--------------------------------------------------------------------- Space -- The final frontier. These are the voyages of the starship Enterprise. It's continuing mission - to explore strange new worlds... to seek out new life and new civilizations... to boldly go where no one has gone before. Sailor Trek: The Next Generation Un Borg da ricordare... Capitolo 4 - Q's and Answers Storia originale di Bill Harris Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani --------------------------------------------------------------------- Ci fu un silenzio di tomba dopo che Worf ebbe fatto il suo rapporto. La prima che diede voce alla sua frustrazione fu Jupiter. "Grande! Cosi' Usagi si trovera' nel mezzo del fuoco incrociato quando attaccheranno quella cosa!" Riker si avvicino' a Picard. "Riusciamo a malapena a sostenere l'attacco di una nave Borg." osservo' a bassa voce. "Ora, come possiamo badare a tre di esse, chiudere il flusso quantico e recuperare Sailor Moon, *il tutto* nello stesso momento?" Picard non rispose alla domanda. Al momento non aveva idea di cosa si potesse fare. "Merde" disse sottovoce. Le due navi Borg stavano aspettandoli quando uscirono dalla curvatura. Picard tremo' internamente alla visuale sullo schermo. Come Riker aveva osservato, un'unica nave Borg era gia' complessa da affrontare. La Flotta Stellare aveva approntato una flotta di quaranta navi stellari a Wolf 359... e ne aveva perse trentanove. E' stato solo un colpo di fortuna che l'Enterprise riusci' a fermarli nei pressi della Terra. Ma tre? Era un incubo fatto realta'. I due cubi normali si affiancarono alla nave di Rubeus. I tre grossi vascelli si fermarono, apparentemente ad osservarsi. "Ci tenga fuori dalla linea di fuoco, ensign." ordino'. "Si' signore." "I Borg stanno chiamando Rubeus." disse Worf. "Sentiamo, signor Worf." disse Picard. Il Klingon tocco' un controllo, e la voce dei Borg usci' dagli altoparlanti. Picard noto' simpaticamente che le senshi si spaventarono quando sentirono quella fredda, voce meccanica. Ebbe la stessa reazione quando la senti' per la prima volta, circa tre anni prima. E la sentiva ancora nei suoi incubi. "Noi siamo i Borg. Il vostro tentativo di scissione dalla collettivita' non avra' successo. Verrete riassimilati subito. Le vostre caratteristiche biologiche e tecniche verranno di nuovo unite alle nostre. La resistenza e' inutile." Il silenzio cadde sul ponte, attendendo la risposta di Rubeus. "Non penso proprio." Immediatamente le due navi Borg iniziarono a far fuoco contro i rinnegati, con scariche di energia che uscivano dallo scafo. Si vedevano diversi raggi traenti che si scaricavano sulla superfice dei rinnegati. "Ora si fa interessante." commento' Riker. Diversi raggi trancianti vennero sparati, e causarono grosse falle nello scafo. "Perche' non fanno nulla?" chiese Jupiter. La nave di Rubeus sembrava ignorare i suoi attaccanti, nonostante i danni che stava subendo. Poi inizio' ad illuminarsi... Poco dapprima, poi aumento' di intensita'. "I sensori sono andati fuori scala" fece rapporto Ramirez, che si era messo al posto di Data. Il bagliore aumento' nuovamente, e tutti in plancia cercarono di schermarsi gli occhi. Quando sembro' non poter aumentare oltre, un accecante raggio di energia parti' dalla nave di Rubeus e colpi' una nelle navi Borg. Un altro bagliore oscuro' temporaneamente lo schermo che si spense per un attimo. Quando torno' l'immagine, tutto cio' che rimaneva del cubo Borg era una nuvola di detriti. "Oh mio Dio!" disse Troi. "Che diavolo era quello?" chiese Riker. Worf controllo' i sensori. "Stanno usando un'arma dall'immenso potere distruttivo. Tipo sconosciuto." La nave rimasta continuo' a far fuoco, con maggiore intensita'. "Sto rilevando danni struttirali alla nave di Rubeus, ma non sufficienti per metterla fuori uso." "Un'arma che puo' distruggere una nave Borg con un colpo. Roba da non credere!" osservo' Picard a bassa voce. La nave di Rubeus riprese ad illuminarsi, evidentemente pronta a sparare di nuovo. "Picard a Data. Il siluro modificato e' pronto?" "Quasi, signore. Stimo che mi serviranno altri cinque minuti." "Forse non li avremo, signor Data." "Si signore." rispose la voce calma dell'androide. La luce dallo schermo comincio' ad aumentare fino ad un'intensita' accecante nuovamente. Fuori, la nave Borg rimasta inizio' incredibilmente a ritirarsi, ma venne bloccata da un raggio traente della nave Borg rinnegata. "Non ci posso credete" disse Mercury quando fini' le sue analisi della nuova arma. "Quell'impulso di energia!" esclamo'. "E' del cristallo d'argento! In qualche modo sono riusciti ad usarlo come un'arma!" "Impossibile!" disse Luna. "Non possono usarlo finche'..." la sua voce svani'. "E' viva, Luna." le disse Mamoru, con la voce che non dava adito a dubbi. Ma la sua espressione era costernata. Come era possibile che Rubeus potesse usare il cristallo d'argento come arma? Usagi non gliel'avrebbe mai dato, non finche' viveva. E finche' viveva, Rubeus non avrebbe potuto controllarlo. Ma allora, come poteva farlo? Ebbe la sensazione di non voler conoscere la risposta. Lo schermo si illumino' di nuovo, e l'altro vascello Borg divento' una nuvola di detriti. Allontanandosi dai rottami, la nave Borg rinnegata inizio' ad avvicinarsi all'Enterprise, con una luce bianca che la circondava e che cresceva di intensita'. "Penso che siamo nei guai." Venus disse capendo la situazione. "Capitano" disse Worf "Stanno puntando le armi su di noi!" "Si'! Siamo decisamente nei guai." Picard stava per ordinare manovre evasive, ma la voce di Data arrivo' dall'interfono. "Signore, il siluro e' pronto e caricato nei tubi." A Picard venne una strana idea, quasi dettata dalla disperazione. "Dati dei sensori sulla posizione del flusso quantico." ordino'. "Lettura: due quattro sette punto cinque." rispose Ro. "Distanza centomila chilometri." "Rotta due quattro sette punto cinque. Curvatura nove. Voglio uscire dalla curvatura al punto indicato dai sensori, proprio sul flusso." Riker guardo' il suo capitano. "La manovra Picard?" "Una leggera variazione, Numero Uno." rispose il capitano. Ro annui'. "Pronti, signore." Sullo schermo, la nave Borg stava aumentando la luminosita'. Picard porto' la sua mano sinistra avanti. "Siluro pronto. Engage!" Un osservatore esterno sarebbe stato impressionato. I motori a curvatura spinsero la nave rapidamente, tanto che sembro' svanire per un breve istante. Allo stesso istante, la nave Borg attivo' la sua arma dove si trovava l'Enterprise. Ma stranamente, il raggio devio', seguendo e colpendo la nave stellare nel momento in cui usci' dalla curvatura. Ci fu un grosso lampo di luce, e l'Enterprise svani'. "Eccellente." Rubeus guardo' con soddisfazione. Al contrario delle navi Borg, sembro' che la distruzione dell'Enterprise non avesse lasciato il minimo detrito. La sua nuova arma l'aveva fatta svanire dal piano dell'esistenza. Peccato. Avrebbe voluto avere un trofeo, per ricordarsi il suo trionfo sulle Senshi. Il cilindro di Tuxedo Kamen, per esempio. Dopo alcuni istanti, torno' ai suoi affari. Prima doveva attraversare il flusso quantico verso il suo universo nativo. Poi andare a Crystal Tokyo. Nessuno, neanche la stessa Queen Serenity, sarebbe riuscito a fermarlo questa volta. In qualche piano sconosciuto dell'esistenza, una potente entita' osservava. Rubeus era un pazzo arrogante. Anche Worf aveva piu' cervello di lui. Ci fu un lampo di luce accecante sul ponte, e il pavimento rollava violentemente. Ro e Ramirez si aggrapparono alle loro postazioni, mentre gli altri venivano sbattuti come bambole, visto che gli smorzatori inerziali non riuscivano a reggere. In plancia, diversi pannelli esplosero, e le luci fluttuarono, per poi diminuire ai livelli di stato di emergenza. Finalmente, come era iniziato, fini'. Picard senti' diversi lamenti provenire dal ponte oscurato, quando si rimise in piedi. Sussulto' per le varie botte ed escoriazioni subite, ma cerco' di concentrarsi sullo stato del suo equipaggio. "State tutti bene?" "Piu' o meno" gli rispose Mars, tenendosi la spalla sinistra. Piego' l'arto per provare. Faceva male, ma sembrava piu' o meno funzionale. Qualsiasi ferita avesse, poteva aspettare. Mercury attivo' il visore inizio' a controllare il ponte. Sul visore ogni individuo venne esaminato a turno e veniva fatta una veloce diagnosi. "Botte ed escoriazioni per la maggior parte, sebbene il comandante Riker abbia un polso fratturato. E..." La voce angosciata di Venus la interruppe. "Artemis!" prese il gatto molto attentamente. "E' solo... una zampa rotta, Minako." la rassicuro'. "Niente di troppo serio." "Fortunatamente e' una frattura composta" continuo', facendo una scansione piu' dettagliata. "Dovrebbe guarire naturalmente una volta bloccata." "Possiamo fare di meglio." le rispose Picard. "Plancia ad infermeria." Silenzio. "Plancia a sala macchine." Dopo alcuni istanti, "Il sistema interno di comunicazione dev'essere guasto. Ensign Ro, vada verso la sala macchine. Mi faccia un rapporto danni." "Si signore" rispose la Bajoriana che aveva gia' aperto il pannello del tubo di Jeffries. Anticipando l'ordine del capitano, Ramirez stava gia' aprendo il kit di emergenza medico che si trovava nella parte anteriore della plancia. Picard annui' approvando. Il passo sucessivo era l'accertamento delle condizioni della nave. Ci sarebbe voluto un po' perche' Ro raggiungesse la sala macchine, ma fortunatamente c'era un'alternativa. Non che potesse fare qualcosa con l'informazione, ma era meglio che attendere. "Mercury, puoi fare una scansione dettagliata del resto della nave?" "Penso di si'" rispose, e inizio' a lavorarci. Cambio' l'intensita' delle scansioni, guardando oltre il ponte e controllo' le altre parti della nave. Mentre stava lavorando, Ramirez fece cio' che poteva per curare i feriti. In breve uso' il rigeneratore scheletrico nel kit medico per chiudere la frattura del polso di Riker e della zampa di Artemis, dopo che Worf l'ebbe messa in posizione. "Il vostro generatore principale e' disattivo, come i sistemi ausiliari." inizio' il rapporto Mercury. "Il supporto vitale e' sulle batterie, ma la struttura sembra intatta, e rilevo letture di forme di vita." "E i Borg?" Scosse la testa. "Non li rilevo." poi si acciglio' "Strano... Non rilevo nulla all'esterno della nave." "Signor Worf, lo schermo principale funziona?" Worf torno' al tattico e cerco' di armeggiare ai controlli. "Negativo signore. Siamo sulle batterie. Tutti i sistemi della plancia sono disattivati." "C'e' un solo modo per scoprire che c'e' la' fuori." disse Riker, dirigendosi nella sala tattica. Quando gli altri lo seguirono, lo sentirono esclamare "Che diavolo?" Il gruppo delle Sailor Senshi e del personale della flotta guardarono fuori dalle finestre della sala tattica. Fuori non videro l'usuale oscurita' dello spazio inframmezzato dalle stelle, ma solo una grigia foschia senza forma. Era come se l'Enterprise fosse immersa in un banco di nebbia. Venus fu la prima a parlare. "Che e' successo? Siamo morti?" "Non mi sento morta!" le rispose Mars. "Beh, ma com'e' che non siamo stati distrutti?" chiese Jupiter "Pensavo che quei cubi Borg fossero piu' potenti di questa nave." "Non guardare la trave nell'occhio" Riker guardo' Venus con sguardo incerto, poi sussurro' a Mercury "Ma e' sempre cosi'?" Leggermente imbarazzata, annui' mentre Artemis sospiro'. Worf estrasse un tricorder. "Il tricorder non sta registrando nulla. E' come se l'universo fuori dalla nave non esistesse." "Non rilevo altro" aggiunse Mercury. Aveva ancora il visore attivo e lo stava usando in congiunzione col computer. "Tutte le letture spazio-tempo sono a zero." "Stai dicendo che... non siamo da nessuna parte, Mercury?" chiese Tuxedo Kamen. "Una buona scelta di parole" disse una voce invisibile. Riker si lamento', visto che era familiare a tutto l'equipaggio. In un lampo di luce, Q apparve nella sala tattica, sedendosi al posto abituale di Picard, a capo tavola. "Diciamo che siete fuori dai normali confini dello spazio e del tempo. Almeno per quanto le vostre menti limitate lo possano comprendere." Le senshi lo guardarono, incerte su chi o cosa fosse. Picard sapeva benissimo con chi aveva a che fare. "Q. Era ora che ti facessi vedere." L'entita' si alzo' e si avvicino' al capitano, sembrando alquanto addolorato. "Mi sarei aspettato un minimo di gratitudine da te, Jean-Luc. Dopo tutto ho appena salvato la tua preziosa nave e l'equipaggio da un destino abbastanza ignobile portandovi fuori dallo spazio e dal tempo prima di esplodere." "Ma non prima che la nave venisse danneggiata e parte del mio equipaggio ferito." "Oh..." Q scrollo' le spalle. "Non c'e' danno che non possa venir riparato e il riposo che vi assicurero' potra' curare le vostre piccole ferite." "Hai programmato tutto tu, vero?" lo accuso' Riker. L'entita' fece nuovamente spallucce. "Se intendi che io abbia portato Sailor Urlatrice Moon e le sue compagne Senshi, assieme al cavaliere mascherato e ai due felini parlanti, allora la risposta potrebbe essere si'." Guardo' il capo della sicurezza. "Oh, si e' ristabilito il tuo udito, Microcervello?" Worf lo guardava stoicamente, trattenendo la sua collera, visibile solo nei suoi occhi. Dopo aver ridacchiato un attimo, Q guardo' Picard con un'espressione piu' seria. "Comunque non ho nulla a che fare col fatto che Rubeus e' qui. Ha fatto tutto da solo." "E perche' ci hai portate qui?" chiese Jupiter. "Pensavo che fosse ovvio, anche per una col tuo intelletto limitato." le rispose. Jupiter lo guardo' e fece un passo minaccioso verso di lui. Venus le pose una mano sulla spalla "Ferma, Jupiter. Sta solo cercando di provocarti." "Non e' difficile" sorrise Q. "Davvero, Worf, dovresti conoscerla meglio. E' perfetta per te. E vice versa. Dopotutto, a lei ogni maschio assomiglia al suo vecchio fidanzato." Lo fece. Quel verme aveva oltrepassato il limite. Makoto chiamo' il suo potere, intenzionata a bombardarlo. "SPARKLING WIDE..." "No, Mako!" grido' Luna. Era come un duello vecchia maniera. La senshi infuriata stava da una parte del tavolo, pronta a scagliare il suo attacco, mentre Q stava fermo, con un sorriso sulla faccia. "...PRESSURE!" Il disco di energia elettrica attraverso' la lunghezza del tavolo e colpi' Q in pieno, con il suono di una scarica elettrica. Picard poteva scommettere di aver visto per un attimo uno scheletro dove Q stava, in mezzo alla tempesta elettrica. Quando fini', Q stava ancora li', con i suoi capelli comicamente ritti. "Scioccante!" schiocco' le dita e i suoi capelli ripresero la pettinatura originale. Alzo' il palmo della mano e una piccola sfera di elettricita' danzava sopra di essa. Giochicchiandoci come con una palla da baseball, chiese "Pensi di poterlo fare anche tu?" Il capitano si interpose fra Jupiter e l'entita' "Q." "Oh, non ti preoccupare, Picard. Le voglio far sfogare le emozioni." Q fece un gesto e la palla di energia svani'. Guardando Jupiter, la sua voce divenne piu' seria. "Per questa volta." Ma Makoto non era ancora soddisfatta. "Perche tu..." Mars e Venus si mossero per fermare la compagna. "Non ora, Jupiter. Non possiamo aiutare Sailor Moon se lasciamo che questo verme ci abbatta." le disse la bionda. "Verme?" Q sospiro'. "E' un complimento da qualcuna che non riesce neanche ad avere un ragazzo." Venus lo guardo', e Mars si trovo' nell'inaspettata posizione di dover calmare qualcun altro. Di solito era lei quella che doveva venir calmata. Artemis salto' sul tavolo. "Sai, Guinan ha davvero ragione su di te. Sei assolutamente incontentabile, senza possibilita' di ritegno." L'entita' si doveva davvero sentire petulante. "E per un gattino, certamente tu hai una grossa bocca... Senza pensare a certi atteggiamenti. Forse questo ti aiutera' a rilassarti." disse Q, schiccando le dita. Il gatto svani'. "ARTEMIS!" esclamo' Luna. Venus salto' Mars, che non cerco' neanche di fermarla, e si avvicino' come una furia all'entita'. "Che gli hai fatto?? Riportalo qui!" gli ordino', puntandogli un dito in faccia. "Lo sai? E' carino il modo in cui sbuffano le tue narici quando ti arrabbi." "Dove l'hai mandato?" chiese Luna. "Oh, sta bene." la rassicuro'. "Ed e' ancora sulla nave. Ponte cinque, stanza tre quattro sette per essere preciso." Riker sembro' confuso. "L'alloggio di Data? ma perche'..." "Oh no!" lo interruppe Troi. "E' Spot. E' in calore." Uno strano silenzio calo' nella stanza. Alla fine Mamoru chiese "Chi e' Spot?" "E'... la gatta di Data." rispose Riker. Un incorreggibile Q ridacchiava ai loro sguardi, mentre Luna e Venus sembravano tanto furiose da volerlo uccidere. "Riportalo qui! O io..." "O tu cosa? Mi legherai con la tua catena dorata?" Q stava chiaramente divertendosi. "Mi piacerebbe vederlo." Picard vide che la situazione stava andando fuori controllo rapidamente, e intervenne prima che Q esasperasse troppo le senshi. "Abbiamo giocato abbastanza, Q" disse. "Se sei venuto qui per un qualche motivo, suggerirei di arrivare al punto. E riporta qui Artemis subito!" "Oh, molto bene." disse con un sospiro e schiocco' le dita. Artemis riapparve sul tavolo. Ami cerco' di far rientrare la conversazione. "Ci hai portato qui per aiutare l'Enterprise ad affrontare Rubeus, giusto?" "Si!" ando' verso Mercury, con un sorriso sulla faccia. "E' bello avere qualcuno intelligente qui intorno." Guardando Riker e Worf, aggiunse "Sarebbe uno scambio vantaggioso." Mercury si acciglio': era stata alla sua presenza per pochi minuti, ma aveva capito come mai Guinan e gli altri dell'Enterprise non lo sopportavano. "Non sono sicura che sia un complimento, detto da te." Un'espressione scioccata apparve sulla sua faccia. "Che rudezza! Comunque, per rispondere alla vostra domanda, si', e' quella la ragione per cui vi ho trasportate qui. Sapevo che Picard e la sua banda non avrebbe avuto possibilita' contro un gruppo di Borg rinforzato dal potere di Rubeus. Comunque non avevo previsto che Sailor Moon venisse presa prigioniera... o che Picard stesse quasi per far distruggere la sua preziosa nave. Davvero, Jean-Luc, e' stato un po' insensato da parte tua." "Perche' ci hai salvati, Q?" chiese Picard. "Una mia debolezza, Jean-Luc. Ho scoperto che non avrei potuto sopportare un universo senza Worf come avversario." L'ufficiale Klingon non lo degno' di un commento. Dopo tutto, non c'era onore nel permettere a Q di essere un suo antagonista. "Va bene, ma perche' portare qui la nave?" chiese Tuxedo Kamen, indicando il vuoto all'esterno. "Perche' non hai semplicemente protetto la nave e non ci hai lasciati dove eravamo?" "La risposta, ragazzo mascherato, e' che io ho potuto vedere che non eravate pronti per affrontare Rubeus e la sua banda. Avete bisogno di tempo per pianificare, per prepararvi. E lo avrete. Una piccola cortesia da moi. Quando sarete pronti, vi trasportero' al luogo della battaglia." Picard guardo' Q. C'era qualcosa di strano nella risposta, ma non era il caso di intervenire. Ci sarebbe stato tempo piu' tardi. "E se i Borg usasssero il cristallo d'argento contro di noi di nuovo?" chiese Troi. Q fece il gesto di lasciar perdere. "Se ci proveranno, non avra' effetto." "Che vuoi dire con questo?" chiese Mars. "Semplice, piccola lanciafiamme." Mars lo guardo' "Se sono stato in gradi di proteggervi una volta, saro' in grado di farlo di nuovo. Ed ancora se necessario. Ma mi spiace. A parte qualche piccola informazione, questo e' tutto cio' che posso fare per aiutarvi. Altri..." lo disse guardando il soffito "... hanno imposto... restrizioni sul mio operato." "Ci vuoi aiutare?" chiese incredulo Tuxedo Kamen. "Che tu ci creda o no, si'!" rispose fermamente Q. "E questo e' il mio primo aiuto: quando la nave Borg attraversera' il flusso quantico, i loro sistemi di energia saranno temporaneamente debilitati a causa del passaggio. Ma voi non avrete questo handicap. Sara' possibile per te teletrasportarti sulla nave e recuperare la tua amata. Perche' tu lo voglia fare, non lo capisco comunque." Picard ignoro' il commento sarcastico di Q e bado' all'informazione ricevuta. "Debilitati?" Gli venne in mente una strategia, e si volto' verso Riker. "Il disco deflettore principale." Il primo ufficiale sembro' incerto. "Non ha funzionato l'altra volta." "Ma quella nave era preparata a subirlo, ed era alla massima potenza. Questa nave che incontreremo avra' le sue riserve di energia assorbite dal passaggio." Se possiamo credere a Q, penso'. "Potrebbe funzionare questa volta. Dovremmo fare in modo che LaForge inizi al piu' presto le modifiche, dopo che le riparazioni saranno completate." Appena detta questa frase, l'illuminazione principale torno' attiva, accompagnata dalla chiamata del sistema di comunicazione. "LaForge a capitano Picard." "Qui Picard. Com'e' la situazione comandante?" "Ho appena riattivato l'energia di riserva, signore, e sto lavorando per ripristinare l'energia principale. Non so come, ma qualsiasi cosa ci abbia colpito, ha fatto saltare i rele' della maggior parte dei ciruiti della nave. Siamo stati impegnati per riattivarli. E' tutto, assieme a leggeri danni allo scafo." Q sorrise, "Ve l'avevo detto." Picard lo guardo' un attimo. "Geordi, una volta finito, voglio che inizi a modificare lo scudo deflettore principale come ha fatto quando abbiamo incontrato i Borg la prima volta. Il comandante Riker le fornira' i dettagli." La voce di LaForge sembro' insicura. "Si signore." "Che facciamo nel frattempo?" chiese Venus. "Potreste andare a fare spese sul ponte ologrammi." suggeri' Q, guadagnandosi uno sguardo assassino dalle senshi. Picard alzo' gli occhi al cielo per un attimo. Sembrava che Q fosse in gran forma in questa particolare visita. Una volta ancora Picard avrebbe desiderato che... se ne andasse e non tornasse mai piu'. "Odio dirlo, ma quella del ponte ologremmi non e' una cattiva idea. Potremmo programmare una serie di simulazioni." suggeri' Riker. "Abituarle a lavorare con noi, e far vedere loro cosa potrebbero trovare su una nave Borg.' Picard annui' approvando. "Buona idea, Numero Uno. Worf, Data ed io lavoreremo con loro, mentre lei pianifichera' la tattica per la battaglia fra le due navi." Inizio' ad andare verso la porta, ignorando gli sguardi sorpresi sulle faccie di Riker e di Troi. "Signore?" chiese incerto. Picard si fermo' e guardo' il suo primo ufficiale. "Io guidero' l'away team, Numero Uno." Q sorrise deliziato. "Oh, sara' divertente!" ---- TO BE CONTINUED
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