TEMPIO DI EDFU
Edfu
si trova a circa 105 km a nord di Assuan, ha 45000 abitanti, è una città povera, le cui principale attività sono il turismo, il commercio e l'agricoltura.Edfu divenne importante nell'epoca tarda perché fu capitale della seconda provincia dell'Alto Egitto.
Il tempio è dedicato al dio della città Horus ed è di epoca greca. Horus fu identificato con Apollo e la città fu chiamata Apollonis Magna.
All'epoca di Alessandro Magno e della dominazione greca si costituì un comitato per mettere d'accordo le religioni egizia e greca, ne facevano parte Manethon e Himitios. Trovarono accordo su una triade riconosciuta da entrambe le religioni:
Alessandro Magno si è fatto proclamare faraone e figlio di dio e così hanno fatto anche tutti i Tolomei, che avevano cercato di farsi benvolere dal popolo accettando i suoi dei e costruendo templi a loro dedicati, contrariamente a quanto fecero i Persiani, per questo molto odiati.
Il tempio, tuttora circondato da case, è stato a lungo ricoperto di sabbia e l'archeologo francese Auguste Mariette distrusse 74 case dell'abitato per riportarlo alla luce.
La sua costruzione ebbe inizio nel 237 a.C. durante il regno di Tolomeo III Evergete, il buono, e finì nel 57 a.C., durante il regno di Tolomeo XII Aulete.
Nonostante la sua costruzione sia durata così a lungo e sia avvenuta in epoca tolemaica, il tempio ha una struttura unitaria e tipicamente egizia
La pianta del tempio è quella classica; pilone, cortile aperto, prima sala, seconda sala, vestibolo, santuario.
Il pilone è secondo come grandezza solo a quello di Karnak, nel cortile aperto ci sono 32 colonne disposte su tre lati, con capitelli compositi, caratteristici di quest'epoca.
Sul retro del pilone sono rappresentate scene della festa del buon incontro che avveniva tra il dio Horus e sua moglie, la dea Hator, dea della musica, della gioia e del divertimento.
I sacerdoti di Horus portavano la statua di Horus, quelli di Dendera la statua di Hator, l'incontro avveniva sul Nilo, poi ritornavano tutti al tempio di Edfu dove per tre giorni si cantava e si ballava.
Si vede sul muro un cartiglio vuoto, in esso non è inciso un nome di faraone o perché i Tolomei non erano di sangue egizio o perché non sapevano quale nome mettere a causa della lunga durata della costruzione.
La facciata della prima sala è composta da 6 colonne unite da un muro fino a metà altezza, l'apertura sopra serviva per illuminare.
La sala ipostila è composta da 12 colonne con capitello composito. A destra dell'ingresso c'è una stanza chiamata biblioteca, perché in essa sono stati ritrovati dei papiri, mentre un'altra sala è detta della purificazione perché vi sono stati ritrovati dei vasi di olio.
Alle pareti vi sono scene della fondazione del tempio:
Le immagini sono state scalpellate dai cristiani, che erano ansiosi di diffondere la loro religione e avevano paura delle figure magiche delle divinità.
La seconda sala ha il soffitto annerito, perché fu usata come cucina, in essa c'è anche una scala da cui si saliva alla terrazza.
Il primo giorno dell'anno nuovo, che segnava l'inizio della piena del Nilo, si festeggiava l'incontro con la forza vitale: la statua di Horus veniva portata sulla terrazza perché grazie all'esposizione al sole rigenerasse il suo potere.
Sulla parete un rilievo rappresenta la barca del dio portata a spalle dai sacerdoti ed in mezzo a loro c'è Tolomeo, con la pelle di leopardo. Trenta sacerdoti portano la barca, ma se ne vedono solo 6 per intero, degli altri si vede il contorno.
Sulle pareti del vestibolo vi sono scene che raccontano i riti quotidiani.
All'alba il gran sacerdote si purificava nell'apposita stanza nella prima sala, gli altri preparavano le offerte e le portavano nel santuario. Il gran sacerdote bussava alla porta del santuario, di legno laminato d'oro, e recitava una formula di adorazione; la porta veniva aperta e lui entrava, si avvicinava al naos, il tabernacolo, e ne apriva la porta recitando un'altra formula. Poi i sacerdoti tiravano fuori la statua, la svestivano, la lavavano, la profumavano e incensavano e poi la rivestivano. Infine la rimettevano nel tabernacolo ed il sacerdote usciva camminando all'indietro, per non volgere le spalle al dio.
Il santuario è costruito sull'asse del pilone e su un piano più alto.
Il naos è un pezzo unico di granito, e conteneva ancora la statua d'oro di Horus ora sparita. Sul piedistallo veniva appoggiata la barca sacra, l'originale è sparito e se ne può ammirare una copia.
Sul soffitto si vede la dea Nut inchinata sulla terra.
Sul muro esterno è rappresentato il mito di Horus e Seth.
Le scene rappresentano Horus sulla barca che combatte Seth, nelle sembianze di un ippopotamo nell'acqua del Nilo, mentre Tolomeo dalla riva aiuta Horus. Nell'ultima scena ci sono due file di donne con tamburello che danzano in onore di Horus.