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Composte da Paolo Montevecchi insieme ad Angela Solìto nell'agosto del 1996, vengono eseguite dal vivo da una vera e propria rock band formata dai classici quattro elementi: Basso elettrico, Batteria, Chitarra elettrica e pianoforte. La struttura musicale si avvicina di più all'opera rock che alla commedia musicale all'italiana. Una colonna sonora viva, emozionalmente vicina all'azione scenica, dove i brani rock si mescolano a melodie più delicate dando allo spettacolo un violento e graffiante impatto sonoro. Sarà infatti una specie di star da concerto di massa nei panni del Lare domestico a scandire le note di APERTURA, composizione che più di tutte si avvicina alle caratteristiche classiche del rock anni settanta. Segue IL LARE, vero e proprio prologo dell'opera e CORRI FORTE EUCLIONE, entrambi brani interpretati dall'invisibile Lare (pantaloni in pelle e atteggiamento perduto alla Jim Morrison) il quale ha il compito di far accadere gli eventi che ruotano attorno al protagonista Euclione. SIAMO MERCE DI MERCATO è invece l'unico momento corale eseguito dai servi di Megadoro; Ritm'n'blues che apre uno dei momenti coreografici dello spettacolo. AVARIZIA è un divertito e roccambolesco stacchetto di pianoforte e basso. Segue la canzone di MEGADORO un rap in ¾ che diventa velocemente un allegro motivetto swing. Chiude il primo atto IL TEMPIO melodia eseguita al pianoforte con un finale maestoso dove intervengono tutti gli altri stumenti. Apre il secondo atto AULULARIA, tema centrale dell'opera, a cui fa seguito la prima delle tre canzoni eseguite dal servo "Strobilo" intitolata IL COMPITO DI UN SERVO. Violentissimo intervento rock con sonorità alla "Sound garden" per OHILI' OHILI' OHILA'; il piagnisteo dell'avaro Euclione invece si trasforma da canticum in prosa, in lamento della Band, nella dolcissima e straziante CHIAVE LUGUBRE. Segue il brano TROPPI PADRONI AL MONDO il cui testo, a differenza degli altri brani è stato totalmente inventato ed inserito nel finale mancante dell'opera di Plauto: un dito puntato contro la ricchezza intesa come amore di possesso. Nel FINALE e in RINGRAZIAMENTI, vengono invece ripresi e reinventati tutti i temi principali di ROCK AULULARIA. |