1
Si parte da Torino alle 15, ci accompagnano degli amici con l'auto,
le bici sono sul tetto. Abbiamo passato tutto il mattino a fare
freneticamente tutte le cose che avremmo potuto fare tranquillamente
durante la settimana. Arriviamo verso le 18 a Genova, scarichiamo
l'auto e bardiamo i nostri cavalli con borse e involti vari.
Naturalmente ci sembrano (e lo sono effettivamente) più pesanti
e meno stabili. Personalmente sono abbastanza inquieto e spaventato,
mi faccio coraggio, salutiamo gli amici, saltiamo in groppa, faccio
al massimo tre colpi di pedale e...
CAZZO! HO BUCATO!!!!!
Naaaa, che sfiga! Ma dai! Non èpossibile, giuro, solo pochi
metri e ho bucato!
Impossibile fare commenti, restiamo senza parole, incazzato, con
il morale ancora più basso, cambio la camera d'aria, salutiamo ancora
una volta gli amici e "in punta di gomme" ci dirigiamo
verso il traghetto.
brrrrrr.....
2
Traversata lunga, senza storia, siamo preoccupati per le bici
là in fondo alla stiva, sono le uniche di tutta la nave. Come mai
nessun cicloturista? Arriviamo a Cagliari alle 14.30, sistemiamo
meglio il carico e parte il contachilometri.
Km 0.00
Usciamo dal porto, sbagliamo strada perchè quella segnalata dalla
cartina in realtà si interrompe e siamo costretti ad imboccare una
squallidissima superstrada. Attraversiamo una zona pianeggiante
pseudopaludosa, dopo alcuni chilometri costeggiamo il mare, la strada
si fa più stretta, le auto e i camion ci sfrecciano molto vicini.
Quando ne incontriamo qualcuno lo spostamento d'aria crea una bella
spinta che ci fa sbandare pericolosamente. Il vento è fresco e non
ci fa patire il caldo ma soffia contro ed è dura pedalare (ma perchè
in qualsiasi direzione si vada il vento è sempre contro?). Qualche
salitella, poi compriamo della frutta, Luisa si mangia un limone
grosso come un pompelmo con il sale. Si riparte con "dolci
saliscendi" (come dice la nostra guida) passiamo accanto a
pittoreschi stabilimenti petrolchimici nei pressi di Sarroch.
Quando incominciamo a pensare che il sud della Sardegna sia un gigantesco
"pacco", giriamo a sinistra per Pula e poi verso
Nora. Ci sono delle belle stradine che ricordano la Corsica
sud orientale, alle 18.30 arriviamo al mare fino agli scavi archeologici,
la spiaggia non è male ma non c'è un campeggio, ci dicono che dobbiamo
ritornare alla strada per Capo Teulada e poi fare ancora quattro
chilometri. Siamo abbastanza stanchi ma ripartiamo decisi, la strada
è meno lunga del previsto. Alle 19.30 siamo al camping Flumendosa
vicino a S.Margherita di Pula. Montiamo la tenda
in un boschetto di eucalipti, doccia, ci danno indicazioni per un
ristorante, andiamo in bici su una strada sterrata e poi asfaltata
che costeggia il mare. Vaghiamo per oscure stradine poi, nel bosco,
illuminato come la casa di Biananeve, ci appare il ristorante
Urru. Ci gustiamo un'ottima cena con gnocchetti alla campidanese
e antipasto di mare, poi si ritorna nel buio più profondo, meglio
spingere la bici a piedi perchè Luisa approfitta del buio per compiere
difficili acrobazie e salti mortali con la bici.
Il cielo è pazzescamente stellato.
Km. 52
3
Giornata di riposo
Km. 0.00
4
Sveglia alle 6.45. Smontaggio tenda, si caricano le bici, colazione
al bar, partiamo che son già le nove. La strada è il solito dolce
saliscendi che ci porta al bivio per Torre Chia, ci facciamo
un caffè e compriamo i giornali.
Pochi chilometri ed ecco la baia di Chia, bella insenatura con la
solita torre cazzuta. Il mare è mosso, non abbiamo ancora voglia
di fermarci, ci spariamo un integratore e ritorniamo sulla strada
principale per Porto Teulada. Ricominciamo a pedalare su salite
medio dure e brevi discese poi, al termine di una salita particolarmente
strong, ci appare in basso una insenatura bellissima, acqua azzurra,
verde, turchese, acquamarima, impossibile resistere! Ci buttiamo
giù per la discesa, troviamo un riparo per le bici e ci tuffiamo
in un'acqua fresca e pulita. Sguazziamo tra le onde provocate dal
vento che ci tormenterà anche sulla spiaggia con raffiche improvvise
che sollevano piccole tempeste di sabbia. Ciononostante rimaniamo
lì fin verso le 16, mangiamo un panino, scopriamo che la baia si
chiama Tuaredda. Poi si riparte, attraversiamo una zona completamente
bruciata dagli incendi, sembra il Viet Nam raso al suolo dal napalm.
Poi si comincia con saliscendi decisamente poco dolce tra insenature,
stagni, passando tra luoghi quasi incontaminati come piccoli porticcioli
di pescatori, recinti con mucche a complessi residenziali cementificati
sul mare. Davanti a splendide calette dall'acqua limpida ci lasciamo
il cuore ma è meglio proseguire. Lasciamo la strada per Teulada
e procediamo a sinistra per Porto Teulada, pochi chilometri
e siamo alla fine del viaggio. Una strada sterrata ci porta al camping
Tramatzu adagiato lungo una piccola vallata dietro il porto,
più in là c'è la zona militare. Montiamo la tenda in una piccola
piazzola con vista sul mare, al limite del campeggio, due alberelli
fanno un'ottima ombra. Doccia fredda e poi, vestiti da sera, ci
buttiamo in una cena sarda al ristorante del campeggio.
Km. 43
5
Giornata di riposo.
6
Sveglia alle 6.45, alle 7.55 scalpitiamo davanti al bar in attesa
che apra, alle 8.20 siamo già in pista a pedalare in direzione
S.Antioco. Passiamo S.Anna Arresi e Giba e poi giù
verso S.Antioco. La strada non è male, in effetti e' un dolce
saliscendi, salite accettabili e lunghe discese. Incrociamo due
cicloturisti, li salutiamo. Arriviamo a S.Antioco attraversando
la lingua di terra che la separa dal resto dell'isola. E' circa
mezzogiorno e abbiamo fatto 50 Km, mangiamo un po' di frutta sulla
piazza del paese e ripartiamo per Calassetta, il sole è caldo
ma c'è un vento fresco che sembra di montagna. Arriviamo
a Calassetta dopo una decina di Km di su e giù, scartiamo
il primo camping, passiamo nella piazza del municipio, usciamo dal
paese, dall'alto vediamo la solita baia dai colori incredibili e
proprio lì dietro incontriamo il camping Le saline.
Dopo alcune incertezze decidiamo di provare la libidine di prendere
un bungalow, l'idea di montare la tenda sotto il sole a picco non
è invitante. Ah, un letto, un bagno vero, la cucina! Sembra
di stare in quei motel americani che si vedono nei film. Subito
doccia e capatina in spiaggia, ARGH, è domenica, sembra di
stare a Rimini! La spiaggia è bellissima ma strapiena di
gente. Spesa nello squallido market del camping e cena sulla veranda
"di casa" con spaghetti con tonno, insalata di pomodori,
cipolla e.... tonno. Birretta in paese, guardiamo gli orari dei
traghetti per Carloforte. Ritorno in bungalow, altra delusione,
fa parecchio caldo.
7
Sveglia alle 9, colazione, facciamo una sortita in bici lungo
una stradina che procede oltre il campeggio. Si sale lentamente,
il paesaggio è un misto tra il Connemara irlandese e il Far
West americano con tanto di pali del telefono di legno che costeggiano
la strada fino all'orizzonte. Già perchè la strada a saliscendi
non consente di vedere molto lontano e ogni salita sembra sempre
l'ultima che si deve affrontare. Poi la strada diventa sterrata
e più che altro per principio e curiosità continuiamo sotto
un sole bastardo e vento (contro) bevendo spesso perchè la
bocca si fa impastata come niente. Proviamo a raggiungere il mare,
lasciamo le bici e camminiamo lungo ripidi sentieri che ci portano
a scogliere molto rocciose. Torniamo in campeggio mezzi disadratati
e beviamo fino a scoppiare. Doccia, torniamo alla spiaggia di ieri,
adesso è notevolmenbte meno popolata, l'acqua e' pulita,
azzurro verde chiaro come una spiaggia tropicale. Cena a piatto
unico con tortiglioni con sugo all'arrabbiata, mezzo chilo, ottimo
contributo di carboidrati no?
Km: 20.00
8
Carichiamo le bici e alle 9 siamo già sul traghetto per
Carloforte. Una quarantina di minuti di piacevole traversata
(c'è un venticello un po' freschino) e siamo seduti in un
baretto per la colazione con cappuccino e brioches. Ripartiamo in
direzione della Caletta dove c'è l'unico campeggio dell'isola,
tra saliscendi e controvento dopo circa 8 km siamo arrivati: camping
La Caletta. Ci mandano al fondo del camping, verso la pineta,
un po' lontani dai servizi ma almeno siamo tranquilli. La spiaggia
è grande ma c'è molto vento e il mare è alquanto
mosso. Cena al ristorante del campeggio.
Km: 11
9
Sveglia alle 8, alle 9 siamo già a Carloforte a fare
colazione. Poi si parte per Tacca Rossa e la Punta
dove si arriva con i soliti cazzuti saliscendi e il solito cazzuto
vento contro. Alla Punta il mare e' mosso, le onde spazzano violentemente
gli scogli, più in là si vede l'isola Piana
e una fetecchia di isoletta chiamata isola dei Ratti.
Torniamo in direzione Carloforte e andiamo alla spiaggia delle Colonne
(ci sono appunto due masse rocciose simili a colonne), parcheggiamo
le bici sotto una macchia di alberelli usati dai turisti cone zona
cesso e scendiamo in spiaggia. Il sole picchia duro, rosoliamo a
fuoco lento, poi come due fette di pane tostato schizziamo via dal
tostapane e torniamo lungo una stradina costiera verso Carloforte.
Telefoniamo a Cagliari e scopriamo che non è assolutamente
possibile caricare le bici sul trenino per Arbatax (ma ci rifaremo
qualche anno dopo eh eh eh! Vedi itinerario 3)
e non ci sono nemmeno dei traghetti. Ci facciamo una focaccia da
Cenzo, ci compriamo un libro e torniamo al campeggio, cena con insalata
di mare e cous cous con verdure.
Km: 48
10
Sortita alla spiaggia della Caletta, solito vento e mare mosso,
proseguiamo per un sentiero a ridosso del mare fino ad arrivare
ad una scogliera poco ospitale con onde alte che si spiacicchiano
sugli scogli. Torniamo in campeggio e con le bici seguiamo un sentiero
sterrato che si inoltra in una zona semi selvaggia e che dovrebbe
portarci verso capo Sandalo. Quasi ci perdiamo, tutto è brullo
e arido, spesso dobbiamo spingere le bici perchè la strada
è davvero inpraticabile, camminiamo con le bici
a fianco esattamente come Tex Willer attraversa a piedi il deserto
con il cavallo tenuto per le briglie. Poi, quasi un miraggio, vediamo
in lontananza la strada sterrata, siamo salvi. Proseguiamo per capo
Sandalo con il vento contro che quasi ci blocca, pedaliamo anche
in discesa. Vediamo Cala Fico incastonata tra le rocce grigie,
il mare blu scuro si infrange incazzatissimo tra la spuma bianchissima.
Al faro di capo Sandalo non si può arrivare perchè
è zona militare, ci rimane un piazzale e un piccolo sentiero
per la punta estrema e un vento che ti strappa anche le mutande.
Sulla strada del ritorno verso Carloforte in un tratto in discesa
mi punge un insetto alla mano, freno e Luisa mi sfreccia pericolosamente
a sinistra. Il dolore passa, ripartiamo, altra discesa, il contachilometri
segna oltre 50 all'ora, improvvisamente esplode la valvola della
mia ruota anteriore, la bici beccheggia ma non sbanda mentre tento
di rallentare e Luisa mi sfreccia ancora pericolosamente sulla sinistra.
Riparo la gomma e siamo a Carloforte per un panino & gelato,
poi ancora lungo la strada costiera facciamo un salto alla spiaggia
Girin. Ritorno alla base: doccia, relax, ristorante, spaghetti
alle vongole e cozze alla marinara, mirto.
Km 40
11
Puntatina alla spiaggia della Bobba, bella ma parecchio
affollata, ci piazziamo con le nostre stuoine a friggerci a fuoco
lento il cervello, quando il timer suona la rosolatura ottimale
torniamo a Carloforte, Cenzo è aperto. E chi
è Cenzo? Beh è un vecchietto sui sessanta che si aggira in
un minuscolo negozietto infornando continuamente pizze, focacce
e calzoni, è piuttosto a buon mercato e le pizze sono buone.
Ritorno in campeggio, doccia, relax, cena al ristorante, due mirti,
al bar fanno vedere la videocassetta degli Intoccabili, grande
film, torniamo in tenda commossi ma soddisfatti, Capone è
stato condannato.
Km 22
12
Sveglia alle 7, smontiamo la tenda, facciamo i bagagli e partiamo.
Un po' ci dispiace cominciavamo ad abituarci alla vita di questo
camping (chissà che film danno stasera?). Colazione a Carloforte
poi zompiamo sul traghetto per Calassetta dove facciamo una seconda
colazione, poi via per S.Antioco e porto Teulada, mah, la strada
ce la ricordavamo più corta e meno in salita. A mezzogiorno
ci viene fame, cerchiamo un pezzo di pizza nella panetterie nei
paesi che attraversiamo ma niente, le hanno finite. A S.Anna Arresi
ci arrendiamo e ci infiliamo in un ristorantino per spaghetti alle
vongole e insalata di mare. Belli satolli ripartiamo e con il vento
contro (sai la novità) arranchiamo fino al vecchio camping
Tramazu. Il mare non è più mosso come nei giorni scorsi,
la baia davanti al camping è incantevole, la spiaggia un
po' affollata ma per riposare va bene ugualmente. Doccia, relax,
cena & mirto.
Km fatti: 71
13
Giornata di riposo
Km fatti: 0
14
Continua la lotta con il mio materassino, mi addormento sul
morbido e mi sveglio verso le quattro sul duro rigirandomi a scelta
tra schiena, costole o fianco a pezzi. Alle 8 ci alziamo, smontaggio
tenda, carichiamo le bici e si parte. Piccola discesa verso Porto
Teulada, vediamo una piccola verde vallata attraversata da un
canale contornata ai lati da montagne brulle e spoglie proprio come
in Marocco. Superato un piccolo porto iniziamo le salite. Cazzo, si suda
lungo i tornanti, ma quando vedi in lontananza il cartello che segnala
una cunetta/dosso allora sai che la salita sta per finire, stringi
i denti fino in cima, poi ti fermi, bevi un sorso d'acqua, giri
il cappello da baseball al contrario e ti lanci giù in picchiata
fino alla prossima salita.
Come su un ottovolante
Solo che sull'ottovolante non si pedala in salita. Il panorama comunque
è stupendo, mare azzurro turchese, acqua trasparente. Superiamo
un crinale e subito appare una baia incantevole, impossibile resistere,
giù dalla bici e bagno rinfrescante. Arriva una fastidiosa
famiglia veneto-lombarda con telefonino (siamo ancora nel 93) e
bambini idioti e viziati. Impossibile resistere! L'unica soluzione
è la fuga. Di nuovo in pista, tra salite bestiali e zone
napalmizzate arriviamo alla baia Tuaredda e il suo bellissimo
e incomparabile bar all'ombra (due litri di acqua e Ergovis in pochi
minuti). Andiamo in spiaggia, il sole picchia, un paio di bagni
e un po' di riposo all'ombra. Si riparte, altre salite ma la parte
più dura della Costa del Sud è fatta, a Chia ci immettiamo
nella trafficata statale e proseguiamo per Pula fino al
camping Flumendosa. Doccia, relax, cena alla tavola calda
del campeggio.
Km fatti: 42
15
Giornata di riposo
16
Dedicato a tutti gli animali spiacicchiati sulla strada
Vorremmo dedicare quest'ultima giornata di viaggio a tutte
le decine di animali spiacicchiati sul bordo della strada
(cani, gatti, ricci, uccelli, ecc.) anche perchè spesso ci
siamo sentiti molto vicini a loro. Appena partiamo dal campeggio
e ci immettiamo nella statale l'incubo di diventare come loro si
fa orribilmente tangibile. Grossi camionazzi ti sorpassano con un
caldo e polveroso spostamento d'aria. La situazione peggiora quando
senti dietro le spalle il rumore di un bestione in avvicinamento
e contemporaneamente ne vedi arrivare un'altro in direzione opposta.
Incominci a farti piccolo piccolo e incominci a pregare un dio qualsiasi
che ci sia spazio sufficiente per tutti e tre anche perchè
sai o intuisci che in caso contrario il camoinista preferisca trasformare
te in carne tritata per hamburger piuttosto che farsi un frontale.
Gli
automoboilisti credono che tu sia sordo
Altro punto: gli automobilisti credono che tu sia sordo,
non pensano che tu possa sentire il rumore del motore e ti sparano
ripetuti colpi di clacson a bruciapelo che ti fanno sussultare prima
di sorpassarti. L'unico rimedio è prenderla con spirito e
ricambiarli con ampi gesti delle braccia incalzandoli al sorpasso
(se si vuole attar briga ovviamente vanno meglio dei gestacci volgari).
Il
lancio della bottiglia
Un'altra pittoresca usanza che abbiamo constatato in questo
viaggio ricorda la tradizione russa. Come i russi dopo aver bevuto
lanciavano i bicchieri in terra così molti sardi bevono birra e
poi gettano la bottiglia dal finestrino. L'allegro cicloturista
è pertanto costretto a improvvise nonchè pericolose deviazioni per
evitarne i cocci e conseguenti forature.
Alle 11.30 siamo già a Cagliari, andiamo al porto e facciamo
il bilglietto del traghetto per Genova. Si parte, dopo un estenuante
sù e giù per la nave per trovare una situazione decente ci piazziamo
su un divanetto al bar di prua. Come lupi che controllano il territorio
presidiamo il posto con foga maniacale facendo i turni anche per
pisciare, alle 22 arriva un inserviente per farci spostare ma noi
non molliamo, cazzo!
Km fatti: 46
17
Al mattino possiamo abbandonare il nostro avanposto, facciamo
colazione, prendiamo un po' di sole sul ponte, la traversata è
lunga ma alla fine ci siamo. Nella stiva i nostri cavalli ci aspettano,
siamo a Genova, non sembra vero di esser stati via per quindici
giorni. Siamo parecchio soddisfatti di questa esperienza, mi sa
che andremo in giro per un sacco di tempo a dire:
Si,
siamo stati in Sardegna in bicicletta, si, nella costa Sud Ovest,
beh abbiamo fatto quasi cinquecento chilometri, come? No, non è
stato un culo pazzesco, beh certo c'erano anche delle belle salite
ma nel complesso non è stato massacrante, come? No, non eravamo
molto allenati, avevamo fatto solo qualche piccola prova con i bagagli,
ma niente di speciale, si, comunque è stato bello, si, mi
sa che lo rifaremo....
Km
totali: 484
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