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Questo
èil viaggio meno strutturato tra i tre, l'intenzione era
di andare nel Nord e l'isola della Maddalena ma non avevamo un'idea
precisa sull'itinerario. E infatti già alla partenza ci sbagliamo
sugli orari, pensavamo di partire per Olbia alle 19.30 ma in realtà
quello era l'orario per Porto Torres, per Olbia era alle 17.30.
Quindi decidiamo spontaneamente di prendere il traghetto
per porto Torres, come dice il vecchio Jack?
Dove andiamo? Non so ma bisogna andare....
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Arriviamo a porto Torres alle 7.30, seconda colazione
al bar, riempiamo le borracce, aggiustiamo il carico e verso le
8 si pedala in direzione S.Gavino. Percorriamo un'anonima
litoranea, il mare è nascosto da una piccola pineta su fondo
sabbioso, passiamo attraverso paesi fantasma, quasi disabitati,
in cui stride la presenza di edifici nuovi in mezzo a strutture
semiabbandonate, bar con le insegne a pezzi e camping fuori servizio.
Poi la strada inizia a salire, arriviamo a Lu Bagnu, ci compriamo
il giornale e facciamo una piccola sosta al bar per succo di frutta
e bombolone. Riprendiamo per Castelsardo, la strada sale
tosta, il sole picchia, la strada si allontana dalla costa, incominciamo
ad essere stravolti ed inquieti ma poi ecco il bivio per tornare
verso il mare, è quasi tutta discesa fino al camping
Valledoria nei pressi di S.Pietro a mare. Piazziamo
la tenda, doccia rinfrescante, sortita in spiaggia (niente di speciale,
molte alghe marroni). Pizza & mirto.
Km: 48
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La pallosa guida della Clup e la mitica borraccia Gio' Style
ci hanno salvato la vita
Sveglia alle 7, partenza dopo colazione quasi alla 9, obbiettivo:
la valle della Luna. Andiamo belli pimpanti fino a Badesi,
ci facciamo due succhi di frutta e chiediamo informazioni sulla
strada più facile da seguire (probabilmente ci hanno paccato
alla grande). Inizia una salita bella tosta fino a Trinità
d'Agultu, ci facciamo un caffettino e brioche pensando di essere
a buon punto, ma la strada continua in salita sotto un sole bastardo
e implacabile. Pedala, pedala l'acqua fresca della nostra mitica
borraccia scarseggia, il sole mazzula, mezzi morti spingiamo le
bici e ci rifugiamo all'ombra e al fresco in una piccola chiesetta,
il sole a volte scompare dietro le nubi ma proprio quando accenniamo
a ripartire il carognazzo riappare più rovente di prima.
Dopo un'ora ripartiamo e quasi per disperazione
arriviamo alla valle della Luna, bellissima ma siamo troppo
stravolti per apprezzarla con il dovuto entusiasmo. Affrontiamo
altre salite fino ad arrivare ad Aggius, finalmente possiamo
mangiare e bere qualcosa comodamente ed incredibilmente seduti sulla
veranda del baretto sulla via principale. Quando si dice che basta
poco per essere soddisfatti eh? Uno stupido baretto in un paesino
al centro della Sardegna può dare tanta felicità!
Domanda: che ci facciamo ad Aggius alle ore 16 del pomeriggio? E
la risposta arriva dalla pallosa guida CLUP: Azienda agrituristica
Muto di Gallura, località Aggius, ecc. Telefoniamo
al numero indicato e una voce assonnata dice che c'è posto.
Riprendiamo il cammino e in pochi minuti siamo già arrivati,
mmmh puzza di cacca di cavallo, il proprietario della voce assonnata
è afflosciato su una sedia a dondolo, ronfa con la bocca
aperta. Ci guardiamo un po' in giro, recinti con cavalli, aspetto
"old west" un po' trasandato, al suo risveglio il tipo
ci assegna uno "stazzo", un insediamento rurale tipico
della Gallura, una casetta in cui ci sistemiamo, docciamo e cazzeggiamo
in attesa della cena. E CHE CENA RAGAZZI! Antipasto, zuppa gallurese,
malloreddus, ravioli, carne alla brace. verdure, formaggio, frutta,
dolce e mirto. Ragazzi che abboffata! Alla fine siamo K.O., ci trasciniamo
sulle ginocchia fino allo stazzo e tra strani rumori e bocche impastate
si passa allegramente la nottata.
Km: 37 (ma quasi tutti in salita!)
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Partenza alle 9, dopo colazione (il proprietario e' andato a
prendere appositamente per noi il latte fresco appena munto) e saluti
di rito. Direzione Tempio Pausania e poi giù
tra boschi di sugheri e scenari da Far West, spettacolari discese
si alternano a tratti di leggera salita, la strada è comunque
lunga, stavolta non c'è il sole, a volte piove, ci fermiamo
dopo un tratto di montagna fortunatamente in discesa per un panino
a Crisciuleddu, più che un paesino sembra un
avamposto di frontiera. Arriviamo a Palau giusto in tempo
per prendere il traghetto per la Maddalena. Sosta in centro
per una pizzetta e dolcino poi cerchiamo un campeggio, il camping
La Maddalena appare alquanto squallido e desolato (beh per
due mesi è stato invaso da famelici campeggiatori tipo termiti
giganti) ma siamo stanchi e ci fermiamo. Doccia, cena & mirto.
Km: 61
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Colazione al bar, poi incomincia a piovere, poi smette di piovere,
poi rincomincia a piovere, e cosi' via fino a mezzogiorno. Così
cazzeggiamo tranquillamente in tenda, leggendo al fresco mentre
sul telo picchietta allegramente la pioggia. Quando esce il sole
zompiamo sulle bici e pedaliamo verso Caprera, troviamo alcune
spiaggie abbastanza carine e a Cala Serena scatta il primo
bagno del nostro viaggio. Al ritorno passiamo per la Maddalena per
shopping & dolcini. Cena al self service del campeggio
con pasta al forno e seppie ripiene, mirto al bar. Beh tutto sommato
non è male questo campeggio.
Km: 18
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Altra escursione per Caprera, verso il golfo di Stagnoli
e Punta Rossa, ci piazziamo in una piccola baia probabilmente
Cala del Relitto, tira un vento un po' freddino. Ritorno
in campeggio. Cena & mirto.
Km: 28
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Destinazione Cala Coticcio detta Tahiti. Pedaliamo per stade sterrate fino all'inizio del sentiero, nascondiamo
le bici nella macchia e camminiamo per un po' fino a scoprire che
non e' il sentiero giusto, in realta' porta ad un osservatorio,
proseguiamo ugualmente tanto per vedere il panorama (bellissimo),
dall'alto numerose calette sono prese d'assalto dagli invaders motorizzati.
Torniamo indietro e troviamo il sentiero per Cala Coticcio, camminiamo
per mezz'ora sotto il sole caldo con le nostre borse cariche di
viveri, giornali, pinne e maschera. Quando arriviamo a Tahiti la
spiaggia e' gia' invasa da Invaders scesi quasi tutti dalle loro
cazzute barche che affollano la caletta e nascondono praticamente
l'orizzonte. Questo sarebbe il momento ideale per ritrovarsi per
le mani un bel bazzooka, ma nonostante tutto l'acqua e' limpida
e azzurra, il sole picchia e i bambini... rompono. Al ritorno riprendiamo
le bici e ci buttiamo giu' per la discesa fino ad un piccolo chioschetto
per farci giusto due cornetti e poi si prosegue per il campeggio.
Pizza & mirto.
Km: 17
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Andiamo verso Punta Nido d'Aquila e poi Cala Francese,
arriviamo in punta all'isola e scendiamo dalla parte opposta passando tra calette dai colori indescrivibili. Facciamo un
bagno a Cala Trinità e poi risaliamo alla Locanda
del Mirto addocchiata poco prima. Divoriamo insalata di
mare, tagliatelle con cozze, arselle e gamberi, pesche al mirto
e sebadas ai mirtilli. Satolli scendiamo verso Cala Spalmatore
e trascorriamo al sole il restante pomeriggio. Ritorno in campeggio,
aperitivo con Campari e pane gottiau in attesa della grigliata organizzata
dai gestori. Alla tavolata conosciamo un simpatico truzzo romano
che ci racconta dei suoi viaggi in Giamaica e una coppia di toscani
che ci raccomanda di non partire senza andare a vedere la Cala della
Capocchia del Polipo. Beh, quasi quasi, anche se abbiamo già
pagato per partire presto domani mattina, la ragazza ha una voce
troppo convincente e noi siamo abbastanza alterati dal vino per
convincerci di qualsiasi cosa.
Restiamo ancora domani.
Km: 40
9
Partiamo con determinazione verso la Cala Capocchia del Polipo
seguendo le indicazioni che ci hanno dato ieri. Ci ritroviamo direttamente
in mezzo a discariche puzzolenti, mah, o i toscani ci hanno fatto
un pacco o noi eravamo troppo ubriachi per capire le indicazioni.
Comunque, chiedendo ulteriori informazioni in giro alla fine ci
siamo, c'e' un'enorme pietra rotonda che dal mare dicono sembri
veramente la testa di un polipo, tutto intorno calette azzurre e
pietre scolpire dal vento. Ci piazziamo nella caletta più
grande e piano piano, come in un incubo di Stephen King, veniamo
circondati da un'orda di zombies con ombrelloni, frigobar e bambini
ululanti. Resistiamo quanto possiamo e poi diventa inevitabile il
ritorno in campeggio.
Cena & mirto.
Km: 17
10
Stavolta
si parte sul serio. Colazione e poi dritti verso Palau, poi
si "scende" geograficamente verso Olbia (ma in realtà
spesso si sale) passando tra la costa dei riccastri. E' una tappa
lunga e monotona, facciamo una sosta in un chioschetto sulla strada.
Arriviamo a Olbia con un buon anticipo e ci piazziamo sul
traghetto in un bel posticino all'aperto dormendo tranquilli al
freschetto. Al mattino facciamo in tempo a togliere sacchi a pelo
e materassini e si allaga tutto perchè sta piovendo. A Genova
l'automobile è li che ci aspetta, è ora di tornare
a casa.
Vamonos pard.
Km totali: 350
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