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79
d.C. : Un'eruzione che ha fatto storia
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Calchi in gesso
raffiguranti abitanti e animali di Pompei morti
in seguito all'eruzione del Vesuvio, ottenuti
facendo colare scagliola liquida nei vuoti
lasciati nello strato di cenere.
Tale espediente, che
ha reso possibile documentare gli ultimi
drammatici momenti vissuti dalla popolazione
pompeiana, fu ideato da Giuseppe Fiorelli, che
diresse gli scavi dal 1863 al 1875.
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La più
famosa eruzione vulcanica dell'antichità
è quella che distrusse Pompei, nel 79
d.C. Lo scrittore romano Plinio il
Giovane la osservò dal mare e ce ne ha
lasciato una descrizione pienamente
confermata dagli scavi. Il Vesuvio non
eruttava da secoli; perciò i Romani non
sapevano neppure che fosse un vulcano. La
montagna era bassa, coperta dalla
vegetazione e coltivata a vigneto;
intorno vi erano molti centri abitati,
tra cui il più importante era Pompei.
Questa era una città commerciale di
almeno 30.000 abitanti, non lontana dal
mare. Conquistata da Silla, era stata
trasformata in colonia e rapidamente
romanizzata. Nel 62, o 63 d.C., la città
fu colpita da un violento terremoto. I
danni furono ben presto riparati e
l'attività continuò, anche se spesso il
terreno era scosso da piccoli terremoti.
Nessuno pensò di collegare questi
terremoti al vicino monte Vesuvio. Il 24
Agosto del 79 d.C., verso mezzogiorno, il
Vesuvio si aprì improvvisamente ed
eruttò una gigantesca nuvola
incandescente. La nuvola salì e poi si
allargò assumendo, nella descrizione di
Plinio, la forma di un pino domestico.
Cenere e lapilli incandescenti presero a
piovere su Pompei per 3 giorni
consecutivi. La gente cercò di fuggire,
ma almeno 16.000 persone morirono sotto
la pioggia letale. Plinio il Vecchio,
comandante della flotta che si trovava
nel golfo, cercò di portare soccorso
alla popolazione, ma morì soffocato. Una
valanga di fango, o forse una colata di
lava, coprì e distrusse la cittadina
residenziale di Ercolano, che si era
salvata dalla cenere perché il vento
spirava verso sud. L'eruzione ebbe
carattere esplosivo, e parte del cratere
andò distrutta. La cenere coprì la
città e i suoi abitanti, fermandoli
spesso nelle pose dell'ultima sofferenza. |
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