Rincorro
le lacrime sulle guance
cercando
di cancellarle,
cercando
di perdere l'istante infinito
di
una tua parola
che
ancora galleggia
davanti
ai miei occhi.
Protendo
le mani,
dolcemente
la addomestico.
Lei,
docile, sorride e si avvicina,
schiude
le labbra,
spalanca
le fauci... mi morde.
Ora
è lì, stretta al mio corpo,
parte
indesiderata di me,
che
inutilmente ho tentato di gettar lontano.
Spengo
la luce, chiudo i miei occhi
per
riaprirli a sogni scomposti...
Poi
mi alzo, riprendo la penna, e scrivo:
scusa,
ti amo.
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