La vista e la concezione del vedere


Le limitazioni del campo visivo

Questa limitazione naturale viene parzialmente annullata dai movimenti dell'occhio, ma soltanto mediante una successione di percezioni. I mutamenti di forma dell'iride, per cui la pupilla ora si dilata ora si restringe, possono essere interpretati come possibilità naturali di rimozione.
Le pupille si restringono quando l'occhio è colpito da luce violenta, e tutto diviene dunque troppo abbagliante, o quando si fanno convergere gli assi visivi allo scopo di guardare oggetti vicini ed eliminare quelli lontani.
Se si osserva la funzione dell'occhio, il processo visivo, risulta quanto segue: l'oggetto visto manda i suoi raggi nell'occhio, ovvero la retina viene fecondata, e in tal modo adempie al compito di simbolo materno. Nello stesso tempo, questo simbolo materno si trasforma nel simbolo del padre procreatore che feconda il cervello tramite i nervi ottici, e così via. Il cervello gravido si trasforma in simbolo paterno generatore di attività. In questo processo è importante considerare la seconda attività del processo visivo, che presenta la stessa trasformazione in direzione inversa. Per poter vedere, il cervello gravido deve a sua volta, in qualità di padre, fecondare l'occhio; ora l'occhio, in quanto simbolo paterno, manda i suoi raggi nel mondo esterno, e qui nasce il bambino.
Dobbiamo dichiararci convinti che la concezione del processo visivo come attività simbolica è propria dell'uomo come, per esempio, la circolazione sanguigna o la respirazione. Ne consegue che tutte le attività dell'organismo umano si manifestano analogamente nel simbolo.


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