due poesie
di Enrico Thovez |
La citazione dà il senso di una natura culturalmente avida, irregolare,
tesa all'eccezionalità dello spirito, che va di pari passo con la
scarsa incidenza della sua opera poetica, oggi misconosciuta. Si tenga
presente che il Poema dell'Adolescenza
esce nel 1901: nelle due poesie riportate nella pagina
precedente si legge l'esaltazione peculiare della poesia romatica,
il gusto per l'antagonismo, la lontananza della produzione a lui coeva.
Uno psicologismo naturalista ed egotista (definizione del critico Stefano
Jacomuzzi) privo di risonanza nella poesia contemporanea e poi futura.
Thovez era teso a ricercare la liricità assoluta, e riteneva se
stesso testimone della potenza lirica del suo tempo (così
annota nel Diario): affermazione
che fa riflettere, visto che lo contrappone da un lato al pigolare dei
crepuscolari, dall'altro all'elegante panestetismo dannunziano, dall'altro
ancora ai fermenti decadenti che, in nuce, si aprivano nel nuovo secolo
e ponevano in crisi la fiducia stessa nella poesia. Fiducia che invece
Thovez conserva intatta, denunciando inconsapevolmente acendendenze carducciane
e leopardiane, evidenti ad una lettura integrale del Poema
dell'Adolescenza.
Thovez si richiama inoltre, questa volta consapevolmente, a Walt Whitman,
il poeta-vate americano che lo ispira nella scelta stilistica di un verso
prosastico, lontano dalla tradizione del verso sillabico e rimato, per
un'idea di poesia che si connota come semplicità e discorsività;
l'influenza di Whitman si riscontrerà qualche anno dopo in Jahrier
e successivamente in Cesare Pavese.
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