Speleologia Indice
Speleo-Club Domusnovas
Via Cagliari 5 - 09015 Domusnovas (Cagliari)
Angelo Naseddu tel. 0781/70669
Silvestro Papinuto tel. 0781/70353
Equipe Speleologica Domusnovas
Via Bruno Buozzi n.48
casella postale 09015 - Domusnovas
Edilio Canavera tel. 0781/71456 Gessa Massimo tel 71683
Fais Gianfranco tel 70658. Lusci Giuliano tel 70345.
Castello Massimo tel 72060.
Uscita Grotte S.Giovanni Sud
Ingresso Grotte S.Giovanni Sud Fin dalla notte dei tempi, quando il quadro geologico della nostra zona era in evoluzione, l’area del Sulcis iglesiente veniva privilegiata per quanto riguarda la formazione delle grotte, regalandoci il terreno adatto alla loro formazione. Il terreno in questione è il calcare e la dolomia, entrambi costituiti da carbonato di calcio e carbonato di magnesio. Dopo la zona del supramonte di Orgosolo-Dorgali-Urzulei, il Sulcis Iglesiente è da considerare l’area con il più alto indice di carsificazione della Sardegna. Con il termine carsificazione si intende quel processo che permette la formazione delle grotte. Ciò avviene perché la roccia in cui sono scavate è piuttosto tenera e soprattutto è solubile nell’acqua (si tratta naturalmente di un processo che si manifesta in milioni di anni). La parola "grotte" è comunemente associata alla parola "speleologi". Gli speleologi sono delle persone appassionate di grotte la cui attività è piuttosto varia e complessa.
Essa va dalla fase di ricerca in superficie a quella più specifica dell’esplorazione, quest’ultima composta a sua volta da più sottofasi quali il rilevamento, il servizio fotografico, la raccolta di dati relativi all’ambiente esplorato (tasso di umidità, temperatura interna, studio di eventuali reperti biologici). Per quanto riguarda il nostro Comune, in questo periodo operano due gruppi speleologici, lo Speleo club Domusnovas e l’Equipe speleologica Domusnovas. Lo Speleo club è il gruppo storico per antonomasia, costituitosi nel 1969 annovera nel suo catasto circa 180 grotte rilevate ed esplorate. L’Equipe speleologica costituitasi nel 1995 è composta da speleologi con oltre 20 anni di esperienza, l’attività primaria è indirizzata allo studio del sistema idrologico sotterraneo esistente nella nostra zona. Per sistema idrologico sotterraneo si intende quel reticolo di gallerie collegate tra loro che permettono alle acque piovane raccolte in montagna e penetrate nel sottosuolo, per mezzo di fratture esistenti in superficie, di confluire alle sorgenti posizionate in prossimità dell’ingresso sud delle grotte di San Giovanni dove vengono raccolte e utilizzate per fini potabili dai comuni circostanti. Pozzo Rosa
Attualmente il catasto dell’Équipe è costituito da circa 30 grotte, tra cui le più importanti sono: pozzo Giorgia - abisso del Fungo - Sa foss’e bucch’e populu - abisso padre Antonio Furreddu. Dover parlare in generale di tutte le grotte conosciute nella nostra zona e dell'attività che gli speleologi fanno per il loro studio non basterebbe un libro, si rimanda pertanto alle numerose pubblicazioni dei due gruppi di Domusnovas nelle riviste di settore quali "Speleologia" e "Sardegna Speleologica", per cui cercheremo di spiegare in sintesi quello che da poco tempo è stato proposto come monumento Nazionale, in altre parole la grotta di San Giovanni.
Interno Grotte S.Giovanni Il Comune di Domusnovas è sempre stato associato alle grotte di San Giovanni; l’imponenza dei suoi due ingressi , i grandi ambienti interni , la possibilità di percorrerla in auto per mezzo di una strada esistente da tantissimo tempo , e soprattutto l’esistenza di un enorme bacino idrico al termine del ramo denominato Su Stampu de Pireddu , fanno si che le grotte di San Giovanni siano conosciute da tanti e siano oggetto di studio da parte di numerosi esperti. Attualmente la grotta di San Giovanni ha uno sviluppo di circa quattro chilometri e mezzo di cui ottocentosettanta metri rappresentano l’asse principale tra i due ingressi , il restante è composto da una serie di rami laterali tra cui i più importanti e conosciuti sono: Su stampu de Pireddu - i rami allagati - i rami fossili Bobore.
Anticamente la grotta di San Giovanni veniva utilizzata dalle popolazioni nuragiche come rifugio. Ne sono evidenti le tracce sui due ingressi, in particolare in quello sud dove è ancora visibile sulla parte destra quello che resta di un muro ciclopico che anticamente ne chiudeva l’ingresso. Allo speleo Club si deve la scoperta di reperti archeologici nelle grotte "Su Pertusu" e "Su Pertuseddu" e di un vaso del Neolitico Medio unico in Sardegna per la tipologia delle sue decorazioni. Successivamente con lo svilupparsi dell’attività mineraria la grotta iniziò ad avere una funzione di transito e di collegamento con le ricche zone minerarie e con tutte le altre risorse che il territorio offriva. Si presume che tali attività ebbero inizio in epoca antica. L’attività mineraria che si è svolta sino alla fine degli anni settanta, si basava soprattutto sull’estrazione di minerali di piombo, zinco, argento, ferro e rame. Si possono tutt’oggi notare alcuni particolari di notevole interesse archeologico minerario e turistico, quali i vari siti minerari presso le zone di Corovau, Reigraxius, Barraxiutta, Perda Niedda, Sa Duchessa e Tinnì. Resti del muro ciclopico

Dall’inizio degli anni novanta la zona è interessata da un intensa attività sportiva denominata free-climbing (arrampicata libera) dove le maestose pareti calcaree strapiombanti permettono agli appassionati provenienti da tutto il mondo di misurarsi con le asperità di una natura ancora intatta. Per quanto concerne l’interno della grotta si presentano al turista diverse motivazioni che possono spingerlo a visitarla. Prima fra tutte la sua maestosità che si presenta evidente sia nei due ingressi principali sia all’interno per tutto il suo percorso. La grotta in questione è attraversata da una strada carrozzabile, (la cui realizzazione si presume sia avvenuta intorno al 1860) con illuminazione interna, che dà la possibilità di ammirare le numerose particolarità presenti. Se muniti di un minimo di attrezzatura e si è amanti dell’avventura si possono visitare i vari e numerosi rami laterali sia a livello strada che a livelli superiori. Tra i vari rami risulta di particolare interesse Su Stampu de Pireddu che con i suoi duemila ottocento metri, di cui seicento sommersi, è tutt’oggi in esplorazione. La singolare connotazione speleotematica del territorio e i traguardi raggiunti dai nostri speleologi hanno creato le premesse per la costituzione della Scuola di Speleologia, che ha organizzato 15 corsi di formazione e una lunga sequenza di proiezioni didattiche nelle scuole.


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