«Giunta l’alba i Banditi scalarono le mura e saltarono nel cortile, dicendo “arrendetevi!”.
E presero prigionieri i Padri, me, mia moglie, Domenico con sua moglie e i suoi figli, e ci portarono fuori dal convento. Erano così
numerosi che riempivano il cortile del convento, sebbene grosso, e la strada adiacente.
Condussero i Padri da Giosué Gianavello, e da quello furono rilasciati.»
«I Banditi, dopo aver fatto quanto volevano in Luserna saccheggiandola,
si ritirarono con il bottino sul monte detto dei Banditi, a Triboletto.
Il bottino comprendeva:
la campana di Lusernetta, le due
campane dei reverendi padri del convento di S.Francesco dello stesso luogo, due piccoli campanini di chiesa,
l’orologio dei medesimi reverendi padri,
due tuniche dei padri...
C’erano poi lingerie, ferramenta, rami, arnesi di ferro, ferri da mulino, brandari, con diverse altre cose come padelle, paioli, emine,
catene da fuoco, lampade.
Alle ventidue mi rimandarono via senza però farmi alcun dispiacere,
salvo che mi presero le scarpe.»
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