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Agosto 1996: Le Antille Olandesi

DIARIO DI VIAGGIO:

Davanti alla stazione dei treni di Bologna saluto mia sorella, che ci ha accompagnato e riempiti di messaggi e regalini per l'amica che stiamo andando a trovare a Curaçao. Partiamo per Milano Centrale per salire sulla navetta per Linate, da dove alle ore 16.30 decolleremo per Amsterdam.
Usciti da Schiphol è evidente il passaggio di clima. Piove e fa freddino, ma fortunatamente il bus per l'albergo arriva subito. Dall'Italia avevo lanciato un appello sul gruppo di discussioni: rec.travel.europe e tanti amici si sono scatenati per informasi sui prezzi degli alberghi ad Amsterdam (in particolare nei pressi dell'aeroporto) consigliandomi l'Ibis. Alla reception c'è una lunga coda per il check-in ma, avendo fatto la prenotazione dall'Italia, siamo certi di non restare senza camera. Per la cena ci arrangiamo in albergo mentre fuori continua a piovere scoraggiando eventuali gite verso la città.
Il mattino seguente, ci alziamo di buon'ora, per tornare in aeroporto. Partenza alle 10:40 per Curaçao, voleremo per tutto il giorno, e dopo un breve scalo ad Aruba, atterreremo a Willemstad alle 16:20.

E' pomeriggio, mentre una orchestrina ci accoglie con una allegra musichetta . Recuperiamo i bagagli e la mia amica Stefi è già all'uscita ad aspettarci. Valige in macchina e via.... ci dirigiamo subito a casa.
La doccia è la cosa migliore per rinfrescarsi un po' ma .... ecco la prima sorpresa: c'è un solo rubinetto: sarà solo acqua fredda?!?! L'acqua su quest'isola non c'è, così la si prende dal mare, la si rende potabile desalinizzandola e il risultato è una ottima acqua potabile da fare invidia alle migliori acque minerali!!!! Però esce dal rubinetto CALDA! Per la doccia si rivela essere un grande vantaggio: non c'è bisogno di imprecare nel cercare di regolare la temperatura che rimane costante!!! Per berla, invece, occorre rinfrescarla in frigo o aggiungere ghiaccio.

Una volta pronti andiamo in centro città per un primo approccio e per festeggiare il nostro arrivo con un buona cena in un ristorantino lungo le mura.

Curaçao ha 170.000 abitanti su 472 km2. La superficie è prevalentemente pianeggiante, la cima più alta è il monte Christoffel (375m). La capitale è Willemstad, dove si concentra la gran parte della popolazione.


Primo giorno: al mattino, ci dirigiamo direttamente alla banca per cambiare i nostri Dollari in Fiorini delle Antille, poi subito alla spiaggia dove posiamo per la foto dell'abbonamento. Finalmente ci siamo: ecco un mare da sogno!!!!
Nel pomeriggio prima visita all'Acquarium: è veramente bellissimo.

Qui ogni forma di vita marina indigena è presente, squali, tartarughe, morene, per un totale di oltre 800 specie. L'esposizione è semplice ma molto ben fatta, è divisa in 3 aree distinte:
- la prima è composta da 3 enormi vasche all'esterno (in realtà sono tratti di mare recintati) con le grandi tartarughe, i leoni di mare e gli squali.
- la seconda è costituita dall'edificio in muratura con le tipiche vasche da acquario con tutte le specie locali.
- la terza una grande vasca su un tratto di barriera corallina dove, tra squali, tartarughe e razze, è ancorato un sottomarino dentro al quale ci si può sedere e restare ad ammirare il fantastico paesaggio in cui si è immersi senza limiti di tempo. Ogni tanto una simpatica signorina con l'hobby dello studio delle lingue, illustra ai presenti le caratteristiche di alcuni pesci. Sempre in questa grande vasca, è possibile immergersi (circa $50) con l'istruttore e dare da mangiare agli squali, restando, però ben divisi da una rete con tratti di vetrate. Ad orari ben precisi, generalmente quando è l'ora di nutrire gli animali, tramite l'altoparlante viene dato appuntamento ai visitatori ("Animal Encounters") e un custode spiega le principali caratteristiche di leoni marini, squali e tartarughe.

La spiaggia, Seaquarium beach , è magnifica ma purtroppo è artificiale. In questo tratto di costa, il mare sarebbe molto profondo, quindi è stato necessario questo espediente per accontentare la numerosa popolazione della cittą. Qui siamo all'inizio del grande parco naturale sottomarino (Curaçao Underwater Park). Una barriera di rocce indica il limite di balneazione dopo il quale inizia l'abisso e dove circolano le imbarcazioni.
A fine giornata, ancora scombussolati dal fuso orario rientriamo stanchi nella nostra casetta, dove, con il calare del buio, inizia anche a rinfrescare un po'.

Secondo giorno La mattina ci rechiamo in una agenzia turistica della città per prenotare il volo per Bonaire. E' stata Stefi a consigliarcelo. Lei è già qui da un mese e mi assicura che, costi quel che costi, non me ne pentirò .
Trattandosi di una sola notte, tanto vale scegliere un albergo direttamente sulla spiaggia così un giorno lo trascorreremo in giro e un giorno in mare. Essendo bassa stagione, non abbiamo alcuna difficoltà a trovare posto sul volo (costa circa 100.000 lire a/r) di dopodomani e l'albergo è quasi vuoto.
Il pomeriggio trascorre nelle meravigliose acque della spiaggia.

Il terzo giorno viene dedicato alla visita della città: Willemstad è divisa in due dalla baia di St.Anna, cioè dal porto. Da un lato la città prende il nome di Punda e dall'altro Otrabanda.

A Punda si concentrano gli edifici storici, i negozi di moda e tutti i duty free shops per i turisti che periodicamente sbarcano dalle navi da crocera in transito.
In un canale interno c'è il Mercato Galleggiante, composto da innumerevoli barche Venezuelane che vendono, principalmente, frutta e verdura: merce rara su quest'isola così arida. I prezzi sono decisamente bassi e non si deve perdere l'occasione di bere un cocco (mi raccomando, quelli verdi, ancora freschi) e di mangiare le dolcissime banane. Ma ricordate... i venditori sono Venezuelani e capiscono più facilmente il nostro Italiano che non l'Inglese!!!
C'è da vedere il Jewish Cultural Historical Museum affianco alla sinagoga Mikve Israel, la più antica (1732), ancora in uso, di tutto il continente Americano.
In fine, sul mare, le Waterfort Arches, sono praticamente le mura fortificate costruite nel 1634 per difesa da pirati e dalle armate Francesi e inglesi, ma utilizzate fino alla II Guerra Mondiale per proteggere le Forze Alleate dai sottomarini nazisti. Risalendo lungo il canale, prima del ponte galleggiante che collega la baia, si raggiunge il Fort Amsterdam datato 1769 sede, oggi, del Palazzo del Governatore e della Chiesa Olandese.

Dall'altro lato della baia, c'è Otrabanda, la zona popolare, erroneamente considerata "più pericolosa", per lo meno di giorno. L'idea di "pericolosità" viene sicuramente dal fatto che qui tutti i negozi sono protetti da cancellate e che pochi turisti si aggirano nel quartiere. E' qui, però, che si trovano tutti quegli oggetti in legno coloratissimi, tipici souvenir delle Antille, a prezzi molto più convenienti, è qui che troverete i supermercati più convenienti e... basterà un sorriso ad uno dei tanti bambini o ragazzini che incontrerete, per ricevere in cambio tanta cordialità da tutti i presenti!
Ad unire i due quartieri c'è il più lungo ponte galleggiante pedonale del mondo (214m): il Queen Emma Pontoon Bridge. Almeno una trentina di volte al giorno, il ponte viene aperto per lasciare passare le grandi navi. Nel caso, si può utilizzare gratuitamente il traghetto.



Il quarto giorno ci svegliamo di buon mattino per prendere il volo per Bonaire che raggiungeremo in soli 20 minuti. Già dal timbro sul passaporto si può capire l'amore per la natura di questo piccolo paese: sulla scritta "Bonaire" campeggia un bellissimo fenicottero rosa: il "flamingo" è considerato simbolo e vanto dell'isola.

Bonaire ha 14.000 abitanti su 180 km2. La superficie è prevalentemente pianeggiante, la cima più alta è Brandaris hill (239 m). La capitale è Kralendijk che, nella lingua locale, significa: "diga di coralli".

L'aeroporto è incantevole! E' piccolissimo, basta immaginare una superficie rettangolare (l'atrio), su un lato una saletta per gli arrivi e una per le partenze, su un lato un paio di negozietti, sul terzo lato gli uffici e sul quarto... nulla!!!!
Non c'è parete che delimiti la hall centrale. Questo, forse, per permettere al vento di arieggiare senza ricorrere all'aria condizionata!
Al parcheggio dei taxi, un grande tabellone indica le tariffe richieste per le principali destinazioni tra cui il nostro hotel: il Sunset Beach Hotel. Alla reception ci vengono consegnate le chiavi della camera: molto bella. Ci sono due letti a una piazza e mezza, tv via satellite (quasi tutti canali statunitensi), frigo (vuoto, ma utile per conservare bibite e panini), e nel corridoio c'è un distributore di cubetti di ghiaccio per rinfrescare l'acqua o le bibite!
Ci sistemiamo un po' poi torniamo alla reception per noleggiare un auto per tutta la giornata. La riconsegneremo domattina. Saliamo in auto e via... verso il parco nazionale "Washington-Slagbaai National Park".
All'ingresso ci viene spiegato che le strade all'interno del parco sono tutte non asfaltate e che sarebbe meglio accedere con un fuori strada. Fortunatamente alcuni simpaticissimi americani, che hanno lo stesso nostro modello di auto , ci raccontano di avere già fatto il giro più di una volta e che basta andare molto lentamente, così decidiamo di affrontare il giro ma scegliendo il circuito più breve.
Prima di partire, il custode ci consegna una cartina indicandoci i punti da non perdere e le spiagge consigliate per lo snorkeling. Acquistiamo alcune bibite perchè, gravissima mancanza, noi non ci siamo fermati ad acquistare nulla prima di arrivare fin qui. Il paesaggio è meraviglioso... natura incontaminata, cactus ovunque, blau blau e uccellini. Come a Curaçao, si possono osservare pappagallini, trupiali, colibrì e i "petto giallo" detti anche "ladri di zucchero" per la loro abitudine di rubare le bustine di zucchero dai banconi dei bar!
Il parco occupa tutta l'estremità nord dell'isola, la parte più montuosa. Dopo un paio d'ore di macchina lungo una strada "non proprio agevole", arriviamo ad una prima spiaggia... dove ci fermiamo per ammirare con calma la splendida natura che ci circonda e finalmente adocchiamo la nostra prima iguana. In effetti sono piuttosto timide ed è difficile riuscire a vederle! Nel frattempo si è fatto un po' nuvolo, meglio proseguire e pensare più avanti a fare un bel bagno. Seguiamo la costa di questo mare da favola per raggiungere l'unica casa coloniale del parco (ora disabitata).
Qui ci sono alcune auto parcheggiate... in effetti sulla nostra cartina questo è un punto strategico per ben due motivi: sono consigliate le immersioni e nel lago salato dietro la casa, si possono osservare alcuni fenicotteri rosa!!!
Ci tuffiamo con le nostre maschere e poco dopo ci raggiungono i simpatici americani incontrati all'ingresso! Tanti saluti e spariscono nella loro immersione. Che dire..... bellissimo!!!!!!
E' già mezzogiorno, le bibite in macchina sono bollenti, beviamo ugualmente per evitare di disidratarci, meglio ripartire. Prima di concludere il percorso... si passa per un altro grandissimo lago salato (Goto Meer) pieno di fenicotteri rosa (i "flamingo") ... che spettacolo!!! All'uscita del parco il custode ci saluta e ci da' l'arrivederci... se non fosse per la difficoltà di percorrere l'intero circuito con un "macchinino" a trazione posteriore... ritorneremmo volentieri!!!
Pochi km di strada e arriviamo nella piccola capitale Kralendijk dove ci fermiamo a mangiare al Papiamentu restaurant. Un piccolo bar-ristorante con pochi piatti del giorno tra cui il "Cabritu stube" (stufato di capra con ottime banane fritte, riso e altre verdure) ottimo ed economico!!! Ritornando verso sud, superiamo l'aeroporto per proseguire verso l'estremo sud dell'isola, seguendo la costa sottovento, quella balneabile e dalle acque spettacolari.
Nell'estremità sud ci sono tre cose da non perdere :

- Pekel Meer, le montagne di sale bianco che si riflettono nelle acque rosa della salina

- A Cabaje si trova un piccolo villaggio di casupole per gli schiavi che lavoravano alle saline, costruito nei pressi dell'obelisco che, serviva da riferimento alle navi che dovevano attraccare

- Lac bay lago di mangrovie, rifugio per innumerevoli specie di uccelli e di pesci

- il santuario dei fenicotteri

Anche qui, infatti, si possono osservare i magnifici fenicotteri rosa che arrivano a migliaia. A Pekel Meer Lagoon, è stata istituita un area protetta di 55 ettari in cui è severamente vietato avvicinarsi: è bene portare un potente teleobiettivo!!! Da qui si ritorna verso Kralendijk lungo una strada che si snoda tra le mangrovie. Ci fermiamo a fare benzina e acquisti per la cena ad un supermercato. Rientriamo stanchi morti in albergo. Ormai sta già facendo buio, mangiamo i nostri panini in camera poi ci rechiamo al bar sulla spiaggia dell'hotel dove ci verrà offerto un cocktail di benvenuto. Che paradiso!

Al mattino, riconsegnamo l'automobile, liberiamo la camera lasciando i bagagli alla reception poi andiamo a fare colazione in spiaggia, dove trascorreremo l'intera giornata. L'albergo è piuttosto caro, a dire il vero, ma è in una posizione strategica... da qui partono le imbarcazioni che portano i sub a "piccola Bonaire", un isoletta che dista pochissimo dalla costa, completamente disabitata e circondata da un reef spettacolare (così dicono!). Ma è l'intera Bonaire ad avere dei fondali meravigliosi e tutto il perimetro dell'isola è area protetta costituendo il Bonaire Marine Park con le sue 80 specie di corallo e 270 di pesci tropicali! La barriera corallina è cosi popolata da lasciare a bocca aperta i fortunati visitatori.

Noi non siamo sub, ci accontentiamo di immergerci con la nostra maschera e boccaglio. Anche a pochi metri dalla riva, ci sono già talmente tanti pesci da venire addirittura a mangiarti briciole di pane direttamente dalle mani.
Verso sera, ci incamminiamo verso la città che dista un paio di km. In centro c'è un porticciolo dove ci fermiamo a gustare una granita (da queste parti non si beve mai abbastanza!!!) e, anche qui, basta guardare in mare, per vedere dei coloratissimi pesci pappagallo affiorare in cerca di alghe. Per cena ci concediamo un ristorantino dove si viene serviti in un cortiletto incantevole in un atmosfera veramente rilassante.
Al termine, ci facciamo chiamare un taxi per arrivare all'aeroporto.
E' l'ultimo volo del giorno e... sorpresa: siamo solo 5 passeggeri (su un normalissimo aeromobile) noi due, una signora di Curaçao e due spagnoli che si sono persi! Ebbene si, continuano a chiedere a noi e all'hostess il nome dell'isola in cui ci troviamo e confermano che sperano, tornando nell'isola principale, di ritrovare il loro volo!!! Stefi è di nuovo all'aeroporto ad aspettarci e ci riporta a casa.

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