Il linguaggio simbolico


I simboli nell'opera d'arte

Gran parte della psicologia dinamica si fonda sul concetto di simbolo e sul conseguente processo della simbolizzazione, che rappresenta l'elemento caratteristico della terapia psicoanalitica. L'attività di simbolizzazione, propria dell'essere umano in qualsiasi epoca e contesto culturale, si esplica in maniera evidente nei fenomeni universali del sogno, del mito, della religione e della creazione artistica.
Indicare il condizionamento della coscienza questo è il massimo a cui si può arrivare con queste cose, che sono al di là di ogni comprensione: è compito di un lavoro di analisi introspettiva che mira a ricordare che tutto l'effimero è solo un'immagine.

 I grandi artisti del nostro secolo quali Kandinskj, Marc e Klee hanno cercato di dare forma visibile alla vita al di là delle cose, e le loro opere sono l'espressione simbolica di un mondo che esiste al di là della coscienza. Così, esse ci indirizzano all'unica realtà, all'unica vita che sembra costituire lo sfondo comune dei due regni delle apparenze fisiche e psichiche.

L'arte è poesia, ed è sempre scritta in versi, e mai in prosa.

 Nell'opera d'arte, nell'educazione all'espressione plastica e pittorica, Leonardo da Vinci, seguendo Botticelli, consigliava ai suoi allievi di guardare a lungo un vecchio muro: mirarlo e rimirarlo fino ad arrivare a scoprire un quadro tutto costituito. Tra uomo e natura, tra il soggetto e l'oggetto, si pone il discorso dell'oggetto trovato e della sua ripresentazione,che diviene allora rappresentazione plastica.

D'altra parte, il fenomeno della rappresentazione comporta il problema dell'intersoggettività, della relazione tra mondo interno e mondo esterno. Diversi artisti cercarono di recuperare le apparenze, inserendole nella realtà del fondo comune, dello spirito della materia, trasfigurando le cose - tramite la fantasia, il surrealismo, disegni onirici ecc.

 L'artista, nell'ambito del suo lavoro, non è, l'abbiamo detto all'inizio di questa trattazione, tanto libero quanto potrebbe pensare di essere. La sua opera si attua più o meno inconsciamente, ma è sempre soggetta a leggi naturali che, al livello più profondo, corrispondono alle leggi della psiche.

 L'invidia, la concupiscenza, la menzogna, e tutti i vizi in genere, costituiscono l'aspetto negativo, oscuro, dell'inconscio, che può manifestarsi in due direzioni: nel senso positivo, esso si presenta come lo spirito della natura, che vivifica creativamente l'uomo, le cose, il mondo intero; nel senso negativo, l'inconscio si manifesta come spirito del male, come tendenza distruttiva.

 


Il linguaggio simbolico

Il linguaggio simbolico è un linguaggio universale, anzi l'unico linguaggio universale che l'umanità abbia creato e di cui abbiamo quotidiana esperienza, ad esempio nei nostri sogni. Il linguaggio simbolico potrebbe essere inteso come qualcosa che dietro un senso oggettivo, visibile, ne nasconde uno più profondo e invisibile; nel linguaggio simbolico le esperienze interiori, i sentimenti, i pensieri vengono espressi come se fossero esperienze sensoriali, avvenimenti del mondo esterno.
I simboli possono avere più di un significato, anche significati opposti tra loro, in relazione ai diversi tipi di esperienza che possono essere connessi al medesimo fenomeno naturale. L'esperienza soggettiva può essere determinante nel caratterizzare il valore simbolico di un evento. Il significato particolare del simbolo può essere quindi determinato attraverso il contesto globale in cui appare e tenendo presenti le caratteristiche predominanti della persona. Il fatto che un oggetto sia o no un simbolo dipende in primo luogo dall'atteggiamento della coscienza che osserva, ossia dal fatto che un uomo abbia la possibilità e la capacità di guardare un oggetto non solo nella sua manifestazione concreta in quanto tale (atteggiamento descrittivo) ma come espressione, simbolo appunto, di qualcosa di ignoto o di non meglio esprimibile.

 Il processo di simbolizzazione 
Quindi è possibile che uno stesso oggetto rappresenti per un uomo un segno e per un altro un simbolo.

 La storia del simbolismo dimostra che qualsiasi cosa può assumere un significato simbolico: così gli oggetti naturali (pietre, piante, animali, esseri umani, montagne, valli, sole, luna, vento, acqua, fuoco), come le cose artificiali (case, barche,veicoli) e persino le forme astratte (numeri, figure geometriche): l'uomo, con la sua tendenza all'attività simbolizzante, trasforma inconsciamente in simboli le forme o gli oggetti, e li esprime per mezzo del sogno, del mito, della religione e delle arti.

 Un simbolo viene spesso definito come qualcosa che sta al posto di qualcos'altro. Questa definizione potrebbe apparire piuttosto deludente; ma diventa più interessante se consideriamo quei simboli in cui espressioni sensoriali come il vedere, l'udire, l'odorare e il toccare stanno al posto di un'esperienza interiore, un sentimento o un pensiero. Un simbolo di questo genere è qualcosa che sta al di fuori di noi stessi e ciò che esso simbolizza è qualcosa che sta dentro di noi. Possiamo stabilire una differenza tra tre tipi di simboli:

    convenzionale
    accidentale
    universale
Come appare chiaro, soltanto gli ultimi due tipi di simboli esprimono le esperienze interiori come se fossero esperienze sensoriali e solo essi posseggono gli elementi del linguaggio simbolico.
Il fatto che il mondo fisico possa costituire un'espressione adeguata di un'esperienza interiore, che il mondo delle cose possa essere un simbolo del mondo psichico, non deve sorprendere.


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