La giustizia sociale, un fine nobilissimo,
perseguito con grande dedizione fino al sacrificio
della vita. Vittorie e sconfitte di un uomo
che è diventato un mito della Storia



 
 
 



Hasta siempre
Comandante

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del Che

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Biografia 2/4


Il Granma

Il 25 novembre 1956, da Tuxpán, parte il Granma (una contrazione di "grand mother" = nonna): il destino di Cuba, dominata dal dittatore Fulgencio Batista, sta per compiersi. Racconta il Che: "Uscimmo a luci spente dal porto di Tuxpán in mezzo a un infernale accatastamento di uomini e materiali di ogni genere. C'era cattivo tempo, e, benché la navigazione fosse proibita, l'estuario del fiume si manteneva tranquillo. Superammo l'imboccatura del porto messicano e poco dopo si accesero le luci. A quel punto ci mettemmo alla frenetica ricerca degli antistaminici contro il mal di mare, che non saltarono fuori: cantammo, forse per cinque minuti, l'inno nazionale cubano e quello del 26 luglio, poi tutta la nave assunse un aspetto ridicolmente tragico: uomini con l'angoscia dipinta sul volto che si tenevano lo stomaco, altri con la testa dentro un secchio, e altri ancora sdraiati a terra nelle posizioni più strane, mentre alcuni erano immobili e con tutti i vestiti sporchi di vomito". Il 2 dicembre, sbarco a Playa de Las Coloradas. Il Che, sul suo diario, scrive: "È stata dura: dopo essere stati stipati come sardine per sette giorni sul famoso Granma, per colpa dei piloti siamo finiti su una spiaggia selvatica e paludosa, e le disavventure sono così continuate...". Sui giornali messicani appare un titolo: "Invasion a Cuba en un barco: Fidel Castro, Ernesto Guevara, Raúl Castro y todos los otros miembros de la expedición han muerto...". I giornali raccontano così che Ernesto Che Guevara è morto. Il 9 dicembre 1956, il Che s'incontra con Camilo Cienfuegos, al quale rimarrà legato per sempre da una bella e grande amicizia.

Cuba

La marcia nella Sierra Maestra continua.  Agli inizi di maggio, proprio sulla cresta della Sierra Maestra, il Pico Turquino, il Che subisce uno dei suoi più grandi attacchi d'asma. Conoscendo la Sierra, ci si chiede come potesse farcela. Incontra il popolo della selva, campesinos ammalati e quasi sempre affamati.

La guerriglia

30 agosto: battaglia di El Hombrito. 16 settembre, quella di Pino del Agua. Il 4 novembre fonda la rivista "El Cubano Libre", firmandosi come El Francotirador. Il primo numero vede un articolo di Ernesto Che Guevara, che è rivolto agli animalisti statunitensi. "Le associazioni animaliste hanno fatto sfilare davanti all'edificio dell'ONU sei cani, con un cartello che chiede pietà per la razza siberiana Laika condannata a volare negli spazi siderali. La nostra anima si riempie di commozione, pensando al povero animale che morirà per una causa che non comprende, ma non abbiamo saputo di nessuna associazione filantropica statunitense che abbia sfilato davanti al nobile edificio chiedendo pietà per i nostri contadini [...] eppure un buon numero di loro muore crivellato dalle mitragliatrici degli aerei P-47 B-26 o dagli efficienti M-1 della truppa...".

Il 29 novembre il Che dirige le operazioni di Marverde contro le truppe del feroce capitano batistiano Sánchez Mosquera. Nella battaglia cade un grande combattente: Ciro Redondo. Il 16 febbraio 1958 c'è il secondo scontro di Pino del Agua e, il 24 febbraio fonda la famosa "Radio Rebelde". Beve mate, dorme su di una amaca che a volte si trasforma in poncho, fuma tabacco, usa un piccolo respiratore contro i forti attacchi d'asma e ama cavalcare sia i muli sia i cavalli. Chi ha conversato con lui, dice che spesso parlava della sua famiglia e scriveva a sua zia Beatriz che mandava dall'Argentina, oltre a tante notizie, molti pacchetti di mate che erano sempre ben accolti.

Il 9 maggio, Ernesto Che Guevara partecipa alla riunione della direzione nazionale del "Movimento 26 Luglio", dopo l'insuccesso dello sciopero insurrezionale del 9 aprile. Tra il 24 e il 25 maggio iniziano gli attacchi simultanei dell'esercito batistiano. Nonostante i duri combattimenti, Camilo Cienfuegos e altri compagni si mettono d'accordo per celebrare il compleanno del Comandante. Il menu improvvisato non è male: un bel riso con pollo, tanta frutta selvatica e piccoli dolci. È il 14 giugno 1958 e il Che festeggia così i suoi trent'anni. Si combatte a luglio a Santo Domingo, El Meriño, Minas del Frio, Vegas de Jibacoa y Las Mercedes. L'esercito batistiano, forte di diecimila uomini, è respinto sulla Sierra e viene decimato dall'esercito ribelle. Il Che soccorre personalmente i feriti, ma anche i nemici fatti prigionieri. Ha un nuovo mulo che ha chiamato Armando, non permette che si maltrattino gli animali e si preoccupa sempre della loro alimentazione.

Fidel Castro si congratula col Comandante per la vittoria sull'esercito batistiano e gli affida, in agosto, il comando della colonna numero otto "Ciro Redondo" che deve compiere l'avanzata dalla Sierra Maestra alla provincia di Las Villas. L'obiettivo è quello di battere il nemico incessantemente sul territorio centrale di Cuba. Nello stesso tempo è designato a compiere la missione politica di unire tutte le forze e i differenti gruppi di combattenti e porli sotto la propria direzione; ha inoltre la responsabilità dell'organizzazione politica, economica e sociale dei territori liberati. Parte per Las Villas di notte con quattro cavalli e centoquaranta uomini e decide di lasciare il suo mulo Armando alla combattente Zoila. Il 1° settembre un ciclone li costringe ad abbandonare i mezzi di locomozione e a proseguire a piedi e a cavallo. Il 6 settembre 1958 la colonna numero otto, attraversando il fiume Jobabo, che limita la provincia di Oriente con quella di Camaguey, si collega con la colonna "Antonio Maceo" di Camilo Cienfuegos che sta dirigendo i suoi uomini verso occidente.

In ottobre, il giorno 7, prende contatto con alcune guide de l'Escambray che lo ragguagliano sulla situazione della zona; cammina a piedi in zone fangose, attraversa campi di riso e canna da zucchero e il 12 arriva con il suo gruppo nella provincia di Las Villas. Il 17 ottobre 1958 è a Gavilanes dove stabilisce un accampamento provvisorio: è il primo punto di comando nella Sierra de l'Escambray; da qui inizia il lavoro di unificazione politica con le altre forze rivoluzionarie. Seleziona Caballete de Casa, il punto più alto della Sierra, quale accampamento sicuro e ben organizzato. Anche oggi si possono vedere, a partire da Pedrero e dopo una lunga e disperata salita dentro la Sierra, tra il caldo e l'umidità, un grande dormitorio per la truppa, un anfiteatro ricavato da tronchi d'albero, la cucina ampia e riparata dal sole, la selleria e un piccolo ospedale da campo.

Il 26 ottobre 1958 si arrendono i militari della caserma Guinia di Miranda; nel mese di novembre le truppe del Che e del Directorio, impedendo le elezioni nella zona, riescono progressivamente a chiudere il traffico sulle strade, tagliando in due l'isola di Cuba. Tra il 15 ed il 18 di dicembre 1958, c'è l'attacco e poi la conquista della strategica seppur piccola città di Fomento, dove il Che tiene il suo primo discorso in pubblico. Gli abitanti, per lo più campesinos, corrono sulla bella piazza circondata da basse case colorate, per poter vedere e per ascoltare l'uomo che inviava emozionanti messaggi da Radio Rebelde.

Santa Clara

Il 25 dicembre si arrendono i batistiani nella città di Placetas e c'è la liberazione di Remedios e Cabarien nella costa nord di Las Villas. Il 28 dicembre l'esercito del Che arriva a Santa Clara, il cuore di Cuba. Per prima cosa stabilisce un comando provvisorio nell'Università, poi percorre la ferrovia per trovarvi un punto vulnerabile. Sa che su quella linea viaggerà un convoglio dell'esercito composto da diciotto locomotrici; sul treno vi saranno 408 uomini tra ufficiali e soldati dotati di poderosi armamenti: lanciarazzi, mitragliatrici, abbondanti munizioni, dinamite. Sono le tre del pomeriggio. Il treno dell'esercito marcia senza sapere che il Comandante aveva fatto scardinare un tronco della linea ferrata, in una curva, con una piccola scavatrice gialla. Il treno frettolosamente avanza, sbanda, infine deraglia; si ode una grande esplosione, poi alte fiamme lo avvolgono. Santa Clara ricorda la battaglia. Le carrozze deragliate sono nell'esatta posizione di quel giorno a testimonianza della vittoria; la piccola scavatrice gialla limita, sulla destra, il luogo del grande botto. Un'immensa piazza, accanto al museo dedicato al Che, innalza verso il sole una grande statua in bronzo, riproducente la bella figura del Comandante, perché nessuno lo dimentichi. È stato il popolo di Santa Clara a volere quella statua, il museo, che ha raccolto in un'atmosfera di delicato rispetto gli oggetti più semplici appartenuti alla vita del Comandante: la sedia a dondolo della nonna Ana, la ciotola dove mangiava, il suo berretto, la linda divisa verde, poche armi e poi belle fotografie, la radio, alcuni libri. [Dal 17 ottore 1997 a Santa Clara sono ospitati anche i resti del Che, ritrovati a Vallegrande, in Bolivia, a trent'anni dalla morte.]

Poiché i giornali internazionali danno l'ennesima notizia della morte del Che, Radio Rebelde lancia un comunicato: "Per la tranquillità dei familiari e del popolo cubano, assicuriamo che Ernesto Che Guevara è vivo e combatte ancora: ha già preso possesso del treno blindato di cui vi abbiamo dato notizia poco fa, e si dispone a prendere Santa Clara, in stato di assedio da alcuni giorni". Il 1° Gennaio 1959, la battaglia di Santa Clara si conclude con la vittoria dei rivoluzionari e Batista scappa dal Paese.

La Habana

Il 2 gennaio 1959 la colonna del Che entra nella capitale di Cuba, La Habana, e occupa la fortezza militare "La Cabaña". Proprio qui, organizza una scuola di alfabetizzazione per tutti gli ex combattenti. Si dice che più di uno, coraggioso sulla Sierra, avesse difficoltà ad andare a scuola; lui li prendeva da parte, li sgridava, poi spiegava, sinché li convinceva, che era giusto saper leggere e scrivere. Famosa la sua frase: "Ser más cultos para ser más libres". In una della sale della caserma, riceve il dottor Salvador Allende; chiacchierano e discutono, diventano amici e il Che dedica una delle sue foto ai figli di Allende: "A Carmen Paz, Beatriz e Mar¡a Isabel con il fraterno affetto della rivoluzione cubana e mio". Sempre al futuro Presidente del Cile, in un altro periodo, dedicherà il libro La guerra de guerrillas: "A Salvador Allende che con altri mezzi cerca di ottenere la stessa cosa. Con affetto, Che".

Più o meno negli stessi giorni abbraccia, all'aeroporto José Marti, i genitori e i fratelli che non vedeva da sei anni. L'abbraccio che dedica alla madre è uno dei più struggenti che si siano mai visti. Il giorno 21 arriva nella capitale Hilda Gadea accompagnata dalla figlia Hildita. Con la franchezza che lo contraddistingue, le annuncia che desidera sciogliere il loro matrimonio.
All'amico dei viaggi giovanili, Alberto Granado, annuncia il secondo matrimonio con Aleida March, che sposa il 2 giugno. Aleida si era trasferita sulla Sierra ed era rimasta al fianco del Che, partecipando con lui alla conquista di paesi e città. Erano arrivati insieme a La Habana. Dalla loro unione nasceranno quattro figli: Aleida, Camilo, Celia ed Ernesto.

Messaggero all'estero

Il 12 giugno del 1959, in rappresentanza del governo rivoluzionario parte, via Madrid, per il Medio Oriente e l'Asia, alla testa di una delegazione economica che ha come obiettivo principale l'apertura di nuovi mercati. Soggiorna in Egitto e ha vari incontri con Nasser. È acclamato a Gaza dai palestinesi, quale "liberatore di tutti gli oppressi". Si reca in visita in India e ha vari colloqui con Nehru, coi ministri degli Esteri, della Difesa, del Commercio, dell'Agricoltura e Alimentazione. In Giappone dichiara con sincerità che l'obiettivo principale della delegazione cubana è la stipulazione di un trattato commerciale. Visita una centrale elettrica, varie fabbriche e cantieri di barche da pesca di piccolo cabotaggio. Incontra in Indonesia Sukarno, il primo ministro Djuanda e i ministri degli Esteri e della Difesa. Visita Giacarta, l'isola di Bali e il centro zuccheriero di Madhukusumo.

In una conferenza stampa risponde a domande sui rapporti economici tra gli Stati Uniti e Cuba e annuncia che il governo cubano ha deciso di allacciare rapporti diplomatici con l'Indonesia. Breve viaggio a Colombo, Ceylon, e poi è ricevuto da Tito, in Jugoslavia. Ha vari colloqui col segretario di Stato e col ministro degli Esteri. Visita cantieri navali e complessi industriali. In una fabbrica di automobili ha una lunga conversazione coi membri del consiglio operaio che partecipano alla gestione della fabbrica.

A capo dell'industria

A Cuba, il 26 novembre 1959, il consiglio dei Ministri nomina il comandante Guevara Presidente del Banco Nacional, ma è anche Capo del Dipartimento di Industrializzazione; il Che deve coordinare, tra l'altro, tutta la ristrutturazione del settore dei finanziamenti e dei crediti a enti statali e privati, dell'agricoltura e dell'industria. È preciso, preparato, tiene appunti, note e compila grafici che aggiorna continuamente. Nel suo ufficio di ministro dell'Industria, che lasciò quando decise di occuparsi dei popoli dell'Africa e dell'America Latina, c'è il grande grafico con i dati degli introiti delle principali industrie che aveva organizzato: è in attivo e segna i punti che lui aveva registrato quel giorno. Sembra, tra l'altro, che avesse orari di lavoro inconsueti: era solito lavorare dalle tre del pomeriggio alle sei della mattina seguente.

Embargo

Il 15 febbraio 1960 prende parte ai colloqui con Mikojan per l'accordo commerciale di cinque anni tra Cuba e l'Unione Sovietica. Nel marzo dello stesso anno inaugura il ciclo di lezioni del programma televisivo "Universidad popular", con una conferenza sui problemi del sottosviluppo e dell'economia. Sostituisce Fidel Castro, che è ammalato, alla manifestazione davanti al palazzo presidenziale indetta dopo l'annuncio della Casa Bianca (5 luglio) che gli Stati Uniti non compreranno più zucchero cubano. Sempre a luglio, firma un accordo col viceministro del Commercio Estero della Repubblica Popolare Cinese.

L'8 ottobre 1960 il Departamento de Instrucción del Ministerio de las Fuerzas Armadas Revolucionarias, pubblica il suo libro più famoso, La Guerra de Guerrillas, dedicato nel suo prologo al grande amico, comandante Camilo Cienfuegos, morto in un incidente aereo il 28 ottobre dell'anno precedente. Tra l'ottobre e il novembre del 1960, è in Urss. All'arrivo a Mosca dove è ricevuto dal vicepresidente del Consiglio, dichiara di aver provato una grande emozione quando la prima petroliera sovietica "Pechino" portò a Cuba il combustibile negato dagli imperialisti. Da Mosca si reca in Cina e a Pechino ha un colloquio con Chou En-Lai e con Mao. All'Istituto di lingue straniere della capitale pronuncia un discorso agli alunni. Viaggia per la Cina e visita una raffineria interessandosi al tipo di macchinari cinesi e all'industria dei derivati della canna. A Shanghai parla a un comizio indetto in suo onore. Visita, a Wuyan, un complesso siderurgico permanentemente attivo, anche nei giorni festivi. Firma con Chou En-Lai un trattato di cooperazione economica tra la Cina e Cuba e un accordo di assistenza scientifica e tecnica. È invitato ufficialmente nella Repubblica Democratica di Corea, dove tra l'altro visita una fabbrica di acciaio e l'Esposizione agricola-industriale della Capitale. Il 7 dicembre ripassa per Pechino, dove invia un messaggio radiofonico al popolo cinese. Ancora a dicembre c'è il suo secondo soggiorno a Mosca, dove riprendono le trattative commerciali. Tiene una conferenza nella Casa dei Sindacati, alla quale partecipano duemila persone. Poi visita la Repubblica Democratica Tedesca.

Attorno al Natale rientra a Cuba, dopo essere passato a Praga dove firma con Novotny un accordo commerciale per il 1961. Ai primi di gennaio del 1961, in una trasmissione televisiva, parla dei suoi viaggi illustrando gli accordi economici raggiunti coi paesi socialisti. Dirà: "[...] Le conversazioni in Unione Sovietica sono state condotte con grande facilità fin dal primo momento, grazie allo spirito con cui i dirigenti dei paesi socialisti hanno saputo analizzare la richiesta cubana. […] Hanno anche avuto la straordinaria delicatezza - cosa che personalmente non dimenticherò mai - di invitarmi, in quanto capo della delegazione cubana, nella tribuna della sfilata del 7 novembre, riservata soltanto ai membri della Presidenza del Soviet Supremo. E quando ci hanno riconosciuto - è incredibile quanto sia famosa la Rivoluzione cubana in Unione Sovietica - hanno cominciato a gridare a squarciagola "Viva Cuba". È stato forse uno dei momenti più emozionanti del nostro viaggio. Anche in Cina e in Corea la gente vede la Rivoluzione cubana con entusiasmo, e la loro capacità di sacrificio ci aiuta molto. Debbo dire che in questi Paesi abbiamo dovuto parlare di alcuni problemi di cui, sinceramente, ci vergognavamo un po'. Abbiamo detto, per esempio, che il popolo cubano ha bisogno di materie prime per fabbricare deodoranti [...] e loro non capivano, perché sono Paesi che hanno sviluppato la produzione per il benessere generale del popolo, ma devono superare ancora enormi ritardi se vogliono raggiungere, come sembra vogliano fare, i Paesi più sviluppati del mondo capitalista nella produzione di articoli fondamentali. Ma io so che da noi c'è sempre carenza di lamette, deodoranti e altri articoli di questo tipo, che mancano perché, naturalmente, dobbiamo occuparci anche noi di cose più importanti. E va bene: in fin dei conti il sapone e queste cose non si mangiano, e dobbiamo innanzitutto assicurare il cibo alla gente, il cibo, perché siamo in guerra".

In quei giorni un decreto del Consiglio dei Ministri crea il ministero dell'Industria: Ernesto Che Guevara è ora il ministro dell'Industria. Sono anni di tremenda attività e di studio. Organizza un seminario sul Capitale che durerà molti mesi. Studia con una équipe di aiutanti tra cui Borrego, Rom e Oltusky, i problemi legati all'organizzazione del lavoro. Per circa un anno e mezzo prende lezioni, due volte la settimana, dal professor Harold H. Anders sui costi e organizzazione dei flussi di produzione. Studia economia, matematica, calcolo differenziale e integrale, analisi funzionale, teoria degli insiemi e programmazione lineare..


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