Remė decide che, anche per andare soltanto in una pizzeria,
Vancilea deve vestirsi un poco meglio e le dā qualcuno dei suoi
vestiti: un paio di jeans e una T-shirt colorata a mezze maniche e dalla larga scollatura circolare.
"Che vi sembra? E' presentabile, adesso?"
Io direi di sė, anche se i vestiti le sono troppo larghi. Stefano
invece č molto pių critico: "I jeans sono orribili: una donna in
jeans č una donna che butta via la sua femminilitā!"
Ma poi cambia d'improvviso la propria espressione in un ghigno
soddisfatto: "Ha un bel collo lungo: stuzzica i miei pių perfidi
istinti vampireschi!" Si avvicina a Vancilea e, per un attimo, temo che voglia darle davvero un bacio od un piccolo morso sul collo; invece si limita solo ad una piccola ricognizione e torna a baciare, questa volta sui capelli, la sua Remė.
"Non ispira il Modigliani che č in te?" Gli domando dopo il bacio
e lo scampato pericolo.
"Il Modigliani? Il Robespierre!" Scoppia in una risata solitaria e da lupo. Vancilea mi guarda: i jeans sono effettivamente troppo
larghi per il suo corpo sottile e accentuano la sua apparenza
doppia e contraddittoria di ragazza per bene e di vagabonda.
Mi piace, ma sono d'accordo con Stefano che l'avrei preferita con
una gonna e con le gambe pių nude. L'ho avuta tante volte a
sgambettare a gambe scoperte davanti a me, eppure non ne sono
affatto sazio!
Malgrado questo, non posso che rispondere agli occhi di
Vancilea con un segno di assenso sicuro e bugiardo.
Mi osservo anche Remė che indossa una tutina di tela blu con
solo due larghe bretelle sulle spalle e che finisce con pantaloncini a metā coscia sfrangiati da un'usura neanche troppo finta.
Mi ripeto la solita domanda che un'invidia difficile da controllare mi fa ronzare spesso nel cranio: "Ma possibile che una ragazza veramente bella come Remė non abbia trovato di meglio - come compagno e come lavoro - che fare la modella (la domestica?) di Stefano?"
D'altronde anche Vancilea non ha trovato uno migliore di me!
Pizzeria "La Vesuviana". Il profumo di pizza si sente ben prima
di arrivarci. Stefano odora rumorosamente l'aria: "Eccoci!"
Io ho una fame che vedo la pizza danzarmi davanti: sono
abituato a cenare presto - sette, sette e mezza - e, quando mi
fanno aspettare fino a dopo le nove, entro in agonia.
C'č tanta gente in pizzeria, ma non tanta da farci aspettare in
piedi che si liberi un tavolo. Per fortuna non siamo troppo vicini al forno a legna come ci eravamo trovati l'ultima volta.
Viene a servirci il padrone e non sua figlia che č una ragazza
molto carina anche se, appena le si fanno due complimenti,
piagnucola subito che non č vero che č bella e che invece č
brutta: che sembra magra ma che in realtā ha cosce come
prosciutti e che non riesce a dimagrire.
Io, da parte mia, la trovo parecchio simpatica ed appetitosa e,
l'ultima volta che - ovviamente -non c'era ancora Vancilea, avevo
provato a strapparle un appuntamento per andare in spiaggia
insieme al mattino dopo. Aveva detto "Forse", poi "Sė" ed alla
fine "Probabilmente no!". Ed era stato "No!"
La guardo e mi chiedo se magari adesso č gelosa della mia
compagna e sarei lusingato che lo fosse.
Pochi minuti mi convincono che, se č gelosa, lo nasconde molto
bene: quando passa vicino al nostro tavolo ci saluta con
entusiasmo e guarda Vancilea solo con una punta di curiositā.
La padroncina - come la chiamiamo io e Stefano - č di corsa e io
non faccio neanche in tempo a dirle una parola pių lunga di
"Ciao!".
Faccio vedere il menu a Vancilea che me lo restituisce desolata
allargando le braccia: "Subinau. Hostar fitisc!"
Va bene: "Allora quattro stagioni per tutti e quattro! E annaffiata con quattro birre medie chiare!"
Aspetto le birre con un po' di trepidazione, visto la reazione di
Vancilea agli alcolici nella mia mensa. Cosa mi combinerā davanti
ad una birra?