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Gli animali che vivono nei boschi delle dolomiti ed in particolare a Sappada, uno dei paesi più belli delle dolomiti.Fra gli animali della fauna locale, che è possibile incontrare lungo i boschi di Sappada troviamo: LO SCOIATTOLO: Grazioso animale di colore rosso fulvo o grigio nero, molto agile, curioso, s'arrampica con molta facilità sui tronchi, salta di ramo in ramo, di albero in albero, con la coda tesa verso il basso che lo aiuta a mantenere l'equilibrio. Vegetariano, si ciba di bacche, frutti di bosco, germogli, corteccia tenera degli abeti, semi di conifera, funghi, uova e piccoli nidiacei di uccelli; fa scorta di alcuni di questi alimenti per l'inverno, che accumula nelle cavità degli alberi e nel nido. La femmina dà alla luce da 3 a 6 piccoli e raramente partorisce una seconda volta. LA LEPRE COMUNE: Presente principalmente ai margini del bosco nei pressi di prati sfalciati dove - prima dell' alba o dopo il tramonto - si ha la possibilità di osservarla m'entra pascola. La si può incontrare durante il giorno, se disturbata, o nel periodo degli amori. Di colore grigio terreo nella parte superiore, biancastra in quella inferiore, con nuca e collo ruggine brunastro, ha orecchie lunghe, marginate di nero all'apice. Vegetariana per eccellenza può partorire tre volte all' anno, dando alla luce 2-4 piccoli per volta. |
LA
LEPRE VARIABILE O ALPINA: Molto simile alla precedente, si distingue per
le orecchie e gli arti posteriori più corti, muso rotondo, zampe posteriori coperte di
folto pelo. Di colorazione variabile, dal grigio scuro-ruggine al grigio-giallastro
d'estate, è completamente bianca d'inverno, ad eccezione della punta nera delle orecchie.
Presente dai 1300-1400 metri di altitudine fino oltre i limiti della vegetazione arborea,
si ciba di erbe alpine di ogni tipo, anche di origine legnosa. Prolifica 2-3 volte
all'anno, dando alla luce 2-4 piccoli e ciò dipende da annate più o meno favorevoli alla
sua riproduzione. LA MARMOTTA: Il suo habitat più congeniale è situato oltre il limite della vegetazione arborea, dove domina con altri nuclei animali il territorio in cui vive; scava con facilità profonde e lunghe tane, ove si rifugia dai pericoli e per trascorrere 6-7 mesi del suo letargo invernale. Si ciba di erbe e di radici. E' abbastanza socievole e molto accorta. Dotata di vista e udito molto sviluppati, di giorno sta volentieri a godersi il tiepido sole ed un forte fischio delle compagne la fa rintanare. Di norma, nel mese di giugno, da alla luce 2-5 piccoli. E' molto facile avvicinarsi ad osservarla durante il periodo estivo. LA VOLPE COMUNE: Tipico animale di bosco, poco socievole, di abitudini prevalentemente notturne, talvolta caccia anche di giorno, per procurarsi più cibo all'epoca del mantenimento della prole. Odorato, vista udito sono molto sviluppati; audacia, furbizia e velocità, fanno di questo canide un ottimo predatore, che procura seri danni alla selvaggina ed anche agli animali da cortile. L'accoppiamento avviene in gennaio, ed in marzo-aprile dà alla luce 4-8 piccoli. L' ERMELLINO: E' uno dei più piccoli predatori. Accade spesso di vederlo sbucare da vecchi muri di sassi o da accumuli di legname dove trova rifugio. Dalla tarda primavera fino in autunno il suo pelo è bruno- rossiccio, mentre d'inverno diventa bianco e soltanto l'estremità della coda rimane scura. Si ciba prevalentemente di piccoli animali, rovistando ogni buco o tana che trova lungo il suo percorso. L'accoppiamento avviene in febbraio-marzo e dopo due mesi dà alla luce 4-8 piccoli. L'AQUILA DEL BONELLI: Stanziale, è presente nelle nostre zone in due coppie, che si possono notare osservando minuziosamente in particolare le creste del Monte Ferro, le cime del gruppo delle Terze, il Monte Chiadin ed il Peralba, dove probabilmente nidifica in luoghi poco accessibili, deponendo da 1 a 3 uova. Ha vista acutissima, caccia normalmente in coppia al limite dei boschi alle cime delle montagne, con più frequenza in zone abitate da lepri e pernici bianche, galli forcelli e altri grossi uccelli, piccioli di camoscio, capriolo, marmotte, volpi, martore e animali morti. E' molto interessante osservarla quando si tuffa in volo per sfruttare le correnti ascensionali di aria calda, formando dei cerchi concentrici sempre più piccoli, per poi lasciarsi andare, senza sbattere le enormi ali, dirigendosi unicamente con piccoli tocchi di ala e di coda. LA PERNICE BIANCA: E' presente e vive al di sopra della vegetazione arborea, dai 1500 metri alla cima delle montagne; il suo habitat è costituito da ghiaioni e brughiere. Di colorito variabile, secondo la stagione, cambia la muta tre volte all'anno: estiva - autunnale e invernale. La livrea invernale è completamente bianca. Fa parte della famiglia dei tetraonidi. IL FAGIANO DI MONTE O GALLO FORCELLO: Di colorito generale nero, ha riflessi blu-porporino sul collo e parti superiori, specchio alare bianco, penne della gola leggermente allungate come barba, becco nero, occhio bruno coda lunga e lira, tratto nudo rosso sopra l'occhio, ingrossato all' epoca degli amori. La femmina ha piumaggio fulvo rossastro con fasce, macchie, stirature nerastre cinerine, gola più chiara. Poligamo, vive in piccole brigate da settembre a primavera. Gli adulti sono solitari; nel periodo degli amori, da metà aprile a metà maggio circa, i maschi si riuniscono in radure aperte, dando luogo a combattimenti, a dimostrazione delle superiorità individuale per il possesso delle femmine, che avvicina emettendo un verso simile ad un fischio soffocato, il cosiddetto "canto". Le femmine nidificano sul nudo terreno, mimetizzandosi, e depongono da 6 a 10 uova. La specie si ciba di germogli di abete, larice, foglie di rododendro, piccoli frutti di bosco, insetti, uova di formica. Un consiglio: sarebbe da evitare il disturbo nel periodo degli amori ai visitatori inesperti! IL GALLO CEDRONE: Vive nei boschi ad alto fusto, è uccello robusto, del peso variabile dai 4 ai 6 Kg., cammina celermente, s'invola con fragore, ama trattenersi a lungo sugli alberi, molto nascosto. Nel periodo degli amori da metà aprile a metà maggio circa - il maschio canta, posato sugli alberi. Sul terreno, poi, emette due distinti tipi di canto. In atteggiamento di "parata nuziale", erige le penne della barba, a volte quelle del collo, abbassa le ali, innalza ed allarga la coda, muovendosi lungo il ramo o per terra. Il canto è un richiamo per le femmine. Mentre esegue il secondo canto, diviene sordo e tiene gli occhi socchiusi. Le femmine sono di mole più piccola e meno appariscenti; depone da 5 a 10 uova in un nido ricavato alla base di un grosso albero, con i rami molto bassi, oppure sotto un cespuglio, dove in ogni caso trova un possibile riparo da precipitazioni nevose - piovose, ma è esposto agli attacchi dei predatori. La sua alimentazione è simile a quella del Gallo Forcello. IL FRANCOLINO DI MONTE: Di piumaggio essenzialmente grigio-bruno a striature, rossastro sulle ali, ha parti inferiori chiare e macchiettate, simili a squame bruno-nerastre, piccole piume scure, che si ergono sul capo a forma di ciuffo. La femmina è molto simile, ma con colori meno vivaci. Depone a terra, sempre al ripara, da 6 a 12 uova. Si ciba di germogli in genere, bacche, piccoli frutti di bosco e insetti. Vive nei boschi ad alto fusto, con preferenza per quelli di conifere, dove si mimetizza appiattito lungo i rami o vicino al tronco. S'invola con molto fragore e velocità. IL CAPRIOLO: Tipico abitatore dei boschi, ha vista, udito e olfatto molto sviluppati che, uniti all'astuzia, particolarmente nei maschi, a prudenza ed agilità, fanno sì che si difenda bene dai nemici. Di abitudini crepuscolari, se indisturbato pascola fino al mattino inoltrato. Si ciba di erbe, germogli, foglie, funghi. L'accoppiamento avviene in luglio-agosto e, dopo 40 settimane circa a maggio-giugno, possono nascere 1-2, raramente 3 piccoli. A novembre perde le corna, che ricrescono a dicembre e si completano da fine marzo a metà maggio secondo l'età. Le corna sono ricoperte da una materia simile al velluto, che viene persa strofinando le stesse su arbusti o piccoli alberi. Di natura poco socievole, vive gruppi non molto numerosi; la femmina anziana normalmente guida il gruppetto, mentre il maschio più vecchio si apparta a vivere solitario per raggiungere il gruppo soltanto durante il periodo degli amori. Fedeli al territorio, i caprioli si spostano verso zone di minore altitudine durante gli inverni rigidi e molto nevosi. IL CAMOSCIO: E' il tipico abitatore delle rocce, di ghiaioni, canaloni, pascoli e boschi di alta montagna. Durante l'estate preferisce le zone poste a nord, mentre d'inverno predilige quelle a sud, dove la neve lascia più spazi arborei allo scoperto. Vive in gruppi più o meno numerosi, secondo il periodo dell'anno, sempre guidati da un vecchia femmina che, in caso di pericolo, emette un fischio di avvertimento. I vecchi maschi vivono appartati e raggiungono il branco all' epoca degli amori. Di abitudini crepuscolari e diurne, pascola dall' alba al mattino inoltrato e verso sera, cibandosi di erbe, muschi, licheni, germogli in genere e arbusti. Vista, udito e olfatto sono molto sviluppati. E' un abile ed agile arrampicatore, veloce, coraggioso e vigoroso. Nel maschio, all'epoca della riproduzione si gonfiano le ghiandole situate dietro le corna, con le quali il camoscio segna arbusti vari, delimitando così il proprio territorio che difende da eventuali contendenti. L'accoppiamento avviene a novembre-dicembre e, dopo 6 mesi circa, nascono 1, raramente 2 piccoli. Le corna dei camosci sono permanenti, a differenza di quelle degli altri ungulati. IL CERVO: Da circa vent'
anni, questo ungulato si è fatto notare nei nostri territori. Probabilmente proviene
dalla vicina Austria, è in forte aumento e ciò è dovuto alla situazione ambientale
favorevole che gli ha consentito di trovare spazi idonei alle proprie possibilità di
alimentazione, riparo e riproduzione. Ha abitudini simili a quelle del capriolo, con il
quale però entra in competizione per il territorio, a danno di quest'ultimo.
L'accoppiamento avviene tra settembre e metà ottobre, e dopo 35-40 settimane la femmina
da alla luce 1 raramente 2 piccoli. A febbraio-marzo, i maschi adulti perdono le corna,
che ricrescono velocemente. il presente testo è stato estratto dalla guida edita dal Circolo Culturale "Gosse" sez. Natura di Sappada, nata per valorizzare il patrimonio ambientale e favorirne la scoperta ai suoi visitatori, la guida completa è disponibile in un volumetto tascabile, presso tutte le edicole di Sappada. |
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