--------------------------------------------------------------------- Space -- The final frontier. These are the voyages of the starship Enterprise. It's continuing mission - to explore strange new worlds... to seek out new life and new civilizations... to boldly go where no one has gone before. Sailor Trek: The Next Generation Un Borg da ricordare... Epilogo - Il party di addio Storia originale di Bill Harris Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani --------------------------------------------------------------------- "Diario del capitano. Data stellare 45242.5. Il comandante LaForge ha riparato la nave con la sua consueta efficienza. Comunque ho deciso di non ritornare nel nostro universo per il momento. Innanzi tutto, su raccomandazione del mio primo ufficiale, per poter sfruttare l'opportunita' unica di esplorare le immediate vicinanze della Terra in questo universo alternativo. Secondo, e piu' importante, permettere ad Usagi un adeguato periodo per potersi riprendere adeguatamente. Glielo dobbiamo, dopotutto." "Diario personale del primo ufficiale. Data stellare 45290.3. Deanna ha informato il capitano che Usagi ha fatto abbastanza progressi nell'ultimo mese da poter ritornare a casa. Q le riportera' a casa domani, e in questo momento la nave e' in rotta verso la Terra. Penso che sopravvivero' fino a quel momento..." Il computer principale di una nave stellare di classe Galaxy non poteva fare degli errori, ma un osservatore vicino al Ten Forward poteva scommettere che quello fosse un'eccezione, avendo visto le porte del turbolift aprirsi senza che nessuno uscisse. Riker usci' esitando e guardo' con cautela il corridoio. Facendo un sospiro di sollievo, alzo' la custodia del trombone e si incammino' verso l'entrata del Ten Forward. Aveva fatto pochi passi, quando "Ciao, Will." Il primo ufficiale si spavento' leggermente, finche' non vide la fonte della voce. "Consigliere." "Ehi! Come siamo tesi!" commento' Deanna. "Infatti non mi ricordo di averti visto cosi' nervoso dal nostro primo incontro su Betazed." "E' stato un mese... abbastanza pesante." "Davvero?" chiese Troi, usando un tono di voce candido. "Ammetto di essere stata abbastanza occupata con Usagi, ma non mi e' sembrato di aver visto cose fuori dall'ordinario." Riker la guardo' con uno sguardo addolorato, che la fece solo sorridere ulteriormente. Sapeva perfettamente di cosa stesse parlando Riker. "E' facile per te scherzarci su. Non sei stata il bersaglio delle loro... attenzioni." "Non ci credo." disse ridendo. "Cos'e' cosi' divertente?" "Tu!" L'espressione della faccia la fece sorridere ancora di piu'. "Non posso credere che tu, Will Riker, che ha avuto relazioni con donne di tutta la Federazione..." "Deanna!" protesto'. "Hanno meno della meta' dei miei anni!" "... sia impaurito dalle avances di due ragazzine!" continnuo'. "Puoi confrontarti con i Borg, i Ferenghi, Q... anche mia madre, ma non riesci a reggere Makoto e Minako." Entro' nel salotto, ancora sorridendo. Dopo un momento, Riker la segui' all'interno. "E' bello poter contare su di te, Imzadi." Per dire la verita', era stato uno strano mese anche per le Sailor Senshi, penso' Mamoru avvicinandosi all'alloggio di Usagi. Ma non era stato poi cosi' dispiacevole. Infatti, l'equipaggio dell'Enterprise aveva fatto del suo meglio per fare in modo che la loro permanenza fosse piacevole, da Riker che aveva insegnato loro a giocare a Parisi's Square, al capo O'Brien che lo aveva portato a fare canoa sul ponte ologrammi ieri. Era ancora dolorante dall'esperienza, anche se a O'Brien era andata peggio, con una spalla lussata. Da quello che aveva detto il dottor Crusher, quella non era la prima volta che succedeva. E non riusciva a capire perche' un uomo appena diventato padre, non fosse piu' prudente. Naturalmente, cio' che rese piacevole il mese, era il fatto che Usagi stava facendo buoni... no, eccellenti progressi. Dopo sessioni quasi giornaliere col consigliere Troi, e frequenti chiacchierate col capitano Picard, si era quasi del tutto ripresa da cio' che aveva passato. Stava per premere il controllo per il campanello, quando la porta si apri'. "Mamoru! C'e' qualcosa che non va?" Sbatte' gli occhi, sicuro che avrebbe dovuto farle fretta per essere pronta. "Niente, Usagi. Solo... sono sorpreso che tu sia gia' pronta." "Hey!" protesto'. "Non e' che io debba essere *sempre* in ritardo!" "Solo la maggior parte delle volte." disse una voce dietro di lei. Minako usci' dalla stanza. "Ma non quando c'e' qualcuno che e' li' a farti muovere." "Mille grazie, Minako." "Nessun problema." rispose la bionda, ignorando lo sguardo gelido che Usagi le stava mandando. "Vi lascio soli. Se mi sbrigo, forse riesco ancora a beccare Will da solo al Ten Forward." Cio' detto' saluto' con la mano e corse verso il turbolift. "Stiamo per andarcene e non ha ancora rinunciato a provarci con Riker?" chiese Mamoru. "Macche'! E neanche Mako." ripose, in un mormorio. "C'e' qualche motivo perche' dovrebbero farlo?" Mamoru decise che qualsiasi commento avesse fatto, l'avrebbe fatta infuriare. "Andiamo?" le chiese porgendole il braccio. "L'ospite d'onore non deve arrivare in ritardo." Il Ten Forward era piu' pieno del solito, osservo' Picard, ma c'era una valida ragione. Dopotutto, questi otto individui, per certi versi unici, stavano per lasciare la nave dopo esserci stati per un lungo lasso di tempo. Era naturale che si fossero formate diverse amicizie fra loro e l'equipaggio. Comunque c'era un senso di apprensione che veleggiava nell'aria, ma forse era solo immaginazione. Ma sembrava che fosse normale quando Q era coinvolto. Fortunatamente, aveva limitato la sua... visita solo per arrivare normalmente, al solito nel momento meno opportuno, e per chiedere quando le Sailor Senshi sarebbero state pronte per tornare a casa. C'era un pizzico di mistero. Perche' non l'aveva fatto da solo? Non sembrava dover richiedere l'approvazione di qualcuno per fare qualcosa. Qualcosa che solitamente faceva senza chiedere. Picard si avvicino' al bar e guardo' Guinan, che anticipo' la sua domanda. "E' vicino." disse "Ma non nelle immediate vicinanze... Non ancora, comunque." "Il giorno e' ancora giovane." osservo' il capitano. "Ah, vedo che e' arrivata la nostra ospite d'onore." Infatti, in quel momento, Mamoru e Usagi erano entrati nel salotto, seguiti a breve dal dottor Crusher. Il capitano noto' che la coppia era leggermente rossa in viso per qualche ragione, mentre Beverly avea un sorriso che diceva "Io conosco un segreto!". "Dottore." "Capitano" gli rispose avvicinandosi al bar. Dietro di lei, Mamoru e Usagi si riunirono alle altre senshi. Makoto era ancora assente per qualche ragione. "E' un segreto, Beverly, o lo puoi condividere con noi?" "Che vuoi dire, jean-Luc?" "Sembri un gatto che ha appena mangiato un canarino" le rispose Picard. Esito' prima di rispondere. "Diciamo che mi sono imbattuta nei nostri due piccioncini." Picard alzo' un sopracciglio, facendole cenno di parlare piu' adagio. "Non farti strane idee, Jean-Luc. Si stavano solo baciando." Il cameriere, Ben, arrivo' al bar, ma Guinan parlo' per prima. "Non me lo dire. Un gelato triplo con cioccolata calda, giusto?" L'uomo la guardo'. "Stai diventanto telepatica, Guinan." La barista scosse la testa. "No, e' solo la stessa cosa che Usagi ha ordinato ogni volta che e' venuta qui." "E a volte anche tre in una sola serata!" aggiunse Ben. "Bonta' divina!" disse Beverly, stupita. "E come fa a non ingrassare?" "Non lo so." disse ben "Ma qualsiasi sia il suo segreto, sono sicuro che Deanna lo vorrebbe sapere." "Anche io!" aggiuse il dottore. Makoto diede un'occhiata all'orologio e scosse la testa. Quella deviazione in infermeria l'aveva trattenuta piu' di quanto avrebbe voluto. "Grande! Sono in ritardo. Sto diventando peggio di Usagi." borbotto' raggiungendo la porta. Come sempre, la porta si apri' automaticamente, e corse fuori. O cosi' avrebbe voluto, se Worf non fosse stato li', e lei ci sbatte' contro. Evidentemente il capo della sicurezza era appena arrivato fuori dalla sua porta. Fortunatamente non aveva ancora preso velocita', percio' tutto cio' che successe fu far arretrare il Klingon di un paio di passi. "Scusami. Stai bene, Worf?" "Non ho subito danni." disse, rimettendosi a posto la fascia. "Spero che anche tu ti sia ripresa." "Huh? Ah, intendi il mio braccio!" Inconsciamente, si massaggio' l'avambraccio. Era stato ferito durante un episodio abbastanza violento nel programma di ginnastica di Worf, quella mattina. La sua deviazione in infermeria era stata causata da questo. "Si', il dottor Crusher me l'ha messo a posto, nessun problema. Ma mi ha fatto notare troppo vigorosamente che stavamo facendo andare il programma al livello cinque." "Bene." rispose. "Possiamo parlare in privato?" Makoto si irrigidi'. Voleva raggiungere la festa al Ten Forward, ma se aveva imparato una cosa in quel mese, era che Worf non era una persona che facesse richieste inutili. Se voleva parlare con lei in privato, cio' doveva essere importante per lui. Inoltre, era curiosa di sapere cosa c'era in quella grossa scatola che stava portando. Beh, c'era solo un modo per scoprirlo. "Certo!" disse, rientrando nel suo alloggio. Worf la segui' e mise la scatola sul tavolo, ma non disse nulla all'inizio. Invece sembrava indeciso su come iniziare. Lei non ne era sicura, pur essendogli stata attorno per un mese: Worf era un alieno, dopotutto, ma le sembrava che Worf fosse nervoso per qualcosa. Cosa voleva fare? "Allora, Worf?" prese l'iniziativa. Worf inizio'. "Da quanto ho capito, oggi Q vi riportera te e gli altri al vostro luogo e al vostro tempo." "Gia'. E' ora di tornare. Voglio dire, mi piace stare qui, ma non possiamo starci per sempre." Guardo' la stanza, fissando lo sguardo sul replicatore. "Inoltre, quello sara' una cosa che non mi manchera'! Ho potuto fare poca pratica di cucina da quando sono qui!" Diede un altro sguardo offensivo al dispositivo e torno' a Worf. "Comunque, che succede? E che c'e' in quella scatola?" "Un dono." rispose. Prese la scatola sul tavolo e la apri', estraendo un bat'leth. "Da un guerriero, ad un altro." Guardo' l'arma, incerta su cosa fare. "Perche'?" "Praticamente siamo entrambi orfani, visto che ho capito che non hai una vera famiglia al di fuori delle Sailor Senshi." Al suo cenno di assenso continuo'. "Io ho una famiglia, ma molti di loro risiedono nell'Impero... ad eccezione di mio figlio Alexander, che vive con i miei genitori umani sulla Terra." "Non capisco dove tu voglia arrivare, Worf." disse Makoto, confusa. "Lasciami finire. Durante la battaglia sulla nave Borg, mi hai salvato la vita in piu' di un'occasione." "Beh, lo hai fatto anche tu con me... e anche le altre. C'erano un sacco di droni da combattere." "Si'" continuo' il Klingon. "Dalla prima battaglia sul ponte dell'Enterprise, rispetto le capacita' della Sailor Senshi come guerriere... Ma tu in paricolare, possiedi uno spirito guerriero." "Grazie, Worf" disse, aggiungendo mentalmente 'penso'. "E' un complimento." le disse, come se avesse letto la sua mente. "Da quella battaglia, ho percepito una specie di legame fra noi... come guerrieri. E io vorrei che tu accettassi questo bat'leth come un segno che, anche se non siamo parenti di sangue, noi condividiamo questo legame come una famiglia." Le porse l'arma Klingon. "Makoto, la Casa dei Mogh sarebbe onorata di accettarti come guerriera... e come sorella." Tutti si voltarono a salutare i due ritardatari. Makoto e Worf entrarono nel salotto, cercando di mostrarsi rilassati, nonostante fossero al centro dell'attenzione. "Era ora che arrivaste!" disse Minako. "Ci spiace per il ritardo" cerco' di scusarsi Makoto, mettendo una grossa scatola sul pavimento. "E' solo che..." "Penso che possiamo immaginare cosa stavate facendo." la interruppe Rei. Usagi la guardo' in malo modo. "Vuoi dire che Worf assomiglia al tuo vecchio fidanzato?" Scaldando il trombone, Riker senti' la frase e sussulto', suonando un paio di note stonate. Sorridendo, si scuso' col resto della banda. "Penso che Minako abbia fatto colpo sul comandante Riker." osservo' calma Ami. Minako riacquisto' il buon umore e guardo' la banda, sorridendo a Riker che divenne visibilmente pallido. Nel frattempo, Worf e Makoto stavano cercando di negare, ma non sembravano avere successo. "Non pensavo che ti piacessero delle giovani donne, Worf." disse Beverly, entrando nello spirito della discussione. "Non e' il caso, dottore." le rispose Worf, fulminandola con lo sguardo. Fortunatamente ai due ritardatari venne risparmiato un ulteriore imbarazzo quando intervenne Data. "Penso che loro non si siano intrattenuti con attivita' sessuali." disse l'androide. "Uh, e come fa a dirlo?" chiese Rei. Beverly pote' notare segni di sconforto alla piega che stava prendendo la conversazione. O almeno alla strada che aveva intrapreso l'androide. Senza saperlo, Data continuo'. "Ho fatto estensive ricerche sulle pratiche sessuali di diverse razze, inclusi i Klingon. Il sesso fra i Klingon tende ad essere abbastanza... di natura fisica, e spesso i partecipanti subiscono delle ferite." Vedendo le ragazze arrossarsi in viso, Beverly decise di intervenire prima che Data potesse proseguire. Conoscendo bene l'androide, sapeva che avrebbe potuto andare avanti per ore. E continuo' dicendo "Infatti, e' considerato segno di buona sorte fratturarsi una clavicola la notte del matrimonio. E..." La dottoressa prese l'androide per il braccio e lo tiro' a forza verso il bar. "Su, Data. Le offro un drink." "Data si irrigidi', confuso. "Ma... Ho gia il mio drink, dottore." indicando un bicchiere pieno. "Gliene offriro' un altro, allora." La banda stava ancora suonando, dando fondo alle proprie riserve di stamina, e stavano entrando nella terza ora... o era la quarta? Troi scosse la testa. Non c'era dubbio che Data avrebbe potuto dirle con precisione la durata attuale del party al secondo, ma gli umanoidi tendono a perdere il senso del tempo di fronte a questi eventi. Andava bene cosi', come il synthalcool che era la base delle bevande che venivano servite. Sentendo l'avvicinarsi di qualcuno, si volto' e vide Rei. "Come fa a farlo?" le chiese, indicando Riker. "Ogni volta che c'e' un'interruzione, Makoto e Minako sono occupate con qualcuno che parla con loro." "Gli ufficiali della Flotta sono allenati ad avere un buon tempismo" disse Deanna con un sorriso. "E io credo che abbia reclutato diversi complici, piu' che altro Geordi e Worf, per fargli da scudo in quelle situazioni. Perche'? Volevi vedere i fuochi d'artificio?" "Ero solo curiosa." rispose difendendosi. Poi aggiunse "Perche' non ti ha reclutata per aiutarlo? Dopotutto credevo che voi due foste... stati insieme." "Infatti. Ma Will mi conosce bene per chiedermelo. Gli direi solamente 'Sei un ragazzone, Will. Puoi cavartela da solo di fronte a due ragazzine'". Comunque sentiva lo sconforto di Riker alle loro divertenti avances. Senti' un senso di preoccupazione da Rei. Guardandola, vide che il suo sguardo era rivolto verso Usagi al bar, dove lei e Mamoru stavano parlando col capitano Picard. "Sei ancora preoccupata per lei, vero?" Rei annui'. "Gia'. Voglio dire, sembra normale adesso... per lei." Deanna alzo' un sopracciglio al commento. Sapeva che lo diceva solo per salvare le apparenze. E sapeva che Rei lo sapeva. "Ma e' riuscita a passare anche questa." "Vero" disse Troi. "Ha fatto abbastanza progressi da poter continuare senza di me, ma ci vorra' molto tempo per potersi buttare alle spalle l'esperienza. Non cercare di forzarla. Se te ne vuole parlare, sara' lei a dirlo. Altrimenti, trattala come faresti normalmente." Prima che Rei potesse rispondere, la voce di Artemis arrivo' da sotto un tavolo li' vicino. "Non penso che lei lo voglia davvero, consigliere." Riusci' *quasi* ad evitare il calcio di Rei. Minako si irrigidi' leggermente e guardo' la stanza. Pensava di aver sentito Artemis gridare, ma tutto cio' che vide in quella direzione era Rei che parlava con Troi. Scrollando le spalle, ritorno' la sua attenzione alla conversazione con Geordi. L'ingegnere stava dicendo "... se avesse continuato, avremmo potuto scoprire se fosse possibile prosciugare le riserve di energia di una nave semplicemente esagerando con l'uso del replicatore." Guardo' di nuovo Minako. "E inoltre, non avrei mai pensato che fosse possibile che qualcuno potesse attivare la frattura del nucleo semplicemente colpendo casualmente due bottoni." "Hey! Ho detto che mi dispiace!" "Su!" le disse con un sorriso. "Stavo solo scherzando!" "Sara' meglio!" gli rispose. Il suo stato d'animo cambio' quando diede un'occhiata alla banda. "Oh, il comandante Riker ha finito di suonare. Scusatemi." Inizio' a muoversi in quella direzione, ma Data la intercetto' prima. "Mi scusi, ma sono curioso. Perche' lei e Makoto siete cosi'... aggressive verso il comandante Riker?" Lo guardo'. "Sta scherzando? E' il piu' bel fusto della nave, ecco il perche'!" Un'espressione confusa si formo' sulla faccia di Data. "Il piu' bel fusto?" Geordi sorrise. Nonostante tutti i suoi tentativi di diventare piu' umano, Data non aveva ancora imparato lo slang. "Vuole dire che e' attraente, Data." "E' cio' che ho detto." "Ah." Data annui', apparentemente soddisfatto. "Sembra essere l'opinione della maggior parte delle donne." Minako rimase di gelo. "Huh?" "Ho osservato che il comandante Riker sembra avere un grande successo in questioni romantiche." Ora era Minako ad essere confusa. "Come puo' saperlo? Pensavo che lei non avesse emozioni." "Vero" rispose Data. "Non sono capace di sentire emozioni. Comunque ho diverse esperienze in questo campo. La mia esperienza romantica fu circa tre mesi fa. Il mio precedente incontro sessuale fu quattro anni, tre mesi, sette giorni, dodici ore, dieci minuti e quarantasette secondi fa." Mina arrossi' in volto. "Ma... Lei e' solo una macchina. Come puo...?" Quando non fini' la frase, Data chiese "Come posso cosa?" "Lo sa." "Penso voglia dire fare sesso, Data." intervenne Geordi. "Capisco. Lei crede che io sia incapace di performances sessuali. Si sbaglia." Scioccata, Minako lo guardava, bevendo un sorso dal bicchiere. Senza dare peso a cio', Data continuo' "Sono pienamente funzionale, programmato in una varieta' multipla di tecniche sessuali." Geordi penso' che era solo pura sfortuna che Minako stesse guardando in quella direzione in quel momento... quando gli spruzzo' addosso la bibita che stava bevendo. Ami alzo' lo sguardo dal padd che stava studiando verso il suono dei colpi di tosse. Dopo aver visto che Minako stava bene e che Geordi e Data avevno la situazione sotto controllo, torno' a leggere. O almeno, ci provo'. Una mano lo prese e glielo strappo' dalla presa. Beverly Crusher esamino' il contenuto dello schermo, ignorando le proteste di Ami. "Come pensavo. Anche se non ci volevo credere quando Makoto me l'aveva detto." Scuotendo la testa, si sedette in fianco alla ragazza. "Siamo qui, nel mezzo di un party... e tu stai studiando?!?" "Stiamo state via un mese. Ci vorra' un po' per ricominciare." "E io che pensavo male di Wesley." disse Beverly con un sospiro. "Da quanto mi hanno detto, Ami, di solito sei piu' avanti della tua classe. Inoltre hai preso delle lezioni qui sulla nave, percio' non dovresti metterci molto a ricominciare. Sei troppo giovane per fare questo." Quando fini' di parlare, si senti' presa da un senso di deja vu. Quante volte si era trovata in una situazione simile con Wesley? "Voglio lavorare sodo. Lei sa che voglio diventare un dottore." "Non posso dire di disapprovare la tua scelta" ammise Beverly. "Ma dovresti lo stesso prenderti del tempo per rilassarti, in special modo alla tua eta'. La tua giovinezza viene una volta sola. Inoltre credo che scoprirete che non sara' passato molto tempo quando tornerete a casa." Ami sembro' sorpresa. "Come fa ad esserne sicura?" "Precedenti esperienze con Q. E la prima e' stata la peggiore." Beverly guardo' nella stanza, ma l'entita' non era ancora apparsa. Prima che potesse dire qualcos'altro ad Ami, un rumore di acqua arrivo' dal bar, seguito da un urlo felino. "Artemis!" Pochi momenti prima, Geordi si stava avvicinando al bar, cercando di asciugare la propria uniforme senza molto successo. "Tenga, comandante. Sembra che ne abbia bisogno." Guardo' ed accetto' il tovagliolo che gli veniva offerto. "Grazie, Reg." Si sedette a fianco dell'ingegnere diagnostico ed inizio' a pulirsi la maglia meglio che pote'. Mentre lo faceva, noto' Luna che stava sdraiata sul bancone vicino a Barclay, sembrando molto contenta mentre l'ingegnere la grattava. "Non sapevo che ti piacessero i gatti." "Oh, mi sono sempre piaciuti, signore." "E sa anche come grattarci." disse luna fra le fusa. Geordi sorrise. Barclay era riuscito anche a parlare coi gatti, mentre non molto prima era a malapena capace di parlare con i suoi compagni. Mentre non lo avrebbe mai considerato un gregario, era migliorato molto da quando era salito a bordo. Ed era un buon ingegnere. E pensandoci... "Hey, Reg. Te lo volevo chiedere. Come stanno andando le riparazioni del ponte ologrammi tre?" "Oh, bene signore. Abbiamo quasi rimpiazzato la meta' dei chip isolineari saltati." Barclay si acciglio' indicando Minako che stava ancora discutendo animatamente con Data. "E' vero che e' riuscita a cortocircuitare i controlli semplicemente cercando di modificare i parametri del programma?" "E' quello che mi e' stato detto." "Non capisco. Non... non puo' succedere." insistette Barclay. "Non conosce Minako bene." disse un'altra voce. Luna apri' un occhio e vide Artemis che era saltato sul bancone. "Pensavo che tu stessi parlando col consigliere Troi." Esito' un attimo, poi guardo' velocemente dove si trovavano Troi e Rei prima di rispondere. "Stava diventando troppo pericoloso da quelle parti." Il gatto tremo' leggermente sedendosi di fianco a Luna. "Ah, comandante Riker." disse, salutando il primo ufficiale che si avvicinava. "Ha pensato che fosse il momento giusto per lasciare la banda?" Riker si guardo' attorno prima di rispondere. Data e Worf stavano tenendo le sue inseguitrici occupate. "Per il momento. Piu' al sicuro che al tavolo da poker prima." "Poker?" Luna sussulto', e diede uno sguardo di disapprovazione al comandante. "Lei non ha giocato a poker con loro, vero?" "Non con loro." la rassicuro' Riker. Punto' Artemis, che sembrava abbastanza soddisfatto con se stesso. "Lui. Mi ha ripulito." Fece cenno a Guinan per un drink. Luna si sedette e guardo' Artemis, scioccata. "Forse e' un bene che Q ci riporti a casa oggi." Artemis si acciglio'. "Devi proprio menzionare quel cretino!" "Starei piu' attento quando parli di lui. Ricordati cosa e' successo l'ultima volta che lo hai insultato." "Hah!" rispose. "Ho controllato con Data. Spot non e' piu' in calore, e nemmeno le altre gatte della nave. E dubito che possa uscirsene con qualcosa di piu' originale." Geordi e Riker sembrarono dubbiosi, ma prima che potessero dire qualcosa, Guinan salto' come se fosse stata colpita da un bastone Klingon del dolore. Giro' la testa verso Artemis. "Attento!" "Huh?" Prima che il gatto potesse dire qualcosa, una grossa sfera d'acqua si formo' sopra la sua testa. Fluttuo' su di lui per un secondo, e si pote' sentire una voce dire. "Oh, davvero? Beh, congela, gatto." L'acqua cadde addosso ad Artemis con un fragoroso *splash*. Ci fu un momento di silenzio fra i presenti alla vista del gatto ora bagnato. Si alzo' sul bancone, tremando, col colore che lentamente virava ad un pallido blu. "E' F-F-FRED-D-DA!!" Picard guardo' la confusione con un'espressione preoccupata. Non che potesse farci molto. Minako e Guinan stavano asciugando Artemis con dei tovaglioli, mentre Beverly e Ami lo controllavano col tricorder e col computer. "Sembrerebbe che Q abbia fatto notare la sua presenza." "Grande." borbotto' Usagi. "Quel verme sa certamente come rovinare un party." Picard annui'. "Concordo. Sfortutatamente Usagi, non c'e' molto che possiamo fare con lui. Dopotutto non e' come se potessimo rinchiudere un onnipotente in prigione." "Gia'." disse la ragazza. "Non gli servirebbe da quanto e' potente." Picard considero' brevemente, poi lascio' stare, l'idea di dirle che era cio' che aveva detto. Al suo posto, continuo. "Comunque c'e' stata una volta che sono stato in grado di metterlo in gabbia." Cio' sollevo' la loro curiosita'. "Oh?" disse Mamoru. "E come mai?" "E' stato... circa due anni fa. Q e' apparso in plancia ..." decise di non accennare al fatto che Q era completamente nudo. "... affermando che i suoi compagni nel continuum gli avevano levato i suoi poteri. Naturalmente non credevamo a quella storia. Alla fine urlo' 'Che dovrei fare per convicervi?' E Worf diede una risposta... molto appropriata." si fermo' volontariamente lasciando la storia in sospeso. "E che gli disse?" chiese Usagi. Picard abbasso' il tono della voce per imitare quella del suo ufficiale della sicurezza. "'Morire'". Ebbe l'effetto desiderato. Sia Usagi che Mamoru sorrisero, e lui stesso aggiunse una breve risata. "Beh, per condensare la storia, visto che apparentemente non aveva poteri, ho deciso di ripagarlo per i guai che ci aveva causati. Ho ordinato a Worf di metterlo in prigione." "Oh, molto divertente, Jean-Luc." disse una voce, prima di rivelarsi Q. Q non sembrava divertito, il che convinse Picard a non smetterla. "Sono qui a salvare te e la tua preziosa nave e tu mi ripaghi cosi'? Offendendo la mia buona reputazione?" "Per poterlo fare, Q, prima dovresti *avere* una reputazione!" gli rispose Picard. "Non mi spingere oltre, mon capitaine. E non hai avuto neanche la cortesia di invitarmi alla festa." Con uno sguardo addolorato, aggiuse "Jean-Luc. Sono offeso." "Ti passera'." "Si', forse." L'entita' guardo' nella stanza. "Beh, penso che dovrei vestirmi per l'occasione." Picard si irrigidi' quando l'entita' schiocco' le dita. Q era apparso nel solito abbigliamento di capitano della Flotta Stellare. Visto che li' tutti erano in vestiti privati o in uniforme, non era sicuro di cio' che volesse fare Q. Ma stavolta ebbe una buona idea, penso', quando il bagliore attorno a Q svani'. Q aveva cambiato il suo abbigliamento in uno smoking, e stava indossando una maschera. Riflettendoci, era identito al vestito di Mamoru nel suo stato trasformato, un fatto che non piacque alle Sailor Senshi. Lo guardavano attonite, Usagi piu' di tutte. Mamoru fu scosso per un attimo, ma ora stava fissando Q. "Tuxedo Q, al suo servizio." dichiaro', togliendosi il cilindro e facendo un inchino profondo verso Usagi. "Posso invitarla a ballare?" Mamoru si intromise. "Non penso proprio." I due si fissarono per alcuni secondi, con la tensione che stava diventando palpabile. Alla fine Usagi disse "Smettila, Q. Comunque quel vestito sta meglio a Mamoru." "E' vero." aggiunse Makoto avvicinandosi con Worf. "Si', non e' il mio solito abito." aggiunse Q, tornando all'uniforme della Flotta Stellare. "Si', questa e' molto meglio. Quello smoking era troppo attillato per uno della mia natura... sta meglio decisamente a lui." Prima che Mamoru potesse rispondergli "Dimmi, ma vai in battaglia sempre vestito in maniera cosi' formale?" Sembrava che Mamoru stesse per dire qualcosa, ma Usagi lo prese per il braccio e lo tiro' al bancone, ma non prima di aver dato a Q uno sguardo di ghiaccio. "Oh, sembra che non le piaccia. E' stato qualcosa che ho detto?" chiese a Picard. "Penso che abbia a che fare con l'essere stata assimilata, Q." rispose il capitano. "Oh, davvero Jean-Luc? Io non c'entro. L'unica cosa che ho fatto e' stata portarli qui." "Si', ma non ci hai informati su cio' che sarebbe successo." lo accuso' Makoto. "Vi aspettate che vi tenga per mano per tutta la vostra esistenza?" disse Q. "Voi umani continuate ad esultare perche' imparate dalle scoperte, ma quando arriva qualcosa di ignoto, volete che qualcuno vi dia le risposte su di un piatto d'argento." Gli arrivo' una risposta, sotto forma di una sbuffata dal vicino bancone. Vedendo Minako ancora impegnata ad asciugare Artemis, Q ando' da lei e disse "Ah, vedo che qualcuno e' inciampato in un gatto bagnato." "Molto divertente" disse la voce di Artemis. Tiro' fuori la testa dai tovaglioli e guardo' l'entita'. Minako diede uno sguardo intenso a Q. "Spero che tu sia soddisfatto, Q. Potrebbe morire di raffreddore." "Oh, sono sicuro che non accadra'." la rassicuro' Q. "Dopotutto ci sei tu che gli farai da infermiera. Giusto?' "Naturalmente." gli rispose la ragazza. Picard e Guinan si scambiarono uno sguardo, sicuri che c'era qualcosa in questo scambio di battute. Primo, perche' Q non aveva l'abitudine di dire qualcosa di buono di qualcuno. Secondo, le Sailor Senshi e Mamoru erano scioccate con gli occhi quasi fuori dalle orbite. Anche gli occhi di Artemis si spalancarono, ma la sua espressione era piu' di orrore. "Sono fritto." mormoro'. Minako mosse lo sguardo da Q al gatto. "Artemis!" Q sorrise, lasciando che le emozioni girassero per la stanza per un momento. "Beh, non sia mai detto che io non sia stato magnanimo." proclamo', schioccando le dita. "Ecco, Artemis... Asciutto e ben caldo." Artemis si senti' caldo e asciutto, e si trascino' fuori dal tovagliolo. "Ah, molto meglio." "Io... non lo ringrazierei ancora, Artemis." disse Minako. "E perche'?" Lo indico'. "Um... la tua pelliccia?" Artemis si giro' come pote' per guardare dove indicava Minako, e sussulto'. La sua pelliccia sembrava appena uscita da un'essicatrice programmata per ravvivare la lana. "Q!!!" Da parte sua, Q sembrava insofferentemente compiaciuto. Piu' del solito. "E' sempre cosi'?" chiese Makoto mentre l'entita' si stava divertendo. Worf guardo' Q con uno sguardo assassino. "Si'". Q mise un'espressione scioccata sul viso. "Che rude che sei, Microcervello! Sembra che tu sia piu' acido del tuo succo di prugne." Makoto guardo' dubbiosa Worf. "Succo di prugne?" Guardo' il bicchiere che stava tenendo Worf. Pensava che fosse una qualche bevanda Klingon. "Una bevanda da guerriero." si difese Worf. "Bene." disse Q vedendo Makoto e Worf assieme. "Sembra che voi abbiate rotto il ghiaccio. L'amazzone e il microcervello. Dimmi Worf, sono invitato al matrimonio?" Worf lo guardo', rifiutando di controbattere. Makoto, invece, era piu' aggressiva. "Lasciamelo elettrizzare ancora!" Raggiunse la sua Star Henshin Pen, ma Worf la fermo'. "Oh, lasciala fare, Microcervello. Lascia che mi elettrizzi col suo piccolo dragone." "Lo vorrei vedere anche io, ma non cambierebbe nulla." commento' Riker. "Continueresti a dar fastidio, come il proverbiale penny scozzese." Q si ingobbi'. "Credo che non apprezzi il mio valore qui dentro, Riker. Senza di me che ti do fastidio ogni tanto, la piu' grossa sfida della tua esistenza sarebbe cercare di far sorridere Worf." si rivolse al Klingon. "Che ne dici Worf? Lo fai un sorriso per moi?" L'unica risposta di Worf fu sbuffargli addosso dalle narici. Picard decise che era tempo di intervenire e di mettere dei limiti a Q prima che qualcuno perdesse davvero le staffe. E se fosse capitato ad una delle Senshi, avrebbe potuto causare seri danni al Ten Forward. "Q..." disse "... basta." Q emise un sospiro frustrato. Picard cercava sempre di interrompere il suo divertimento. "Oh, molto bene, mon capitaine. Ma ho paura che tu stia diventando troppo insipido con l'avanzare dell'eta'." ignorando lo sguardo di Picard, continuo'. "Il Q Express e' qui! Tutti in carrozza. Salutatevi finche' potete!" Ci fu una lieve commozione quando le Senshi salutarono l'equipaggio dell'Enterprise. Alla fine, Usagi arrivo' da Picard. "Grazie, capitano. Per tutto." Impulsivamente diede al capitano un veloce abbraccio, che lo lascio' leggermente imbarazzato. Mamoru decise solo di stringerli la mano. "Anche da parte mia." Q apparve dietro a Picard e gli sussurro' nell'orecchio. "Non e' un po' giovane per te, mon capitaine?" Picard fece del suo meglio per ignorare l'entita'. "I miei migliori auguri ad entrambi. Buona fortuna in qualsiasi avventura vi troverete." "E che avventure interessanti che saranno!" aggiunse Q. "Che vuoi dire con questo?" chiese Makoto. "E' cio', come dicono, che io conosco e voi dovete scoprire." Q fece dei cenni nella stanza. "Molto bene, Sailor Senshi. E' ora di tornare a casa!" Poterono fare un ultimo saluto con la mano prima che Q schioccasse le dita, e svanirono dal Ten Forward. Continuando con la sua abilita' da show-man, Q disse. "E ora, per il prossimo trucco..." "Risparmiatelo, Q" lo interruppe Picard. "Andremo a casa coi nostri mezzi." "Siamo entrati nel sistema terrestre, capitano." disse Data. "Il nostro vettore di avvicinamento dovrebbe rendere difficile per la Terra rilevarci finche' non raggiungeremo il flusso." Picard annui' mentre si sistemava sulla sedia. Il party era stato interrotto pochi momenti dopo che i loro ospiti erano partiti, e la nave stava tornando alle normali attivita'. Comunque, c'era qualcosa che mancava, ora che le senshi se n'erano andate, riflette' Picard. Era simile alla sensazione che fosse tornato alla sua casa astrale, la sensazione di una casa vuota. Ed era una strana sensazione su una nave con oltre mille persone a bordo. "Diminuire a velocita' di impulso, ensign Ro." "I motori a curvatura sono pronti, Geordi?" chiese Riker. "Si signore." rispose l'ingengere. "Li ho programmati per emettere il campo di curvatura alla frequenza corretta quando incontreremo il flusso. Dovrebbe portarci dritti a casa." Q sembro' annoiato. "Una perdita di tempo. Vi potevo riportare a casa piu' in fretta." Riker cerco' di ignorare Q per il momento. Forse se lo avesse fatto per molto, se ne sarebbe andato. No, non poteva essere cosi' fortunato. Guardo' la plancia, poi disse al capitano "Sa, ero cosi' abituato ad averle attorno che in qualche modo la nave mi sembra piu' vuota." Picard annui', condividendo l'impressione. "Ti mancano gia' le tue ragazze?" intervenne Q. "Beh, se ti senti solo, Riker, posso fare in modo di fartele andare a trovare ogni tanto." Deanna cerco', ma non riusci' completamente, a trattenere una risata nel vedere la faccia del primo ufficiale. Riker sposto' lo sguardo da Q a lei. "Ho notato la stessa cosa." disse Picard, cercando di non notare la costernazione di Riker. "Avevano un modo di rendere la vita... interessante." Q assunse un'espressione perplessa. "Non stiamo diventando troppo sentimentali qui dentro?" osservo'. La solitudine del tempio fu disturbata da un suono e da sei alte colonne di luce, accompagnate da altre due piu' piccole, che velocemente svanirono nelle senshi, Mamoru e i due gatti. Si guardarono attorno, controllando dove fossero. Almeno, gli umani lo fecero. Artemis inizio' subito a risistemarsi la pelliccia, aiutato da Luna. Con loro grande sollievo, videro che erano nel cortile del tempio. Come promesso, Q le aveva rimandate a casa. "Che sollievo." disse Minako. Si guardo' intorno ancora una volta. "Non sembra sia cambiato molto. Mi chiedo quanto tempo siamo state via." Ami aveva gia' preso il computer e stava usandolo per capire l'ora. "E' lo stesso giorno di quando ce ne siamo andate" disse. "Cosa?" esclamo' Rei e tutte si misero attorno ad Ami. Tutte le bocche rimasero aperte quando videro lo schermo. "Siamo state via... un paio di MINUTI?!?" "Ma che... Siamo state sull'Enterprise per piu' di un mese!" disse Makoto. "Avrei dovuto immaginarlo. Abbiamo visto che Q puo' facilmente manipolare il tempo e lo spazio." disse Ami. "Non e' tanto sorprendente che ci abbia rimandate qui esattamente dopo che ce ne siamo andate." "Gia', penso sia vero." Rei guardo' Usagi. "Ma scommetterei che neanche Q sarebbe in grado di far arrivare Usagi in orario." Un osservatore poteva dire che Rei stava scherzando, vedendo lo sguardo che aveva negli occhi, e che stava solo prendendo in giro la leader delle Sailor Senshi. Sfortunatamente, Usagi non era molto attenta, e si volto' da Mamoru, infiammandosi. "Io posso arrivare dovunque in orario, Rei! Smettila di prendermi in giro!" "Hah! Eri in ritardo per l'incontro che dovevamo avere il mese scor... ehm... oggi! Come sempre!" "Ero in ritardo perche' sono stata messa in punizione!" Rei senti' crescere la sua tempra, e istintivamente ritornarono le vecchie abitudini. "Probabilmente perche' eri arrivata in ritardo a scuola ancora, testolina buffa!" "Oohh... Smettila di chiamarmi testolina buffa, tu.. tu... Lanciafiamme!" Luna sospiro', visto che l'ennesimo litigio fra le due era iniziato. "Beh, vedo che le cose sono tornate alla normalita'.' "Hai proprio ragione" disse Artemis, che stava ancora lavorando alla sua pelliccia. "Thbb!!" Entrambe le ragazze tirarono fuori la lingua. "Stiamo avvicinandoci alle coordinate del flusso." annuncio' Ro. "Nessuna indicazione che ci abbiano rilevato." aggiunse Data. Picard annui'. Sembrava che il loro transito non avrebbe arrecato disturbi a quella Terra. "Ridurre velocita' a meta' impulso, ensign. Alla via cosi'." L'ensign Bajoriana annui', e fece gli aggiustamenti al timone per guidare l'Enterprise all'interno del flusso. "I motori a curvatura si stanno attivando." disse Geordi. "Siamo nel flusso. Come previsto, c'e' una diminuzione dell'energia." Ad enfatizzare questo punto, le luci del ponte tremolarono, come fece lo schermo principale, durante la transizione fre i due universi. Ma la nave riemerse velocemente dall'anomalia spaziale e i sistemi si stabilizzarono. "Ferma tutto." ordino' Riker una volta che si erano allontanati dal flusso. "Il timone conferma: tutto fermo." Data fece una rapida scansione dell'area. "I sensori confermano che siamo tornati nel nostro universo, signore." "C'e' stato un calo di energia su tutta la nave, ma tutti i sistemi dovrebbero tornare alla normalita' fra breve." disse Geordi. "Le modifiche che ho fatto agli scudi ci hanno protetto dal peggio." "Bene" disse Picard. Guardo' Riker e diede un veloce cenno. Era ora di mettere in pratica il piano che avevano preparato. "Signor Worf, pronto il siluro modificato." Q li guardo' abbastanza scioccato. "Cosa?" "Sigilleremo il flusso quantido." spiego' Picard. "Le anomalie interdimensionali nello spazio non sono cose con cui giocare troppo alla leggera, Jean-Luc. Specialmente se non conosci la loro natura... e tu non la conosci. Non lo farei se fossi in te." Picard guardo' Q. "Ma io non sono te." "Ottima ragione per ascoltarmi." insistette. "Che ti spinge a proseguire con questo piano?" Il capitano cerco' di spiegare. "E' necessario, Q. Dobbiamo prevenire la possibilita' che chiunque in questo universo, come i Borg o i Romulani, possa interferire con l'altro." "Nobile come sempre, mon capitaine." disse Q. "Ma mal indirizzato. Ti potrei suggerire di prenderti un po' di tempo per pensarci? Magari uno o due secoli, in modo che voi possiate capire meglio la fisica interdimensionale?" "Grazie per il tuo consiglio." rispose Picard. "Ma no." Q alzo' le mani in segno di resa. "Va bene. Vai avanti. Testone. Ma non dire che non vi avevo avvisati." "Fuoco." Il siluro usci' dal tubo e entro' nel flusso. Ci fu un breve lampo di luce quando esplose. Data guardo' le letture dei sensori. "Il flusso e' scomparso, signore." Pluto si spavento'. Qualcosa si stava formando nel flusso del tempo, qualcosa che non doveva esserci. Doveva muoversi in fretta per prevenire che il danno alla realta' divenisse permanente. Le venne un'idea. Si', forse loro potevano essere di aiuto. Scosse la testa, i suoi lunghi capelli neri si muovevano alla leggera brezza della porta. Avrebbe avuto una lunga discussione con Q quando tutto sarebbe stato risolto. Riker guardo' Q. "Non mi sento diverso, Q." C'era un tono esultante nella sua voce. Da parte sua, Q divenne stranamente serio. "Le conseguenze di questo gesto, ci metteranno un po' prima di farsi notare, Riker. E non sarai il solo che ne subira' le conseguenze." si rivolse a Picard. "Ti pentirai di non avermi ascoltato, mon capitaine... segnati queste parole." Detto questo, svani' nella sua maniera, ma non prima di borbottare "A lei non piacera' tutto questo." "Lei?" chiese Geordi. "Chi e' questa lei?" Data scosse la testa. "Non saprei." Dagli sguardi in plancia, nessun altro ne aveva la benche' minima idea. Picard guardo' dove stazionava Q pochi secondi prima. "Perche' ho la sensazione che avesse ragione?" Forse aveva congedato l'entita' troppo rapidamente. Rimosse quel pensiero dalla testa velocemente. Cio' che era stato fatto era fatto. Se Q aveva ragione, avrebbero affrontato le conseguenze quando si sarebbero rivelate loro. "Ensign, rotta per la Base Stellare 215. Curvatura sei." "Rotta impostata." Picard porto' la mano in avanti "Engage." ---- THE END
Un Borg da ricordare... - 7 |