Esco
da me
avvolto
nell'invisibilità del pensiero,
chiudo
gli occhi e la mente sublima,
fonde,
frigge,
esce
da ogni controllo
verso
un altro me stesso libero di esplodere la fantasia.
E'
un oscuro bisogno di evadere
per
cancellare l'attimo tedioso
e
costruirne uno semplicemente più umano,
ma
fatto di una mia,
personale,
umanità.
Sogno
le luci ed i colori della gioia di vivere,
penso
ciò che voglio, sono ciò che penso,
mi
trasformo da vittima a carnefice,
da
mostro divengo uomo qualunque.
Muoio
al presente,
risorgo,
fenice, dalle stesse ceneri, ad una nuova vita.
Poi
mi volto:
cerco
la via del ritorno e non la trovo.
Vedo
la luce lontana,
ma
non raggiungo alcuna uscita.
Aiuto
non v'è
per
questo commediante della vita:
sono
solo,
in
cammino verso il buio,
cosciente
di essere... pazzo/matto.
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