Capitolo 16
Stefano fischietta e stona. Cambia motivo, fischietta pių forte e, quando finalmente sembra avere trovato il giusto ritmo e la giusta tonalitā, č preso da un attacco di tosse.
Si batte due manate forti sul petto: "Che vita che mi tocca fare! Voglio una casa vera! Sono stufo di vivere sotto un portico!"
Vancilea si gratta il naso e mi guarda incerta come a chiedermi spiegazioni. Probabilmente pensa che dobbiamo andare a mangiare e si preoccupa che io non abbia ancora comprato niente: che si preoccupi, si preoccupi pure!
Stefano tosse ancora e poi sputa con un bel lancio lungo che supera la soglia della porta: "Puā! Ho la gola marcia!"
Remė fa un'espressione parecchio schifata, ma non dice niente.
Stefano č il primo a non prendersi sul serio e mi viene vicino per confidarsi: "Sai cosa vorrei, veramente? Ereditare un paio di miliardi e vivere di rendita per il resto della mia vita! Allora potrei dipingere solo per me. Non dovrei dimostrare niente: di essere bravo, di fare opere originali! Di potere vendere! E se fossi tanto ricco, potrei avere tante donne e le vorrei tutte! Ma Remė me la terrei lo stesso, perché č l'unica che mi sopporta ora che non sono ricco!"
Non riesco a non sorridere e Stefano, sorprendentemente, non si offende: "Ridi? Sono una frana, vero?"
"Ma no!" Protesto ironico ma con simpatia.
Con serietā lui, invece, mi indica Remė: "Lei non ride, la vedi?"
Infatti Remė non ride e ci gira bruscamente le spalle per nasconderci il viso. Alza le braccia al cielo: "Quando fa il frustrato io, davvero, non lo sopporto!"
Recita e non č arrabbiata sul serio. Rido di nuovo, anche di lei: "Litigate sempre?"
"Certo!" rispondono insieme.
Stefano si alza, va di fronte a Remė e la costringe a guardarlo. Le prende con le mani i seni stringendoli sotto il vestito di tela a fiori che oggi la francesina indossa. Remė reagisce, dopo un momento troppo lungo per un movimento istintivo, con uno schiaffo che arriva cosė lento che non fa neanche rumore. Stefano, senza lasciarla, si china sul suo volto e la bacia in bocca.
Guardo un po', poi guardo Vancilea che scosta dopo un attimo i suoi occhi dai miei e, non sapendo dove guardare, arrossisce.
"Troppo timida per una scandinava!" Borbotto, ignorato da Remė e Stefano che certo non pensano ad ascoltare me e da Vancilea che non mi capisce.

Remė decide che, anche per andare soltanto in una pizzeria, Vancilea deve vestirsi un poco meglio e le dā qualcuno dei suoi vestiti: un paio di jeans e una T-shirt colorata a mezze maniche e dalla larga scollatura circolare.
"Che vi sembra? E' presentabile, adesso?"
Io direi di sė, anche se i vestiti le sono troppo larghi. Stefano invece č molto pių critico: "I jeans sono orribili: una donna in jeans č una donna che butta via la sua femminilitā!"
Ma poi cambia d'improvviso la propria espressione in un ghigno soddisfatto: "Ha un bel collo lungo: stuzzica i miei pių perfidi istinti vampireschi!" Si avvicina a Vancilea e, per un attimo, temo che voglia darle davvero un bacio od un piccolo morso sul collo; invece si limita solo ad una piccola ricognizione e torna a baciare, questa volta sui capelli, la sua Remė.
"Non ispira il Modigliani che č in te?" Gli domando dopo il bacio e lo scampato pericolo.
"Il Modigliani? Il Robespierre!" Scoppia in una risata solitaria e da lupo. Vancilea mi guarda: i jeans sono effettivamente troppo larghi per il suo corpo sottile e accentuano la sua apparenza doppia e contraddittoria di ragazza per bene e di vagabonda.
Mi piace, ma sono d'accordo con Stefano che l'avrei preferita con una gonna e con le gambe pių nude. L'ho avuta tante volte a sgambettare a gambe scoperte davanti a me, eppure non ne sono affatto sazio!
Malgrado questo, non posso che rispondere agli occhi di Vancilea con un segno di assenso sicuro e bugiardo.
Mi osservo anche Remė che indossa una tutina di tela blu con solo due larghe bretelle sulle spalle e che finisce con pantaloncini a metā coscia sfrangiati da un'usura neanche troppo finta.
Mi ripeto la solita domanda che un'invidia difficile da controllare mi fa ronzare spesso nel cranio: "Ma possibile che una ragazza veramente bella come Remė non abbia trovato di meglio - come compagno e come lavoro - che fare la modella (la domestica?) di Stefano?"
D'altronde anche Vancilea non ha trovato uno migliore di me!

Pizzeria "La Vesuviana". Il profumo di pizza si sente ben prima di arrivarci. Stefano odora rumorosamente l'aria: "Eccoci!"
Io ho una fame che vedo la pizza danzarmi davanti: sono abituato a cenare presto - sette, sette e mezza - e, quando mi fanno aspettare fino a dopo le nove, entro in agonia.
C'č tanta gente in pizzeria, ma non tanta da farci aspettare in piedi che si liberi un tavolo. Per fortuna non siamo troppo vicini al forno a legna come ci eravamo trovati l'ultima volta.
Viene a servirci il padrone e non sua figlia che č una ragazza molto carina anche se, appena le si fanno due complimenti, piagnucola subito che non č vero che č bella e che invece č brutta: che sembra magra ma che in realtā ha cosce come prosciutti e che non riesce a dimagrire.
Io, da parte mia, la trovo parecchio simpatica ed appetitosa e, l'ultima volta che - ovviamente -non c'era ancora Vancilea, avevo provato a strapparle un appuntamento per andare in spiaggia insieme al mattino dopo. Aveva detto "Forse", poi "Sė" ed alla fine "Probabilmente no!". Ed era stato "No!"
La guardo e mi chiedo se magari adesso č gelosa della mia compagna e sarei lusingato che lo fosse.
Pochi minuti mi convincono che, se č gelosa, lo nasconde molto bene: quando passa vicino al nostro tavolo ci saluta con entusiasmo e guarda Vancilea solo con una punta di curiositā.
La padroncina - come la chiamiamo io e Stefano - č di corsa e io non faccio neanche in tempo a dirle una parola pių lunga di "Ciao!".
Faccio vedere il menu a Vancilea che me lo restituisce desolata allargando le braccia: "Subinau. Hostar fitisc!"
Va bene: "Allora quattro stagioni per tutti e quattro! E annaffiata con quattro birre medie chiare!"
Aspetto le birre con un po' di trepidazione, visto la reazione di Vancilea agli alcolici nella mia mensa. Cosa mi combinerā davanti ad una birra?


Salvario
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