Sailor Trek: The Next Generation

Un Borg da ricordare...

Epilogo - Il party di addio

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission - 
 to explore strange new worlds...
 to seek out new life and new civilizations...
 to boldly go where no one has gone before.


                Sailor Trek: The Next Generation
                     Un Borg da ricordare...

                  Epilogo - Il party di addio

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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   "Diario del capitano. Data stellare 45242.5. Il comandante LaForge
ha riparato la nave con la sua consueta efficienza. Comunque ho deciso
di non ritornare nel nostro universo per il momento. Innanzi tutto, su
raccomandazione del mio primo ufficiale, per poter sfruttare
l'opportunita' unica di esplorare le immediate vicinanze della Terra in
questo universo alternativo. Secondo, e piu' importante, permettere
ad Usagi un adeguato periodo per potersi riprendere adeguatamente.
Glielo dobbiamo, dopotutto."

   "Diario personale del primo ufficiale. Data stellare 45290.3. Deanna
ha informato il capitano che Usagi ha fatto abbastanza progressi
nell'ultimo mese da poter ritornare a casa. Q le riportera' a casa
domani, e in questo momento la nave e' in rotta verso la Terra. Penso
che sopravvivero' fino a quel momento..."

   Il computer principale di una nave stellare di classe Galaxy non 
poteva fare degli errori, ma un osservatore vicino al Ten Forward
poteva scommettere che quello fosse un'eccezione, avendo visto le
porte del turbolift aprirsi senza che nessuno uscisse. Riker usci'
esitando e guardo' con cautela il corridoio. Facendo un sospiro di
sollievo, alzo' la custodia del trombone e si incammino' verso
l'entrata del Ten Forward.
   Aveva fatto pochi passi, quando "Ciao, Will."
   Il primo ufficiale si spavento' leggermente, finche' non vide la
fonte della voce. "Consigliere."
   "Ehi! Come siamo tesi!" commento' Deanna. "Infatti non mi ricordo
di averti visto cosi' nervoso dal nostro primo incontro su Betazed."
   "E' stato un mese... abbastanza pesante."
   "Davvero?" chiese Troi, usando un tono di voce candido. "Ammetto di
essere stata abbastanza occupata con Usagi, ma non mi e' sembrato di
aver visto cose fuori dall'ordinario."
   Riker la guardo' con uno sguardo addolorato, che la fece solo
sorridere ulteriormente. Sapeva perfettamente di cosa stesse parlando
Riker. "E' facile per te scherzarci su. Non sei stata il bersaglio delle
loro... attenzioni."
   "Non ci credo." disse ridendo.
   "Cos'e' cosi' divertente?"
   "Tu!" L'espressione della faccia la fece sorridere ancora di piu'.
"Non posso credere che tu, Will Riker, che ha avuto relazioni con
donne di tutta la Federazione..."
   "Deanna!" protesto'. "Hanno meno della meta' dei miei anni!"
   "... sia impaurito dalle avances di due ragazzine!" continnuo'.
"Puoi confrontarti con i Borg, i Ferenghi, Q... anche mia madre, ma non
riesci a reggere Makoto e Minako." Entro' nel salotto, ancora
sorridendo.
   Dopo un momento, Riker la segui' all'interno. "E' bello poter
contare su di te, Imzadi."

   Per dire la verita', era stato uno strano mese anche per le Sailor
Senshi, penso' Mamoru avvicinandosi all'alloggio di Usagi. Ma non era
stato poi cosi' dispiacevole. Infatti, l'equipaggio dell'Enterprise
aveva fatto del suo meglio per fare in modo che la loro permanenza
fosse piacevole, da Riker che aveva insegnato loro a giocare a
Parisi's Square, al capo O'Brien che lo aveva portato a fare canoa sul
ponte ologrammi ieri. Era ancora dolorante dall'esperienza, anche se a
O'Brien era andata peggio, con una spalla lussata. Da quello che aveva
detto il dottor Crusher, quella non era la prima volta che succedeva.
E non riusciva a capire perche' un uomo appena diventato padre, non
fosse piu' prudente.
   Naturalmente, cio' che rese piacevole il mese, era il fatto che
Usagi stava facendo buoni... no, eccellenti progressi. Dopo sessioni
quasi giornaliere col consigliere Troi, e frequenti chiacchierate col
capitano Picard, si era quasi del tutto ripresa da cio' che aveva
passato.
   Stava per premere il controllo per il campanello, quando la porta
si apri'. "Mamoru! C'e' qualcosa che non va?"
   Sbatte' gli occhi, sicuro che avrebbe dovuto farle fretta per
essere pronta. "Niente, Usagi. Solo... sono sorpreso che tu sia gia'
pronta."
   "Hey!" protesto'. "Non e' che io debba essere *sempre* in ritardo!"
   "Solo la maggior parte delle volte." disse una voce dietro di lei.
Minako usci' dalla stanza. "Ma non quando c'e' qualcuno che e' li' a
farti muovere."
   "Mille grazie, Minako."
   "Nessun problema." rispose la bionda, ignorando lo sguardo gelido
che Usagi le stava mandando. "Vi lascio soli. Se mi sbrigo, forse
riesco ancora a beccare Will da solo al Ten Forward." Cio' detto'
saluto' con la mano e corse verso il turbolift.
   "Stiamo per andarcene e non ha ancora rinunciato a provarci con
Riker?" chiese Mamoru.
   "Macche'! E neanche Mako." ripose, in un mormorio. "C'e' qualche
motivo perche' dovrebbero farlo?"
   Mamoru decise che qualsiasi commento avesse fatto, l'avrebbe fatta
infuriare. "Andiamo?" le chiese porgendole il braccio. "L'ospite
d'onore non deve arrivare in ritardo."

   Il Ten Forward era piu' pieno del solito, osservo' Picard, ma c'era
una valida ragione. Dopotutto, questi otto individui, per certi versi
unici, stavano per lasciare la nave dopo esserci stati per un lungo
lasso di tempo. Era naturale che si fossero formate diverse amicizie
fra loro e l'equipaggio.
   Comunque c'era un senso di apprensione che veleggiava nell'aria, ma
forse era solo immaginazione. Ma sembrava che fosse normale quando Q
era coinvolto. Fortunatamente, aveva limitato la sua... visita solo
per arrivare normalmente, al solito nel momento meno opportuno, e per
chiedere quando le Sailor Senshi sarebbero state pronte per tornare a
casa.
   C'era un pizzico di mistero. Perche' non l'aveva fatto da solo? Non
sembrava dover richiedere l'approvazione di qualcuno per fare
qualcosa. Qualcosa che solitamente faceva senza chiedere.
   Picard si avvicino' al bar e guardo' Guinan, che anticipo' la sua
domanda. "E' vicino." disse "Ma non nelle immediate vicinanze... Non
ancora, comunque."
   "Il giorno e' ancora giovane." osservo' il capitano. "Ah, vedo che
e' arrivata la nostra ospite d'onore." Infatti, in quel momento,
Mamoru e Usagi erano entrati nel salotto, seguiti a breve dal dottor
Crusher. Il capitano noto' che la coppia era leggermente rossa in viso
per qualche ragione, mentre Beverly avea un sorriso che diceva "Io
conosco un segreto!". "Dottore."
   "Capitano" gli rispose avvicinandosi al bar. Dietro di lei, Mamoru
e Usagi si riunirono alle altre senshi. Makoto era ancora assente per
qualche ragione.
   "E' un segreto, Beverly, o lo puoi condividere con noi?"
   "Che vuoi dire, jean-Luc?"
   "Sembri un gatto che ha appena mangiato un canarino" le rispose
Picard.
   Esito' prima di rispondere. "Diciamo che mi sono imbattuta nei
nostri due piccioncini." Picard alzo' un sopracciglio, facendole cenno
di parlare piu' adagio. "Non farti strane idee, Jean-Luc. Si stavano
solo baciando."
   Il cameriere, Ben, arrivo' al bar, ma Guinan parlo' per prima. "Non
me lo dire. Un gelato triplo con cioccolata calda, giusto?"
   L'uomo la guardo'. "Stai diventanto telepatica, Guinan."
   La barista scosse la testa. "No, e' solo la stessa cosa che Usagi
ha ordinato ogni volta che e' venuta qui."
   "E a volte anche tre in una sola serata!" aggiunse Ben.
   "Bonta' divina!" disse Beverly, stupita. "E come fa a non
ingrassare?"
   "Non lo so." disse ben "Ma qualsiasi sia il suo segreto, sono
sicuro che Deanna lo vorrebbe sapere."
   "Anche io!" aggiuse il dottore.

   Makoto diede un'occhiata all'orologio e scosse la testa. Quella
deviazione in infermeria l'aveva trattenuta piu' di quanto avrebbe
voluto. "Grande! Sono in ritardo. Sto diventando peggio di Usagi."
borbotto' raggiungendo la porta. Come sempre, la porta si apri'
automaticamente, e corse fuori.
   O cosi' avrebbe voluto, se Worf non fosse stato li', e lei ci
sbatte' contro. Evidentemente il capo della sicurezza era appena
arrivato fuori dalla sua porta.
   Fortunatamente non aveva ancora preso velocita', percio' tutto cio'
che successe fu far arretrare il Klingon di un paio di passi. "Scusami.
Stai bene, Worf?"
   "Non ho subito danni." disse, rimettendosi a posto la fascia.
"Spero che anche tu ti sia ripresa."
   "Huh? Ah, intendi il mio braccio!" Inconsciamente, si
massaggio' l'avambraccio. Era stato ferito durante un episodio
abbastanza violento nel programma di ginnastica di Worf, quella
mattina. La sua deviazione in infermeria era stata causata da questo.
"Si', il dottor Crusher me l'ha messo a posto, nessun problema. Ma mi
ha fatto notare troppo vigorosamente che stavamo facendo andare il
programma al livello cinque."
   "Bene." rispose. "Possiamo parlare in privato?"
   Makoto si irrigidi'. Voleva raggiungere la festa al Ten Forward, ma
se aveva imparato una cosa in quel mese, era che Worf non era una
persona che facesse richieste inutili. Se voleva parlare con lei in
privato, cio' doveva essere importante per lui. Inoltre, era curiosa
di sapere cosa c'era in quella grossa scatola che stava portando. Beh,
c'era solo un modo per scoprirlo. "Certo!" disse, rientrando nel suo
alloggio.
   Worf la segui' e mise la scatola sul tavolo, ma non disse nulla
all'inizio. Invece sembrava indeciso su come iniziare. Lei non ne era
sicura, pur essendogli stata attorno per un mese: Worf era un alieno,
dopotutto, ma le sembrava che Worf fosse nervoso per qualcosa. Cosa
voleva fare?
   "Allora, Worf?" prese l'iniziativa.
   Worf inizio'. "Da quanto ho capito, oggi Q vi riportera te e gli
altri al vostro luogo e al vostro tempo."
   "Gia'. E' ora di tornare. Voglio dire, mi piace stare qui, ma non
possiamo starci per sempre." Guardo' la stanza, fissando lo sguardo
sul replicatore. "Inoltre, quello sara' una cosa che non mi manchera'!
Ho potuto fare poca pratica di cucina da quando sono qui!" Diede un
altro sguardo offensivo al dispositivo e torno' a Worf. "Comunque, che
succede? E che c'e' in quella scatola?"
   "Un dono." rispose. Prese la scatola sul tavolo e la apri',
estraendo un bat'leth. "Da un guerriero, ad un altro."
   Guardo' l'arma, incerta su cosa fare. "Perche'?"
   "Praticamente siamo entrambi orfani, visto che ho capito che non
hai una vera famiglia al di fuori delle Sailor Senshi." Al suo cenno
di assenso continuo'. "Io ho una famiglia, ma molti di loro risiedono
nell'Impero... ad eccezione di mio figlio Alexander, che vive con i
miei genitori umani sulla Terra."
   "Non capisco dove tu voglia arrivare, Worf." disse Makoto, confusa.
   "Lasciami finire. Durante la battaglia sulla nave Borg, mi hai
salvato la vita in piu' di un'occasione."
   "Beh, lo hai fatto anche tu con me... e anche le altre. C'erano un
sacco di droni da combattere."
   "Si'" continuo' il Klingon. "Dalla prima battaglia sul ponte
dell'Enterprise, rispetto le capacita' della Sailor Senshi come
guerriere... Ma tu in paricolare, possiedi uno spirito guerriero."
   "Grazie, Worf" disse, aggiungendo mentalmente 'penso'.
   "E' un complimento." le disse, come se avesse letto la sua mente.
"Da quella battaglia, ho percepito una specie di legame fra noi...
come guerrieri. E io vorrei che tu accettassi questo bat'leth come un
segno che, anche se non siamo parenti di sangue, noi condividiamo
questo legame come una famiglia." Le porse l'arma Klingon. "Makoto, la
Casa dei Mogh sarebbe onorata di accettarti come guerriera... e come
sorella."

   Tutti si voltarono a salutare i due ritardatari. Makoto e Worf
entrarono nel salotto, cercando di mostrarsi rilassati, nonostante
fossero al centro dell'attenzione. "Era ora che arrivaste!" disse
Minako.
   "Ci spiace per il ritardo" cerco' di scusarsi Makoto, mettendo una
grossa scatola sul pavimento. "E' solo che..."
   "Penso che possiamo immaginare cosa stavate facendo." la interruppe
Rei.
   Usagi la guardo' in malo modo. "Vuoi dire che Worf assomiglia al
tuo vecchio fidanzato?" Scaldando il trombone, Riker senti' la frase e
sussulto', suonando un paio di note stonate. Sorridendo, si scuso' col
resto della banda.
   "Penso che Minako abbia fatto colpo sul comandante Riker." osservo'
calma Ami. Minako riacquisto' il buon umore e guardo' la banda,
sorridendo a Riker che divenne visibilmente pallido.
   Nel frattempo, Worf e Makoto stavano cercando di negare, ma non
sembravano avere successo. "Non pensavo che ti piacessero delle giovani
donne, Worf." disse Beverly, entrando nello spirito della discussione.
   "Non e' il caso, dottore." le rispose Worf, fulminandola con lo
sguardo.
   Fortunatamente ai due ritardatari venne risparmiato un ulteriore
imbarazzo quando intervenne Data. "Penso che loro non si siano
intrattenuti con attivita' sessuali." disse l'androide.
   "Uh, e come fa a dirlo?" chiese Rei. Beverly pote' notare segni di
sconforto alla piega che stava prendendo la conversazione. O almeno
alla strada che aveva intrapreso l'androide.
   Senza saperlo, Data continuo'. "Ho fatto estensive ricerche sulle
pratiche sessuali di diverse razze, inclusi i Klingon. Il sesso fra i
Klingon tende ad essere abbastanza... di natura fisica, e spesso i
partecipanti subiscono delle ferite." Vedendo le ragazze arrossarsi in
viso, Beverly decise di intervenire prima che Data potesse proseguire.
Conoscendo bene l'androide, sapeva che avrebbe potuto andare avanti
per ore. E continuo' dicendo "Infatti, e' considerato segno di buona
sorte fratturarsi una clavicola la notte del matrimonio. E..."
   La dottoressa prese l'androide per il braccio e lo tiro' a forza
verso il bar. "Su, Data. Le offro un drink."
   "Data si irrigidi', confuso. "Ma... Ho gia il mio drink, dottore."
indicando un bicchiere pieno.
   "Gliene offriro' un altro, allora."

   La banda stava ancora suonando, dando fondo alle proprie riserve di
stamina, e stavano entrando nella terza ora... o era la quarta? Troi
scosse la testa. Non c'era dubbio che Data avrebbe potuto dirle con
precisione la durata attuale del party al secondo, ma gli umanoidi
tendono a perdere il senso del tempo di fronte a questi eventi. Andava
bene cosi', come il synthalcool che era la base delle bevande che
venivano servite.
   Sentendo l'avvicinarsi di qualcuno, si volto' e vide Rei. "Come fa
a farlo?" le chiese, indicando Riker. "Ogni volta che c'e'
un'interruzione, Makoto e Minako sono occupate con qualcuno che parla
con loro."
   "Gli ufficiali della Flotta sono allenati ad avere un buon
tempismo" disse Deanna con un sorriso. "E io credo che abbia reclutato
diversi complici, piu' che altro Geordi e Worf, per fargli da scudo in
quelle situazioni. Perche'? Volevi vedere i fuochi d'artificio?"
   "Ero solo curiosa." rispose difendendosi. Poi aggiunse "Perche' non
ti ha reclutata per aiutarlo? Dopotutto credevo che voi due foste...
stati insieme."
   "Infatti. Ma Will mi conosce bene per chiedermelo. Gli direi
solamente 'Sei un ragazzone, Will. Puoi cavartela da solo di fronte a
due ragazzine'". Comunque sentiva lo sconforto di Riker alle loro
divertenti avances.
   Senti' un senso di preoccupazione da Rei. Guardandola, vide che il
suo sguardo era rivolto verso Usagi al bar, dove lei e Mamoru stavano
parlando col capitano Picard. "Sei ancora preoccupata per lei, vero?"
   Rei annui'. "Gia'. Voglio dire, sembra normale adesso... per lei."
Deanna alzo' un sopracciglio al commento. Sapeva che lo diceva solo
per salvare le apparenze. E sapeva che Rei lo sapeva. "Ma e' riuscita
a passare anche questa."
   "Vero" disse Troi. "Ha fatto abbastanza progressi da poter
continuare senza di me, ma ci vorra' molto tempo per potersi buttare
alle spalle l'esperienza. Non cercare di forzarla. Se te ne vuole
parlare, sara' lei a dirlo. Altrimenti, trattala come faresti
normalmente."
   Prima che Rei potesse rispondere, la voce di Artemis arrivo' da
sotto un tavolo li' vicino. "Non penso che lei lo voglia davvero,
consigliere."
   Riusci' *quasi* ad evitare il calcio di Rei. 

   Minako si irrigidi' leggermente e guardo' la stanza. Pensava di aver
sentito Artemis gridare, ma tutto cio' che vide in quella direzione
era Rei che parlava con Troi. Scrollando le spalle, ritorno' la sua
attenzione alla conversazione con Geordi.
   L'ingegnere stava dicendo "... se avesse continuato, avremmo potuto
scoprire se fosse possibile prosciugare le riserve di energia di una
nave semplicemente esagerando con l'uso del replicatore." Guardo' di
nuovo Minako. "E inoltre, non avrei mai pensato che fosse possibile
che qualcuno potesse attivare la frattura del nucleo semplicemente
colpendo casualmente due bottoni."
   "Hey! Ho detto che mi dispiace!"
   "Su!" le disse con un sorriso. "Stavo solo scherzando!"
   "Sara' meglio!" gli rispose. Il suo stato d'animo cambio' quando
diede un'occhiata alla banda. "Oh, il comandante Riker ha finito di
suonare. Scusatemi."
   Inizio' a muoversi in quella direzione, ma Data la intercetto'
prima. "Mi scusi, ma sono curioso. Perche' lei e Makoto siete cosi'...
aggressive verso il comandante Riker?"
   Lo guardo'. "Sta scherzando? E' il piu' bel fusto della nave, ecco
il perche'!"
   Un'espressione confusa si formo' sulla faccia di Data. "Il piu' bel
fusto?"
   Geordi sorrise. Nonostante tutti i suoi tentativi di diventare piu'
umano, Data non aveva ancora imparato lo slang. "Vuole dire che e'
attraente, Data."
   "E' cio' che ho detto."
   "Ah." Data annui', apparentemente soddisfatto. "Sembra essere
l'opinione della maggior parte delle donne."
   Minako rimase di gelo. "Huh?"
   "Ho osservato che il comandante Riker sembra avere un grande
successo in questioni romantiche."
   Ora era Minako ad essere confusa. "Come puo' saperlo? Pensavo che
lei non avesse emozioni."
   "Vero" rispose Data. "Non sono capace di sentire emozioni. Comunque
ho diverse esperienze in questo campo. La mia esperienza romantica fu
circa tre mesi fa. Il mio precedente incontro sessuale fu quattro
anni, tre mesi, sette giorni, dodici ore, dieci minuti e quarantasette
secondi fa."
   Mina arrossi' in volto. "Ma... Lei e' solo una macchina. Come
puo...?"
   Quando non fini' la frase, Data chiese "Come posso cosa?"
   "Lo sa."
   "Penso voglia dire fare sesso, Data." intervenne Geordi.
   "Capisco. Lei crede che io sia incapace di performances sessuali.
Si sbaglia." Scioccata, Minako lo guardava, bevendo un sorso dal
bicchiere. Senza dare peso a cio', Data continuo' "Sono pienamente
funzionale, programmato in una varieta' multipla di tecniche
sessuali."
   Geordi penso' che era solo pura sfortuna che Minako stesse
guardando in quella direzione in quel momento... quando gli spruzzo'
addosso la bibita che stava bevendo.

   Ami alzo' lo sguardo dal padd che stava studiando verso il suono
dei colpi di tosse. Dopo aver visto che Minako stava bene e che
Geordi e Data avevno la situazione sotto controllo, torno' a leggere.
   O almeno, ci provo'. Una mano lo prese e glielo strappo' dalla
presa. Beverly Crusher esamino' il contenuto dello schermo, ignorando
le proteste di Ami. "Come pensavo. Anche se non ci volevo credere
quando Makoto me l'aveva detto." Scuotendo la testa, si sedette in
fianco alla ragazza. "Siamo qui, nel mezzo di un party... e tu stai
studiando?!?"
   "Stiamo state via un mese. Ci vorra' un po' per ricominciare."
   "E io che pensavo male di Wesley." disse Beverly con un sospiro.
"Da quanto mi hanno detto, Ami, di solito sei piu' avanti della tua
classe. Inoltre hai preso delle lezioni qui sulla nave, percio' non
dovresti metterci molto a ricominciare. Sei troppo giovane per fare
questo." Quando fini' di parlare, si senti' presa da un senso di deja
vu. Quante volte si era trovata in una situazione simile con Wesley?
   "Voglio lavorare sodo. Lei sa che voglio diventare un dottore."
   "Non posso dire di disapprovare la tua scelta" ammise Beverly. "Ma
dovresti lo stesso prenderti del tempo per rilassarti, in special modo
alla tua eta'. La tua giovinezza viene una volta sola. Inoltre credo
che scoprirete che non sara' passato molto tempo quando tornerete a
casa."
   Ami sembro' sorpresa. "Come fa ad esserne sicura?"
   "Precedenti esperienze con Q. E la prima e' stata la peggiore."
Beverly guardo' nella stanza, ma l'entita' non era ancora apparsa.
Prima che potesse dire qualcos'altro ad Ami, un rumore di acqua arrivo'
dal bar, seguito da un urlo felino.
   "Artemis!"

   Pochi momenti prima, Geordi si stava avvicinando al bar, cercando di
asciugare la propria uniforme senza molto successo. "Tenga, comandante.
Sembra che ne abbia bisogno."
   Guardo' ed accetto' il tovagliolo che gli veniva offerto. "Grazie,
Reg." Si sedette a fianco dell'ingegnere diagnostico ed inizio' a
pulirsi la maglia meglio che pote'. Mentre lo faceva, noto' Luna che
stava sdraiata sul bancone vicino a Barclay, sembrando molto contenta
mentre l'ingegnere la grattava. "Non sapevo che ti piacessero i gatti."
   "Oh, mi sono sempre piaciuti, signore."
   "E sa anche come grattarci." disse luna fra le fusa.
   Geordi sorrise. Barclay era riuscito anche a parlare coi gatti,
mentre non molto prima era a malapena capace di parlare con i suoi
compagni. Mentre non lo avrebbe mai considerato un gregario, era
migliorato molto da quando era salito a bordo. Ed era un buon ingegnere.
E pensandoci... "Hey, Reg. Te lo volevo chiedere. Come stanno andando le
riparazioni del ponte ologrammi tre?"
   "Oh, bene signore. Abbiamo quasi rimpiazzato la meta' dei chip
isolineari saltati." Barclay si acciglio' indicando Minako che stava
ancora discutendo animatamente con Data. "E' vero che e' riuscita a
cortocircuitare i controlli semplicemente cercando di modificare i
parametri del programma?"
   "E' quello che mi e' stato detto."
   "Non capisco. Non... non puo' succedere." insistette Barclay.
   "Non conosce Minako bene." disse un'altra voce. Luna apri' un occhio
e vide Artemis che era saltato sul bancone.
   "Pensavo che tu stessi parlando col consigliere Troi."
   Esito' un attimo, poi guardo' velocemente dove si trovavano Troi e
Rei prima di rispondere. "Stava diventando troppo pericoloso da quelle
parti." Il gatto tremo' leggermente sedendosi di fianco a Luna. "Ah,
comandante Riker." disse, salutando il primo ufficiale che si
avvicinava. "Ha pensato che fosse il momento giusto per lasciare la
banda?"
   Riker si guardo' attorno prima di rispondere. Data e Worf stavano
tenendo le sue inseguitrici occupate. "Per il momento. Piu' al sicuro
che al tavolo da poker prima."
   "Poker?" Luna sussulto', e diede uno sguardo di disapprovazione
al comandante. "Lei non ha giocato a poker con loro, vero?"
   "Non con loro." la rassicuro' Riker. Punto' Artemis, che sembrava
abbastanza soddisfatto con se stesso. "Lui. Mi ha ripulito." Fece cenno
a Guinan per un drink.
   Luna si sedette e guardo' Artemis, scioccata. "Forse e' un bene che Q
ci riporti a casa oggi."
   Artemis si acciglio'. "Devi proprio menzionare quel cretino!"
   "Starei piu' attento quando parli di lui. Ricordati cosa e' successo
l'ultima volta che lo hai insultato."
   "Hah!" rispose. "Ho controllato con Data. Spot non e' piu' in calore,
e nemmeno le altre gatte della nave. E dubito che possa uscirsene con
qualcosa di piu' originale."
   Geordi e Riker sembrarono dubbiosi, ma prima che potessero dire
qualcosa, Guinan salto' come se fosse stata colpita da un bastone
Klingon del dolore. Giro' la testa verso Artemis. "Attento!"
   "Huh?" Prima che il gatto potesse dire qualcosa, una grossa sfera
d'acqua si formo' sopra la sua testa. Fluttuo' su di lui per un secondo,
e si pote' sentire una voce dire. "Oh, davvero? Beh, congela, gatto."
   L'acqua cadde addosso ad Artemis con un fragoroso *splash*.
   Ci fu un momento di silenzio fra i presenti alla vista del gatto ora
bagnato. Si alzo' sul bancone, tremando, col colore che lentamente
virava ad un pallido blu. "E' F-F-FRED-D-DA!!"

   Picard guardo' la confusione con un'espressione preoccupata. Non che
potesse farci molto. Minako e Guinan stavano asciugando Artemis con
dei tovaglioli, mentre Beverly e Ami lo controllavano col tricorder e
col computer. "Sembrerebbe che Q abbia fatto notare la sua presenza."
   "Grande." borbotto' Usagi. "Quel verme sa certamente come rovinare
un party."
   Picard annui'. "Concordo. Sfortutatamente Usagi, non c'e' molto che
possiamo fare con lui. Dopotutto non e' come se potessimo rinchiudere
un onnipotente in prigione."
   "Gia'." disse la ragazza. "Non gli servirebbe da quanto e'
potente."
   Picard considero' brevemente, poi lascio' stare, l'idea di dirle
che era cio' che aveva detto. Al suo posto, continuo. "Comunque c'e'
stata una volta che sono stato in grado di metterlo in gabbia."
   Cio' sollevo' la loro curiosita'. "Oh?" disse Mamoru. "E come mai?"
   "E' stato... circa due anni fa. Q e' apparso in plancia ..." decise
di non accennare al fatto che Q era completamente nudo. "...
affermando che i suoi compagni nel continuum gli avevano levato i suoi
poteri. Naturalmente non credevamo a quella storia. Alla fine urlo'
'Che dovrei fare per convicervi?' E Worf diede una risposta... molto
appropriata." si fermo' volontariamente lasciando la storia in
sospeso.
   "E che gli disse?" chiese Usagi.
   Picard abbasso' il tono della voce per imitare quella del suo
ufficiale della sicurezza. "'Morire'". Ebbe l'effetto desiderato. Sia
Usagi che Mamoru sorrisero, e lui stesso aggiunse una breve risata.
"Beh, per condensare la storia, visto che apparentemente non aveva
poteri, ho deciso di ripagarlo per i guai che ci aveva causati. Ho
ordinato a Worf di metterlo in prigione."
   "Oh, molto divertente, Jean-Luc." disse una voce, prima di
rivelarsi Q.
   Q non sembrava divertito, il che convinse Picard a non smetterla.
"Sono qui a salvare te e la tua preziosa nave e tu mi ripaghi cosi'?
Offendendo la mia buona reputazione?"
   "Per poterlo fare, Q, prima dovresti *avere* una reputazione!" gli
rispose Picard.
   "Non mi spingere oltre, mon capitaine. E non hai avuto neanche la
cortesia di invitarmi alla festa." Con uno sguardo addolorato, aggiuse
"Jean-Luc. Sono offeso."
   "Ti passera'."
   "Si', forse." L'entita' guardo' nella stanza. "Beh, penso che
dovrei vestirmi per l'occasione."
   Picard si irrigidi' quando l'entita' schiocco' le dita. Q era
apparso nel solito abbigliamento di capitano della Flotta Stellare.
Visto che li' tutti erano in vestiti privati o in uniforme, non era
sicuro di cio' che volesse fare Q. Ma stavolta ebbe una buona idea,
penso', quando il bagliore attorno a Q svani'.
   Q aveva cambiato il suo abbigliamento in uno smoking, e stava
indossando una maschera. Riflettendoci, era identito al vestito di
Mamoru nel suo stato trasformato, un fatto che non piacque alle Sailor
Senshi. Lo guardavano attonite, Usagi piu' di tutte. Mamoru fu scosso
per un attimo, ma ora stava fissando Q.
   "Tuxedo Q, al suo servizio." dichiaro', togliendosi il cilindro e
facendo un inchino profondo verso Usagi. "Posso invitarla a ballare?"
   Mamoru si intromise. "Non penso proprio."
   I due si fissarono per alcuni secondi, con la tensione che stava
diventando palpabile. Alla fine Usagi disse "Smettila, Q. Comunque
quel vestito sta meglio a Mamoru."
   "E' vero." aggiunse Makoto avvicinandosi con Worf.
   "Si', non e' il mio solito abito." aggiunse Q, tornando
all'uniforme della Flotta Stellare. "Si', questa e' molto meglio.
Quello smoking era troppo attillato per uno della mia natura... sta
meglio decisamente a lui." Prima che Mamoru potesse rispondergli
"Dimmi, ma vai in battaglia sempre vestito in maniera cosi' formale?"
Sembrava che Mamoru stesse per dire qualcosa, ma Usagi lo prese per il
braccio e lo tiro' al bancone, ma non prima di aver dato a Q uno
sguardo di ghiaccio. "Oh, sembra che non le piaccia. E' stato qualcosa
che ho detto?" chiese a Picard.
   "Penso che abbia a che fare con l'essere stata assimilata, Q."
rispose il capitano.
   "Oh, davvero Jean-Luc? Io non c'entro. L'unica cosa che ho fatto e'
stata portarli qui."
   "Si', ma non ci hai informati su cio' che sarebbe successo." lo
accuso' Makoto.
   "Vi aspettate che vi tenga per mano per tutta la vostra esistenza?"
disse Q. "Voi umani continuate ad esultare perche' imparate dalle
scoperte, ma quando arriva qualcosa di ignoto, volete che qualcuno vi
dia le risposte su di un piatto d'argento."
   Gli arrivo' una risposta, sotto forma di una sbuffata dal vicino
bancone. Vedendo Minako ancora impegnata ad asciugare Artemis, Q ando'
da lei e disse "Ah, vedo che qualcuno e' inciampato in un gatto
bagnato."
   "Molto divertente" disse la voce di Artemis. Tiro' fuori la testa
dai tovaglioli e guardo' l'entita'.
   Minako diede uno sguardo intenso a Q. "Spero che tu sia
soddisfatto, Q. Potrebbe morire di raffreddore."
   "Oh, sono sicuro che non accadra'." la rassicuro' Q. "Dopotutto ci
sei tu che gli farai da infermiera. Giusto?'
   "Naturalmente." gli rispose la ragazza.
   Picard e Guinan si scambiarono uno sguardo, sicuri che c'era
qualcosa in questo scambio di battute. Primo, perche' Q non aveva
l'abitudine di dire qualcosa di buono di qualcuno. Secondo, le Sailor
Senshi e Mamoru erano scioccate con gli occhi quasi fuori dalle
orbite.
   Anche gli occhi di Artemis si spalancarono, ma la sua espressione
era piu' di orrore. "Sono fritto." mormoro'. Minako mosse lo sguardo da
Q al gatto.
   "Artemis!"
   Q sorrise, lasciando che le emozioni girassero per la stanza per
un momento. "Beh, non sia mai detto che io non sia stato magnanimo."
proclamo', schioccando le dita. "Ecco, Artemis... Asciutto e ben
caldo."
   Artemis si senti' caldo e asciutto, e si trascino' fuori dal
tovagliolo. "Ah, molto meglio."
   "Io... non lo ringrazierei ancora, Artemis." disse Minako.
   "E perche'?"
   Lo indico'. "Um... la tua pelliccia?"
   Artemis si giro' come pote' per guardare dove indicava Minako, e
sussulto'. La sua pelliccia sembrava appena uscita da un'essicatrice
programmata per ravvivare la lana. "Q!!!" Da parte sua, Q sembrava
insofferentemente compiaciuto. Piu' del solito.
   "E' sempre cosi'?" chiese Makoto mentre l'entita' si stava
divertendo.
   Worf guardo' Q con uno sguardo assassino. "Si'".
   Q mise un'espressione scioccata sul viso. "Che rude che sei,
Microcervello! Sembra che tu sia piu' acido del tuo succo di prugne."
   Makoto guardo' dubbiosa Worf. "Succo di prugne?" Guardo' il
bicchiere che stava tenendo Worf. Pensava che fosse una qualche
bevanda Klingon.
   "Una bevanda da guerriero." si difese Worf.
   "Bene." disse Q vedendo Makoto e Worf assieme. "Sembra che voi
abbiate rotto il ghiaccio. L'amazzone e il microcervello. Dimmi Worf,
sono invitato al matrimonio?"
   Worf lo guardo', rifiutando di controbattere. Makoto, invece, era
piu' aggressiva. "Lasciamelo elettrizzare ancora!" Raggiunse la sua
Star Henshin Pen, ma Worf la fermo'.
   "Oh, lasciala fare, Microcervello. Lascia che mi elettrizzi col suo
piccolo dragone."
   "Lo vorrei vedere anche io, ma non cambierebbe nulla." commento'
Riker. "Continueresti a dar fastidio, come il proverbiale penny
scozzese."
   Q si ingobbi'. "Credo che non apprezzi il mio valore qui
dentro, Riker. Senza di me che ti do fastidio ogni tanto, la piu'
grossa sfida della tua esistenza sarebbe cercare di far sorridere
Worf." si rivolse al Klingon. "Che ne dici Worf? Lo fai un sorriso per
moi?" L'unica risposta di Worf fu sbuffargli addosso dalle narici.
   Picard decise che era tempo di intervenire e di mettere dei limiti
a Q prima che qualcuno perdesse davvero le staffe. E se fosse capitato
ad una delle Senshi, avrebbe potuto causare seri danni al Ten Forward.
"Q..." disse "... basta."
   Q emise un sospiro frustrato. Picard cercava sempre di interrompere
il suo divertimento. "Oh, molto bene, mon capitaine. Ma ho paura che
tu stia diventando troppo insipido con l'avanzare dell'eta'."
ignorando lo sguardo di Picard, continuo'. "Il Q Express e' qui!
Tutti in carrozza. Salutatevi finche' potete!"
   Ci fu una lieve commozione quando le Senshi salutarono l'equipaggio
dell'Enterprise. Alla fine, Usagi arrivo' da Picard. "Grazie,
capitano. Per tutto." Impulsivamente diede al capitano un veloce
abbraccio, che lo lascio' leggermente imbarazzato.
   Mamoru decise solo di stringerli la mano. "Anche da parte mia."
   Q apparve dietro a Picard e gli sussurro' nell'orecchio. "Non e' un
po' giovane per te, mon capitaine?"
   Picard fece del suo meglio per ignorare l'entita'. "I miei migliori
auguri ad entrambi. Buona fortuna in qualsiasi avventura vi
troverete."
   "E che avventure interessanti che saranno!" aggiunse Q.
   "Che vuoi dire con questo?" chiese Makoto.
   "E' cio', come dicono, che io conosco e voi dovete scoprire." Q fece
dei cenni nella stanza. "Molto bene, Sailor Senshi. E' ora di tornare
a casa!" Poterono fare un ultimo saluto con la mano prima che Q
schioccasse le dita, e svanirono dal Ten Forward. Continuando con la
sua abilita' da show-man, Q disse. "E ora, per il prossimo trucco..."
   "Risparmiatelo, Q" lo interruppe Picard. "Andremo a casa coi nostri
mezzi."

   "Siamo entrati nel sistema terrestre, capitano." disse Data. "Il
nostro vettore di avvicinamento dovrebbe rendere difficile per la
Terra rilevarci finche' non raggiungeremo il flusso."
   Picard annui' mentre si sistemava sulla sedia. Il party era stato
interrotto pochi momenti dopo che i loro ospiti erano partiti, e la
nave stava tornando alle normali attivita'. Comunque, c'era qualcosa
che mancava, ora che le senshi se n'erano andate, riflette' Picard.
Era simile alla sensazione che fosse tornato alla sua casa astrale, la
sensazione di una casa vuota. Ed era una strana sensazione su una nave
con oltre mille persone a bordo. "Diminuire a velocita' di impulso,
ensign Ro."
   "I motori a curvatura sono pronti, Geordi?" chiese Riker.
   "Si signore." rispose l'ingengere. "Li ho programmati per emettere
il campo di curvatura alla frequenza corretta quando incontreremo il
flusso. Dovrebbe portarci dritti a casa."
   Q sembro' annoiato. "Una perdita di tempo. Vi potevo riportare a
casa piu' in fretta."
   Riker cerco' di ignorare Q per il momento. Forse se lo avesse fatto
per molto, se ne sarebbe andato. No, non poteva essere cosi'
fortunato. Guardo' la plancia, poi disse al capitano "Sa, ero cosi'
abituato ad averle attorno che in qualche modo la nave mi sembra piu'
vuota." Picard annui', condividendo l'impressione.
   "Ti mancano gia' le tue ragazze?" intervenne Q. "Beh, se ti senti
solo, Riker, posso fare in modo di fartele andare a trovare ogni tanto."
Deanna cerco', ma non riusci' completamente, a trattenere una risata
nel vedere la faccia del primo ufficiale. Riker sposto' lo sguardo da
Q a lei.
   "Ho notato la stessa cosa." disse Picard, cercando di non notare la
costernazione di Riker. "Avevano un modo di rendere la vita...
interessante."
   Q assunse un'espressione perplessa. "Non stiamo diventando troppo
sentimentali qui dentro?" osservo'.

   La solitudine del tempio fu disturbata da un suono e da sei alte
colonne di luce, accompagnate da altre due piu' piccole, che
velocemente svanirono nelle senshi, Mamoru e i due gatti.
   Si guardarono attorno, controllando dove fossero. Almeno, gli umani
lo fecero. Artemis inizio' subito a risistemarsi la pelliccia, aiutato
da Luna. Con loro grande sollievo, videro che erano nel cortile del
tempio. Come promesso, Q le aveva rimandate a casa.
   "Che sollievo." disse Minako. Si guardo' intorno ancora una volta.
"Non sembra sia cambiato molto. Mi chiedo quanto tempo siamo state
via."
   Ami aveva gia' preso il computer e stava usandolo per capire l'ora.
"E' lo stesso giorno di quando ce ne siamo andate" disse.
   "Cosa?" esclamo' Rei e tutte si misero attorno ad Ami. Tutte le
bocche rimasero aperte quando videro lo schermo. "Siamo state via...
un paio di MINUTI?!?"
   "Ma che... Siamo state sull'Enterprise per piu' di un mese!" disse
Makoto.
   "Avrei dovuto immaginarlo. Abbiamo visto che Q puo' facilmente
manipolare il tempo e lo spazio." disse Ami. "Non e' tanto
sorprendente che ci abbia rimandate qui esattamente dopo che ce ne
siamo andate."
   "Gia', penso sia vero." Rei guardo' Usagi. "Ma scommetterei che
neanche Q sarebbe in grado di far arrivare Usagi in orario."
   Un osservatore poteva dire che Rei stava scherzando, vedendo lo
sguardo che aveva negli occhi, e che stava solo prendendo in giro
la leader delle Sailor Senshi. Sfortunatamente, Usagi non era molto
attenta, e si volto' da Mamoru, infiammandosi. "Io posso arrivare
dovunque in orario, Rei! Smettila di prendermi in giro!"
   "Hah! Eri in ritardo per l'incontro che dovevamo avere il mese
scor... ehm... oggi! Come sempre!"
   "Ero in ritardo perche' sono stata messa in punizione!"
   Rei senti' crescere la sua tempra, e istintivamente ritornarono le
vecchie abitudini. "Probabilmente perche' eri arrivata in ritardo a
scuola ancora, testolina buffa!"
   "Oohh... Smettila di chiamarmi testolina buffa, tu.. tu...
Lanciafiamme!"
   Luna sospiro', visto che l'ennesimo litigio fra le due era iniziato.
"Beh, vedo che le cose sono tornate alla normalita'.'
   "Hai proprio ragione" disse Artemis, che stava ancora lavorando
alla sua pelliccia.
   "Thbb!!" Entrambe le ragazze tirarono fuori la lingua.

   "Stiamo avvicinandoci alle coordinate del flusso." annuncio' Ro.
   "Nessuna indicazione che ci abbiano rilevato." aggiunse Data.
   Picard annui'. Sembrava che il loro transito non avrebbe arrecato
disturbi a quella Terra. "Ridurre velocita' a meta' impulso, ensign.
Alla via cosi'."
   L'ensign Bajoriana annui', e fece gli aggiustamenti al timone per
guidare l'Enterprise all'interno del flusso. "I motori a curvatura si
stanno attivando." disse Geordi. "Siamo nel flusso. Come previsto,
c'e' una diminuzione dell'energia." Ad enfatizzare questo punto, le
luci del ponte tremolarono, come fece lo schermo principale, durante
la transizione fre i due universi. Ma la nave riemerse velocemente
dall'anomalia spaziale e i sistemi si stabilizzarono.
   "Ferma tutto." ordino' Riker una volta che si erano allontanati dal
flusso.
   "Il timone conferma: tutto fermo."
   Data fece una rapida scansione dell'area. "I sensori confermano che
siamo tornati nel nostro universo, signore."
   "C'e' stato un calo di energia su tutta la nave, ma tutti i sistemi
dovrebbero tornare alla normalita' fra breve." disse Geordi. "Le
modifiche che ho fatto agli scudi ci hanno protetto dal peggio."
   "Bene" disse Picard. Guardo' Riker e diede un veloce cenno. Era ora
di mettere in pratica il piano che avevano preparato.
   "Signor Worf, pronto il siluro modificato."
   Q li guardo' abbastanza scioccato. "Cosa?"
   "Sigilleremo il flusso quantido." spiego' Picard.
   "Le anomalie interdimensionali nello spazio non sono cose con cui
giocare troppo alla leggera, Jean-Luc. Specialmente se non conosci la
loro natura... e tu non la conosci. Non lo farei se fossi in te."
   Picard guardo' Q. "Ma io non sono te."
   "Ottima ragione per ascoltarmi." insistette. "Che ti spinge a
proseguire con questo piano?"
   Il capitano cerco' di spiegare. "E' necessario, Q. Dobbiamo
prevenire la possibilita' che chiunque in questo universo, come i Borg
o i Romulani, possa interferire con l'altro."
   "Nobile come sempre, mon capitaine." disse Q. "Ma mal indirizzato.
Ti potrei suggerire di prenderti un po' di tempo per pensarci? Magari
uno o due secoli, in modo che voi possiate capire meglio la fisica
interdimensionale?"
   "Grazie per il tuo consiglio." rispose Picard. "Ma no."
   Q alzo' le mani in segno di resa. "Va bene. Vai avanti. Testone. Ma
non dire che non vi avevo avvisati."
   "Fuoco." Il siluro usci' dal tubo e entro' nel flusso. Ci fu un
breve lampo di luce quando esplose.
   Data guardo' le letture dei sensori. "Il flusso e' scomparso,
signore."

   Pluto si spavento'. Qualcosa si stava formando nel flusso del
tempo, qualcosa che non doveva esserci. Doveva muoversi in fretta per
prevenire che il danno alla realta' divenisse permanente. Le venne
un'idea. Si', forse loro potevano essere di aiuto.
   Scosse la testa, i suoi lunghi capelli neri si muovevano alla
leggera brezza della porta. Avrebbe avuto una lunga discussione con Q
quando tutto sarebbe stato risolto.

   Riker guardo' Q. "Non mi sento diverso, Q." C'era un tono esultante
nella sua voce.
   Da parte sua, Q divenne stranamente serio. "Le conseguenze di
questo gesto, ci metteranno un po' prima di farsi notare, Riker. E non
sarai il solo che ne subira' le conseguenze." si rivolse a Picard. "Ti
pentirai di non avermi ascoltato, mon capitaine... segnati queste
parole." Detto questo, svani' nella sua maniera, ma non prima di
borbottare "A lei non piacera' tutto questo."
   "Lei?" chiese Geordi. "Chi e' questa lei?"
   Data scosse la testa. "Non saprei." Dagli sguardi in plancia,
nessun altro ne aveva la benche' minima idea.
   Picard guardo' dove stazionava Q pochi secondi prima. "Perche' ho
la sensazione che avesse ragione?" Forse aveva congedato l'entita'
troppo rapidamente. Rimosse quel pensiero dalla testa velocemente.
Cio' che era stato fatto era fatto. Se Q aveva ragione, avrebbero
affrontato le conseguenze quando si sarebbero rivelate loro. "Ensign,
rotta per la Base Stellare 215. Curvatura sei."
   "Rotta impostata."
   Picard porto' la mano in avanti "Engage."

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THE END


Un Borg da ricordare... - 7
 
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