I menu
colors, mask e selections
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Esempio: prendiamo la foto di un famoso calciatore e prendiamo la foto di un nostro amico. Due file diversi che teniamo entrambi aperti ed affiancati. Selezioniamo la testa del famoso calciatore e salviamo su disco la selezione e la maschera. Andiamo nel file del nostro amico e importiamo al maschera in prossimità del suo collo, poi incolliamo dentro (paste into) la selezione. Se i file sono entrambi aperti possiamo anche fare un semplice copia e incolla. A questo punto dal menu selections regoliamo dimensione, anti-alias (effetto di 'stacco' graduale e non traumatico dallo sfondo) e trasparenza. |
Il menu colors di Psp racchiude tutti i comandi sulla gestione del colore, per esempio 'increase' per aumentare i colori di un'immagine e 'decrease' per diminuirli. Andremo in questo menu per portare un'immagine da 16 milioni di colori a 256, oppure per togliere proprio tutti i colori, lasciandola in scala di grigi (cioè nel classico bianco e nero). Altra opportunità è quella offerta dal comando "colorize" che in pratica consente di dare la predominante di un colore scelto da noi. Per esempio con un marroncino chiaro otterremo l'effetto di seppiare l'immagine.
L'immagine a destra, dal videoclip "Torn" di Natalie Imbruglia, è stata invece trattata con un altro comando: "posterize". Ma oltre al comando per posterizzare l'immagine nel menu colors troviamo anche quello per solarizzare, oltre all'effetto "immagine in negativo". Ma è sempre nel menu colorize che troviamo i comandi per gestire luminosità e contrasto, mezzitoni ed ombre. Sempre da qui si possono separare i canali dei colori RGB e CMYK, oppure al contrario rimetterli insieme. |
Maschere e selezioni sono invece delle areee scelte dall'utente
dove il programma dovrà agire senza influenzare le altre parti non selezionate del
documento. Queste aree possono essere salvate come informazioni su disco, e quindi essere
richiamate da un file all'altro. Per gestire tutto questo ci sono gli appositi menu mask e
selection, che consentono per esempio caricare da disco una selezione presente in un altro
documento oppure in un canale alpha (un livello trasparente).
L'argomento è un po' complesso e merita di essere approfondito. Lo tratteremo sicuramente
negli aggiornamenti futuri di questo manuale in linea. Ma per comprendere qualcuna delle
potenzialità di questi strumenti vale la pena di leggere l'esempio
qui a lato (a sinistra della pagina).
Uno strumento per clonare |
Spesso nel fotoritocco, ma più in
generale nelle elaborazioni grafiche un po' evolute, si ha l'esigenza di ricostruire parti
di immagine. Succede a tutti prima o poi di acquisire con lo scanner
una vecchia foto strappata in due, magari messa insieme col nastro
adesivo, che l'amico di turno ci ha dato dicendo: vedi quel che puoi fare, tanto ci pensa
il computer! Ci penserà pure, il computer... ma quando l'area da ricostruire è "delicata" come lo strappo sulla foto che attraversa il viso del soggetto, il suo maglione ed il cielo di sfondo. Vabbè il cielo si ricostruisce, ma il naso? Siamo appassionati di grafica, mica chirurghi plastici. Per non parlare poi del maglione. Bisogna ricostruire le parti mancanti, e non basta copiare ed incollare. Non basta neppure lo sfumino: ci vuole uno strumento più preciso. Per molti anni il "rubber stamp" di Photoshop, meglio conosciuto come timbro, era uno dei pochi strumenti in grado di dare risultati ottimi. Ma anche il pennello clone che troviamo nel Paint Shop Pro, lo vediamo evidenziato a sinistra, è davvero all'altezza della situazione. Come tutti gli strumenti del Psp ha una sua barra di controllo, questa che vedete nella figura. Da qui è possibile decidere "come" clonare le parti che ci
interessano per esempio scegliendo "aligned" se vogliamo che lo strumento che
attinge e quello che copia siano perfettamente allineati, o "non-aligned" se
invece non dovranno esserlo. Per capirci meglio andiamo ad usare in pratica
il pennello clone. Apriamo un file di immagine, selezioniamo nella toolbar strumenti
l'icona che rappresenta un pennello doppio, ci posizioniamo sul punto da clonare e - dopo
avere dato le impostazioni nella barra degli strumenti - facciamo un clic con il tasto
sinistro del mouse TENENDO PREMUTO IL TASTO SHIFT, che è quello che usiamo per scrivere
le iniziali maiuscole (in evidenza nell'immagine qua sotto). A questo punto lo strumento è spiegato, per usarlo correttamente ci vuole un po' di esercizio, e comunque ogni operazione è annullabile dal menu edit con il comando UNDO. |
Una foto che sembra antica con l'effetto seppia
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Spesso le vecchie foto hanno la particolarità di essere
ingiallite dal tempo, ma se vogliamo dare un certo sapore d'antico anche a foto scattate
l'altroieri... Vediamo un po' come si può fare: un modo sbrigativo per creare una foto stile Anni Cinquanta è quello di convertirla in toni di grigio (grayscale) dal menu colors di PSP. Ma ci sono altre tecniche come quella della "seppiatura", un effetto che la tecnica digitale ha ereditato dalla fotografia tradizionale. Ne vediamo qua a lato un esempio. L'immagine che vediamo non è più in
toni di grigio, ma nemmeno a colori: si tratta di un processo detto DUOTONE che simula in
pratica il filtro colorato messo davanti all'obiettivo della macchina fotografica. |
Il restauro fotografico |
Ecco due immagini: la prima a sinistra è usurata dagli anni; la
seconda è la stessa foto, però reduce da una seduta di "lifting" con il Paint
Shop Pro. |
Scrivere un testo sulla foto |
Lo strumento testo consente di
scrivere sulle immagini utilizzando i caratteri true type installati nel sistema. Una
volta attivato lo strumento facendo clic sull'icona corrispondente nella barra degli
strumenti, appare una finestra "add text" dove è possibile immettere il testo,
scegliere il tipo di carattere (font) e la grandezza (size), ma anche lo stile del testo
(normale, grassetto, corsivo ecc...), allineamento ed effetti con cui rappresentare il
testo (sottolineato, barrato ecc.) e l'anti-alias che attenua il contrasto tra testo
sovraimpresso e immagine. Una volta aggiunta la selezione allo sfondo, ovvero appena
selezionata l'opzione dal menu selections / select none,
oppure semplicemente dopo avere salvato il file, il testo applicato diventa anch'esso
parte dell'immagine bitmap e quindi non è più modificabile. Proviamo un'applicazione pratica. Abbiamo creato un documento con lo sfondo bianco, poi dopo aver fatto clic sullo strumento testo ci siamo scelti un carattere ed abbiamo immesso la parola testo. Abbiamo dato al carattere un valore di dimensione proporzionato al file (basta cancellare ogni volta con il pulsante canc sulla stastiera e si possono fare tutti i tentativi che si vogliono), e poi abbiamo stabilito come colore di primo piano (foreground) il grigio perché volevamo dare un'ombra al testo. A questo punto per fissare la nuova selezione da noi creata (il testo) allo sfondo siamo andati nel menu selections e abbiamo scelto select none. Questo è il risultato. A questo punto, tornati al selettore dei colori, abbiamo scelto un nuovo colore di primo piano: al posto del grigio un bel rosso. Poi siamo tornati allo strumento testo. La finestra "add text" ha conservato tutte le impostazioni precedenti: basta fare clic sull'immagine e lo stesso testo, però di colore rosso, si sovrappone a quello di prima e noi lo posizioniamo in modo che si abbia la sensazione dell'ombra, così come in figura. Finché il testo è una selezione può essere "lavorato" con tutte le opzioni del menu selections relative alle selezioni, quindi ne può essere controllata la trasparenza rispetto allo sfondo. |
Acquisire le immagini con lo scanner |
Ci sono diversi
modi per mettere le immagini nel computer. Chi è munito di telecamera e scheda di acquisizione video può fare un fermo immagine e salvarlo come bitmap. Chi invece possiede una fotocamera digitale può anche usare un floppy al posto della pellicola, e rivedere subito lo scatto sul PC. Ma il metodo più classico - e forse anche più professionale perché garantisce una migliore risoluzione - è ancora lo scanner. Esistono scanner piani da tavolo (e ultimamente ce ne sono anche di economici), ma anche scanner manuali: questi ultimi non danno la possibilità di lavorare su immagini molto grandi e non sono molto pratici da usare, mentre gli scanner da tavolo garantiscono acquisizioni di buona qualità. Lo scanner da tavolo è molto simile ad una fotocopiatrice: si mette dentro il foglio, ma invece che la copia stampata su carta si ottiene una copia elettronica del documento che il computer "parcheggia" in memoria. A questo punto noi possiamo fare diverse cose: salvare il documento in un formato grafico di quelli consentiti dal programma di aquisizione che stiamo utilizzando; inviare l'immagine via fax o posta elettronica; importarla in un documento di testo; metterla su Internet come illustrazione di una pagina Web e naturalmente si può stampare direttamente (e così lo scanner viene usato davvero come fotocopiatrice...) La digitalizzazione delle immagini con lo scanner consiste in pratica nel trasformare una foto in dati elettronici, che si possono manipolare con un calcolatore. Una luce viene fatta passare sotto il piano di vetro dove è appoggiata l'immagine, e questa torna a dei sensori (CCD) che sono in grado di convertire toni e colori in segnale leggibile elettronicamente. Lo scanner non esegue autonomamente tutte queste funzioni, come magari farebbe una fotocopiatrice, ma è pilotato dal computer tramite il collegamento ad una porta parallela o ad un'apposita interfaccia di tipo SCSI. Il software di gestione dello scanner è di regola fornito dal produttore e si trova nella scatola del prodotto, su floppy o cd-rom. Si tratta di programmi molto semplici, che funzionano un po' tutti nello stesso modo: al primo passaggio di luce sull'immagine si ha un'anteprima del documento, e da qua si danno allo scanner le impostazioni di acquisizione per ingrandire o "catturare" soltanto la parte di immagine che ci interessa, alla risoluzione che vogliamo. Per determinare la risoluzione bisogna sapere quale sarà la destinazione del documento acquisito. Se, per esempio, l'immagine dovrà essere visualizzata solo a video non servirà una definizione alta che invece sarà necessaria se dovremo stamparla. L'unità di misura della risoluzione si chiama DPI (Dots per Inch, cioè punti per pollice) ed ha molta importanza sulla resa visiva di documenti destinati alla stampa. A chi inizia ad usare uno scanner per acquisire immagini basterà sapere che la risoluzione media di una stampante di qualità fotografica si aggira su valori intorno ai 600 dpi, mentre per il video i 75 dpi sono più che sufficienti. Nel fotoritocco è importante acquisire le immagini ad una buona risoluzione, perché spesso nel manipolare le immagini si ha bisogno di salvarle più volte ed in questo modo ci si protegge dalla progressiva perdità di qualità. Ma senza eccedere in senso contrario, perché una risoluzione troppo alta - oltre a generare documenti di dimensioni enormi che impegnano a fondo sistema operativo e memoria del computer - potrebbe dare effetti opposti rispetto a quanto desideriamo. La scansione di immagini si può eseguire direttamente da tutti i programmi di fotoritocco come Adobe Photoshop, Corel Photo Paint, Micrografx Picture Publisher e naturalmente Paint Shop Pro. In PSP bisogna andare nel menu file / acquire. Dopo l'acquisizione è meglio salvare in un formato bitmap (BMP, TIFF, TGA ecc.) a 16 milioni di colori e al contrario non sarebbe buona cosa salvare un file nel formato JPEG, perché ogni volta che andremo a salvare l'immagine sarà evidente la perdità di qualità. Se dunque vogliamo fare un'illustrazione per la nostra pagina web, possiamo lavorarci, salvarla e riaprirla quanto vogliamo, ma solo all'ultimo la salveremo in JPEG scegliendo una compressione che renda l'immagine "leggera" per i modem ma senza perdere troppo in definizione. |
In molti hanno scoperto Paint Shop Pro quando era un
programma molto versatile ma certamente meno sofisticato di oggi, ma che offriva una
funzione davvero comoda, lo screen-capture. 1) non appena faremo clic col tasto destro del mouse; 2) appena andremo a premere un pulsante (hot key) da noi predefinito, ovvero se sceglieremo F11 premendo quel tasto daremo inizio immediato alla fase di cattura; 3) appena saranno passati i secondi da noi impostati
nell'opzione delay timer.
Si può decidere se includere nell'instantanea che verrà
scattata al nostro schermo il puntatore del mouse, oppure di far finta che non ci sia:
basta specificarlo nell'opzione "include cursor". Si possono inoltre fare delle
catture multiple. |
Importare da altri programmi di grafica e fotoritocco |
Qui va inserito il testo sulle funzioni import |
Lavorare con PSP e Corel Draw |
Qui va inserito il testo sul cdr-dxf x importare file vettoriali |
Lo spazio su disco |
Qui va inserito il testo sulla compressione |
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