Il Palio Marinaro dell'Argentario

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Gli armi. Ogni battello ha un equipaggio di 5 persone: un timoniere e 4 vogatori, due su ogni banda.   Il primo vogatore verso poppa,  si chiama   "Capo Voga", è   colui    che     porta   il  tempo di voga, ovvero quante palate l'equipaggio deve   portare per avere un' andatura migliore  per le condizioni atmosferiche  di  quel   giorno   o   per l'assetto dell'equipaggio  della  barca,    tutti     gli     altri vogatori   devono   seguire  il tempo,   per  avere   un sincronismo, così da  sfruttare  al massimo la forza applicata sui remi. Il timoniere, oltre a far virare il battello, è colui che impartisce gli  ordini  e  prepara  la  strategià  della  regata,   oppure  la improvvisa  al  momento,  quando  si  presentano degli agenti   esterni a   mutare il programma.

Le imbarcazioni Sono dei gozzi in legno di m 6, chiamati in dialetto     santostefanese   "guzzi" , costruiti da artigiani locali, molto sfilati, che portano i nomi di quattro venti: Grecale, Libeccio, Maestrale, Scirocco.  
Queste imbarcazioni ogni anno vengono assegnate ai vari rioni, verso la metà del mese di  Luglio, dopo  l'estrazione,  con  una cerimonia di consegna e con  la benedizione del parroco, per prenderne conoscenza   e  per  fare   pratica   e allenamento.

Il campo di regata La   regata  si  svolge  nello  Specchio d'acqua antistante il Piazzale dei rioni, proprio di fronte al Municipio,  chiamato   "Stadio  del  Turchese", perché  dà  proprio l'idea di uno stadio, dove gli spettatori,  che  quel  giorno   sono  a   migliaia, affollano Lungomare  dei Navigatori, Piazzale  dei Rioni e Via del molo, ossia tre lati del campo di regata.  
 

La regata La regata è di 4000 metri,  su   10 tratte "vasche" di  400  metri  con  5  virate  a  "largo"  e  4 in "terra".   Al   vincitore, oltre che il drappo, viene consegnata la "Coppa d'oro"; e se un rione vince per 3 anni    consecutivi,      ha   il   diritto   di annoverarla tra i suoi trofei .  
Su queste  tratte  i  vogatori impegnano tutte le loro energie e i timonieri cercano di guadagnare qualche  metro  agli  altri  battelli,  per   portare  al  loro  rione  il  "drappo"   strappato   con    tenacia    e sacrificio    agli    altri      concorrenti.  
L'armo    vincitore     viene    acclamato all'arrivo  dalla   foga   dei   giovani,   e  anche   non  più    giovani   contradaioli   che    tuffandosi     in     mare      vestiti, raggiungono    il    battello,     facendolo   spesso   affondare   per   il   peso   delle  persone salite a bordo.

Durante  il Palio, nello stadio  del  Turchese  si odono gli slogan dei vari contradaioli, le urla di 
chi vede il  battello  del loro rione  che virare al gavitello (boa) per primo, la delusione di coloro che lo vedono all'ultimo posto. Le bandiere del rione che conduce la gara  vengono sollevate e fatte sventolare  ad  ogni  virata colorando una diversa  zona  dello  stadio,  dove  solitamente assitono  alla  gara i contradaioli di quel rione. 
Finita  la  gara  si  va verso la premiazione, che  avviene  sul   balcone  del  Municipio,  dove  il Sindaco consegna il Palio "drappo" al vincitore con le varie coppe e primi.  
Nei volti dei contradaioli si può vedere la gioia dei vincitori e l'amarezza di tutti gli altri, perché il palio si vince o si perde,  il  secondo  arrivato, come  il  terzo  ed  il quarto hanno perso.  
Devo  far  notare che anche se durante i preliminari della gara e durante la stessa, avvengono   degli  scontri  verbali  tra   i contradaioli  dei   vari  rioni,   fortuna- tamente,  e  per  questo  che  mi piace, non si è mai arrivati alla violenza fisica.

 

 

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  Alcune fotografie mi sono state cortesemente fornite dall'Associazione Argentario Vivo ai cui dirigenti esprimo i miei ringraziamenti. 

Chi ha visitato queste pagine si sarà accorto che ho fatto (volutamente) una descrizione sommaria di questa importante manifestazione per gli abitanti di Porto S. Stefano, per non annoiare il  visitatore  e perché sono stati scritti molti libri su di essa e non mi sembra il caso di scriverne un altro.  
Grazie della visita e spero che dirai a qualche tuo amico di visitare questo sito.                                               Dino Solari  

 

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