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Spazio museale della Gianavella - pannello 6 - sezione 3


Esilio e Rimpatrio dei Valdesi

I Valdesi, decimati da una nuova persecuzione nel 1686, sono esiliati a Ginevra. Ritornano alle loro Valli tre anni dopo

Quando al principio del 1686 era imminente una nuova persecuzione contro i Valdesi, Gianavello fu visitato dai suoi convalligiani per ricevere consiglio. Uno studente tedesco, il signor Martin, racconta che:

«...durante i 15 giorni che mi trattenni a Ginevra, non ne passň nessuno senza che non arrivasse un corriere o una staffetta dalle valli di Luserna, per chiedere consiglio e aiuto, e per aver con loro il capitano Gianavello»

Malgrado una strenua resistenza i Valdesi furono sconfitti, in gran parte uccisi, venduti come schiavi, sbattuti a marcire in prigione. Solo un pugno di “Invincibili” non fu mai piegato.

Gianavello accolse esuli a Ginevra i circa 2500 Valdesi scampati alle orrende carceri piemontesi, liberati grazie alle pressioni delle nazioni protestanti europee.

Mutata la situazione internazionale, nell’89 si presentò la possibilità di una spedizione per riconquistare le Valli. Con il pastore Arnaud, Gianavello fu tra gli organizzatori, avendo ancora la gioia di poter conoscere, poco prima di morire, il successo della spedizione


Itinerario del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi nelle loro Valli (1689)
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