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Segue da: "Agosto 1996 - Le Antille Olandesi!"

 

Oggi è sabato, di mattina facciamo un breve giretto per la città alla ricerca di piccoli regali da portare a casa. Verso le 11, il sole comincia ad infierire, così ci precipitiamo alla spiaggia con una breve tappa all'Acquario per rivedere i pesciolini di Bonaire e scoprirne il nome. Decidiamo di prenotare, per domani, la gita a "piccola Curaçao", un isoletta qui vicino, completamente disabitata.

Kleine Curaçao misura 2,5 km per 750m, è completamente piatta e l'unica costruzione presente è un vecchio faro abbandonato.

Oggi è domenica, di buon mattino arriviamo all'Acquario da dove ci si imbarca sulla motonave per "Kleine Curaçao"... l'avventura comincia.
L'avventura? Ebbene si! Scopriremo ben presto che con le onde dell'oceano non si scherza! Oggi il mare è un po' mosso, anche se la cosa pare essere più che normale per l'equipaggio della "Waterworld", che affronta tranquillamente ogni grande balzo causato dalle onde. Questo mette un po' in agitazione i nostri stomaci e i nervi di Stefi che non ha mai amato la navigazione!
Il colpo di grazia arriva quando viene avvistato, non troppo lontano dalla nostra rotta, un canotto di salvataggio. Bisogna avvicinarsi per riuscire a vedere se c'è qualcuno che chiede soccorso: brusca frenata, inversione di marcia, onde e spruzzi che arrivano da tutte le parti... e metà dei passeggeri crolla!!!
Fortunatamente il canotto è vuoto, ripartiamo.... ma le condizioni del tempo peggiorano!!! Ma come?!? Non c'era la siccità?!? Qui piove poco, anzi pochissimo, ma quando piove ... lascia il segno!!!

L'equipaggio ci consiglia di sistemarci tutti al centro della nave per ripararci dalla pioggia (immaginate le motonavi che fanno i giretti sulla riviera romagnola... le persone sedute sulle panchine sul tetto si bagnerebbero...) così ci aggrappiamo tutti, l'uno all'altro, allo scricchiolante bancone del bar, e il simpatico barman sdrammatizza mettendo su musica e ballando a ritmo .... delle onde.

Attraversato il temporale , finalmente, ci avviciniamo all'isoletta. Si attracca ad alcuni metri dalla riva, per poi raggiungere la spiaggia a gruppi su un motoscafo. Alcuni non resistono alla tentazione di queste acque turchesi (o forse non vedono l'ora di toccare terra) e si tuffano. ()

Il cielo è ancora nero, ma sta sbucando il sole. La giornata trascorre sdraiati sulla sabbia o all'ombra di un capanno di pescatori, ci vorrà un po' di tempo per riprenderci e apprezzare questo mare favoloso. Affrontiamo il viaggio di ritorno un po' tesi, ma il mare ha pietà di noi e riusciamo a rientrare senza grossi problemi. Oggi decidiamo di goderci un po' di calma e tranquillità. Così ci stendiamo al sole per muoverci solo al tramonto!!! Oggi, per prima cosa, ci recheremo alle grotte: le Hato Caves, sulla costa a nord di Willemstad, vicino all'aeroporto. Una simpaticissima guida ci illustra l'interno di queste piccole, ma bellissime, grotte... raccontandocene la storia e l'origine: sono caverne calcaree con stalattiti e stalagmiti che risalgono a 1500 anni fa. Nel 19° secolo, vi si nascondevano gli schiavi fuggiaschi e, ancor prima, era sede di cerimonie religiose e riti voo-doo.
Nel parco che circonda le grotte si possono ammirare i graffiti delle Indian Caves, luogo di origine religiosa, scavato dagli indiani di 1500 anni fa.
Tornando in città, ci fermiamo alla birreria Amstel (visita solo al martedì e giovedì) dove ci vengono mostrati filmati illustrativi prima di fare l'intero giro della birreria, concludendo con la sala ospiti, dove viene offerta birra a volontà.
A pochi isolati di distanza, è d'obbligo una breve sosta al Landuis Chobolobo, sede della distilleria del famoso liquore Curaçao. E' aperta per le degustazioni e per una mostra fotografica sulla produzione di questo curioso liquore estratto da un arancia locale.
In fine, visita al Landhuis Brievengat nella zona nord della città.
Una casa coloniale dove, la sera, si tengono spesso delle feste.
Prima di rientrare ci fermiamo a prenotare una camera per la nostra ultima notte perché Stefi, che ci ospita nell'appartamento che ha in affitto, parte un giorno prima di noi. Non è un problema trovare posto, ma visto che si tratta di una sola notte, rinunciamo a fare economia, e scegliamo un favoloso albergo sul mare preferendolo ad una carinissima (ma scomodissima) pensioncina in città. In questo modo, anche se non avremo la macchina, potremo passare l'ultima giornata al mare. Oggi è in programma il giro dell'isola. Fino ad oggi c'è stato poco tempo e abbiamo preferito concentrarci sui dintorni della città. Nell'isola non ci sono altri centri abitati ma piccoli villaggi. Verso ovest, c'è il parco: Christoffel National Park che comprende la parte montuosa dell'isola e il monte Christoffel (375m).

All'ingresso del parco si possono vedere alcuni animali () e il bellissimo Landhuis Savonet (all'interno del quale c'è un piccolo museo di storia naturale). Landhuizen è il nome in olandese delle ville padronali all'epoca coloniale. Ce ne sono molte, visitabili, sparse sull'isola.

Altrettanto interessanti sono i Kunuku, tipiche casette che si costruivano gli schiavi appena ottenuto la libertà.

Rinunciamo al giro nel parco, perché dopo l'esperienza delle strade "sfatte" del parco di Bonaire, sarebbe troppo rischioso con una berlina (è facile fare piccoli graffi sulla fiancata passando vicino ai cespugli spinosi!).
Proseguendo verso ovest c'è un altro piccolo parco naturale: Boka Tabla. Qui, le onde impetuose dell'oceano, hanno scavato la roccia formando caverne sotterranee. Seguendo i sentieri si possono raggiungere alcune insenature o passeggiare sulle scogliere in un panorama da togliere il fiato.
Ripartiamo per visitiamo un secondo landhuis: la tenuta Kenepa con le magnifiche sale ancora arredate in stile coloniale e il patio con lo splendido "albero del fuoco" () dalle foglie rosso vivo.
Seguendo la costa si raggiunge il lato sottovento, quello del mare turchese.
Prima tappa: Playa Kalki (kalki in Papiamentu, la lingua locale, significa coralli), ()qui comincia la barriera corallina e la si raggiunge a pochi metri da riva. Tornando a sud si raggiunge Knip Beach un incantevole angolo, che chiede solo di essere fotografato. Qui trascorreremo il resto del pomeriggio, all'ombra dei gazebo, bevendo cocchi freschi e nuotando tra acque da sogno.
Ultima tappa, prima di rientrare: la salinja St. Maria santuario dei fenicotteri rosa.

Oggi è l'ultimo giorno per Stefi che ci chiede solo di mettere in ordine la nostra camera poi ci accompagna all'albergo Lions Dive Hotel, vicino alla spiaggia offrendosi di terminare le pulizie e di raggiungerci più tardi.
Ci consegnano le chiavi della camera, un sogno!!! Anche qui due letti ad una piazza e mezza, tv con trasmissione via satellite dagli USA, frigo per rinfrescare le bibite. Aria condizionata o pala ventilatore a scelta, e davanti alla finestra, palme da cocco e da banane.
Nel pomeriggio, ci salutiamo dandoci appuntamento a Bologna, rimanendo soli a goderci l'ultimo tramonto sul mar dei caraibi. La sera, una cenetta al Mambo, il ristorante della spiaggia dove, proprio sta sera, l'equipaggio della Waterworld sta sfidando altri villeggianti a beach volley. Passando, ci salutano... eh eh eh ... non si sono mica scordati della nostra reazione al viaggetto domenicale!!!
 
Ultimo giorno:: si comincia con una favolosa colazione all'americana, cioè un grande tavolo con ogni leccornia, comprese le famose frittelle con sciroppo d'acero che mi credevo fossero esclusiva di Paperino e famiglia!
Trascorriamo la mattinata in spiaggia per poi prepararci a raggiungere in taxi l'aeroporto nel primo pomeriggio.

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