10. A tu per tu
Clelia non capì perché il maggiore avesse fatto quella
richiesta. Però sperava tanto che servisse a salvare la vita dei suoi
cari.
"Signorina, sieda la prego." Il tono di voce
del maggiore era calmo e rassicurante.
Clelia si accomodò su una antica savonarola.
"Un'azione di guerra contro soldati tedeschi è un
atto di particolare gravità. E va punito con severità. In altri
termini. i suoi due uomini rischiano la fucilazione!"
Quelle parole ravvivarono il dolore della povera ragazza,
ormai impossibilitata ad asciugarsi le lacrime con un fazzoletto
completamente bagnato.
"Maggiore! Urlò Clelia fuori di sè. "Non può
farmi questo! Mi fa rimanere sola con lei solo per meglio mettermi in
croce!?"
"Oh, la prego, signorina. Non era mia intenzione
accrescere la sua disperazione. Ho detto che i suoi uomini rischiano,
non che saranno fucilati!"
La ragazza arrestò per un attimo il suo pianto. Alzò il
viso e guardò il maggiore. Le parole dell'ufficiale sembravano
lasciare spazio alla speranza. Il tedesco le rivolse uno sguardo
carezzevole. Era rimasto colpito dal suo eccezionale fascino, dai suoi
occhi di fuoco, dalle forme flessuose del suo corpo, esaltato da un
vestitino rosso attillato sotto il soprabito beige.
L'uomo non riusciva a staccare gli occhi dalla carne
bianchissima che la ragazza, attraverso la leggera scollatura,
lasciava intravedere. Da qualche anno, per il suo dovere di soldato,
aveva dimenticato cosa volesse dire trovarsi a tu per tu con una
donna. Ora, finalmente, era ritornato al suo antico amore: quello
dell'universo femminile.
Tornò con i ricordi a quando, giovane cadetto, ballava
con le ragazze bene di Lipsia. Buon conversatore e buon conoscitore di
donne, il maggiore sapeva quali tasti toccare per conquistarle. Ma
Clelia era la più bella di tutte quelle che aveva conosciuto e, se
solo avesse indossato uno di quegli abiti meravigliosi che le ragazze
tedesche mettevano durante le feste di gala, non aveva dubbi che
avrebbe strappato un grido di ammirazione agli uomini del mondo
intero.
"Coraggio signorina. Forse c'è la soluzione a
questo problema."
Il maggiore, con movimenti compassati, aprì uno stipetto
della scrivania e ne trasse una scatola d'argento finemente lavorata.
L'aprì e offrì una sigaretta alla giovane donna. Clelia, che non
aveva mai fumato prima, declinò cortesemente l'offerta. Il maggiore
si accese la sigaretta con un accendino d'oro.
"Vediamo che cosa si può fare."
L'uomo ripetè il suo messaggio di speranza.
Dopo avere aspirato profondamente la sigaretta, riprese
con calma il suo discorso, creando rosee aspettative nella giovane
donna, ansiosa di conoscere i suoi pensieri.
"Sappia che non è mia intenzione trattenerla qui un
minuto di più e che, se lo desidera, la farò riportare
immediatamente a casa. Però, se accetterò il mio invito a cena per
stasera, saprò essere più esplicito."
Clelia disse sì senza tentennamenti. Per nessuna
ragione al mondo si sarebbe allontanata dal castello.
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