due poesie 
di Enrico Thovez

 

Enrico Thovez (Torino, 1869-1925): biografia e critica

L'adolescenza e la giovinezza di Thovez sono costellate da episodi di alterazione di natura nervosa (così scrive nel suo Diario) che gli minano la salute e lo costringono a conseguire la licenza liceale e la laurea in lettere in ritardo. Dopo la laurea si afferma come articolista di arte, critica e costume, e nel 1905 diventa giornalista della "Stampa" di Torino. Per dieci anni dirige il Museo Civico d'Arte Moderna del capoluogo piemontese. La produzione di Thovez, oltre che nella letteratura, si esplica anche nelle arti figurative, nella fotografia e nella musica.
Le sue manifestazioni di intemperanza e di eccessiva autostima lo fanno dichiarare
non posso nascondermi che ho la testa dieci volte più larga della loro [cioè dei critici e degli artisti, ndr] e che io mi sento a mio agio nella pittura e nella scultura e nella musica tanto quanto nella poesia, dove si degnerebbero di concedermi dell'autorevolezza, che io ho dieci volte più conoscenza della natura umana e più buon senso delle questioni di loro, che io sono più serio, più preciso e che ho una forza d'edealità, un culto della bellezza che si rivela anche nella vita comune, nelle mie parole, nella mia condotta, nei miei amori. (Diario, p.392)

La citazione dà il senso di una natura culturalmente avida, irregolare, tesa all'eccezionalità dello spirito, che va di pari passo con la scarsa incidenza della sua opera poetica, oggi misconosciuta. Si tenga presente che il Poema dell'Adolescenza esce nel 1901: nelle due poesie riportate nella pagina precedente si legge l'esaltazione peculiare della poesia romatica, il gusto per l'antagonismo, la lontananza della produzione a lui coeva.
Uno psicologismo naturalista ed egotista (definizione del critico Stefano Jacomuzzi) privo di risonanza nella poesia contemporanea e poi futura. Thovez era teso a ricercare la liricità assoluta, e riteneva se stesso testimone della potenza lirica del suo tempo (così annota nel Diario): affermazione che fa riflettere, visto che lo contrappone da un lato al pigolare dei crepuscolari, dall'altro all'elegante panestetismo dannunziano, dall'altro ancora ai fermenti decadenti che, in nuce, si aprivano nel nuovo secolo e ponevano in crisi la fiducia stessa nella poesia. Fiducia che invece Thovez conserva intatta, denunciando inconsapevolmente acendendenze carducciane e leopardiane, evidenti ad una lettura integrale del Poema dell'Adolescenza.

Thovez si richiama inoltre, questa volta consapevolmente, a Walt Whitman, il poeta-vate americano che lo ispira nella scelta stilistica di un verso prosastico, lontano dalla tradizione del verso sillabico e rimato, per un'idea di poesia che si connota come semplicità e discorsività; l'influenza di Whitman si riscontrerà qualche anno dopo in Jahrier e successivamente in Cesare Pavese.


Bibliografia di riferimento:

  • Il Poema dell'Adolescenza / Enrico Thovez ; a cura di Stefano Jacomuzzi. - Torino : Einaudi, c1979. - XX, 180 p. ; 18 cm. - (Collezione poesia ; 154)
  • Diario e lettere inedite / Enrico Thovez ; a cura di A. Torasso. - Milano : Garzanti, c1939
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