Il linguaggio simbolico


I simboli nell'opera d'arte: Kandinsky

Kandinsky afferma:

 Per me la disintegrazione dell'atomo fu la disintegrazione del mondo intero: tutto ad un tratto caddero le mura più formidabili. Tutto si rivelò instabile, incerto, insicuro.

Non sarei stato sorpreso se una pietra si fosse disciolta in aria davanti ai miei occhi. La scienza sembrava annichilata. (...)

Sembrava di vedere l'arte sganciarsi con fermezza dalla natura. (...)

L'artista dovrebbe tener sempre l'occhio fisso alla propria vita interiore, e l'orecchio sempre attento alla voce della necessità interiore. Questo è il solo modo per dare espressione a ciò che la visione mistica imperiosamente ci indica. 


Wassily Kandinsky

Nato a Mosca nel 1866. I frequenti spostamenti e qualche viaggio furono le prime esperienze di Kandisky il quale, durante una visita all'Ermitage di Pietroburgo rimase fortemente impressionato dalle opere di Rembrandt. Altra significativa fase di maturazione fu un viaggio a Parigi e una serie di importanti contatti con altri giovani pittori. Laureatosi nel '92 assunse l'incarico di assistente alla facoltà di diritto dell'Universitaà di Mosca. Ma il suo irrefrenabile desiderio di dipingere e di sperimentare nuove forme di espressione lo portarono a Monaco. Nei primi anni del secolo, Kandisky, fece molti viaggi in Europa maturando una filosofia avanguardista che gli permise di realizzare un testo che a tutt'oggi il suo testamento: Dello spirituale dell'arte. La fondazione del Blaue Reiter segno una svolta storica nel campo delle avanguardie artistiche: Macke, Marc, Mü, Schönberg ed alla mostra del 1912 parteciparono anche Braque, Picasso, Derain, ecc..
Da quel momento le sue opere fecero il giro del mondo. Allo scoppiare del primo conflitto mondiale tornò a Mosca e vi rimase fino al 1922, quando Gropius lo chiamò al Bauhaus. Iniziò un fecondo periodo teorico e didattico. Riprese a viaggiare e quando tornò a Monaco il Bauhaus fu spostato a Berlino ma di li a poco Hitler ne decretò la chiusura. Gli ultmi anni della vita li trascorse in Francia dove ottenne anche la cittadinanza.
Morì nel dicembre del 1944.
 
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