Le Grotte Indice

  

Tra le incantevoli bellezze naturali presenti a Domusnovas merita particolare rilievo la grotta di S.Giovanni, chiamata anche di S’Acqua Rutta, una galleria lunga 850 m., utilizzata come collegamento tra Domusnovas e il comprensorio minerario di Sa Duchessa. La grotta costituisce una realtà mondiale, infatti in solo altre due zone, Mas d’ Asil in Francia e il Jenolan Cave in Australia, è possibile trovare una grotta naturale interamente percorribile in auto. La cavità, originata da un fiume sotterraneo che entra dall’ ingresso settentrionale ed esce da quello meridionale, si prestava così bene a questa funzione che non è stato necessario alcun particolare adattamento, tanto che nell’ 800, il conte Beltrami, per facilitare il trasporto di legname, fece costruire a sue spese la strada. La grotta di S.Giovanni si apre nei calcari ceroidi del cambrico, una roccia formatasi 500-600 milioni di anni fa durante l’era paleozoica quando la vita sulla terra era rappresentata soltanto da alghe e rudimentali invertebrati. Le acque la percorrono ormai soltanto in occasioni di forti precipitazioni metereologiche, quando i condotti sottostanti, dove avviene l’attuale scorrimento, non sono piu’ sufficienti a smaltirle. Ingresso Grotte S.Giovanni Sud
Interno grotte S.Giovanni Le concrezioni all’interno sono scarse e non interessanti, se si eccettuano grandi vasche stalagmitiche e l’anfratto anticamente utilizzato come cappella rupestre, entrambi sulla destra poco prima dello sbocco verso nord. L’imbocco meridionale della grotta, che si apre sulla parete verticale del monte Acqua (m. 540) si è formato per un cedimento, con conseguente spaccatura alla base, della enorme massa calcarea e si presenta con un imponente portale trapezoidale alto 20 m. e lungo 30 m. A circa metà del percorso sulla sinistra si apre un cunicolo chiamato "Su stampu de Pireddu", dal nome del bandito che tanto tempo fa vi si rifugiò. Questo ramo secondario porta lo sviluppo totale della cavità a circa 2 km . Tale ramo è formato da una serie di condotte freatiche che hanno termine con un salto di circa 10 m, dal quale si diparte un’altra galleria che finisce in sifone. Dalla base del salto ha inizio una condotta che va verso monte, costituita da una lunga sequenza di sifoni di sabbia , che è attualmente oggetto di studio da parte dei gruppi speleologici di Domusnovas.
E’ stata individuata anche un’altra prosecuzione verso monte del primo ramo a destra , che ha le stesse caratteristiche del precedente. Poco piu’ a monte (meno di 100m ) si trovano le analoghe condotte del fiume sotterraneo della grotta Rolfo . Gli ingressi della grotta , come già documentato dal Lamarmora nel suo Itinerario dell isola di Sardegna , erano sbarrati da due muraglie megalitiche nurargiche (nuraghe). L’accesso meridionale conserva tuttora l’ingresso aperto sul fianco destro della muraglia, addossato alla parete della grotta, all’interno di un corpo murario spesso circa 4m. Recenti esplorazioni hanno consentito di accertare la parziale conservazione della muraglia contrapposta sull’accesso settentrionale. I numerosi reperti archeologici dimostrano che anticamente la grotta era usata come fortezza naturale. Secondo la fantasia popolare, e come racconta lo stesso Lamarmora nell’opera precedentemente citata, la grotta era anticamente abitata dai Titani, i quali sembra che vi nascondessero i loro tesori. Ingresso Grotte S.Giovanni Sud

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