--------------------------------------------------------------------- Sailor Trek: Deep Space Nine A Sailor Paradox Epilogo - Addio, valorose guerriere! Storia originale di Bill Harris Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani --------------------------------------------------------------------- Ci fu un breve lampo di luce nell'aria prima che Pluto riapparisse alla Porta del Tempo. "Ho visto che il buon vecchio Ben e la sua ciurma ce l'hanno fatta." commento' Q senza voltarsi. "Si', l'hanno fatto." rispose Pluto, aggiungendo solennemente "Tutto e' come era prima." Q si volto' e la guardo' incerto, poi sospiro'. "Non avrei mai dovuto insegnarti la sapienza cosmica tutti quei secoli fa. Ora sembra che tu stia iniziando a parlare come la 'Guardiana del Tutto'." "Davvero, Q, dovresti lavorare di piu' sul suo senso dell'umorismo." commento' Pluto. "Moi?" rispose Q, sembrando scioccato. "Lavorare sul *mio* senso dell'umorismo? E' un complimento, detto da te. Ti conosco da prima della caduta del Silver Millennium e contando questo, sei gia' intervenuta una mezza dozzina di volte." "Vedo che stai lavorando sull'uso dell'iperbole" disse Pluto, alzando un sopracciglio. "Beh... Forse un poco." ammise. Schiocco' le sue dita e l'immagine della Defiant apparve di fronte a lui. "Bene, vedo una Sailor Senshi che sta venendo dalla mia parte dell'universo. Potrebbe essere interessante." Q senti' Pluto avvicinarsi a lui, poi senti' il suo tocco sulla spalla. Quando si volto' per guardarla, istintivamente si ritrasse, sorpreso, vedendo non solo la sua faccia arrabbiata, ma anche la Garnet Orb illuminata che lo minacciava. "Lasciala stare, Q. Ne ha avuto abbastanza, e in parte e' colpa tua." "E se non lo facessi?" le chiese, automaticamente. "Beh, allora sarebbe molto... *molto*... infelice per te." La battaglia degli sguardi sembro' durare un'eternita', ma alla fine Q sospiro'. "Va bene." "Grazie" disse Pluto, rilassandosi in qualche modo. "Ma penso che non sia giusto prendersela con me per il suo stato. Dopotutto, avevo avvisato Picard e Riker di non sparare quel siluro.' "Se tu non avessi portato le Sailor Senshi sull'Enterprise, non sarebbe mai successo." controbatte' Pluto. "E se tu tenessi i tuoi cari cattivi dalla tua parte del cosmo, non sarebbe stato necessario!" controbatte' a sua volta Q. "Non ne ho avuto la responsabilita', Q. E tu lo sai bene." "Potrai aver ragione." ammise Q. "Ma sai bene che non avevo altra scelta se non agire in quel modo. Altrimenti la tua preziosa Crystal Tokyo sarebbe una colonia Borg." Pluto non rispose direttamente, ma fece un lieve cenno di assenso. "Ora, anche se vorrei continuare questa piccola discussione, devo andare." Q sorrise, cercando di risollevare l'umore. "Lo sai che Jean-Luc ha una nuova nave stellare a sua disposizione? Ci andro' a dare un'occhiata... dopo avergli lasciato una buona dose di 'Te l'avevo detto!'." "Potresti ritardare per un poco?" chiese Pluto. "Perche? Non puoi sopportare i pensiero di non avermi qui attorno?" Pluto ruoto' gli occchi. "Difficilmente. Ma ho una cosa che non e' finita a cui devo partecipare... sulla Defiant." Q sospiro', agendo come se fosse un grosso inconveniente. In verita', si aspettava questa richiesta da Pluto. "Ma certamente." "Grazie." disse Pluto, svanendo. Odo entro' nella stanza quasi vuota, e il campo di forza all'entrata si riattivo' nel momento in cui entro'. Guardo' l'unico pezzo di mobilia con interesse. "Sei a tuo agio?" gli chiese. La sedia divenne una sostanza gelatinosa e alla fine si trasformo' in una forma umanoide con quasi le stesse caratteristiche di Odo. "Piu' o meno." disse il mutaforma. "Anche se non mi sento a mio agio confinato in questo posto." "Una precauzione necessaria, penso che capirai." disse Odo. "Specialmente a causa dei loro precedenti incontri con i mutaforma." Non si degno' di commentare, ma mosse le sue labbra come se le stesse stirando. "E' bello poter controllare di nuovo la mia forma e non dover cambiare secondo il volere di quel... qualsiasi cosa fosse." sospiro'. "Mi ci vorra' un po' di tempo per riprendermi da questa esperienza, tempo che passero' nella Grande Unione." Guardo' Odo. "Il capitano Sisko mi rimandera' nel Dominion?" "Ha detto che l'avrebbe fatto, dopo che saremo ritornati alla stazione." rispose Odo, guardando il mutaforma con una certa incredulita'. "Sarai portato nel Quadrante Gamma, dove vedremo di incontrare un vascello del Dominion." "Bene" disse. Sembro' notare che Odo stava ancora guardandolo con incredulita'. "C'e' qualcosa che non va?" "Si', c'e'" disse Odo. "Vedo che non ti interessi della morte di Sailor Mars." Alzo' le spalle. "Loro vivono e muoiono, Odo. Cosi' e' la loro vita." Odo sbuffo' e passeggio' per la stanza. "Non ci posso credere." borbotto'. Si fermo' e guardo' il mutaforma. "Non ti interessa, vero? Non ti interessa che due giovani ragazze erano disposte a sacrificare loro stesse per mettere a posto le cose per noi. Che quella che l'ha fatto, che ha sofferto molto a causa tua, e' stata in grado di buttarsi alle spalle il suo odio per salvarti la vita?" "Dovrebbe?" il mutaforma sembro' confuso. "Dopotutto, Odo, sono solo solidi." Odo guardo' il mutaforma per diversi momenti. Poi, disgustato, si volto' e ando' verso la porta. "No." disse enfaticamente. "Non sono *solo* solidi. E in situazioni come queste, penso che loro siano piu' di quanto noi vorremmo essere." Worf stava in piedi, in silenzio, nella sala siluri, continuando la sua veglia silenziosa sugli involucri contenenti le Sailor Senshi cadute. Dietro di lui, senti' la porta aprirsi, e qualcuno che gli si avvicinava e si era messo in piedi di fianco a lui. "Mi aspettavo di trovarla qui" disse Kira. "E' chiamato Ak'voh, giusto?" "Si'". Worf fu leggermente sorpreso del fatto che lo conoscesse. Era una vecchia tradizione, quando i compagni di un guerriero caduto ne controllavano il corpo per tener lontani i predatori finche' lo spirito non potesse fare il viaggio a Sto'vo'Kor. Il costume non era conosciuto all'esterno dell'Impero, e non era molto osservato in quei giorni. "Conosce bene le tradizioni Klingon, maggiore." "Non molto... Almeno finche' i Klingon non invasero Cardassia. Da allora, Jadzia mi ha aiutato a velocizzare la conoscenza della cultura Klingon." "Vedo." Worf prese l'opportunita' di guardarla, poi torno' a guardare avanti. "Come va il braccio?" Kira guardo' il suo braccio sinistro, che era tenuto da un laccio, e piego' le dita sperimentalmente. "E' rigido e fa un male del diavolo. Ma il dottor Bashir dice che sara' a posto in qualche giorno." Worf annui', e non fece altri commenti. Dopo alcuni istanti, Kira sospiro' "Aveva ragione." "Riguardo a cosa?" "Quando siamo entrati in questo universo, mi ha detto che non le avrei dovute chiamare solo un gruppo di ragazzine se le avessi viste in azione. Beh, aveva ragione." Worf non rispose subito. Aveva fatto lo stesso errore al suo primo incontro con le Senshi. Anche se il suo primo incontro con Usagi non fu del tutto piacevole. Kira parlo' prima che potesse dire qualcosa. "Se non le dispiace, vorrei stare qui un poco." Un piccolo sorriso si apri' sul suo volto. "Ad evitare che i predatori arrivino." "Non mi dispiace, ma... se posso chiederlo... Perche'?" "Rei." rispose "Quando l'ho conosciuta bene, ho visto molte cose di lei che mi ricordavano me stessa." "Cioe'?" Kira si fermo', cercando di mettere in voce le sensazioni. "Abbiamo diverse cose in comune. Abbiamo perso la madre in tenera eta', entrambe combattiamo contro invasori alieni sui nostri pianeti. In piu' abbiamo le nostre credenze spirituali." "Ed entrambe avete un brutto carattere." disse Worf. "Senti chi parla!" disse Kira. Quando Worf decise di non rispondere, continuo' "Ma soprattutto, ho visto in lei qualita' che potevano essere state parte della mia vita, se non fosse stato per i Cardassiani... Se non avessi dovuto entrare nella Resistenza." Worf annui' "Penso di capire." Sentirono la porta aprirsi. "Uh... Comandante... Maggiore?" disse una voce esitando. Si voltarono a vedere O'Brien. "E' ora." Rei si sedette pesantemente sui gradini del tempio "E' stata una giornata pesante, dall'inizio." Lascio' andare un sospiro di frustrazione. "Ma sono contenta che sia finito tutto. Da quando Dax e la mia controparte sono venute a trovarmi, ho cercato quel mutaforma dappertutto." "Oh, ecco perche' ti comportavi cosi' stranamente oggi." osservo' Ami. "Proprio cosi'." Rei noto' Usagi che la guardava. "Che c'e'?" "Sapevi che cosa sarebbe successo oggi?" le chiese in maniera accusatoria. "Beh, non proprio tutto, ma..." "E NON HAI DETTO NULLA?!?" La bocca di Rei si mosse diverse volte, ma non disse nulla, scioccata dalla reazione di Usagi. Ci volle Luna che disse "Dalle il modo di spiegare il suo punto di vista, Usagi. Sono sicura che Rei aveva una buona ragione per non dir nulla." Usagi sposto' lo sguardo sulla gatta. "E qual'e' la tua storia, Luna? Ti stavi comportando stranamente anche tu!" "Sapevo che stava succedendo qualcosa di strano" ammise Luna. "Dopotutto, ho incontrato il mio doppio sull'albero la notte prima. Ma con il suo camuffamento, non pensavo che fosse altro che un altro gatto. Avevo solo una strana sensazione che e' durata tutta la giornata." "E nel mio caso, ho incontrato la mia controparte solo pochi minuti prima della battaglia." disse Ami. "Ma in quel momento, Luna ed io ci eravamo gia' separate da voi due. L'unica cosa che potevo fare era cercare di tornare dove eravate." "Va bene." disse Usagi, tornando con lo sguardo verso Rei. "Ma..." "Ma niente!" le rispose Rei. Si alzo' e guardo' Usagi dritta negli occhi. "Non ho detto nulla perche' mi hanno detto di non farlo! Perche' hanno detto che se l'avessi fatto, se le cose non fossero andate avanti come dovevano, quel mutaforma non sarebbe stato li'. E loro non avrebbero avuto nessuna idea di come e dove avrebbe colpito di nuovo." Si fermo' e prese un lungo respiro. "Considerando come ha imitato Tuxedo Kamen, poteva provare a trasformarsi in chiunque la prossima volta. Magari come me, o Ami, o anche tua madre! E ti avrebbe uccisa, come ha fatto nel passato dell'altra Rei." "Io... non ci avevo pensato." disse Usagi. "E cosa stavi pensando?" chiese Rei. "Pensavi che non avevo detto nulla perche' non mi importa che tu ti faccia del male? O che tu venga uccisa? E' quello? E che tipo di persona credi che io sia?" "Mi dispiace" borbotto' Usagi tristemente. "Sara' meglio!" Rei continuo' arrabbiata. "Nonostante il fatto che tu sia una frignona, una mocciosa, non voglio che ti venga fatto del male!" "Beh, io... HEY!" Usagi cambio' umore rapidamente, arrabbiandosi istantaneamente. "Ritiralo!" "Non puoi negare la verita'!" rispose Rei. Luna sospiro' mentre la discussione continuava. 'Penso che dovro' dividerle... ancora.' Poi noto' che Ami sembrava non interessata alla lotta, visto che aveva aperto il suo computer istanti prima e lo stava guardando intensamente. "Che c'e', Ami?" La ragazza si scosse, leggermente spaventata. "Oh, ho ricevuto un messaggio." "Un messaggio?" Luna si acciglio'. Chi poteva sapere come mandare un messaggio ad Ami sul suo computer? "E da chi?" "Dalla mia controparte." sussurro'. Nonostante la voce bassa, sembro' che la frase penetrasse la battaglia verbale fra Rei e Usagi. Si voltarono, e la guardarono. "Dalla te stessa del futuro?" chiese Usagi. "Che cosa dice, Ami?" aggiuse Rei. Ami inizio a leggere a voce alta: Ami, (E' davvero strano scrivere un messaggio a me stessa!) Ho programmato che questo venisse inviato al tuo computer se la nostra missione avesse avuto successo. Usagi e' salva, e voi tre potete continuare la vostra missione: cercare la Principessa della Luna e combattere le forze della Negaverse. Ho calcolato un'alta percentuale che io o Rei o entrambe non sopravviveremo a questa battaglia. Se e' cosi', non preoccupatevi per noi. Il nostro successo causerebbe la distruzione del mondo da cui proveniamo... E molto probabilmente cesseremmo di esistere subito dopo. Ma non importa, visto che il fallimento sarebbe un prezzo troppo alto per noi: vedere Usagi morire ancora, e il mondo cadere sotto la Negaverse senza tutte le Sailor Senshi a combattere assieme. Ci sono molte cose che potrei dirvi e che potrebbero aiutarvi nella battaglia. Il sapere di altri trucchi della Negaverse, dove trovare altri che vi aiuteranno, ed altro. Ma mi e' stato chiesto di non darvi molte informazioni. Percio' ho paura che dovrete scoprire tutto nel modo piu' duro. Ma so che voi tre vincerete alla fine. Vi auguro le migliori fortune, Ami Sailor Mercury. "Ora ricorda" stava dicendo Bashir entrando in plancia tenendo in braccio Mercury. "Sei appena uscita dalla sala operatoria, percio' non fare nulla che porti ad uno sforzo, come stare in piedi. Dopotutto, hai delle microsuture interne che stanno tenendo insieme i tuoi organi." "Va bene, dottore" rispose. Soddisfatto, Bashir ando' alla stazione Tattica Uno e la accomodo' sulla sedia. Nel frattempo Luna, con la pelliccia nuovamente al suo colore naturale, salto' dall'angolo di una delle console di Sisko e salto' in grembo ad Mercury. Quasi come una risposta automatica, lei inizio' a grattare la gatta fra le orecchie. Dax guardo' dal timone. "Siamo in posizione, Benjamin. Una AU dal sole, sul lato opposto rispetto alla Terra." "Molto bene, Dax." disse Sisko. "Mantenere la posizione." Invece di essere seduto sulla sedia di comando, era in piedi dietro ad essa. Allineati al suo fianco c'erano gli altri ufficiali superiori, con Bashir che stava vicino alla sedia di Mercury come una madre preoccupata. Solo Dax era seduta alla sua stazione e, dopo aver sistemato il timone per mantenere la posizione, si alzo' a ando' ad allinearsi con gli altri. "Chiamata generale attiva, capitano." disse Kira. Sisko annui' e si preparo' a parlare, ma senti' un lieve rumore dietro di lui. Guardando indietro, non sembro' sorpreso di vedere Sailor Pluto che stava in piedi sul retro del ponte. Lo ringrazio' silenziosamente, ma non disse o fece altro. Guardando lo schermo ancora una volta, Sisko prese un profondo respiro, ordinando i suoi pensieri. Anche se necessario, era uno dei doveri del comando che odiava. "Siamo qui riuniti oggi per dare l'ultimo saluto ai nostri onorevoli morti." inizio'. "A coloro che sono caduti in battaglia e hanno dato la misura della loro piena devozione. "Kino Makoto, conosciuta come Sailor Jupiter, Aino Minako, conosciuta come Sailor Venus, ed Artemis. Molti di noi non hanno avuto l'occasione di conoscerli. Infatti pochi di noi li hanno incontrati poco prima che morissero. Ma il fatto che abbiano combattuto per salvare il loro mondo, nonostante sapessero che le possibilita' di successo fossero minime, parla bene di loro. "Ma e' un discorso diverso per Hino Rei, conosciuta come Sailor Mars. Abbiamo potuto conoscerla negli ultimi giorni. Brutto carattere, ma un amore appassionato per la vita... ma ancora di piu' per le sue amiche. Ha deliberatamente sacrificato la sua vita per salvare Sailor Moon... e non era l'unica pronta a questo sacrificio." Guardo' Mercury con la coda dell'occhio. La sua faccia era senza espressione, ma le lacrime e lo sguardo negli occhi esternavano i suoi sentimenti. Sentimenti che erano identici in Luna, e nel resto dell'equipaggio. "Nel suo gesto, ha assicurato non solo il futuro del suo mondo, ma anche l'esistenza del nostro. Non potremo mai ripagare il debito che le dobbiamo." Dopo aver finito, Sisko annui' a Worf. Il Klingon premette un controllo sul pannello delle armi, attivando la sequenza di lancio dei siluri e i tre contenitori con i corpi vennero lanciati dai tubi. Artemis e Venus vennero messi nello stesso contenitore, dietro insistenza di Luna. Quando i contenitori svanirono dalla vista nella luminosita' del sole, Kira parlo' "Noi affidiamo i loro corpi alla vastita' dello spazio e al fuoco della loro stella natia, nella speranza che i loro spiriti possano trovare la pace. Possano camminare con i Profeti." Quando ebbe finito, il computer esegui' un'altra sequenza preprogrammata, sparando dei colpi a bassa energia dai phaser ad impulso. Ventuno in tutto. "Ai vostri posti." disse Sisko dopo diversi momenti. Quando l'equipaggio torno' alle proprie stazioni, Pluto diede a Mercury e a Luna un saluto silenzioso prima di svanire. Sisko si sedette alla sua sedia di comando e disse "Tracciare la rotta per il wormhole. Un quarto di impulso." "Rotta e velocita' impostate." rispose Dax, dopo aver dato i comandi al timone. Sisko si fermo' prima di dare l'ordine di attivare i motori e guardo' Mercury. Lei e Luna non si erano mosse, guardavano lo schermo. Sperava che questo le potesse aiutare ad iniziare il processo di guarigione, e che potessero essere capaci di ricominciare una nuova vita su Deep Space Nine. Ma sapeva da esperienze personali che non sarebbe stato facile. Ci erano voluti anni per lasciare alle spalle la morte di Jennifer a Wolf 359. E stava facendo loro un favore a portarle su Deep Space Nine? Dopotutto non era un paradiso pacifico, con i problemi causati dalla rottura dell'alleanza coi Klingon, i Maquis, la costante ed incombente minaccia di guerra con il Dominion e molti altri. Solo i Profeti sapevano di certo cosa riservava il futuro. Tutto cio' che sapeva davvero era che lui e il suo equipaggio avrebbero fatto di tutto per aiutarle nel nuovo mondo. Torno' a guardare il timone, dove Dax stava attendendo pazientemente il suo ordine. "Portaci a casa, vecchio mio." disse con una voce stanca e addolorata. "Portaci a casa." ---- THE END
A Sailor paradox - 7 |