Minerva/prua di nave
fig.1
fig. 2
Pl.49
Sear
Notizie storiche:
Nell'ultimo decennio del IV secolo a.C. Roma comincia a coniare serie monetali in argento e in bronzo (le cosiddette monete "romano - campane"; v. moneta di Sore - Apollo/Cavallo al galoppo) destinate a circolare nel territorio della Magna Grecia a fianco delle emissioni magno - greche. Nell'Urbe circolava, invece, l'aes grave, avente come unità di riferimento ponderale la libbra "attica" di g 327 divisa in 12 once e come unità di valore l'asse. Progressivamente (per l'evoluzione ponderale della moneta romana si farà riferimento alle indicazioni del prof. Parise - Università di Roma La Sapienza ma, va detto, i pareri degli studiosi sono tra loro discordi) l'asse perderà peso, sino a raggiungere, al tempo della 1^ guerra punica (264-241 a.C.) il peso di 270-280 g., in corrispondenza con l'adozione, come unità ponderale, della libbra Latina (che pesava 272 dei nostri grammi). A questo periodo si ascrive, secondo il prof. Parise, l'asse con il tipo "Giano/Mercurio", per arrivare poi, verso il 235-225 a.C., al Giano barbato/prua di nave a d." recante il segno del valore sia sul dritto che sul rovescio. A questo punto, che è quello a cui appartiene la moneta di fig. 1,  i multipli (quincussis, decussis) dell'asse avevano la stessa tipologia al rovescio e il segno del valore sulla prora, al dritto invece presentavano una testa femminile con elmo frigio, probabilmente Roma. I sottomultipli (1/3, 1/4, 1/6, 1/12 di asse, rispettivamente denominati triente, quadrante, sestante, oncia) avevano in comune al rovescio la prua di nave e  il segno del valore (rappresentato da un numero di globetti proporzionale al valore; il semisse faceva eccezione essendo contrassegnato da  una "S" = semi-asse). Al dritto ogni sottomultiplo riportava l'effigie di una divinità:  Giove il semisse ( Rovescio "S"), Minerva il triente ( Rovescio 4 globetti), Ercole il quadrante (R. 3 globetti), Mercurio il sestante (R. 2 globetti) e Bellona 1'oncia (R. 1 globetto) (v. bibl. rif.to 1a). Una progressiva riduzione del peso dell'asse lo porterà da librale a diventare prima semilibrale (peso 163,5 g), poi trientale, quadrantale ed infine, sestantale arrivando infine a pesare solo 54,6 g. Secondo Sydenham, ciò avverrà attorno al 187 a.C..
A seconda del diverso inquadramento temporale, anche l'interpretazione del tipo "testa di Giano barbato/prua di nave a d." è molto varia. Ad esempio Panvini-Rosati, che sposta al 335 a.C. l'inizio dell'emissione dell'aes grave, sostiene che la prua richiami la vittoria di Azio (338 a.C., anno della guerra che oppose Roma alla lega latina). Il prof. Parise, propone che Giano = Janus = Januarius, primo mese dell'anno, sia il segno del valore "I" che contrassegnava l'asse e che, con la prora di una nave da guerra, si volle celebrare la vittoriosa battaglia di Milazzo (260 a.C.) contro la flotta cartaginese e il successivo voto al tempio di Giano del 235 a.C. .
 

Caratteristiche della moneta di fig. 1: peso ~ 72 g; Q ~ 45mm
Il peso della moneta di fig. 1 è compatibile con il triente dello standard librale latino il cui peso era di 68 g (i quattro grammi di differenza con la moneta in esame sono spiegabili con le incertezze del processo di fusione; l'asse librale era troppo grande per essere coniato con incudine e martello ed era quindi prodotto per fusione su stampo); ciò consente di datare la moneta in esame al periodo della 1^ guerra punica, 264-241 a.C., secondo Parise, ovvero al periodo (222÷205 a.C.) secondo Sydenham [bibl. rif.1b], ovvero al periodo (225÷217 a.C.), secondo Crawford che descrive la moneta di figura 1 al n° 35-3a del suo catalogo (il n° 74 di Sydenham). L'immagine di fig. 2 è tratta dal Sear [bibl. rif.1c].

Dritto:
Il dritto della moneta è la testa elmata di Minerva a sinistra..

Rovescio:
Prua di nave a destra. In basso i quattro globetti che indicano il segno del valore (4 once, 1/3 di asse)

Il Sydenham attribuisce a questa moneta il grado 4 di rarità in una scala in cui il massimo 10. Secondo Sear [1c], se lo stato di conservazione è "bello" (intermedio tra "fior di conio" e "scarso"), la moneta vale 125 sterline (prezzo riferito al 1981).
 
 


[1] Bibliografia:
(1a) La moneta Greca e Romana - F. Panvini Rosati - L'Erma di Bretschneider 2000
(1b) The Roman Republican Coinage - E.A. Sydenham 1952
(1c)  Roman Coins and their values - David R. Sear - Seaby 1981
 
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