile l'opzione di controllo dello zoom dove si può in qualsiasi momento cambiare il valore dell'ingrandimento. La bacchetta magica consente di creare una selezione in base al colore dei pixel, e spesso fa risparmiare la fatica di scontornare parti di immagini. Il parametro chiave di questo strumento è la tolleranza (tolerance) ed i valori da inserire vanno da 0 a 255, a seconda delle necessità e delle situazioni. Non sempre è possibile realizzare una selezione per mezzo della bacchetta magica: a volte, se nell'immagine ci sono molti colori simili e vicini (per esempio un uomo in calzamaglia nera su sfondo nero) è meglio usare il lazo con un valore di feather bene impostato per ottenere in tempi accettabili i risultati migliori. La lente ingrandimento (zoom) permette di cambiare la grandezza dell'immagine visualizzata sullo schermo, per poter lavorare meglio sui particolari. Si possono vedere ingranditi i singoli pixel di ogni immagine, e questo offre la possibilità di realizzare interventi anche manuali di alta precisione. |
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