Rappresentazione della struttura dell'Universo secondo la teoria eliocentrica, che si affermò grazie agli studi di Copernico |
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L'uomo ha sempre avuto interesse per la natura e per l'origine delle rocce che costituiscono la superficie della terra. Tra gli antichi, Erodoto (485-425 a.C.) rilevò la presenza di conchiglie marine nelle regioni interne dell'Egitto e concluse che dovevano essere state depositate là dalle acque di un antico mare che si erano ritirate. Di Pitagora (VI sec. a.C.) si dice che avesse interpretato i fossili marini rinvenuti sulle montagne della Grecia come prova del livello cui un tempo era giunto il mare. Trovandosi il Mar Mediterraneo in un'area vulcanica e sismica del globo, molti furono gli autori greci e romani che rimasero affascinati dai fenomeni prodotti dai vulcani e dai terremoti. Strabone, come altri autori più recenti, considerava i vulcani come naturali valvole di sicurezza che permettono ai pericolosi vapori terrestri di fuoriuscire, e Seneca (3-65 d.C.) pensava che i terremoti fossero causati da alcuni vapori che diventavano turbolenti all'interno della Terra, che egli supponeva cavernoso. In Cina, nel 132, Chang Heng (78-139) inventò una 'banderuola per il terremoto', che costituisce il primo sismografo mai costruito. Alquanto più tardi, Avicenna, il padre delle scienze della Terra nel mondo arabo, studiò non soltanto i terremoti, ma anche molti altri fenomeni geologici.
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