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Sailor Trek: Voyager
Dove nessuna Sailor Senshi e' mai giunta prima...
Capitolo 4 - La Voyager colpisce ancora!
Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani
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Mars picchiava la punta del piede a terra impazientemente e guardo'
ancora intorno nella piccola, ma nonostante cio' piena, stanza che
serviva come armeria della Voyager. Il loro viaggio fino a li' era
stato stranamente tranquillo, ma ormai erano li' da quasi due ore
mentre loro, o quantomeno lei, guardava Harry e Sette finire le
modifiche ad una dozzina di fucili phaser. Ma alla fine sembrava che
il traguardo fosse vicino, visto che Harry stava rimodulando l'ultimo
phaser di cui avevano bisogno.
Naturalmente, non la aiuto' il fatto che lei era praticamente
l'unica che non aveva nulla da fare al momento. Harry era ancora
occupato a riprogrammare l'ultimo fucile ad una modulazione di
frequenza che Mercury aveva detto poter essere la migliore contro la
Negaverse, o contro quelli potenziati dalla Negaforce. Da parte sua,
Sette stava ancora lavorando sull'aggiungere tecnologia Borg alle
camere di prefuoco, intensificando il raggio di uscita per rendere le
armi ancora piu' mortali. O almeno, quello era cio' che aveva capito
da Sette. La drone aveva dato una spiegazione lunga e molto tecnica di
cio' che stava facendo, ma non aveva capito la meta' di quanto aveva
detto.
Non era sicura che neanche Mercury avesse capito tutto.
Parlando di Mercury, lei e Jupiter formavano la fine della catena
di montaggio. Quando l'arma veniva richiusa, Jupiter la provava contro
un bersaglio mentre Mercury scansionava il raggio per misurare
l'efficienza stimata.
Per gli altri, Sailor Moon e Tuxedo Kamen stavano parlando a bassa
voce dall'altra parte della stanza. Dagli sguardi che continuavano a
mandare verso Sette, Mars poteva intuire quale fosse l'argomento della
discussione.
Venus stava nei pressi di Harry, conversando con lui. Non sembrava
parlarle, ma Mars non era sicura che l'ensign fosse a conoscenza che
la bionda stesse flirtando con lui.
Per il dottore... Era uscito appena erano arrivati li', a
perlustrare i corridoi adiacenti alla ricerca dei loro avversari. E
non era ancora tornato...
Un lieve bussare alla porta improvviso la spavento', e si volto'
verso la porta, come tutti gli altri. Imperturbabile come sempre,
Sette si alzo' con calma e premette la sicurezza manuale, aprendo la
porta. L'apertura era solo di pochi centimetri, ma era abbastanza perche'
il dottore comprimesse la sua forma olografica e entrasse nella
stanza. "Dov'e' stato?!?" gli sibilo' Mars quando Sette chiuse la
porta e rimise la sicurezza.
"Ho fatto una ricognizione, come avevo detto che avrei fatto quando
vi ho lasciati." L'ologramma la guardo' curioso. "C'e' qualche
problema?"
"Si'! Non pensa che due ore siano troppe per guardare qui attorno?"
Il dottore alzo' un sopracciglio. "E allora? Non sapevo che avevo
un limite di tempo per il mio compito." Mars guardo' l'ologramma.
"Suppongo che sarei riuscito a finire prima la mia missione se non
avessi dovuto preoccuparmi di rimanere nascosto."
"Che ha trovato, dottore?" chiese Sette, precedendo un'altra
reazione di Mars.
"Ho controllato tutto questo ponte in tutte le direzioni, compresi
i corridoi e i tubi di Jeffries. Non ho trovato segni degli intrusi.
Sembra che stiano concentrando i loro sforzi cercando di entrare sul
ponte e in sala macchine."
"E cercando di portar via il vostro equipaggio." aggiunse Mercury,
controllando di nuovo col computer. "Posso stimare che saranno in
grado di teletrasportare alcuni di loro in circa quaranta minuti."
"Allora abbiamo poco tempo da perdere." disse Sette. "Ensign Kim,
come va?"
Harry chiuse il pannello di manutenzione del fucile phaser, e lo
mise sul tavolo. "Appena finito." disse con un tono soddisfatto.
"Undici fucili phaser rimodulati."
"Bene. Rimangono solo i tre a cui sta lavorando Sette." disse
Venus.
"Dottore, ensign Kim. Visto che avete piu' strada da fare, vi
suggerisco di prendere i vostri gruppi e di procedere verso le vostre
destinazioni immediatamente." disse Sette. "Nel frattempo, finiro' di
lavorare alle unita' phaser qui e poi andro' in sala macchine."
"Chi ti ha eletta capo?" borbotto' Mars.
"Non hai bisogno di noi per provare gli altri?" chiese Jupiter.
"Sarebbe prudente, ma il tempo sta scarseggiando." Sette guardo'
Mercury. "Se non sbaglio, non hai trovato nessun problema nelle unita'
modificate finora."
"Non ancora." ammise Mercury. "Ma..."
"Allora altre obiezioni sarebbero irrilevanti. Ripetero' la stessa
procedura con gli altri fucili."
Ci furono diversi sguardi incerti fra i nuovi alleati della
Voyager. "Odio ammetterlo, ma ha ragione quando dice che abbiamo poco
tempo." disse Tuxedo Kamen.
Sailor Moon diede uno sguardo ad ogni amica, che annui' con
riluttanza. "Va bene. Andiamo!"
Essendo il piu' vicino alla botola, il dottore apri' l'accesso ai
tubi di Jeffries. Mentre lo faceva, gli altri presero i fucili che
avrebbero portato. "Dopo di voi." disse a Sailor Moon e a Tuxedo
Kamen.
Dopo che il primo gruppo entro', Harry si mosse per seguirli.
Quando entro', Mars lo senti' dire qualcosa, ma non capi' le parole.
"Che c'e'? Non mi dire che sei preoccupato del fatto che non possiamo
affrontare gli alieni?"
Harry la guardo' e scosse la testa. "Non e' quello. Sto solo
pensando a cosa stanno facendo Chakotay e gli altri."
In quel momento, ad un universo di distanza, il primo ufficiale
della Voyager veniva condotto attraverso una serie di tunnel. Cercando
di memorizzare la strada nel labirinto, Chakotay rallento' il passo,
ma sembrava che le sue guardie fossero alquanto impazienti. Una di
loro gli diede una rude spinta nella parte bassa della schiena col suo
bastone, facendolo cadere in una grossa caverma. Chakotay si rimise in
piedi lentamente, guardando la guardia dalla pelle verde, ma non
fece altro. L'altra guardia fece dei gesti, indicandogli di muoversi.
Voltandosi, riprese a camminare verso il centro della camera.
Dopo alcuni momenti, si avvicino' ad un piccolo cerchio di luce.
Vedendo che Tuvok e Neelix erano gia' all'interno di fronte a lui,
accellero' il passo verso di loro. Nonostante a prima vista sembrasse
tutto a posto, i loro vestiti erano sporchi e strappati com'era la sua
uniforme. "Come state?"
"Meglio di quanto sperato, comandante." rispose il Talaxiano.
Neelix stava esternando un buon umore, ma Chakotay poteva vedere negli
occhi del Talaxiano che stava ancora combattendo col dolore dei colpi
ricevuti quando fu catturato. Chakotay stesso sentiva ancora le botte
dell'attacco. Fortunatamente per loro, sembrava che i loro nemici li
volessero vivi e relativamente in buona salute. Almeno per ora.
"Le mie condizioni sono abbastanza buone, comandante." aggiunse
Tuvok. Stava ovviamente mantenendo il tipico stoicismo Vulcan, ed era
quasi impossibile capire come stesse realmente. Ma considerando che i
Vulcan erano abbastanza forti quanto i Klingon, Chakotay sapeva che
probabilmente era quello messo meglio dei tre.
Un alto rumore di una porta che si apriva disse a Chakotay che
qualcuno si stava avvicinando, e interruppe il dialogo coi compagni.
Ci sarebbe stato tempo per quello dopo. Invece guardo' attentamente un
gruppo di alieni che si avvicinavano, con uno di essi in testa.
Sembravano identici a quelli che li avevano catturati, solo che la
loro pelle era arancio. E quello in testa aveva una colorazione blu.
Dalla sua posizione e dal modo in cui gli altri si comportavano con
lui, doveva essere il leader. Fece un passo avanti verso l'alieno e
gli parlo'. "Sono il comandante Chakotay, primo ufficiale della nave
stellare Voyager. La nostra e' una missione pacifica. Non c'e' ragione
di trattarci come se fossimo dei nemici."
Il leader degli alieni rispose nel suo linguaggio, ma subito una
voce si senti' provenire dal cristallo in cima al suo bastone.
Evidentemente non serviva solo come arma, ma anche come traduttore.
"Sappiamo chi siete, umano." Sia Chakotay che Neelix si stupirono,
mentre Tuvok alzo' un sopracciglio. "E ci sono tutte le ragioni, visto
che siete nostri nemici. Tutti quelli che servono la *Flotta
Stellare*..." la voce femminile che arrivava dal traduttore fu molto
dura nel pronunciare 'Flotta Stellare'. "...sono nostri nemici."
Chakotay la guardo', incredulo. Questo pianeta era a sessantamila
anni luce dall'avamposto piu' vicino della Federazione, ma questa
creatura conoseva la Flotta Stellare. Ed era ostile verso chiunque ne
facesse parte.
Neelix si fece avanti. "Non sembra essere amichevole, comandante."
sussurro'.
"Silenzio!" urlo' una voce dal traduttore.
"Ripeto. Non siamo vostri nemici." reitero' Chakotay, ignorando il
comando. "La missione della Flotta Stellare e' quella di
un'esplorazione pacifica. Cio' che ci ha portato verso il vostro
pianeta era cercare di capire se un'anomalia spaziale che abbiamo
scoperto ai limiti della vostra atmosfera potesse esserci utile per
tornare a casa."
La leader aliena non rispose se non guardandolo freddamente. Poi,
come in risposta ad un comando silenzioso, una delle guardie colpi'
Chakotay con il suo bastone, facendolo piegare in due. Tuvok e Neelix
cercarono di andare verso il comandante, ma vennero fermati da altre
guardie. "Ho detto 'Silenzio', umano."
Cercando di riprendere fiato, Chakotay non fu in grado di
rispondere. Ma dopo un momento fu nuovamente in grado di rimettersi in
piedi, guardando l'aliena con uno sguardo di sfida.
"Risparmiami le tue bugie patetiche, umano. Noi di Negara
conosciamo bene la Flotta Stellare." Si avvicino' a Chakotay, con fare
minaccioso. "E per tua informazione, io sono Metallah, Regina di
Negara. E le domande qui, le faccio *io*!" Era ormai chiaro a Chakotay
che ogni tentativo di diplomazia era tempo perso. "Ora mi risponderai.
Ho mandato piu' di cento fra i miei migliori guerrieri sulla tua
misera nave, e questa ha avuto l'ardore di *svanire*. Dov'e' la tua
nave?" La voce dal traduttore si fece piu' alta ed acuta quando chiese
"*Dov'e' la Voyager*?!?"
Dopo diverse ore, uno stanchissimo e ancor piu' maltrattato
Chakotay si stava rialzando dal pavimento della cella dopo che la
guardia aveva sbattuto la porta. Lancio' uno sguardo alla porta quando
riusci' a tirarsi su. "Mi sto stancando di essere sbattuto in questo
modo." disse ai suoi compagni, con la voce poco chiara. Indicando la
direzione della sala del trono, disse "Avete un'idea di che diavolo
stesse parlando?"
Neelix scosse la testa. "Non ne ho idea, comandante. Non conoscevo
la Federazione finche' non ho incontrato la Voyager. Non so come lo
sappia."
Tuvok si acciglio' leggermente, considerando il problema. "E'
possibile che un'altra nave della Federazione sia stata trascinata nel
Quadrante Delta prima della Voyager." ipotizzo'.
Neelix alzo' le spalle "Se fosse cosi', non ne ho mai sentito
parlare."
"Il Quadrante Delta e' molto vasto, signor Neelix" osservo' Tuvok.
"E' possibile che la notizia di una nave stellare della Federazione
non le sia mai arrivata."
"Possiamo parlarne tutto il giorno e non concluderemmo nulla."
disse Chakotay. "Tutto cio' che sappiamo e che c'e' qualche
collegamento con questa Metalliah. Cio' che mi preoccupa e' che alcuni
dei suoi abbiano abbordato la Voyager."
"Almeno un centinaio." disse Nelix. "Ma ha anche detto che e'
svanita. Forse il capitano Janeway ha trovato il modo di eluderli."
Tuvok scosse la testa, sembrando piu' astioso di quanto potesse
essere un Vulcan. "Mi piacerebbe condividere il suo ottimismo, signor
Neelix. Ma pur avendo fiducia nelle abilita' tattiche del capitano
Janeway, deve considerare che gli alieni si sono rivelati immuni ai
phaser e quindi potrebbero aver benissimo catturato la Voyager."
"Se e' successo questo, allora potremmo essere l'unica possibilita'
rimasta alla Voyager." Chakotay guardo' attorno nella cella. "Dobbiamo
trovare una via di fuga."
"E cio' non sembrerebbe essere facile, comandante." noto' Neelix.
"Infatti" aggiunse guardando alla porta solida "potrebbe essere
impossibile."
Chakotay sorrise al Talaxiano. "Non si preoccupi, Neelix. Troveremo
il modo. Quando eravamo nei Maquis facevamo l'impossibile ogni giorno
per sopravvivere."
Tom diede un altro sguardo lungo il corridoio del ponte due. Come
prima poteva vedere il campo di forza che si illuminava colpo dopo
colpo degli alieni che stavano cercando di forzarlo. Non ci sarebbe
voluto molto prima che cedesse, permettendo agli intrusi di
conquistare il ponte. Voltandosi, diede un'altra occhiata al sistema
di difesa. L'Ensign Graves stava dietro al timone, armato con un fucile
phaser. Tom e Chell, un Boliano che era stato coi Maquis e che si era
unito all'equipaggio, ognuno al fianco del timone, entrambi armati con
phaser portatili. In teoria l'entrata dal ponte due era coperta.
Sfortunatamente, vista la resistenza ai phaser che avevano dimostrato
gli intrusi, era come se avessero tirato dei triboli contro di loro.
"Tutti pronti?"
"Certo," rispose l'Ensign Graves con la sua voce stridula, mentre
Chell annuiva. "Pronti a fare la nostra imitazione del Generale
Custer."
"Suvvia, non e' cosi' malvagia" disse Tom, cercando di
sdramatizzare con il suo tono di voce. "Potremo essere pochi e mal
messi, ma ci siamo trovati in situazioni peggiori contro i
Cardassiani."
Graves non reagi' alla frase, ma Chell fu veloce a ribadire. "Se tu
colpisci un Cardassiano, quello cade. Non e' la stessa cosa con
questi... cosi."
Tom fece un sorriso stentato, non potendo controbattere l'obiezione
di Chell. Al momento non potevano fare altro che sperare in un
miracolo se volevano salvare il ponte. 'Sbrigati Harry'.
Come in risposta ai suoi pensieri, la botola del pavimento del tubo
di Jeffries si apri'. Di riflesso tutti puntarono le armi per tener
d'occhio l'apertura, ma si rilassarono subito appena Harry usci'. "Era
ora!" disse Tom, visibilmente sollevato.
"Spiacente per il ritardo" inizio' Harry, ma appena cerco' di
mettersi in piedi, perse l'equilibrio e quasi cadde. L'unico motivo
per cui non fini' a terra fu perche' riusci' ad aggrapparsi alla
console della plancia.
Vedendo il pallore di Harry, Tom corse verso di lui. "Harry, sembri
appena uscito dall'inferno!"
"Ammetto che le cose sono andate peggio di quanto mi fossi
aspettato", rispose Harry con un lieve sorriso. Annui' verso la botola
"Ma sono riuscito a trovare un po' di aiuto."
Tom segui' lo sguardi di Harry verso la botola, e quasi non credeva
a chi stava emergendo. "Chi... ?"
Chi emerse dal tubo di Jeffries erano due ragazzine quindicenni. La
prima, con lunghi capelli neri e vestita con un'uniforme per lo piu'
bianca con una gonnellina rossa, si alzo' guardando Harry. "Che
vorresti dire con 'Ci hai trovati' ? " chiese. "Noi ti avviamo
trovato, mentre eri sotto attacco e ti abbiamo salvato la vita,
ricordi?"
"E smettila, Mars." Le disse l'altra. Tom noto' the il colore
principale che dominava in questa era il blu, come il colore dei suoi
capelli.
"Harry..." inizio' Tom, spaesato.
"Ti ricordi delle Sailor Senshi di cui parlava Sette?" Dopo che Tom
annui', Harry continuo' "Beh, queste sono due di loro. Questa e'
Sailor Mercury e quella con un caratterino forse solo secondo a quello
di B'Elanna e' Sailor Mars."
Mercury sorrise e fece un lieve inchino per salutare Tom, ma Mars
era troppo occupata a guardare arcignamente harry. "Io *non* ho un
brutto carattere!" disse.
Tom era ancora confuso "Come sono arrivate qui?"
"Ricordi quanto ti ho detto sul flusso quantico? E come siamo
finiti in un altro universo?" Dopo che Tom annui' di nuovo "Beh, siamo
finiti a casa loro. In altre parole... Benvenuto sulla Terra."
Tom tenne la bocca chiusa, perche' era sicuro che se l'avesse
lasciata aperta, il mento sarebbe finito sul pavimento. Quando si
senti' abbastanza sicuro, torno' a parlare. "Terra?"
"Esatto. E non e' l'unica notizia che ho." Harry lancio' a Tom il
fucile phaser che stava portando. Sciolse poi quello che portava a
tracolla sul dorso. Allo stesso tempo, Mars e Mercury lanciarono i
fucili a Graves e a Chell. "Cortesia di un minimo di ingenuita' da
parte mia, un po' di innovazioni Borg da parte di Sette e un aiutino
da parte di Mercury" fece cenno con la testa verso la senshi. Mercury
fece un lieve sorriso in risposta. "Ora abbiamo un phaser modificato
che dovrebbe far riflettere due volte gli alieni prima di prendere la
Voyager."
Tom guardo' il phaser con attenzione, sentendo un senso di
ottimismo crescere dentro di se' per la prima volta dopo tanto tempo.
Se le Sailor Senshi erano potenti quanto aveva descritto il Capitano
Janeway, e con questi nuovi phaser, forse avevano un'altra
possibilita', dopotutto.
"Quanto manca ancora?" chiese Venus con impazienza.
"Ci siamo quasi" rispose Sette con tanta pazienza quanta ne poteva
mostrare. "Mancano quindici metri prima di raggiungere la botola della
sala macchine."
"Io ripeto che avremmo dovuto uscire fuori dalla sala macchine e
attaccare gli alieni" disse Jupiter. "Li avremmo potuti sopraffare
senza problemi."
"C'e' ancora tempo" disse Sette. "Inoltre la nostra missione
primaria e' portare questi fucili phaser modificati alle persone in
sala macchine.
"Se ci occupassimo degli alieni, non avremmo bisogno di entrare in
sala macchine." rispose Jupiter. "E come fai a sapere che c'e'
abbastanza tempo?"
"Basandomi sulle osservazioni delle capacita' degli alieni, sono
stata in grado di stimare quanto avrebbero tenuto i campi di forza che
proteggono la sala macchine. Basandomi su questi dati, ho stimato il
tempo necessario per effettuare le modifiche alle armi." Si fermo' e
si volto' verso le senshi. "Naturalmente, ho dovuto modificare il
ruolino di marcia per aggiungere il tempo perso dalle discussioni
irrilevanti di Sailor Venus."
"Ma che... Che vorresti dire con 'discussioni irrilevanti'?" le
chiese la bionda.
"Il fatto che tu flirtassi con l'Ensign Kim non era favorevole
all'esito della missione."
"E che c'e' di male?" chiese Venus, poi sorrise. "Gelosa?"
"Difficilmente." ripose Sette, prima di tornare sui suoi passi.
Venus non voleva perdere l'occasione. "Aha! Lo sapevo. Tu
davvero..." si fermo', sentendo i rumori che arrivavano dalla fine el
tubo di Jeffries. Sette e Jupiter fecero lo stesso "Che succede?"
Sette si acciglio'. "Gli alieni hanno neutralizzato il campo di
forza e sono entrati in sala macchine." Senza dire altro, si mosse
verso l'uscita piu' velocemente. Le senshi la seguirono.
"Alla faccia dei piani ben congegnati." borbotto' Jupiter.
Il Dottore entro' carponi attraverso la porta aperta della sala
mensa, con Sailor Moon e Tuxedo Kamen che lo seguivano allo stesso
modo. All'interno poterono vedere i tavoli accatastati da una parte,
per lasciar libero un grosso spazio al centro della stanza. Era
abbastanza largo da permettere a un gruppo di alieni, cinque per la
precisione, di disporsi in circolo. Sembrava che non stessero facendo
nulla, ma il Dottore sapeva che stava accadendo qualcosa, visto che la
parte superiore del bastone che ognuno aveva in mano stava brillando.
Attorno a loro, all'erta, un'altra dozzina di alieni. "Ne ho contati
piu' di una dozzina" sussurro' ai suoi compagni dopo essersi ritratto
per alcuni metri.
"Ci sono anche molti membri dell'equipaggio" rispose in un sussurro
Tuxedo Kamen, con Sailor Moon che annuiva.
"Lo so." Infatti sarebbe stato difficile per l'ologramma non
essersene accorto, visto che erano tutti a terra per tutta la stanza,
in alcuni casi uno sopra all'altro. Da quanto poteva vedere, erano
solo senza conoscenza, ma era impossibile fare un'analisi piu'
accurata senza un esame piu' dettagliato. Che sicuramente gli alieni
non avrebbero permesso. "Ci dev'essere un terzo dell'equipaggio qui."
"Quanto tempo prima che si possano teletrasportare?" chiese Sailor
Moon.
"Siete voi gli esperti di queste cose" rispose il Dottore.
"Ditemelo voi." Comunque lo sguardo che si scambiarono era molto
eloquente. Non mancava molto tempo. Anzi.
Il chiaro suono di un campo di forza che cedeva riporto' Tom alla
realta'. "Tutti in posizione!" urlo', saltando al riparo della
postazione del timone. L'Ensign Graves prese posto alla sua destra
mentre Chell si apposto' alla sua sinistra. Harry si apposto' alla
postazione di controllo di Ingegneria, usandola come copertura.
Mercury e Mars reagirono in fretta, mettendosi ai fianchi
dell'equipaggio. Guardando l'assetto difensivo, Mars senti' come un
senso di deja-vu, ricordando quando lei e le altre, escludendo Sailor
Moon, avevano affrontato Zoicite con una squadra di sicurezza
dell'Enterprise. Questo senso divento' reale quando il personale della
Flotta Stellare presente fece fuoco immediatamente quando gli intrusi
divennero visibili sul ponte. Le previsioni di Sette furono esatte, in
quanto i phaser erano piu' efficaci contro gli alieni, ma non quanto
aveva calcolato. Ci volevano comunque due o tre colpi per fermare uno
degli intrusi. Ma con la potenza di fuoco che avevano a disposizione
per sbarrare la porta di ingresso, non sembrava che gli alieni
avessero molte probabilita' di conquistare il ponte. Specialmente
quando Mars e Mercury si unirono alla battaglia.
Quando il primo alieno apparve sulla porta, Mars sussulto',
sentendo qualcosa di piu' di una sirena di allarme nella sua testa.
C'era qualcosa di pericoloso e malvagio sul ponte, qualcosa di diverso
dagli alieni che stavano salendo dal ponte inferiore. Quando i
difensori della Voyager aprirono il fuoco, si guardo' intorno
velocemente, cercando di focalizzarlo. Giusto in tempo di vedere una
porta alla sua sinistra aprirsi e un alieno attraversarla. "Laggiu'!"
avviso' gli altri, mentre richiamava il suo potere. "BURNING MANDALA!"
Piegandosi in due dal dolore. l'alieno svani' nelle fiamme dei cerchi
infuocati.
Non avendo tempo per qualcosa di piu' sottile, Sette scalcio' la
porta di accesso ai tubi di Jeffries della sala macchine e si sporse
fuori. Ma si ritiro' quando vide un raggio phaser rivolto verso di
lei. "Ti ho visto, alieno!" urlo' una voce quasi in preda al panico.
"Non sono un alieno. Sono Sette di Nove." rispose irritata. Sporse
la sua testa fuori dal tubo, e guardo' verso l'origine del raggio. Il
membro dell'equipaggio abbasso' l'arma che aveva puntato verso di lei,
con una smorfia di scuse che si andava formando sulla faccia.
"Scusa, Sette" disse "E' solo che... " Giro' gli occhi verso la
sala, con lo sguardo rivolto al livello inferiore. "... sono
dappertutto!"
Uscendo dal tubo, Sette pote' vedere che la descrizione non era
esagerata. Gli intrusi in sala macchine erano in sovrannumero, e ne
stavano entrando altri. Diede un fucile al membro dell'equipaggio.
"Tieni" disse, slegandone un altro. "Credo che troverai quest'arma
piu' efficiente contro di loro." Ricevette un cenno di assenso in
risposta, ma quando vide Jupiter che stava uscendo, punto' l'arma
verso l'entrata el tubo. Sette gli prese il braccio e lo spinse via
con forza. "Spara agli alieni, non a loro!" gli disse, per poi
iniziare a fare lo stesso. Ci vollero tre colpi, ma uno degli alieni
cadde a terra.
"Finalmente un po' di azione!" Sette senti' dire da Jupiter, mentre
percepi' un grosso accumulo di energia statica che si stava formando
dietro di lei, prima che Jupiter facesse partire il suo attacco con un
urlo. La scarica elettrica colpi' in mezzo ad un gruppo di intrusi
vicino all'entrata della sala macchine, facendoli cadere come birilli.
Sorridendo in trionfo, Jupiter salto' dalla balaustra al ponte
inferiore, con Venus che la segui'.
Nel momento un cui atterrarono, Venus si porto' a sinistra, dove
vide un altro membro dell'equipaggio, un Vulcan, che era alle prese
con un alieno. Calmo come tutti i membri della sua razza, non mostrava
alcuna emozione mentre scaricava il suo phaser contro l'invasore.
Sfortunatamente, questo non aveva effetto. Ma Venus sapeva che poteva
cambiare le cose. "VENUS LOVE-ME CHAIN!"
Rispondendo alla sua chiamata, la catena dorata di energia lego'
l'alieno, immobilizzandolo. Il Vulcan fu leggermente sorpreso da
questo intervento, ma esito' solo per un attimo. Si mosse e mise la
sua mano alla base del collo dell'alieno. Questo sussulto' per un
momento, poi cadde a terra.
"Affascinante" annoto' il Vulcan. "Anche se la sua pelle e'
squamosa, e' ancora valida la presa al collo vulcaniana."
"Va bene!" gli rispose la senshi. Poi gli lancio' il fucile laser
che portaca dall'armeria, ben felice di liberarsi del suo peso. "Sette
dice che questo dovrebbe aiutarvi nel combattimento."
"Dici?"
"Sicuro!"
"Questo potra' essere di grande aiuto." disse prima di rivolgere
l'arma verso la sua direzione.
"Hey!" Prima che potesse reagire, il Vulcan premette il grilletto,
mandando un colpo di phaser dietro alle spalle della senshi. Dietro di
lei, senti' come il suono di un alieno che si contorceva dal dolore.
Voltandosi, vide che un alieno le era quasi alle spalle. Il Vulcan
fece fuoco ancora due volte prima che l'alieno finalmente cadde.
"Sembra che tu abbia ragione." disse "Anche se sono necessari
diversi colpi per neutralizzarli." La guardo', con un sopracciglio
alzato. "Io sono l'Ensign Vorick."
"Sailor Venus."
"Credo che non abbiamo tempo per elaborare un piano" disse il
Dottore. Poteva gia' sentire il suono del fuoco dei phaser in
distanza, che senza dubbio proveniva dal ponte. Gli alieni sicuramente
erano riusciti a penetrare il campo di forza che proteggeva il ponte e
sicuramente erano entrati anche in sala macchine. "Andro' avanti per
primo e li distrarro'. Quando la loro attenzione sara' rivolta verso
di me, fate la vostra mossa."
"Aspetti. Che ne sara' di lei?" obietto' Sailor Moon "Verra'
ucciso."
Il Dottore sorrise. "Apprezzo la tua preoccupazione, ma non e'
necessaria. Sono un ologramma, ricordi? Sono immune ai loro
attacchi..." Fece una breve pausa prima di aggiungere "... spero!"
Gli alieni si stupirono quando videro il Dottore, ma la sua
sicurezza li disarmo', permettendogli di avvicinarsi ad uno del
cerchio. "Sembra che tu abbia bisogno di un po' di riposo." disse
prima di premere l'hypospray contro il collo dell'alieno. Si senti' il
rumore dell'hypo che si scaricava, e l'alieno dopo pochi secondi
collasso' al suolo. "Come pensavo" noto' il Dottore con una certa
soddisfazione. "Sono immuni all'anestetico in forma gassosa, ma non se
iniettato direttamente."
Gli alieni non sembravano compiaciuti. Tre di loro rilasciarono le
loro scariche di energia contro di lui, ma queste passarono attraverso
la sua forma olografica. Ma dopo alcuni secondi, la sua forma vibro'
momentaneamente. "Oh no!" disse accorgendosi che non era totalmente
immune alle scariche di energia aliene. Non l'avevano colpito
direttamente, ma avevano introdotto una leggera instabilita' nella
sua matrice olografica. Al momento non era grave, ma se fosse stato
colpito ancora...
"Fermi tutti!" Tutti gli alieni si voltarono verso l'entrata, dove
si trovavano Sailor Moon e Tuxedo Kamen. Prendendo vantaggio dalla
situazione, il Dottore decise di mettersi al riparo. "Io sono Sailor
Moon. Questa nave appartiene alla Flotta Stellare e non a voi! Percio'
considerate questo come un avviso di sfratto, che eseguiro'... in nome
della Luna!"
Nel momento in cui Mars grido' il suo allarme, Tom si volto' per
affrontare la nuova minaccia. Le Sailor Senshi avevano gia' sistemato
il primo, ma si potevano vedere altri alieni dietro di lui che stavano
entrando dalla ready room. "Coprite l'ingresso dal ponte due. Noi ci
occupiamo di questi." ordino' Tom all'Ensign Graves.
Annui' senza smettere di sparare. "Si', signore."
Mercury fece una rapida analisi delle possibilita' mentre Tom e
Harry sparavano all'ingresso della ready room. Poteva prendersi carico
dell'alieno che stava arrivando, ma con la potenza di fuoco ormai
divisa, c'era un pericolo che due o tre sarebbero potuti passare il
fuoco dei phaser e potevano metterli in condizione di inferiorita'. La
loro opzione migliore era di trovare riparo dagli attacchi degli
alieni, per poi passare all'offensiva. E visto che non c'era molto a
disposizione sul ponte, rimaneva solo... "SHABON... SPRAY!"
La nuova ondata di alieni ora si trovava faccia a faccia con una
nebbia impenetrabile. Incapaci di vedere i propri bersagli, esitavano.
E questo fu la debolezza che l'equipaggio attendeva, visto che loro
e le Sailor Senshi non erano accecate dalla nebbia. Gli Ensign Graves
e Chell fecero fuoco velocemente, abbassando il numero degli intrusi.
Il gruppo successivo si trovo' di fronte Sailor Mercury al
contrattacco. Un'ondata di freddo glaciale invase il corridoio,
congelando gli intrusori. Quelli congelati rallentavano l'ondata
attaccante successiva.
Stava peggiorando leggermente sull'altro fronte, ma il banco di
nebbia di Mercury funzionava egregiamente, permettendo ai tre
difensori di fare fuoco con molta efficienza. Diversi intrusi erano in
grado di farsi strada sul ponte, ma quasi acciecati dalla nebbia, il
loro attacco era praticamente nullo. Ma il loro numero stava
preoccupando Tom. Presto o tardi, uno di loro sarebbe riuscito a
raggiungere un difensore, o la nebbia si sarebbe sciolta, e allora...
Senza preavviso, senti' cio' che sembrava essere una scarica
elettrica provenire dalla ready room. Le urla di dolore di diversi
alieni segui' di li' a breve. "Che diavolo..." Guardando Mars, poteva
dire che la ragazza era stupita allo stesso modo. Ci fu un'altra
scarica di energia che arrivo' dalla ready room, e stavolta colpi'
tutti gli alieni che erano sul ponte.
"Che e' stato?" chiese Mars in un sussurro.
"Bella domanda" rispose Tom. "Vorrei avere una risposta." Tom e
Mars si voltarono. Mescury era dietro di loro, e stava analizzando la
zona col computer. Tom vide che Graves e Chell erano sulla porta che
portava al ponte due, senza far fuoco, e che la nebbia sul ponte si
stava dissolvendo.
Vedendosi osservata, Graves annui' a Tom "La situazione e' sotto
controllo, signore. Penso che li abbiamo fermati."
"Bene. Fate il possibile per bloccare quella porta." Tom si volto'
verso la porta aperta della ready room. "Nel frattempo, voglio
scoprire che e' successo al capitano."
B'Elanna era alle mani con un alieno, cerando di richiamare un
altra briciola di forza. La sua parte umana sapeva che era quasi una
lotta senza speranza per salvare la sala macchine, ma la sua meta'
klingon non se ne curava. Ed era questa parte che in questo momento
aveva il controllo.
Sfortunatamente non le era di grande aiuto. Aveva preso il bastone
di un alieno e stava cercando di scaraventarlo via, ma questo era piu'
forte anche di un klingon e stava lentamente facendola arretrare verso
la parete. Stava forzando pericolosamente il bastone verso il suo
collo quando senti' una voce gridare "Lasciala stare!". La cosa che
vide subito dopo B'Elanna fu che il suo attaccante veniva respinto da
una ragazza dai capelli castani che aveva assestato un calcio
perfettamente in mezzo al muso dell'alieno. Nonostante tutta la forza
che aveva usato contro B'Elanna, non era in grado di contrastare la
forza di questa ragazza e cadde a terra come un sasso.
B'Elanna fece un paio di lunghi respiri per roprendere fiato, e
ringrazio' la sua benefattrice. "Grazie, chiunque tu sia."
"Nessun problema. E il mio nome e' Sailor Jupiter." rispose,
porgendole un fucile phaser. "Tieni. Se Sette ha ragione, questo
dovrebbe aiutare a capovolgere la situazione."
"Lo spero proprio" disse B'Elanna, controllando i settaggi del
phaser. "Accetto qualsiasi aiuto possibile... ATTENTA!"
Jupiter si giro' all'avviso di B'Elanna, solo per vedere la cima di
un bastone alieno a pochi centimetri dalla sua faccia. Ma per qualche
strana ragione, non aveva colpito. Dopo un attimo capi' il perche'.
Qualcuno stava tirando il bastone. Per l'esattezza, Sette di Nove.
Jupiter e B'Elanna guardarono il confronto fra Sette e l'alieno.
All'inzio sembrava troppo alla pari per poter stabilire chi avrebbe
vinto, ma lentamente e inesorabilmente Sette inizio' a farlo
arretrare. Poi si senti' un rumore quando Sette ruppe in due il
bastone dell'alieno. L'alieno era troppo sorpreso per reagire quando
Sette lo prese e lo fece volare contro la parete da dove cadde sopra
quello che Jupiter aveva messo fuori combattimento. "La resistenza e'
inutile!"
"Grazie" disse Jupiter
"Prego" rispose Sette, riprendendo la sua arma.
Considerando il tutto, penso' il Dottore, le cose stavano andando
abbastanza bene. Dopo il discorsetto iniziale di Sailor Moon, gli
alieni che non stavano preparando il teletrasporto avevano iniziato
l'attacco contro di lei e Tuxedo Kamen, solo per trovarsi di fronte ad
un potente attacco e ad uno sciame di rose letali. Sfortunatamente, il
Dottore poteva fare ben poco. Aveva evitato l'attacco successivo degli
intrusi, o quasi. La mano che teneva l'hypospray era stata colpita e
l'hypo era stato danneggiato.
Fortunatamente sapeva che c'erano dei kit medici di emergenza su
ogni ponte. Muovendosi rapidamente prese il kit e si fece strada
verso un nascondiglio sicuro dietro il bancone della cucina di Neelix.
La cosa migliore che poteva fare al momento, penso', era di far
riprendere alcuni membri della sicurezza e dar loro i fucili phaser
che avevano portato.
Non avendo tempo per pensare ad altro, l'ologramma somministro' a
tre di loro una forte dose di inimizina, uno stimolante molto potente.
Avrebbe dovuto contrastare l'anestezina che avevano inalato prima.
Sporse la testa oltre il bancone. Da quel punto di vista, sembrava
che i suoi due alleati avevano ancora la situazione sotto controllo,
visto che diversi alieni ormai giacevano a terra. Ma la difesa per
quelli che erano disposti a circolo era molto intensa. Eccettuato
quello che aveva messo ko col sedativo, gli altri erano ancora li' e i
loro bastoni stavano emanando una strana luce accecante.
Richinandosi, mise i fucili phaser nelle mani dei tre ancora
confusi. "Usateli contro gli alieni, ma solo contro di loro. Siamo
riusciti ad avere un aiuto dall'esterno, e non sarebbe gentile se
voi..."
Non riusci' a finire la frase. Ci fu un lampo di luce accecante e
poi un urlo "NO!"
Alzandosi rapidamente, il Dottore fece una rapida valutazione di
cio' che era successo. Quello che vide, o meglio, che non vide, lo
turbo'. "Uh, oh."
Tom fu il primo ad entrare nella ready room. Sembrava tutto come
l'aveva lasciato, con il capitano svenuta reclinata sulla scrivania.
Ma entrando nella stanza, capi' come gli alieni erano entrati. C'era
un grosso foro nel pavimento che portava al ponte inferiore. "Il
capitano non sara' felice di tutto questo" borbotto' "E neanche
B'Elanna." A parte cio', non c'era nient'altro nella stanza, nessun
segno di cio' che aveva attaccato gli alieni alla fine della lotta.
Tralasciando il tutto per il momento, si diresse verso il capitano
Janeway. Mercury era gia' al suo fianco, analizzandola col suo
computer. L'altra senshi, Mars, era dietro di lei, guardando il
capitano con gli occhi socchiusi. "Qualche idea?"
"Non proprio." disse Mercury scuotendo la testa. "Non ci sono segni
di traumi cranici o danni neurologici."
"E' cio' che rilevo io." disse Tom. Non era un dottore, ne' aveva
desiderato esserlo, ma era frustrato dal fatto di non poter far nulla
per il suo capitano. "Niente che possa giustificare il suo stato di
incoscienza"
"Beh, io ho trovato qualcosa" disse Mercury "Anche se non capisco
cosa voglia dire."
Curioso, Tom si avvicino' per poter dare un'occhiata al computer.
Un'espressione confusa si formo' sulla sua faccia. "Che diavolo...?"
"Speravo che me lo poteva dire lei"
Mars attese impazientemente la spiegazione da uno dei due, ma
entrambi erano troppo attenti nel guardare il display del computer.
"Qualcuno mi potrebbe dire di che state parlando?" disse alla fine.
Entrambi si ripresero dall'osservazione "Il Capitano Janeway mostra
un tracciato elettroencefalografico doppio." rispose Mercury.
Tom riapri' il tricorder medico e riprese ad analizzare il
capitano. "Lo rilevo anche io." disse, accigliandosi. "Ma non c'era
l'ultima volta che l'ho controllata."
Anche Mercury si acciglio' "Strano"
"Potrebbe essere, ma concorda con quanto percepisco da lei."
aggiunse Mars "C'e' una doppia personalita' dentro di lei, come se ci
fossero due menti nella sua testa." Si volto' verso Tom. "La buona
notizia e' che non sento nulla di malvagio da nessuna delle due."
"Cio' non vuol dire molto. Potrebbe sempre essere una forma di
parassita neurale o di un virus."
"No, non e' niente del genere" insistette Mars. "C'e' un'altra
intelligenza. Un'altra mente."
B'Elanna guardo' attorno al motore dopo che il tuono dell'ultimo
attacco di Jupiter svani', cercando un altro bersaglio. Vedendo che la
stanza era vuota con l'eccezione dell'equipaggio e delle due Senshi,
si mosse verso un pannello di controllo. "Ce l'abbiamo fatta. Abbiamo
vinto."
"Naturalmente!" esclamo' Venus. Lei e Jupiter erano dall'altra
parte della stanza e si stavano congratulando a vicenda. Ma la loro
esuberanza svani' quando si accorsero che Sette le stava squadrando
con un'espressione che metteve in dubbio la loro sanita' mentale.
B'Elanna si mise al lavoro ad un pannello cercando di ripristinare
il sistema di comunicazione interno. Senza girarsi, disse "Sette,
perche' non provi a ripristinare l'energia principale?"
"Molto bene, Tenente" Sette si diresse verso il pannello
diagnostico del nucleo a curvatura e inizio' una serie di
diagnostiche.
Interessata, Venus la guardo' lavorare per alcuni istanti. "Posso
aiutare in qualche modo?"
Sette la fisso' con uno sguardo tagliente. "*NO!*"
Tom stava pensando a cosa fare con la scoperta di Mercury quando
arrivo' un beep inatteso dal sistema di comunicazione. "Kim a Paris.
Ho appena avuto notizie da B'Elanna. Sette e il suo gruppo sono
arrivati in sala macchine e hanno respinto gli intrusi. Come avrai
capito, ha rimesso in funzione le comunicazioni e sta lavorando per
ripristinare l'energia principale.
"Grazie Harry." Tom premette il suo comunicatore "Paris al
Dottore."
"Vada avanti."
"Com'e' la situazione li'?"
"Sembrerebbe che i nostri recenti ospiti abbiano deciso che la
discrezione era la cosa migliore e hanno lasciato la nave. O almeno
quelli in sala mensa."
Mercury fece un rapido aggiustamento al computer. "Ha ragione. Non
rilevo piu' nessun alieno sulla Voyager."
Tom sospiro' con sollievo. "E' la migliore notizia che ho avuto
oggi. Buon lavoro, Doc."
"Non si congratuli con me, signor Paris." Tom senti' il tono della
voce del Dottore e senti' una sensazione di apprensione. Mars e
Mercury smisero cio' che stavano facendo e si misero ad ascoltare.
"Quando se ne sono andati, i nostri amici hanno portato via una parte
del nostro equipaggio."
"Quanti?" 'E chi ?' si chiese.
"Non ne sono sicuro. Direi fra i venti e i trenta. Da cio' che
posso dire, erano per la maggior parte membri della sicurezza."
"Grande!" disse Tom. "Altre buone notizie?"
"Ho paura di si'." disse l'ologramma. "Sono anche riusciti a rapire
uno dei nostri alleati, Tuxedo Kamen. Inutile a dirsi, Sailor Moon non
l'ha presa molto bene."
Mars e Mercury si intristirono nel momento in cui il Dottore
parlo'. "Stai qui" le disse Mars. "Vado giu' io." Senza attendere
risposta, Mars usci' di corsa dalla ready room.
Intanto nel Quadrante Delta, Metallah entro' esitante in una grossa
camere nei livelli bassi della cittadella. Se Chakotay l'avesse vista,
avrebbe trovato strano che un essere cosi' arrogante, quando lo
interrogava, fosse quasi impaurito dall'entrare in una stanza vuota.
Vuota eccezion fatta per un grosso contenitore trasparente.
All'interno si potevano vedere diverse sfumature di colore, piu' che
altro blu, rosso e nero, cambiare in continuazione. Ancora esitante,
si avvicino' lentamente e gli parlo', con la testa chinata. "Abbiamo
fallito. La nostra forza di incursione e' stata ricacciata via dalla
Voyager, anche grazie all'interferenza delle Sailor Senshi." I colori
si rimescolarono agitatamente, prendendo un forte tono rossastro. "In
qualche modo quella nave maledetta e' stata in grado di aprirsi un
varco verso il loro mondo. Una piccola parte della nostra forza e'
stata in grado di teletrasportarsi indietro, ma spendendo una grande
quantita' di energia." Non volendo solo riferire fallimenti, aggiunse
velocemente "Ma siamo riusciti a catturare parte del loro equipaggio e
Tuxedo Kamen."
Come aveva sperato, parte dei colori rallentarono e assunsero una
tonalita' azzurrina. Dopo pochi istanti, una voce profonda risuono'.
"Molto bene, Metallah. Tieni i prigionieri al sicuro e preparati per
il ritorno della Voyager."
"Potrei mandare un'altro gruppo per prendere la nave" propose. "Ma
per poterci teletrasportare, abbiamo bisogno..."
"Non c'e' bisogno di inseguire la nave della Federazione."
l'interruppe la voce. "Visto che abbiamo il loro away team e quelli
che abbiamo catturato, possiamo essere sicuri che saranno loro a
tornare. Non lasceranno il loro equipaggio. E le Sailor Senshi saranno
con loro, cercando di salvare Tuxedo Kamen. Ci prenderemo cura dei
nostri nemici in un colpo solo."
Mars era fortunata che la sala mensa era sul ponte due e non su un
ponte inferiore. Ci rilette' mentre ci andava. Aveva lasciato il ponte
in fretta e furia che non aveva chiesto a nessuno come raggiungere il
suo obiettivo. Naturalmente avrebbe potuto chiamare Mercury per
chiederglielo, ma il suo orgoglio gliel'avrebbe impedito. In ogni
caso, trovo' la sala abbastanza velocemente da trovare il Dottore che
stava esaminando il resto dell'equipaggio. "... Stanno aumentando
rapidamente, signor Paris." stava dicendo "Ho almeno una decina di
feriti e non so quanti ne posso avere in sala macchine. Ho bisogno di
aiuto!"
"La vorrei aiutare, Doc, ma in questo momento non ne ho il tempo"
rispose Tom "Col Capitano Janeway svenuta, sono l'ufficiale in
comando. Ho una decina di cose da fare qui." Ci fi una breve pausa
dall'altra parte "Doc, Sailor Mercury si e' appena offerta volontaria
per assisterla. La raggiungera' in infermeria. Paris, chiudo."
L'ologramma sospiro', e la sua immagine si destabilizzo' di nuovo.
"Sta diventando irritante" disse seccamente, poi noto' Mars entrare
nella stanza. Prima che la ragazza potesse dire qualcosa, "Mi
aspettavo che saresti arrivata. E' laggiu'" disse indicando una
finestra. Guardando dove indicato, Mars pote' vedere Sailor Moon in piedi.
Si chiese come mai il dottore sapeva che sarebbe venuta, ma c'erano
cose piu' importanti al momento. "Grazie, Dottore."
Il Dottore la segui' con lo sguardo mentre si avvicinava a Sailor
Moon prima di ritornare ai feriti. Non gli era una sorpresa il fatto
che Mars sarebbe venuta per prima per confortare la leader delle
Sailor Senshi. Come aveva detto prima in infermeria, i diari medici di
diversi dottori della Federazione erano stati incorporati nel suo
programma. E fra questi, c'erano quello del Dr. Crusher e le sue
osservazioni sulle Sailor Senshi.
Mars si fermo' proprio dietro a Sailor Moon. Attese un attimo
perche' si accorgesse di lei, ma rimaneva ferma, con lo sguardo
perso nel vuoto. Alla fine le tocco gentilmente la spalla "Usagi?"
Non sapeva che reazione si potesse aspettare, ma Sailor Moon salto'
come se fosse stata colpita da una scarica elettrica, tanto era
immersa nei suoi pensieri. Sailor Moon si volto' verso Mars.
Mars non chiese "Stai bene?" visto che era ovvio che non lo era.
Anche se non si stava stropicciando gli occhi come faceva nel passato,
questi erano rossi dalle lacrime che stavano sgorgando, e
contemporaneamente c'era uno sguardo atterrito. "Me l'hanno portato
via, Rei!" disse con una voce singhiozzante dall'emozione.
"Lo so" le disse Mars. E senza curarsi del Dottore o degli altri,
le mise le braccia attorno, confortando la sua amica con un caldo
abbraccio. "Ci siamo gia' passate, Usagi. L'abbiamo gia' riportato
indietro una volta. E lo faremo ancora!"
La prima cosa che senti' Tuxedo Kamen mentre rinveniva, erano voci
in distanza, che diventavano piu' chiare man mano che riprendeva
conoscenza. Istintivamente cerco' di sedersi, poi grugni' quando il
dolore alla testa divenne insopportabile.
Uno di quelli vicino a lui si inginocchio'. "Calmo, amico. I nostri
amici sono stati un po' rudi nel trattamento."
"Gia', me lo ricordo." Senti' un bernoccolo sulla testa che gli
servi' come promemoria. Sbattendo le palpebre alcune volte per
schiarirsi la vista, esamino' il circondario. Era chiuso in una cella
con altri tre come compagni. Due di loro erano in uniforme, mentre il
terzo era vestito con abiti civili. "Dovete essere l'away team della
Voyager."
L'uomo che si era inginocchiato, con un chiaro tatuaggio sulla
parte sinistra della fronte, rimase sorpreso. "Esatto. Io sono il
Comandante Chakotay, questo e' il Tenente Comandante Tuvok e questo
e'..."
"Neelix, al suo servizio" disse il Talaxiano. Si chino' leggermente
porgendo a Tuxedo Kamen il suo cilindro. "Questo l'hanno buttato
dentro assieme a lei."
"Mi sorprendo che l'abbiano fatto." Tuxedo Kamen riusci' a
rialzarsi appoggiandosi alle pareti della cella "Grazie, comunque."
Chakotay si alzo'. "Sembra che lei sia coinvolto con noi in qualche
modo. Ci puo' spiegare come?"
"Semplice. Ero sulla vostra nave, la Voyager, non molto tempo fa. E
ho incontrato alcuni dei vostri compagni." Nei minuti successivi,
ragguaglio' i tre su quanto aveva visto ed era successo durante il suo
soggiorno sulla Voyager.
Man mano che sentiva il racconto, Chakotay si stupiva sempre di
piu'. "Sa se gli altri gruppi hanno avuto successo?"
Tuxedo Kamen scosse la testa. "Non ne ho idea. Ma Sailor Moon ed io
stavamo cavandocela abbastanza bene contro di loro, percio' posso
immaginare che le altre Senshi ce l'abbiano fatta contro gli alieni."
"Si fanno chiamare Negariani" gli disse il primo ufficiale.
"Combacia" sbuffo' Tuxedo Kamen.
Chakotay annui' silenziosamente ponderando la situazione. Col
Capitano Janeway senza conoscenza, rimaneva Tom al comando. Pochi anni
fa si sarebbe preoccupato davanti a questa situazione, ma Tom era
migliorato molto negli ultimi quattro anni. Era sicuro che Tom avrebbe
tenuto la situazione in pugno, e che in qualche modo sarebbe riuscito
a far tornare la Voyager. "Dobbiamo muoverci velocemente." disse,
rivolgendosi ai compagni. "Se sono stati in grado di respingere gli
intrusi, allora Tom stara' preparandosi a riportare la Voyager qui il
piu' in fretta possibile. Sta a noi scoprire cosa vogliono fare i
Negariani e fermare in qualche modo i loro piani."
"Allora dovremmo attivarci il piu' presto possibile." osservo'
Tuvok.
"Concordo." Chakotay si rivolse di nuovo a Tuxedo Kamen "E' un
vantaggio per noi che la abbiano messa qui con noi piuttosto che da
solo."
"Attivarci?" Tuxedo Kamen guardo' Chakotay e gli altri
attentamente. Sembravano molto seri. "Che volete dire? State
pianificando una fuga?"
Chakotay annui' "Esatto." Confermo', abbassando la voce. "Abbiamo
studiato un piano. E siamo pronti a metterlo in pratica."
Tuxedo Kamen guardo' la cella. I muri sembravano essere di pietra
solida, e la porta chiusa formava una barriera insormontabile,
tanto che anche il suo potere non sarebbe stato in grado di scalfire.
E non c'era stato il tempo per poter scavare un tunnel. "Che state
pianificando? Far aprire la porta alla guardia per farci uscire?"
Chakotay sorrise nonostante il sarcasmo delle parole di Tuxedo
Kamen. "Beh, in effetti... e' esattamente cio' che vogliano fare."
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TO BE CONTINUED