Giugno 1997:la Guadeloupe!
DIARIO DI VIAGGIO:
1-giorno: ore 5.30 la sveglia!
Giusto il tempo per chiudere la casa e verificare ogni punto della
nostra lista delle "cose da fare e da portare", ed il taxi, prenotato
la sera prima, è già alla porta.
Ore 7:15 si decolla
per arrivare addirittura in anticipo di mezz'ora a Parigi.
Il che non è una gran bella notizia per noi...
in questo modo si allunga ulteriormente il tempo di attesa prima
di imbarcarci sul secondo aereo! Ad ogni modo abbiamo il nostro
bel da fare nel seguire le varie procedure di "transfer" dall'aeroporto
Charles De Gaulle ad Orly con tanto di recupero e
trasporto dei bagagli.
La navetta della compagnia
aerea ci scarica ad Orly mentre si scatena un terribile temporale.
Nei corridoi vengono sistemati alcuni secchi per raccogliere l'acqua che
comincia a filtrare dal tetto mandando in tilt quasi tutti i banconi
del Check-in. Attendiamo pazientemente in fila approfittando per
fare conoscenza di un gentilissimo creolo che ci chiede da dove
veniamo. Alla parola: Bologna, esclama: "Oh... la conosco... c'è
stata un bomba molti anni fa, no?" Che memoria, dopo tanti anni!
Il tempo trascorre tra chiacchiere e scambi di consigli sulle relative
nazioni proseguendo la conversazione fino all'aereo ma poi il sonno
prende il sopravvento. Alle ore 15:40, ora locale, atterriamo
sull'isola
e il gentilissimo sig. Michel è lì ad aspettarci.
Il simpatico Bretone, padrone del monolocale che abbiamo affittato,
durante il tragitto in macchina dall'aeroporto a St. Anne
(21 Km circa) ci racconta un po' di tutto sull'isola e su come ne
sia stato conquistato anni fa decidendo di lasciare la Francia per
vivere qui.
La
casa è veramente bella ed attrezzata. Al di la' del nostro
giardino pascolano zebù
e caprette, al di qua abbiamo 3 gatti e alcune minuscole ranocchiette,
difficilissime da vedere, ma che, la sera, ci fanno compagnia
con il loro canto. Dopo avere disfatto la valigia e aver fatto
una bella doccia ci sediamo in giardino a godere del fresco degli
alisei che in questa parte dell'isola soffiano costantemente,
aspettando le sette orario fissato per andare a cena. Il sole
sta tramontando e purtroppo vengono a fare la nostra conoscenza
le zanzare!!!
Dobbiamo aver fatto loro una pessima impressione perchè
durante il nostro soggiorno non si sono mai più riviste!!!
Alle sette il nostro padrone di casa ci invita nel suo giardinetto
per offrirci il nostro primo Ti-punch (TI in creolo vuol dire Petit,
cioè piccolo) .
Trattasi di un bicchiere piuttosto abbondante di rhum bianco (ancora
più alcolico rispetto a quello invecchiato) con zucchero
di canna o sciroppo alla vaniglia e uno spicchio di limone verde.
Sarebbe considerato un aperitivo ma in realtà viene offerto
a qualunque ora del giorno! Chissà perchè il mio francese
comincia a migliorare...
Prima di uscire di casa, mi permette di accedere al suo PC per scrivere
a casa una e-mail ,
che comodità!!!
Ci trasferiamo in un piccolo ristorantino
vicino a case, e anche qui ci viene offerto un Porteur (succo
di frutta e rhum) ... la conversazione decolla!!! In una sola serata
ci vengono presentati, cuoco, camerieri e alcune famigliole che
rivedremo per tutta la settimana alla spiaggia. Tra loro la simpatica
Maria, dalle origini italiane, che non ha certo scordato la nostra
lingua. Verso le 10 ci incamminiamo per rincasare ed ecco le prime
gocce! Ci spiegano che sono le primissime piogge e che erano almeno
3 mesi che non pioveva... ma doveva proprio cominciare ora????
Per noi sono le 4 di mattina e ci addormentiamo come sassi!!!
2-giorno: verso le 8 di mattina è il galletto
dei vicini di casa a svegliarci. La stanchezza del viaggio si fa
ancora sentire così oggi rimarremo nella spiaggia vicino
a casa: La Caravelle. La
pigrizia e la stanchezza ci spingono a noleggiare per l'intera giornata
un lettino ma visto il costo (30 F circa 9000 lire) non lo faremo
più.
Questo, però, ci consente di fare amicizia con uno dei bagnini
della spiaggia che non vede l'ora di poter dimostrare quanto parla
bene l'italiano e, offrendoci un Ti-punch,
ci racconta da quanti anni si e' trasferito da Marsiglia e del suo
lavoro serale nel ristorante della figlia.
La spiaggia, essendo molto grande, è ripartita in aree più
o meno definite. Inizialmente è molto stretta e selvaggia
per poi allargarsi progressivamente fino ad uno slargo dove vengono
noleggiati i windsurf e i lettini. Poi si raggiunge una punta che
tocca quasi la barriera corallina e dove solitamente si trovano
i naturisti. In fine, prima dell'ultima parte occupata dal Club
Med, si trova ancora un tratto di spiaggia dove poter stendere il
proprio telo tra le palme. In ogni caso, nonostante queste suddivisioni,
la spiaggia è pubblica e si può stare in qualunque
punto.
3-giorno: oggi è assolutamente
necessario andare a fare la spesa
per fare scorta di acqua e qualche cosa da tenere in frigo per la
cena. Fortunatamente il centro del paese di St.Anne è
raggiungibile a piedi. Dalla nostra casetta alla statale ci sono pochi
metri e da qui si costeggia per un breve tratto la strada prima di
arrivare al mercato dei pescatori da dove inizia un bellissimo
marciapiede per la passeggiata lungomare che conduce fino in centro.
"A 21 km dall'aeroporto si arriva a St. Anne; casette
coloniali e un'atmosfera rilassata oltre a due delle più
belle spiagge dell'isola: St.Anne e la Caravelle, dove la barriera
corallina spezza le onde dell'oceano, creando piscine naturali
dove ci si può immergere tra le alte palme e su una sabbia
finissima." (tratto da... I
viaggi di portfolio)
Dopo aver fatto un breve giro
della piazza, luogo di ritrovo per i ragazzi locali ma anche per
una chioccia e i suoi
pulcini, entriamo in un supermercato dove troviamo le provviste
e la carta telefonica per chiamare in Italia. Appena usciti...
sorpresa... piove a dirotto!!!
Ci ripariamo sotto il porticato della banca e aspettiamo per pochi
minuti, finchè ricompare il sole e tutto torna come prima.
Lungo il mare aprono le bancarelle di frutta e spezie dove acquistiamo
le ottime banane del luogo e tanti altri frutti per poi incamminarci
verso casa. Purtroppo
ricomincia a piovere, in spiaggia non si può andare...
meglio chiedere al padrone di casa di noleggiarci la macchina per
potere gironzolare per l'isola. La prenotiamo per 4 giorni. Preparati
i panini
si parte verso ovest, a Gosier c'è l'Aquarium
e lì il maltempo non ci disturberà. In effetti si
rivela essere una grande delusione 28 F di ingresso per vedere
pochissime vasche, anche se belle. Nel frattempo è tornato
il sole. Gosier
non fa per noi con i suoi grandi hotel, il porticciolo delle navi
private e il casinò. Preferiamo ritornare a St.Anne per
poi proseguire per St. Fracois ultimo centro abitato della
costa meridionale della Grande Terre.
Poco prima del paese troviamo la
spiaggia le Raisin Clairs, che pur essendo gratuita come
tutte quelle dell'isola, è attrezzatissima con nuovissime
giostre per i bambini e numerosi gazebo che forniscono ombra per
i pick nick. Bastano pochi minuti a bagno in queste acque favolose
per dimenticare la delusione della mattinata e le ultime ore del
pomeriggio trascorrono velocemente. Qui la notte arriva
presto e per non dovere guidare col buio, verso le sei è
bene avviarsi verso casa dove gusteremo la nostra fantastica macedonia
di frutta comprata al mercato.
4-giorno: oggi, per cominciare, ci
dirigiamo verso la parte più elevata della Grande Terre.
Si tratta del Grand Fond, un'area di colline dove gli alberi
da frutto crescono spontanei ovunque e dove la ricchezza di vegetazione
lascia a bocca aperta. Le numerose strade (tutte con un ottimo asfalto
e quindi facilmente percorribili) si intrecciano continuamente e,
anche se abbiamo la sensazione di avere sbagliato piu' volte direzione,
riusciamo comunque a trovarci esattamente davanti alla distilleria
Bellevue dove viene prodotto il famoso rhum Damoiseau (sulla
via per Le Moule).
Qui si può tranquillamente osservare
la prima fase della lavorazione che consiste nello scaricare la
canna da zucchero dai carri, ancora trainati dai buoi ,
per poi sbriciolarla per estrarne il succo.
"Nell'interno, rispetto a St.Anne, si
trovano vallate e colline dalla vegetazione esuberante: "Le Grand
Fonds" dove sono presenti i resti numerosi mulini a vento in pietra
per la frantumazione della canna da zucchero introdotti da Père
Labat nel 1694.
Il Rhum, è nato come la bevanda degli schiavi africani
e vanta una storia che è quella della Guadalupe stessa;
amato da corsari e bucanieri, bevanda nazionale per generazioni,
è ancora oggi il prodotto simbolo di tutte le Antille.
Ne esistono due varianti: il rhum industriale, ottenuto dal succo
della canna dopo l'estrazione dello zucchero, che è il più
diffuso al mondo pur essendo considerato dai locali un prodotto
di seconda scelta, ed il rhum agricolo; quest'ultimo si ottiene
direttamente dalla distillazione del succo di canna fermentato e
si trova in commercio "bianco" oppure invecchiato.
Il rhum bianco si può bere liscio con tutti i suoi 55°,
oppure può essere utilizzato per un'infinita serie di cocktail.
Con l'aggiunta di sciroppo di canna, succo di frutta o una scorza
di limone, serve per realizzare il Ti-Punch, l'aperitivo più
amato dell'arcipelago." (tratto da... I
viaggi di portfolio)
Proseguiamo per Le Moule, villaggio
sulla costa Atlantica, la cui vita si concentra attorno alla piazza
vicino al mare dove i pescatori, appena tornati, stanno ancora pulendo
il pesce oppure si riposano nei bar giocando a domino e bevendo
rhum.
Appena
fuori paese, in direzione nord, c'è una bellissima insenatura
con una spiaggia
riparata dalle onde dell'oceano. La decisione è presto presa:
sosta per il bagno!!!!!!
Si riparte per visitare
il museo di scienze e storia naturale "Edgar Clerc", poi tornando
verso sud, facciamo una breve tappa per osservare la villa della
tenuta Zevallos, un tipico esempio di architettura coloniale.
Per pranzo arriviamo a St. Francois dove lungo
il mare, in Rue de la Republique, si trovano alcuni ristorantini.
Scegliamo "Les Pieds dans L'Eau"
che si rivela essere molto carino con la sua veranda sul mare e
il suo menù con bellissime illustrazioni dei vari piatti
realizzate dai bambini
con alcuni chiarissimi disegni. Con soli 50 F a testa (15.000 lire)
mangiamo antipasto di accras (crocchette di pesce), pesce alla griglia
e banane flambè.
Nel pomeriggio andiamo verso l'estremità
orientale: La Pointe des Chateaux dove le rocce frastagliate
dalle onde dell'Oceano Atlantico ricordano la struttura di un castello in
un paesaggio che si fa sempre più secco, quasi arido. Il
pomeriggio trascorre passeggiando tra le rocce e a bagno nelle bellissime
acque della lunga striscia di sabbia che costeggia tutta la strada
per tornare a St. Francois.
5-giorno: Ancora una volta ci svegliamo presto
a causa della differenza del fuso orario, questo ci permette di
raggiungere Ste. Rose in Basse Terre di buon mattino. Alle
9:00, orario di apertura del Museo del Rhum, siamo già
davanti alla porta. In realtà all'interno del museo, non
ci sono solo le antiche apparecchiature per la produzione del
rhum, ma anche una bellissima collezione di farfalle e
coleotteri da tutto il mondo, una serie di modellini di imbarcazioni
a vela d'epoca e alcuni vestiti dell'epoca coloniale.
Proseguiamo verso Deshaies famosa
per le sue spiagge tra le più belle
dell'arcipelago. Prima sosta
all'Anse de la Perle dove ci si puo' rotolare spinti da grandi onde
ma senza alcun pericolo. Seconda sosta: la Grand Anse. Una
striscia di sabbia bianca di circa otto chilometri in una foresta
di palme sotto le montagne dal verde smeraldo.
Pranziamo in un ristorantino
a Deshaies prima di percorrere il tortuoso percorso che porta a
Pointe Noire dove si trova la Maison du Bois (Casa del Legno).Questo
piccolo museo
è già parte del parco nazionale che comprende tutta
la parte centrale dell'isola dei Basse-Terre.
Il Parco Nazionale della Guadeloupe Creato nel
1989 si estende su 17 300 ettari comprendendo tutta la parte centrale
dell'isola dei Basse-Terre. Il parco non ospita animali pericolosi
per l'uomo, ma si possono trovare più di 300 speci d'albero,
90 di orchidea, 4 di rettile e 17 mammiferi tra cui il racoon un
orsetto lavatore che è la mascotte del Parco.
Poco oltre inizia la Route de la Traverseé
che permette di tagliare in due l'isola e tornare in breve tempo
a Pointe a Pitre. A circa metà percorso si giunge alla Maison
de la Forète, base di partenza per alcune brevi escursioni
nel cuore del parco. Purtroppo, essendo gia' pomeriggio inoltrato,
l'ufficio che fornisce le informazioni è già chiuso.
Scegliamo il percorso più breve (20 minuti)
che è ben indicato e dove le piante di maggiore interesse
dispongono di cartellini segnaletici. Al termine della meravigliosa
passeggiata nella foresta, partiamo per Pointe a Pitre prima del
consueto traffico del rientro serale, per poi fermarci per un bagno
ristoratore in una spiaggia, non particolarmente bella, in centro
a Gosier.
6-giorno: Dopo i tanti chilometri
percorsi ieri, oggi ci limiteremo al Nord della Grande Terre. Arriviamo
a Morne-à-l'Eau attraversando una interminabile distesa
di campi di canna da zucchero. Da qui verso Vieux Bourg sulla costa
del Grand Cul de Sac Marin: cioè una serie di acquitrini
salmastri, paludi, foreste d'acqua e mangrovie. Il paesino è
delizioso e qui troviamo il più piccolo ufficio postale che
ci sia mai capitato.
Seguiamo la freccia per la
Plage Babin, ma ben presto capiamo che non e' stata una felice idea:
bisogna percorrere per almeno 3 km una strettissima stradina dove,
grazie alla nostra fortuna, ci troviamo a dover sorpassare addirittura
un carro trainato da due enormi buoi!
In effetti la spiaggia e' molto suggestiva e ben attrezzata. C'è
solo una sola famigliola che si prepara per il barbecue e una magnifica
vista sulla distesa di mangrovie e le tante isolette della barriera
corallina del Grand Cul de Sac Marin.
Tornando a Morne-à-l'Eau, si prosegue per un altro paesino
della costa: Petit Canal. Qui si raggiunge il piazzale della
chiesa a picco sul piccolo canale, per godere del panorama.
Per il pranzo
ci fermiamo a Port Louis, un delizioso borgo di pescatori
dalle caratteristiche case in legno e dai lampioni in ferro battuto,
per poi trascorrere il pomeriggio nella bellissima spiaggia di Anse
du Souffleur dal bel fondale per lo snorkeling.
Da
Anse Bertrand si segue una strada tutta buche che conduce all'estrema
punta nord dagli straordinari paesaggi naturali. Seguiamo le indicazioni
per la Pointe de la Grande Vigie che con i suoi ottanta metri
di altezza offre un paesaggio grandioso
a picco sul mare nel silenzio, nel vento e nel sole.
Un breve tratto di strada e si giunge alla Lagun de la Porte
de l'Enfer: un braccio d'acqua blu che si infila tra due ripide
pareti di roccia divenendo sempre più chiara. Sarebbe l'ideale
per un bel bagno ma ormai è già tardi e proseguiamo
lungo la strada che si ricongiunge con la statale che da Morne-à-l'Eau
porta a Pointe a Pitre.
Al grande supermercato
di Gosier ci fermiamo per comprare un po' di cose da portare a casa
ad amici e parenti: pacchetti di caffè e zucchero di canna,
spezie e rhum. E intanto è tramontato il sole,
le strade sono ben illuminate, ma fa comunque un certo effetto vedere
con che velocita' cala la notte, e sono solo le 7 di sera.
7-giorno: Essendo rientrati tardi, ieri non abbiamo
avuto il tempo di fare il pieno di benzina prima di riconsegnare
l'auto. Per prima cosa, quindi, andiamo a St.Anne a fare il pieno
poi restituiamo l'auto. In tutto abbiamo percorso 500 km. Il resto
della giornata la passiamo alla spiaggia
la Caravelle.
8-giorno: Oggi andremo in centro a Pointe
a Pitre. Il miglior modo per arrivarci è l'autobus, evitando
così problemi di traffico e di parcheggio. L'autobus passa
spessissimo e basta fare un cenno al conducente perchè si
fermi e lo stesso vale per la discesa: basta suonare il campanello.
Questo fa sì che le fermate siano numerosissime e per percorrere
20 km si può impiegare quasi un ora. Sull'autobus, oggi,
regna il buon umore, forse perchè è sabato e tutti
vanno in città a fare compere o forse è grazie alla
musica reggae che viene suonata a tutto volume. Con soli 10 F, arriviamo
nel cuore della città, proprio a fianco della grande Place
de la Victoire.
Per prima cosa ci addentriamo nel primo coloratissimo mercato: il
mercato della Darsena. Qui, però, le signore che vendono
frutta e spezie sono un pò troppo a caccia di turisti e mi
aggrediscono in continuazione cercando di farmi acquistare di tutto
e proibendomi di fare foto
se non acquisto i loro prodotti. Molto delusi da questo atteggiamento,
usciamo dal mercato per andare all'ufficio del turismo dove ci forniscono
una mappa delle vie del centro. Dopo un breve tratto pendonale,
troviamo il mercato coperto dove un ragazzo ci offre un pezzetto
di canna da zucchero da succhiare.
Proseguiamo fino a trovare il
Museo Schoelcher costruito nel 1887 al numero 24 della rue
Peynier. Fu lo stesso Victor Schoelcher ad aprire questo museo contenente
parte del suo patrimonio di opere d'arte, con lo scopo di ricordare
a tutti la causa da lui sostenuta: l'abolizione della schiavitù.
Particolarmente danneggiato dal ciclone del 1928, l'edificio è
stato interamente restaurato nel 1985.
Concludiamo il nostro giro passeggiando per le vie principali, attraverso
il mercato dei fiori,
e tornando alla Place de la Victoire dove ci fermiamo a mangiare
il nostro panino .
Nel primo pomeriggio torniamo alla spiaggia
di St. Anne per rinfrescarci.
La sera, il nostro padrone di casa, organizza un piccolo benvenuto
ad un altra famiglia che ha affittato l'appartamentino del piano
di sopra. Ti-punch a volontà
poi ci consiglia un posto dove mangiare
l'aragosta. E' un ristorantino vicino al mercato del pesce, in riva
alla spiaggia: "Le vieux temp"
da Anne e Alex. Arriviamo un po' tardino, infatti verso le 9 quasi
tutti hanno già cenato, ma la simpaticissima signora Anne
ci porta ugualmente accras, verdure, aragoste e ananas per ben 100F
a testa (30.000 lire).
9-giorno: Oggi è domenica ed è tutto chiuso,
decidiamo di dedicarci al riposo nella bella spiaggia
la Caravelle.
|