Sailor Trek: The Next Generation

Un Borg da ricordare...

Capitolo 7 - Guarigione

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

---------------------------------------------------------------------

Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission - 
 to explore strange new worlds...
 to seek out new life and new civilizations...
 to boldly go where no one has gone before.


                Sailor Trek: The Next Generation
                     Un Borg da ricordare...

                    Capitolo 7 - Guarigione

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

---------------------------------------------------------------------

   L'entita' guardava nel vuoto, ed ammirava a modo suo lo scorrere
del tempo attorno ad essa. Era tutt'altro che compiaciuto quando si
rivolse alla sua compagna. "Credo che le dovrei rimandare indietro
ora." disse Q leggermente petulante. La figura vicino a luo scosse la
testa, muovendo i suoi lunghi capelli neri dai riflessi verdi.
   "Non sarebbe una buona idea. Sailor Moon ha bisogno di tempo per
riprendersi completamente dagli eventi passati... nei quali tu hai
avuto una certa responsabilita' dopotutto." Q sbuffo' incredulo.
"Inoltre credo che, dopo tutto quello che hanno passato negli ultimi
due anni, un po' di riposo se lo siano anche meritato."
   Q la guardo', con la tentazione di trasformarla in un cane dei
cartoni animati. Ci aveva gia' provato con lei una volta, solo per
scoprire quanto fosse potente in questo dominio. Naturalmente, il
fatto che avesse altri amici nel continuum dei Q non gli consigliava
quell'azione. Era stato quell'incidente che lo porto' alla sua breve
esistenza come essere umano. "Molto bene, Pluto. Faremo come vuoi tu."

   "Diario del capitano. Data stellare 45239.8. L'Enterprise rimane
nell'universo delle Sailor Senshi, all'incirca cento anni nel loro
futuro, e si trova in orbita attorno alla luna di Giove, Europa, mentre
il comandante LaForge completera' le riparazioni alla nave. La sua
stima e' che ci vorra' almeno una settimana prima che le riparazioni
siano complete e che la nave possa viaggiare a velocita' curvatura."

   "Diario personale del consigliere di bordo. Data stellare 45239.9.
Beverly ha completato le sue analisi su Usagi, e mi ha detto che tutti
gli impianti Borg sono stati rimossi dal cristallo d'argento, e che si
e' completamente ripresa... almeno fisicamente. Comunque sono convinta
che per diversi aspetti della sua guarigione, ci vorra' molto piu'
tempo."

   "Non so che fare" disse Mamoru.
   Troi guardava il ragazzo passeggiare nel suo ufficio. Anche se non
aveva un'espressione preoccupata sul viso, poteva sentire che aveva
dei problemi, visto che stavano irradiandosi da lui come una supernova.
Ormai era quasi passato un giorno da quando erano riusciti a
riprendere Usagi dalla nave Borg. All'inizio la ragazza sembrava stare
bene, ma da allora, si era ritirata, praticamente rinchiusa nel suo
alloggio.
   Il suo passeggiare stava facendola innervosire, e il consigliere
non riusciva a sopportarlo. "Mamoru, siediti." Dopo un attimo di
esitazione da parte del ragazzo, aggiunse con piu' enfasi "Per
favore!"
   Finalmente si sedette di fronte a lei. "Mi scusi. E solo che..."
   Deanna annui'. "Capisco. Le vuoi molto bene."
   "Si'" rispose. "E' tutto per me."
   "E nonostante cio', non molto tempo fa hai interrotto la tua
relazione con lei."
   La guardo' sorpreso. "Sa anche questo?"
   "Si'" affermo' il consigliere. "Ho parlato sia con Rei che con
Luna. Dovevo sapere del suo passato se dovevo aiutarla per quello che
sta passando adesso." Gli diede un momento per assimilare questa
informazione. "Perche' hai interrotto la relazione?"
   "Rei o Luna non gliel'hanno detto?"
   "Si'" rispose "Ma preferisco sentirlo dire da te."
   Fece un profondo respiro. "In poche parole, stavo avendo questi
sogni, notte dopo notte. Continuavano a dirmi che, se non fossi stato
lontano da lei, Usagi avrebbe potuto farsi male... ed anche essere
uccisa."
   "E tu hai l'hai lasciata per un sogno?" chiese Troi, scettica.
   Si alzo' e riprese a camminare, con suo dispiacere. "Lei non
capisce. Non potrei sopportare il fatto che possa morire. Farei
qualsiasi cosa per evitarlo. Anche se cio' significasse perderla."
   "Non pensi che stia pensando lo stesso?"
   Mamoru si fermo'. "Che vuole dire?"
   Si alzo' e gli si pose davanti. "Pensaci, Mamoru. Nei giorni
scorsi, e' stata catturata ed assimilata dai Borg. Poi fu forzata da
Rubeus, attraverso il collettivo Borg, a provare a distruggere questa
nave, con tutte le sue amiche, le altre senshi. Alla fine Rubeus uso'
lei per cercare di ucciderti. E visto l'amore che c'e' fra voi due,
questo deve aver avuto un effetto devastante nella sua psiche."
   "Ma era Rubeus che stava cercando di uccidermi, non..." obietto'.
   "Lo so" lo interruppe Troi. "E a livello cosciente anche lei lo sa.
Ma ci vorra' un po' di tempo per lei accettarlo a livello
subcosciente." Si fermo' un attimo per lasciarlo pensare. "Non cercare
di forzarla, Mamoru. Quando sara' pronta, sara' lei a venire da te."

   Il suono delle porte del Ten Forward che si aprivano attrasse
l'attenzione di Guinan. Era uno dei periodi morti nel salotto, nel
mezzo della notte, ed era praticamente deserto. La maggior parte
dell'equipaggio che non era in servizio, a quell'ora era nel proprio
alloggio, a dormire. Naturalmente c'erano quelli dell'equipaggio che
giuravano che lei fosse sempre in servizio, ma era quasi
incomprensibile.
   Era semplicemente li' dove e quando serviva.
   Guardo' per vedere chi stesse entrando, ma non vide nessuno. Dopo
un attimo, le porte si chiusero. Si irrigidi', sorpresa dallo strano
comportamento delle porte.
   Un'ombra che si muoveva sul pavimento del salotto oscurato catturo'
la sua attenzione. Guardando in quella diresione, individuo' Luna che
si muoveva verso la grossa finestra del Ten Forward. Annui',
soddisfatta della spiegazione dell'apertura delle porte.
   Luna salto' sul bordo, e si sedette, guardando silenziosamente
Europa che era sotto di loro. Guinan la guardo' per qualche istante,
poi si mosse per andare da lei. "Ciao, Luna."
   La gatta si spavento' quando senti' parlare. "Oh. Buona sera,
Guinan."
   "Direi che invece e' mattina presto."
   La guardo' stupita. "Davvero? Ho perso la sensazione dello scorrere
del tempo."
   "Quando sei immersa nei tuoi pensieri, puo' capitare." le rispose
la barista. "Vuoi qualcosa? Forse un po' di latte?"
   "No, grazie." La gatta torno' a guardare fuori, guardando Europa
che lentamente roteava su se stesso cinquecento chilometri sotto di
loro. Giove stava sorgendo all'orizzonte. Era una visione
spettacolare. La Grande Macchia Rossa era proprio sul terminatore del
giorno, e c'erano centinaia di tempeste che illuminavano con in propri
lampi la zona in ombra, mentre aurore illuminavano le parti piu' a
settentrione. In breve, una vista che qualsiasi astronomo avrebbe
voluto vedere.
   Guinan ignoro' lo spettacolo e guardo' la gatta pensierosa. "Sei
preoccupata per Usagi."
   La gatta stette in silenzio per un attimo, poi annui'. "Si'. L'ho
vista passare attraverso un sacco di guai negli ultimi due anni, ma
non l'ho mai vista cosi'." Luna stette silenziosa per un momento. "E'
come se stesse cercando di allontanarsi da noi il piu' possibile."
   "In un certo modo, lo sta facendo." disse Guinan. "Parte di lei e'
arrabbiata con se stessa per cio' che ha fatto mentre era assimilata
dai Borg."
   Luna sbuffo'. "Ridicolo! Non poteva controllarsi!"
   "Hai ragione. Non poteva controllare se stessa. E quella sara' la
cosa piu' difficile da accettare."
   Luna sospiro'. "Abbiamo avuto una discussione prima." ammise. "Mi
ha accusata di non capire cosa ha passato, prima di buttarmi fuori
dalla stanza. E ha ragione. Per quanto voglia, non posso davvero
capire cosa ha passato. Non credo che qualcuno lo possa davvero fare."
   "Al momento" rispose Guinan. "C'e' qualcuno che puo'.'

   Locutus di Borg cammino' lungo il corridoio della nave Borg, e si
volto' per guardare il monitor. Ad un comando mentale, lo schermo
tremo', mostrando diversi ufficiali delle navi stellari che stavano
affrontando i Borg. "La resistenza e' inutile. Disattiverete le vostre
armi e ci scorterete fino al settore zero zero uno. Se cercherete di
intervenire... verrete distrutti."
   "A tutte le navi, manovra di attacco alfa. Aprire il fuoco."
ordino' l'ufficiale comandante della flotta, l'ammiraglio Hansen.
Locutus noto' che Picard lo conosceva, che lo considerava un caro
amico. In ogni caso cio' non aveva importanza per Locutus. L'amicizia
era irrilevante.
   Diverse navi stellari si avvicinarono a massimo impulso e spararono
salve di phaser e di siluri fotonici. Locutus concentro' le armi
sulla piu' vicina, la USS Melbourne. In pochi secondi gli scudi furono
assorbiti e la meta' anteriore dello scafo principale era evaporato.
Senza potenza, il relitto di cio' che era una coraggiosa nave stellare
inizio' a vagare nello spazio, con l'equipaggio che cercava la
salvezza nelle capsule di salvataggio.
   Ignorando la nave distrutta, Locutus sposto' la sua attenzione
sulle altre navi della flotta.
   E distrusse navi...
   ...dopo navi...
   ...dopo navi...

   "NOO!"
   Picard salto' a sedere sul letto, con la faccia coperta di sudore.
Si guardo' attorno rapidamente prima di accertarsi di essere ancora
nel suo alloggio... ancora sull'Enterprise. "Un incubo." e per di piu'
riguardante Wolf 359. Non ne aveva avuti da tanto tempo. Non serviva
essere uno psicologo come il comandante Troi per capire che cosa
l'aveva innescato. Gli eventi recenti l'avevano colpito molto da
vicino. Specialmente quando senti' nuovamente la voce del collettivo
nella sua mente. Non era ancora sicuro di come fosse successo. Era
ancora connesso in qualche modo col collettivo? E avrebbero potuto
usarlo contro di lui? O poteva girare le carte in tavola ed usarlo
contro di loro?
   Erano domande che avrebbero avuto una risposta piu' avanti.
"Computer" disse, con la voce impastata. "Che ore sono?"
   "Sono le ore zero quattro ventisette."
   Sospiro'. Doveva passare ancora un'ora prima di doversi alzare.
Decidendo che ormai non sarebbe riuscito piu' a dormire, si alzo',
pensando di farsi una doccia. Ma prima... "The, Earl Grey, caldo."
 
   In un altro alloggio dell'Enterprise, qualcun altro si era appena
svegliato da un incubo. Usagi era seduta nel letto, tremante, non di
freddo, ma di puro terrore. Ci vollero diversi momenti prima di capire
dove fosse e prima che le sue pulsazioni tornassero a un livello di
tranquillita'.
   Si alzo' e ando' verso la finestra, fissando lo sguardo allo spazio
esterno. La magnifica visione di Giove non riusci' ad alleviare il suo
stato. Infatti non stava guardando il gigante gassoso. I suoi pensieri
erano fissi sugli eventi recenti. 'Avrei dovuto essere capace di
fermarli.' penso'. 'Avrei dovuto essere in grado di evitare che
usassero il cristallo d'argento come un'arma, che cercassero di farmi
uccidere...' I ricordi la soppraffarono e inizio' a piangere
silenziosamente.
   "Odio questo posto!."

    Poche ore dopo, la porta si apri' per far entrare qualcuno nella
stanza. Minako andava a tastoni nella stanza oscurata. 'Ora, come si
accendono le luci qui?' Dopo un momento si rispose da sola. "Computer,
accendere le luci." Ubbidiente, il computer accese le luci della
stanza. Sorrise e si congratulo' mentalmente per aver trovato la
soluzione.
   "Huh?" Seduta alla finestra della stanza, Usagi sbatte' gli occhi
per abituarsi al cambio di luce.
   Minako sorrise e ando' verso l'amica. "Usagi, che fai seduta al
buio?"
   Scrollo' le spalle e torno' a guardare fuori dalla finestra.
"Niente. Sto solo pensando."
   "Dici sul serio? Dai, amica mia, non e' il tempo per pensieri cupi.
Abbiamo appena battuto Rubeus e i Borg! E' tempo di celebrare! E c'e'
una grossa, enorme nave stellare dove farlo." Quando non rispose,
Minako continuo'. "Dai, Usagi. Stiamo andando a provare quel ponte
ologrammi per vedere quello che puo' davvero fare! Perche' non vieni
con noi?"
   La sua risposta arrivo' fra i denti. "Andate senza di me."
   "Usagi..."
   "Ho detto di no!" urlo' improvvisamente, spaventando Minako con la
veemenza della risposta. "Andatevene e lasciatemi sola!!"
   Per la prima volta da tanto tempo, Minako rimase senza parole.
Alla fine annui' semplicemente ed usci' dalla stanza.
   Le altre attendevano Minako fuori. "Hai avuto fortuna?" chiese
Makoto. Minako scosse la testa come risposta.
   Rimasero in silenzio per un momento. Alla fine Ami disse "Non mi
piace. L'unica volta che me la ricordo in questo stato era quando
Mamoru era stato rapito dalla Negaverse."
   "Hai ragione." mormoro' Rei. Poi a voce piu' alta aggiunse "Andate
avanti. Vi raggiungo dopo."
   "Dove vai? chiese Minako.
   "A parlare con Deanna. Forse ci puo' dare un consiglio su come
comportarci con Usagi." Detto questo, Rei si incammino' lungo il
corridoio.
   "Ehi, voi due! Andiamo!" disse Makoto, dirigendosi verso il
turbolift. "Non so voi, ma mi e' venuta improvvisamente una gran
voglia di fare a pezzi qualche cosa."
   "Tipo?" chiese Minako.
   "Non so. Forse... Attiviamo il programma della nave Borg, ma
mettiamo la faccia di Rubeus su ogni drone!"
   Le tre ragazze continuarono il resto del viaggio in silenzio.
Una volta arrivate, attesero che le porte del ponte ologrammi si
aprissero per farle entrare. Dopo essere entrate, si fermarono.
Si aspettavano la normale griglia di un ponte ologrammi disattivato.
Ma apparentemente c'era un programma attivo. Le tre ragazze si
guardarono attorno confuse. "Che succede?" chiese Makoto. La scena
era paludosa e l'aria era alquanto umida, con un pesante odore.
"Pensavo che il ponte ologrammi fosse stato prenotato!"
   Uno sguardo di dispiacere arrivo' sulla faccia di Minako.
"Oooops..."
   Makoto si rivolse alla bionda. "Minako, non mi dire che te ne sei
dimenticata?!?"
   "Er... Um..." balbetto'. "Mi dispiace..."
   "Sono sicura che ci siano altri ponti ologrammi che possiamo usare."
suggeri' Ami. "Dopotutto, e' mattina presto."
   "Gia', hai ragione, Ami." confermo' Makoto, anche se la sua voce
era ancora accusatoria.
   Prima di potersi muovere o di richiamare l'uscita, un alto grido
fece eco nell'area e una grossa forma salto' fuori dai cespugli li'
vicino. Salto' su Minako e Ami, sbattendole in una pozza.
   Makoto istintivamente si preparo' quando la creatura la carico'. La
ragazza devio' e blocco' l'attacco, e reagi' velocemente, dandogli due
colpi sulla testa prima di finirlo con un calcio rotante. La creatura
cadde al suolo e non si mosse. Stava per rilassarsi, quando un suono
dietro di lei la fece voltare. C'era Worf con Mamoru al suo fianco,
ognuno dei due teneva una grossa arma incurvata e sembrava che
stessero combattendo creature di questo tipo da un po' di tempo. "Che
state facendo qui?" chiese il Klingon.
   "Ci dispiace" disse Makoto. "Non sapevamo che il ponte ologrammi
fosse occupato."
   "Avreste dovuto controllare gli indicatori prima di entrare!" disse
Worf con tono accusatorio.
   "Beh, ci scusi!" rispose in malo modo Minako, mentre lei e Ami
cercavano di strizzarsi gli abiti. "Comunque, che tipo di programma e'
questo?"
   "Secondo Worf, questa e' la sua idea di ginnastica mattutina."
rispose Mamoru.
   "Ginnastica?!?" disse Ami scioccata. Minako guardo' il capo della
sicurezza mentre Makoto iniizio' a guardarsi intorno pensierosa.
   L'accigliamento onnipresente di Worf venne meno. Lo sapeva che
avrebbe rimpianto il fatto di fare un favore a Deanna invitando Mamoru
ad unirsi a lui quella mattina. Pochi umani potevano apprezzare un
programma di esercizi Klingon. Prima che potesse dire qualcosa, Makoto
parlo' "Non so, ma credo che mi piaccia."
   Worf subito vide la ragazza sotto una nuova luce. Se non fosse
stato sicuro della sua umanita', avrebbe detto che la ragazza aveva
sangue Klingon nelle vene.

   Deanna stava guardando gli appuntamenti quando il campanello
suono'. *Entra, Rei.*
   Come risposta alla sua chiamata silenziosa, la porta si apri' per
far entrare la senshi. "Come sapevi..." La sua voce svani' quando Troi
la guardo'. "Lascia stare. Ho capito."
   Deanna sorrise. "Che hai in testa, Rei?"
   "Usagi."
   "Avevo la sensazione che tu volessi parlarmene." rispose il
consigliere, facendo svanire il sorriso. "Siediti" Mentre Rei si
sedeva, continuo' "Ho avuto un incontro simile con Mamoru, ieri sera.
Dopodiche' ho fatto una sessione con Usagi."
   "E?"
   "Ha eretto una formidabile barriera emotiva attorno a se'. Sente
un grosso senso di colpa per cio' che e' stata obbligata a fare dal
collettivo."
   "E' proprio la testolina buffa." borbotto' Rei. "Si sente in colpa
per cio' che non puo' controllare."
   "Si', ma e' comprensibile." rispose Troi. "Vuole molto bene a
Mamoru, e lo stesso vale per le altre Sailor Senshi... E specialmente
per te, Rei."
   "Ma dai, Deanna!" le rispose. "Tutto cio' che facciamo e'
litigare!"
   "Rei, dopo aver parlato con entrambe, ho scoperto che voi due siete
la cosa piu' vicina all'essere sorelle senza essere parenti." le disse
Deanna gentilmente.
   "L'unica cosa che importa ora e' cercare di farla uscire dal guscio
in cui si e' rinchiusa." rispose Rei per cercare di sviare il
discorso. "Hai qualche idea?"
   "Ne ho un paio" rispose "Prima e soprattutto penso che dobbiamo
convincerla a parlare col capitano Picard."
   "Huh? E perche'?"
   "Circa un anno fa, passo' attraverso un'esperienza simile." spiego'
Troi. "Era stato catturato dai Borg, e assimilato nel collettivo. Siamo
stati in grado di recuperarlo..." si fermo'. "...ma non prima che i Borg
lo usassero per distruggere una flotta di navi stellari della
Federazione."
   "Wow." Rei pondero' l'informazione. "Bene, allora quando lo
facciamo?"
   "Presto, spero." Vedendo l'espressione di Rei continuo' "Il
capitano Picard e' un uomo molto riservato. Non e' molto propenso a
parlare di se' con la gente... specialmente riguardo a questo."
   "Non mi interessa!" esclamo' Rei, alzandosi di scatto. "Se parlare
con Usagi puo' esserle d'aiuto, allora lo fara'. Andro' direttamente
in plancia e lo convincero' personalmente che lo deve fare!"
   Deanna si sedette e la guardo' pensierosa. "Forse dovresti..."

   "Da quanto posso dirle, la Terra non ha idea che siamo qui." disse
Riker.
   Picard annui' sedendosi e guardando il suo primo ufficiale. "Ma la
Terra qui e' nel suo tardo ventunesimo secolo, e la tecnologia che ha a
disposizione non e' devastata da una guerra mondiale come lo era sul
nostro mondo. Devono avere qualche idea su cosa e' successo."
   "Non vedo come non avessero potuto accorgersene." ammise Riker.
"C'e' stato un massiccio scambio di fuoco, senza contare l'esplosione
della nave di Rubeus. Fortunatamente le loro basi sulla Luna e su Marte
erano fuori posizione per poter assistere alla battaglia, percio'
rimanevano solo le osservazioni satellitari. Se siamo stati fortunati,
hanno rilevato poco o niente."
   "Beh, la cosa migliore per ora e' rimanere fuori visuale finche' il
comandante LaForge ci possa far ritornare a casa." disse Picard.
"Terra o no, qui la Prima Direttiva e' da rispettare."
   "Concordo." rispose Riker. "Ma io raccomanderei..."
   La sua osservazione fu interrotta dalle porte dell'ufficio che si
aprirono con Rei che entrava. "Vorrei parlare con lei, capitano."
Fisso' Riker con uno sguardo tagliente. "Da sola."
   La faccia del capitano non nascose un certo dispiacere per
l'intrusione, ma disse solamente "E' tutto, Numero Uno." Il comandante
annui' e lascio' la stanza. Con una voce calma, Picard disse "Bene,
signorina Hino, si sieda e mi dica cosa vuole."
   "Le posso rispondere con una sola parola: Usagi."
   L'espressione di Picard si fece confusa. "Non credo di capire."
   "Invece si'. E' appena passata attraverso l'inferno, e lei ha il
dovere di aiutarla."
   "Capisco." rispose Picard. "Sono sicuro che il consigliere Troi
fara' il possibile per aiutarla nella sua ripresa, ma io..."
   "No, *lei* deve aiutarla." disse Rei, decisa. Si avvicino' alla
scrivania e alzo' un dito verso di lui. "Se non era per lei, saresti
di nuovo a farti un giro di servizio su un cubo Borg, Locutus!"
   Il capitano sbianco' in volto, confermando a Rei che aveva colpito
nel segno. La sua voce rimase calma. "Che suggerisce?"
   "Le parli. Lei ci e' passato. E' l'unico che puo' aiutarla a
passare questo momento."
   "Molto bene, signorina Hino. Le parlero piu' tardi, nel
pomeriggio..."
   "*Ora*!" insistette Rei.
   Picard ebbe la senzazione di venire leggermente manovrato. "Non
lascera' questa stanza finche' non acconsentiro', giusto?"
   Rei scosse la testa. "Ci puo' scommettere!"
   Si guardarono per alcuni momenti. Alla fine "Molto bene, signorina
Hino. Contattero' il consigliere Troi e le faro' portare qui Usagi il
piu' presto possibile." Immediatamente le porte si aprirono e Troi con
Usagi entrarono nell'ufficio. Gli occhi di Picard si mossero su Rei e
su Troi, capendo che le due si erano accordate per combinare
l'incontro.
   Rei scosse le spalle. "Grazie, capitano. Se mi vuole scusare, sono
attesa al ponte ologrammi tre." si volto' verso l'uscita, fermandosi
solo per dise "Ciao, Usagi"
   "Ciao, Rei" mormoro', senza alzare lo sguardo. Rei sembrava voler
dire qualcosa, ma semplicemente torno' a guardare Picard, con gli
occhi che parlavano da soli.
   Sentendo che l'unica cosa era voler aiutare la sua amica,
l'espressione di Picard si rilasso' e le rimando' un lieve cenno di
assenso con la testa. "Grazie, consigliere. E' tutto." Rei e Deanna
uscirono, lasciando i due da soli.
   Non sapendo da dove cominciare, Picard si schiari' la voce e si
diresse verso il replicatore. "Vuoi qualcosa da bere? Del the?"
   La ragazza alzo' le spalle, non importandole nulla. "Va bene."
   "The, Earl Grey, caldo. Per due." Il replicatore emise un ronzio e
le due tazze richieste si materializzarono. Picard ne diede una a
Usagi, e le indico' una sedia. "Prego, siediti." La ragazza si
sedette, e guardo' inespressivamente fuori dalla finestra. Picard
torno' alla sua sedia e la guardo' per un attimo, cercando di trovare
il modo giusto per cominciare. "Anche se e' difficile da credere, so
quello che stai passando."
   Lo guardo' con uno sguardo tagliente, mostrando per la prima volta
la vera emozione che provava. Rabbia. "Lo dicono tutti! Beh, come
potete? Come puo saperlo qualcuno? Io ero quella che era lassu'." Le
lacrime sgorgarono dagli occhi, ma continuo' "Io ho quasi ucciso le
mie migliori amiche che abbia mai avuto, l'uomo che amo! Loro..."
   Si fermo', ma Picard continuo' da dove si era interrotta. "Ti hanno
preso tutto cio' che sei. I tuoi poteri, le tue capacita', i tuoi
ricordi." Si fermo', coi ricordi che gli ritornavano alla memoria. "Ti
hanno usata per uccidere, distruggere. Li combattevi il piu' duramente
possibile, ma non li potevi fermare. E comunque credevi di essere in
grado di fermarli in qualche modo."
   Lo guardo', con parte della rabbia che svaniva dalla faccia. "Come
puo' saperlo lei..." comincio', poi la voce le venne meno.
Improvvisamente si ricordo' qualcosa del suo periodo come Sailor Borg.
Un ricordo dalla coscienza del collettivo Borg.
   Una faccia.
   La faccia di Picard.
   No, non lui, precisamente, ma con impianti cibernetici, come quelli
che aveva lei. Un nome venne a galla con quella visione. "Locutus"
sussurro'.
   Picard annui'. "Si', io ero Locutus."
   "Allora le e' successa la stessa cosa..."
   "Poco piu' di un anno fa" annui' "Un vascello Borg invase lo spazio
della Federazione, e mi prese come portavoce. Fui rapito, ed
assimilato, come te." La sua voce divenne quasi un sussurro
richiamando quei brevi ma orribili giorni. "Presero tutta la mia
conoscenza delle tattiche della Flotta Stellare e delle difese, e la
usarono per distruggere trentanove navi stellari a Wolf 359, uccidendo
migliaia di persone della flotta. Molti di loro erano amici che
conoscevo da anni." Si fermo' e guardo' intensamente Usagi. "Hai fatto
meglio di quanto abbia fatto io. Nel momento critico, sei stata in
grado di sopraffare il collettivo Borg nella tua mente e hai ripreso
il controllo di te. Io invece fui in grado di dare a Data un messaggio
di una sola parola."
   "Ci sono riuscita perche' Rubeus era stato distratto
dall'Enterprise che ha usato quell'arma ad energia contro il cubo. Se
no, avrei ucciso..." la voce le si spense nei singhiozzi al ricordo di
cio' che era stata forzata a fare.
   "No." Picard insistette. "Non tu. Lo voleva fare Rubeus. Attraverso
il collettivo. Ti hanno usata..." si fermo' un attimo. "*Ci* hanno
usati per causare quelle morti. La responsabilita' di quelle azioni e'
solo loro. E' qualcosa che entrambi dobbiamo cercare di capire."
Sorrise leggermente. "Dobbiamo cercare di dimenticare."
   Usagi penso' alle sue parole per un po'. Alla fine disse "Come
riesce a vivere con questi ricordi?"
   "E' una cosa che va avanti giorno per giorno." le rispose. "Il
supporto della mia famiglia e dei miei amici mi hanno aiutato. E ti
aiutera'. E, come tutti gli incubi, svanira' col tempo."
   "Non posso proprio dire alla mia famiglia tutto cio'! Non sanno
neanche che io sono una Sailor Senshi."
   "Vero" concordo'. "Ma ci sono altri su cui puoi contare. Luna... le
altre senshi... e Mamoru."
   "Gia'!"
   "Sono preoccupati per te. Non dovrebbe essere il posto giusto per
suggerirtelo, ma penso che dovresti andare da loro e parlarne. Lascia
che ti aiutino. E se vorrai, saro' felice di avere altri incontri con
te."
   Dopo un minuto "Sa... Sa dove si trova Mamoru?"
   "Dovrebbe essere facile." rispose. "Computer, localizzare Mamoru
Chiba."
   "Mamoru Chiba si trova sul ponte ologrammi tre." rispose il
computer.
   "Grazie!' disse. Poi "Hey! Aspetti un attimo... Rei ha detto che
stava andando la'! Cosa vole fare la' col *mio* Mamoru?!?" Prima che
Picard potesse dirle che non erano soli, si alzo' e corse verso la
porta, esitando sulla soglia. "Um. Come si arriva al ponte ologrammmi
tre?"
   Picard sorrise. "Ti faro' accompagnare da qualcuno." Si alzo' e
entro' in plancia. "Numero Uno, sarebbe cosi' gentile da accompagnare
Usagi al ponte ologrammi tre?"
   "Naturalmente, signore." rispose il primo ufficiale. "Se mi vuoi
seguire..."
   Picard li guardo' entrare nel turbolift, poi torno' alla sua
scrivania per leggere i vari rapporti. 'Si', dobbiamo dimenticare'
penso'. 'Ma non dimentichero' mai i Borg per le loro azioni. Un giorno
*pagheranno* per quello che hanno fatto.'

   Come sempre, la porta svani' dietro di loro quando entrarono nel
ponte ologrammi. Riker si guardo' attorno, osservando la scena,
apparentemente una zona urbana. "Mi chiedo cosa sia questo posto."
   "Juban" rispose Usagi. "E' dove viviamo, appena fuori Tokyo."
   "Hmmm... Interessamte. Mi chiedo perche'..." Riker vide una
figura familiare nelle vicinance, e gli si avvicino'. "Un nuovo
programma, signor Worf?"
   "Non proprio, comandante. E' una modifica del..." si fermo' quando
un'altra figura si avvicino'. Riker riconobbe subito il tenente
Reginald Barclay, un ingegnere eccellente e un ottimo programmatore
dei ponti ologrammi.
   "L-la matrice olografica sembra essere stabile questa volta,
signore." disse a Worf, e saluto' il primo ufficiale con un cenno della
testa. "Comandante". Poi guardo' incerto Usagi.
   Riker disse velocemente "Tenente Barclay, questa e' Usagi."
   "Salve." gli disse, guardandosi attorno. "Pensavo che il computer
avesse detto che Mamoru fosse qui."
   "Oh, si'" rispose Barclay indicando dietro di lui. "E' laggiu' da
qualche parte." La guardo' piu' da vicino. "Per caso lei e' Sailor
Moon, giusto?"
   Esito' un momento prima di rispondere. Ma non c'era motivo per
tenerlo segreto. "Certo, perche'?"
   "Oh, bene." Inizio' a lavorare sul padd che stava tenendo in mano.
"Vorrei..."
   Un rumore da un palazzo vicino lo interruppe. Una finestra era
stata sfondata e Tuxedo Kamen volo' fuori. Colpi' un muro li' vicino, e
rimase a terra, stordito. Un'altra figura apparve dalla finestra rotta
e volo' verso di lui "Stavolta ti prendero', ragazzo mascherato!"
   Usagi sussulto'. Zoicite! Ma come.. ? Non importava! Era pronto ad
attaccare Mamoru, che stava ancora cercando di riprendersi. Doveva
agire ora! "Stai per pentirti di averci incontrato, Zoicite!" urlo'.
Barclay la guardo' allarmato.
   Riker cerco' di fermarla. "Aspetta Usagi! E' solo..."
   Troppo tardi! "MOON CRYSTAL POWER... MAKE UP!" Era la prima volta
che tre ufficiali della Flotta Stellare vedevano una senshi
trasformarsi, e rimasero affascinati alla vista. Prima che qualcuno
potesse reagire, salto' in avanti, atterrando di fronte a Tuxedo
Kamen, con il Moon Scepter pronto. "Averci gia' provato con noi non e'
gia' stata una lezione sufficiente, Zoicite? Nel caso te lo sia
dimenticato, io sono la paladina della legge, Sailor Moon! Raddrizzo i
torti e combatto il male! E questo vuol dire te!"
   La figura che volteggiava rise diabolicamente. "Bene, ecco la
mocciosa della luna. E quello e' il tuo sonaglio?"
   Sailor Moon digrigno' i denti "Lo vedrai!"
   "Aspetta! Ferma!" urlo' Barclay.
   Ma era troppo tardi. "MOON PRINCESS... HALATION!" Il raggio bianco
di energia colpi Zoicite. Il generale della Negaverse tremolo' per un
secondo, poi si fermo'. "Huh?"
   "Errore nel programma" disse il computer.
   "Bene, al diavolo la stabilita' della matrice olografica." sospiro'
Barclay.
   Sailor Moon sembro' non averlo sentito. "Errore nel programma? Che
significa?!?"
   Kunzite apparve dalla finestra. La sua espressione si fece rabbiosa
quando vide Zoicite congelato di fronte a Sailor Moon. "La pagherai,
Sailor Moon."
   Sailor Moon lo guardo'. "Prima Rubeus, poi Zoicite, ora tu! Ma che
e'? La settimana del ritorno dei cattivi morti?"
   "Computer, fermare programma." disse Worf. La sfera di energia che
Kunzite aveva lanciato contro Sailor Moon si fermo' a mezz'aria.
   Luna usci' dalla costruzione e guardo' Worf. "Che e' successo?"
   "Sailor Moon" rispose Worf. "Non abbiamo ancora inserito i
parametri dei suoi attacchi nel computer. Non e' stato in grado di
processarli nel programma, e c'e' stato un errore."
   "Stavo per farlo, percio' i sensori erano al massimo." disse
Barclay. "Probabilmente hanno raccolto abbastanza informazioni sul suo
attacco da poterli analizzare e far ripartire il programma. Computer:
arco." Il controllo ad arco apparve li' vicino e l'ingegnere inizio' a
lavorare al pannello.
   "Vuol dire che questo e' un grosso gioco al computer?" chiese
Sailor Moon guardandosi intorno. "Grande!"
   "Non e' un gioco" rispose duramente Worf. Usagi istintivamente si
protesse al tono della sua voce. "E' una simulazione di allenamento."
Dopo uno sguardo da Riker, continuo' con un tono piu' calmo. "Luna mi
ha chiesto di modificare un programma per aiutare le senshi nel loro
allenamento. Dato che le necessita' di sicurezza in questo universo
sono minimali, ho acconsentito. Il comandante LaForge mi ha
consigliato di rivolgermi al signor Barclay visto che e'... un esperto
in questo campo."
   Sailor Moon aveva smesso di ascoltarli, e si era chinata su Tuxedo
Kamen, aiutandolo a rialzarsi. "Stai bene?" gli chiese.
   Prima di rispondere, Mamoru guardo' Riker, che capi' la situazione
e annui'. Dopo una parola con gli altri ufficiali, i tre lasciarono il
ponte ologrammi. "Dovrei essere io a chiedertelo."
   Usagi senti' il suo sguardo, e si volto'. "Io... Io sono sorpresa
che tu mi voglia ancora parlare."
   "Usagi..."
   "Ho cercato di ucciderti!" le lacrime iniziarono a sgorgare di
nuovo.
   "Usagi" disse di nuovo. Le prese il mento con la mano e le volto'
la faccia verso di lui. Con la mano libera, si tolse la maschera
e la guardo' fissa negli occhi. "Rubeus ha cercato di uccidermi, non
tu. Tu l'hai fermato alla fine. Tu hai salvato me... Tu hai salvato
tutti noi. Questo e' importante." si guardarono per un momento
silenzioso, poi, come se fossero stati d'accordo, si abbracciarono
stretti. "Ti amo, Usagi. L'ho sempre fatto e lo faro' sempre. Non
importa cosa succedera'."
   Luna guardava con un senso di soddisfazione quando percepi'
qualcuno dietro di lei. Si volto' e vide le altre senshi che stavano
li' in silenzio, con sorrisi di felicita' sui loro volti che
indicavano che anche loro erano contente per come stavano andando le
cose.
   La gatta torno' a guardare avanti e si compiacque. Sarebbe stata
una lunga strada, ma era sicura che Usagi poteva riprendersi
completamente.

----

TO BE CONTINUED


Un Borg da ricordare... - 6

Un Borg da ricordare... - 8
1