CAPITOLO VII
SIMBOLI FONDAMENTALI DEL TAROCCO
Dizionario
Acqua. L’acqua è anteriore al sole e alla terra, che da lei emerse. Gli antichi chiamavano acque superiori quel mondo segnato dai fenomeni atmosferici, e l’aria come suo mezzo naturale, che ha il cielo come cupola; e acque inferiori ai liquidi che conformano i mari, fiumi, laghi e sorgenti –ed i loro equivalenti psicologici e gnostici– presenti in tutto il pianeta. Le acque sono simbolo di purificazione come ben si può vedere nelle società arcaiche che alludevano ad esse nella ricerca di una nuova vita (per esempio: il battesimo cristiano).     

L’acqua, energia passiva, feconda costantemente l’attività delle potenze. Nella lamina XIIII si frammischiano le acque e paradossalmente, nella XVII, gli stessi liquidi, raccolti dal letto di un fiume, tornano a reintegrarsi nella sua corrente. Le acque sono un veicolo necessario per la riproduzione di tutte le specie: le acque piovane sono state considerate costantemente come un fattore imprescindibile per la generazione universale, tanto che le deità della pioggia occupano un posto analogo o anche più importante di deità solari di alcuni pantheon: la siccità è sinonimo di maledizione (vedere lunanubegambero). La coppa, l’uomo coppa, o pietra viva, nasce dall’attività del cielo propagati dalle piogge sacre     

Ali. Le ali caratterizzano tutto ciò che vola (vedere uccelliaquila). L’araldo alato della lamina XX annuncia la nostra resurrezione. Alcuni vedono nel trono dell’Imperatrice (carta III) una forma d’ali. Cupido, grazie alle sue ali, sembra "galleggiare" nello spazio (lamina VI). L’Angelo della Temperanza (arcano XIIII), la Sfinge Immobile della carta X, e il Diavolo, possiedono ali ma non sono sospesi nell’alia o acque superiori. Ciò, lungi dall’indicare che non volano, potrebbe segnalare la possibilità che possiedono di farlo. Infine nella carta XXI, Il Mondo, possiamo osservare un angelo in corrispondenza con l’evangelista Giovanni, il discepolo amato, erede del testamento cristiano ed autore anche del Libro della Rivelazione o Apocalisse dove appaiono numerosi angeli o personaggi alati. Raccomandiamo la lettura di questo libro, specialmente il capitolo XXI (vedere il seguente termine).     

Angelo. Visibili nelle carte VIXIIIIXXXXI, gli angeli rappresentano stati sottili dell’essere e si occupano di realizzare le chiamate e gli annunci per iù risveglio della coscienza. Secondo le Tradizioni chiamate "del libro" il Diavolo, carta XV, è un angelo caduto (vedere ali).     

Animale. L’animale sintetizza le potenze istintive e a volte bestiali degli esseri umani. I popoli antichi hanno sempre creduto nell’esistenza di un alter ego animale strettamente vincolato all’uomo. Tutti gli animali esistenti in diversi luoghi geografici e in differenti tempi storici, sono stati simboli importantissimi compresa la cosmovisione dei popoli arcaici. Nel cristianesimo accade lo stesso e non solo si devono ricordare i vari ammali che appaiono nei vangeli in relazione alla vita di Gesù ma anche tutto il bestiario cristiano e le sue associazioni con Cristo, la Chiesa, gli evangelisti e alcuni santi.     

Appeso. Stare appeso, in lingua popolare, equivale a essere "venduto" o "consegnato", ovvero privo di qualsiasi protezione, è l’essere rimasto privo di ciò che giammai si è posseduto. La spettacolarità della carta XII che lo figura consiste nell’idea di inversione (vedere). Tanto il personaggio centrale quanto i due alberi troncati ed equidistanti che lo affiancano germinano nella terra mentre le sue strane radici sembrerebbero avere origine celeste.     

Aquila. Fra tutti gli uccelli, si distingue quasi unanimemente l’aquila, non solo come portatrice di buon augurio, associato a tranquillità, forza, maestà, altezza, ma anche come parte degli attributi della regalità, o nobiltà, precisamente per le cameristiche del suo volo, il suo sguardo penetrante, il dono di cacciare e l’impertubabilità della sua esistenza. Nelle lamine IIIIIII si osservano aquile imperiali viste dal lato sinistro e destro. Nella XXI, dove i quattro evangelisti vengono simboleggiati dai segni zodiacali fissi, si osserva un’aquila, immagine antica dello Scorpione.     

Arco. La tensione dell’arco sta in relazione matematica con il potere della freccia (ved.). Pitagora studiò queste corrispondenze, in relazione alla misura della corda. L’arco guerriero è uno strumento vibratorio che imprime a distanza la sua potenza anonima. In molti popoli arcaici i limiti del territorio erano stabiliti dalle distanze che percorrevano le frecce lanciate dai capi verso le quattro direzioni dello spazio.     

Artiglio. Gli artigli sono le armi delle fiere, e sono stati considerati come talismani in tutti i popoli del mondo. Gli artigli del nemico, gli artigli della mode, sono stati considerati sempre come solidificazioni di avvenimenti estremi dove la lacerazione delle membra precede la ricostituzione degli stessi su un altro piano, o sfera della realtà (carte XXV).     

Atanor. Uno dei pochi simboli muratori presenti nel tarocco è l’arcano XVI, chiamato La Torre di Distruzione o Casa di Dio. Alcuni degli artisti che si occupano del Tarocco e giocano con questo vedono in questa torre un’immagine dell’atanor alchemico, dove gli alchimisti preparano le loro cotture, il quale è stato a sua volta assimilato all’anima o psiche umana. In un determinato momento, tutto ciò che si era riusciti a comprendere, improvvisamente viene distrutto ed il filosofo rimane di nuovo digiuno. Ricostruire pietra per pietra l’atanor è tornare a integrare un ordine nel quale gli esseri umani sono compresi.     

Aura. Luminosità extracorporale che si produce in molti casi come fenomeno naturale gli studiosi della scienza ermetica, che per la natura del loro lavoro sono in grado di legarsi con la metafisica. Nell’iconografia medievale saggi, santi e illuminati sono soliti essere circondati da un limbo di luce transpersonale che nella vita quotidiana molti "psichici" dicono di percepire nei loro simili. Nella lamina XX vediamo quest’aura nell’angelo annunciatore, e nella XXI dobbiamo scorgerla nel simbolismo degli animali, benché non compaia nel toro, equiparato alla terra.     

Bacchetta. Questa versione civilizzata del bastone primitivo è uno strumento magico per eccellenza, e come questo manifesta l’elemento radiante o fuoco, equiparalo anche alla passione o amore (si ricordi che Eros è cieco), necessario per qualunque produzione.     

Barba. Virilità, decisione, autorità, presente per esempio nell’Imperatore, i re di coppe e denari; indica anche Sapienza nel caso del Papa, Ierofante o psicopompo e nel numero VIIII, L’Eremita.     

Bastoni, bastone. Attivi, fallici, simboli del legame verticale fra cielo–terra (vedere scettro). Nelle tribù primitive indoamericane e africane, come il baculo, è strumento cerimoniale proprio degli sciamani; segno d’autorità.     

Bene e male. Due cammini. Nell’arcano numero VI si trova cabalisticamente mostrata la decisione di tum personaggio attratto da due forze ugualmente poderose e importanti. Nel pitagorismo queste due energie erano significate dalle biforcazioni della lettera Y, che nate da una radice comune obbligano a prendere una decisione in accordo con il cammino tracciato. Nel loro aspetto morale queste forze opposte però latenti nell’anima dell’Innamorato non sono altro che la costante congiunzione di opposti a cui si vede costretta qualsiasi anima nel cammino della sua Liberazione. Il bene e il male non sono altro che due aspetti di una stessa cosa, a meno che il Bene si scriva con maiuscola e sia identico alla Liberazione. In questo caso il bene sarebbe uranico ed il male (ctonio, stabilendo così una gerarchia naturale fra l’essere e l’altro, l’autentico Io e l’egotico personale.     

Bilancia, equilibrio. La bilancia, come forma dell’equilibrio, mantiene un asse fisso e immobile, polare, che permette di avvertire la dualità dei pesi in ciascuno dei suoi due piatti. Immagine dell’equidistanza, è sensibile tuttavia ai pro e contro che costantemente conformano l’universo. Gli antichi videro nel cielo l’ideogramma della bilancia che essendo in principio polare fu posteriormente trasposto all’ordine zodiacale. La bilancia è visibile nella carta VIII, La Giustizia. Fin l’ultimo dei tuoi capelli è contato.     

Borsa, sacchetto. La borsa o il sacco denotano la parte più intima, l’appartenenza interna di ogni soggetto; per questo è anche un simbolo dell’essere e delle possibilità di quanto vi è contenutto. Tutti i nostri oggetti necessari i nostri strumenti magici si trovano nella borsa; ancor oggi, le nostre chiavi, il nostro denaro (mezzo di cambio), le agende degli indirizzi (ovvero la relazione con l’intorno), ed anche le nostre caste di credito, quelle orribili ed efficienti targhette plastiche, ce le portiamo dentro la borsa. Gli sciamani indoamericani usano portare i loro oggetti di potere durante tutta la vita in involucri o pacchetti sommamente consacrati che occultano il loro contenuto agli sguardi dei volgari profani. Niente di valore commerciale si trova in essi, solo sono oggetti totalmente cosmicizzati per la loro propria natura simbolica, o sovracosmica. Nell’arcano senza numero, denominato Il Matto, questi porta occulte nel suo sacco tutti i suoi averi.     

Cane, Lupo. È dubbio se nella carta XVIII, La Luna, appaia una coppia di lupi o di cani, o se uno di loro sia cane e l’altro lupo. Ciò che è certo è che entrambi gli animali ululano in direzione dell’astro notturno, chiamando i suoi effluvi che si spargono in forma di gocce. Il cane è esempio di addomesticamento e fedeltà, mentre il lupo resta selvaggio e molte volte solitario.     

Cappa. Molti dei personaggi delle carte della corte e degli arcani maggiori appaiono coperti da una cappa. Questa protezione contro il freddo è anche sinonimo di occultamento, così come la toga dei giudici e dei maestri in Diritto che esprime la solennità della Giustizia. Tutt’oggi canonici, monsignori, letterati, semplici borghesi di Castiglia, e la maggioranza degli indiani che si coprono con ponchos conservano il loro calore interno protetti in un manto legale che nessuno oserebbe proibire.     

Cappello. È segno di energie superiori, quelle che si ubicano simbolicamente sulla testa, ed in questo senso si pone in relazione con la corona e le corna (vedere). Così come serve per proteggere dal sole, dall’aria e dall’acqua, è simbolo di protezione. Nelle carte IXI, Il Mago e La Forza, osserviamo un cappello simile, con la forma di un otto allungato, simbolo del movimento continuo. Questo cappello appare anche in varie figure della Corte.     

Cavaliere. Esiste una associazione molto stretta fra colui che monta il cavallo e il cavallo stesso, ovvero del veicolo nel suo insieme, a tal punto che gli autoctoni americani durante la invasione spagnola credevano vedere in questo un solo animale favoloso. I cavalieri del Tarocco appartengono all’antico ordine medievale in cui l’autorità era esercitata dai saggi, i quali concedevano il potere ai guerrieri e alle loro corti come prosecuzione del loro mandato divino; commercianti e borghesi e coloro che si dedicavano ai lavori più semplici completavano lo schema tradizionale. Gli ordini militari di tutti i popoli hanno contribuito in modo diretto e attivo alla generazione universale. (Vedere cavallo).     

Cavallo. Veicolo terrestre per eccellenza, il cavallo, dotato di una quantità di condizioni (forza, destrezza, intuizione) poste al servizio dell’uomo, gioca un ruolo importante nella simbologia. Il suo spostamento, come nella carta VII, è associato alla mobilità ed alla vita come un viaggio per terra, come anche si può osservare nei denominati Cavalli o Cavalieri delle carte della Corte. In numerose mitologie e racconti magici sono frequenti i cavalli che parlano. I cavalieri sono coloro che dirigono abilmente la rotta e la direzione della bestia.     

Carro. Il carro del Sole è l’archetipo dei carri guerrieri; Assiri e Caldei come Greci e Romani imitavano i percorsi del dio solare con i loro carri da guerra, nei loro viaggi di caccia o esplorazione verso lo sconosciuto. I bassorilievi assiri esprimono costantemente l’idea di carroruota (vedere), mediante la quale si potrebbero portare al limite le possibilità insite nell’anima degli uomini. Conquistare territori o essere uno solo con il nuovo conosciuto vuol dire dipendere dal carro, come veicolo, per queste conquiste.     

Collare. La collana come il rosario, è simbolo dell’incatenamento dei mondi o degli idescrivibili stati dell’essere universale, fuori dal quale tutto rimane escluso come impossibile. I vari grani e pietre preziose della collana si trovano unite e trapassate all’interno da un filo sottile (sûtrâtmâ, vedere tonsura), che lega tutti gli esseri e stati in un essenza comune. Vediamo collari nelle carte IIIIIIIVIII. Gli corrisponde anche il simbolo generale del cerchio, della sfera e della ruota (vedere).     

Colonne. Sono notevoli le due colonne che possiamo osservare nelle carte IIV. Rappresentano i due pilastri attivo e passivo, dell’Albero sefirotico; quelli dell’amore e del rigore, della costruzione e della distruzione, visibili nel simbolismo massonico nelle colonne J e B, che provengono a loro volta dalle colonne del Tempio di Salomone. I personaggi centrali di queste carte, la Papessa ed il Papa, rappresentano la terza colonna neutrale, quella dell’equilibrio. Stare fra le colonne vuol dire avere un posto significativo nel cosmo. Nella carta VII, le colonne sono quattro e sostengono la costruzione cosmica. La struttura della carrozza è quadrangolare, mentre il baldacchino che serve da tetto mantiene una forma a boveda, rappresentando entrambi, rispettivamente, la terra e il cielo; questo stesso simbolo si può osservare in letti medievali e rinascimentali. Anche qualunque porta che segnali il passaggio da uno spazio all’altro è realizzata sulla base d’un paio di colonne che sostengono la costruzione.     

Coppa, calice, recipiente, brocca. Ovviamente questi elementi sono ricettivi tanto per i liquidi, i quali vi si modellano, quanto per gli effluvi divini o acque superiori, chiamate celestiali, equiparate all’elemento aria, e allo stesso modo i venti e tempeste che la serie di spade manifesta.     

Corna. Simbolo di difesa e di rifiuto di energie malefiche, si suole metterli in relazione con la corona (vedere), perché sono poste entrambe sul capo e per la radice KRN che dà origine ad entrambe le parole. Appare nei vestimenti di vari sciamani. Contrariamente ne Il Diavolo (carta XV) sarebbe una forma di irradiazione delle energie caotiche che lo caratterizzano.     

Corona. Nella simbolica cabalista, Corona è la traduzione dall’ebraico del nome della sefirah numero 1, Kether, ciò che si trova al di là della testa o cuspide. È pertanto attributo della divinità, della regalità, ed esprime la funzione guerriera così come la tiara (vedere) indica la funzione sacerdotale.     

Costruzione. La struttura matematica ermetica del Tarocco, è in se stessa una costruzione completa, lo stesso succede con le persone che lo interiorizzano, che vanno facendo di loro stesse una nuova dimora. Quest’oracolo, proveniente dalla tradizione ermetico alchemica, è intimamente legalo non soltanto a ordini cavallereschi e guerrieri ma anche a ordini di costruttori ed artisti che ereditano il loro simbolismo iniziatico dalla costruzione del tempio di Salomone, che a sua volta conosce origine molto più antiche. Nelle carte XVIXVIIIXVIIII si vedono simboli muratori. Anche nell’Asso di Coppe, che sembra figurare un castello o un sacrario.     

Croce. La croce rappresenta l’interazione della verticale con l’orizzontale, come due piani opposti qualitativamente distinti. È anche simbolo chiaro del quaternario, e pertanto si manifesta in forma spaziale in base al percorso solare, marcando la presenza delle stagioni annuali e delle età nella vita di un uomo, per citare solo alcune delle sue manifestazioni. È precisamente nel suo aspetto temporale che si suole circoscriverla in un cerchio, che tocca in quattro punti equidistanti e analoghi, nel caso in cui questa croce sia di braccia uguali. Segno precristiano é insieme al cerchio e al triangolo uno di quei segni che potremmo chiamare veramente arcaici, generativi e connaturati all’uomo, grazie al quale questi ha potuto essere veramente un emissario fra terra e cielo. Tutte le croci che si trovano nelle lame del Tarocco sono croci di braccia uguali, come quelle che realizzano L’Appeso, L’Imperatore ed Il Mondo con i loro piedi. Il Papa sostiene con la sua mano sinistra una croce gerarchizzata in tre piani, analoga alla miracolosa Croce di Caravacca, in cui alcuni vedono lo schema dell’Albero della Vita cabalistico.     

Cuore. Benché non sia visibile il cuore nelle carte del Tarocco, questo viene rappresentato dalle coppe ed è segnalato nella carta VI, L’Innamorato. Essendo quest’organo primordiale l’abitacolo del divino, luogo centrale in cui si alloggia l’essenza unica dell’essere. Nella carta IIII, L’Imperatore, il cuore si segnala con la pietra verde del suo collare; e nella V, Il Papa, le dita che benedicono lo toccano. Il "seme" di coppe, nel mazzo francese, si sostituisce con il "seme" di cuori, essendo simboli analoghi, giacché ambedue sono il ricettacolo degli effluvi celesti. Nel Popol Vuh la deità più alta è chiamata "Cuore del Cielo", ed ha come sua replica esatta nel polo della manifestazione un’altra entità denominata "Cuore della Terra", direttamente imparentata con il Dio Mondo che tuttora venerano gli indiani quiché.     

Denari, Oro. L’oro significa la perfezione materiale e pertanto si associa al piano della concrezione della materia nella ruota costante degli elementi. È anche considerato estremamente prezioso per le sue caratteristiche di lucentezza ed è sempre stato interpretato come un’immagine del sole (vedere sole) nella terra. È inoltre un elemento di scambio ed è stato così utilizzato come modello di moneta in pratiche di interelazioni o commerciali.     

Diavolo. (Vedere schiavitù). Il diavolo rappresenta le energie ctonie e tutta la manifestazione mutevole, molteplice e materiale. È un angelo caduto che può essere riconosciuto in chiunque, però è anche maestro e psicopompo, che mostrandoci le profondità dei suoi regni sotterranei ci dà la possibilità di raggiungere la pietra occulta nell’interiorità della terra e di redimerci da questa caduta accedendo alla conoscenza di ciò che è impercettibile e che unisce il bene e il male. Quando il Sole arriva al suo punto più basso non può altro che ascendere.     

Discepolo. I personaggi che sono di spalle nella carta V, Il Papa, e che si trovano con le braccia aperte in attitudine recettiva, sono i discepoli che ricevono l’insegnamento tradizionale dall’Ierofante, o maestro dell’Arte del Tarocco, rappresentante del Signore del Tarocco, che attraverso immagini e colori provoca l’apparizione del maestro interiore. Questi ci offrirà via via le chiavi che apriranno le porte degli arcani. Ricevere senza pretendere di essere ciò che non si è, è proprio di un discepolo di buona condizione, ovvero di colui che si appresta veramente a ricevere, e che sua volta potrà esercitare la sua arte o professione, in questo caso, l’Arte del Tarocco.     

Falce. Ciò che si semina si deve raccogliere, e così succede con i venti e le tempeste. La mietitura avviene in momenti precisi e periodici; questa forma di ottenere il grano o alimento vitale è tanto imprescindibile per l’uomo come per gli dei che la crearono. Mietere è distruggere la pianta per raccogliere l’alimento che sostenta. Nel suo senso iniziatico equivale a spezzare tutte le nostre parti disperse per tornare a viverle nell’unità ofiginale. Lavoro per eccellenza, la mietitura è la raccolta attuale e futura, d’accordo ai ritmi e cicli della nostra gran madre nutritrice, la terra. Nella carta XIII si vede uno scheletro falciatore che ha fatto a pezzi diverse parti di organismi di per sé già divisi. La terra nera dell’indifferenziazione finirà per generarli di nuovo.     

Fiori. I fiori precedono il frutto e lo annunciano in modo profumato e sottile; Essi stimolano uno dei sensi più delicati nell’uomo, l’olfatto, che è lo strumento istantaneo della memoria. Il colore indefinito dei fiori, sempre mutevole, trae all’esistenza, la varietà incessante delle luci che adornano la vita. Essi esprimono la gloria del loro Creatore e giammai Salomone, nella sua infinita grandezza, poté vestirsi più splendidamente di un giglio del campo. Appaiono in forma naturale negli arcani minori e anche se pensiamo che non sono puri oggetti decorativi, tuttavia gli attribuiamo un’importanza secondaria. Fiori in forma di gemme o diademi si trovano nell’iconografia delle carte IIVXIIII.     

Freccia. La freccia è un’arma connessa con l’elemento aria, e come tale porta piume d’uccello che controllano le sue direzioni. In questo senso colui che è toccato da una freccia è analogo a colui che è stato toccato da un raggio. Scagliata dall’arco degli dèi o degli spiriti, segnala l’eletto, molte volte anche la vittima, i messaggi di cui è portatrice. Carta VI.     

Gambero. Antico segno zodiacale del Cancro, con il quale si associa per mezzo delle acque e la luna che li governa. Il gambero abita lì così come si può osservare nella carta XVIII. Un’altra delle sue caratteristiche è camminare lateralmente e nascondersi con gran rapidità.     

Gemelli. Simbolo tradizionale dell’unione, di ciò che essendo duplice è nato ciò nonostante da uno stesso uovo, i gemelli abitano tutti i panteon: Castore e Polluce, Romolo e Remo, Krishna e Arjuna, QuetzalcoatI e Xolotl, Hunah–Pù e Ixbalanché, etc. Molti di essi tuttavia si trovano divisi e possono perfino essere opposti o nemici, come esprime con molta chiarezza il famoso yin–yang dell’estremo oriente. Il fenomeno dei gemelli sempre ha causato stupore ed è stato spesso tabù in diverse culture. Tra gli indiani Pueblo, simboleggia il pianeta Venus nei suoi due aspetti, di stella mattutina e vespertina. Nella carta XVIIII la coppia di infanti identici esprime l’unione del binario determinata dall’unità dell’amore. Nella carta XV si può ugualmente osservare un paio di diavoletti incatenati e seminudi, espressione chiara dell’ambivalenza che suole reggere i nostri pensieri e le nostre azioni.     

Giullare. Il giullare è colui che fra arguzie, scherzi e allegnie riproduce in modo amabile i tranelli, gesti e paradossi del suo Creatore. Il nostro personaggio canta mediante trabocchetti la realtà del creato del quale lui solo vive come un attore nell’indefinitezza dei gesti e delle memorie che abitano il teatro del mondo. Il giullare è un burattino che ripete, ricreandola, la creazione originale della quale è uno strumento. Sempre scherzando o in festa, quel giullare che tutti possediamo ci rallegra a volte con una speranza che già fu, o con un passato totalmente futuro. Personaggi come quelli della carta senza numero, chiamata Il Matto, e la I, Il Mago, percorsero (e percorrono), secondo il Tarocco, i cammini d’Europa e del mondo.     

Guanto. Il Papa, arcano V, porta nella mano sinistra un guanto con una croce bordata che ne sostiene a sua volta un’altra (vedere croce); con la mano destra benedice mentre con la sinistra conserva gelosamente i segreti della tradizione rappresentando i sensi esoterici ed exoterici in cui questa si esprime.     

Ierofante, papa, psicopompo. L’autentico ierofante è in primo luogo uno zelante guerriero, guardiano del sacro, incaricato di attrarre le emanazioni celesti, invocare gli dei e praticare i riti che fanno sì che la Tradizione rimanga viva grazie alla generosa trasmissione rigenerativa che realizza  messaggi e rivelazioni di cui è stato dotato. Sia in forma di stregone, sciamano, sacerdote, guaritore o psicopompo, apre le porte dei giochi di relazioni più semplici risolvendo gli enigmi esistenziali, questo personaggio non è pericoloso, salvo quando è irritato. In questo caso è da temere.     

Imperatrice, regina. La regina è anzitutto la sposa del re, suo complementare, e come tale riceve le energie celesti che danno al suo sposo la sovranità, in modo riflesso e pertanto compartito. La regina è tale in quanto lo è in se stessa: il suo regno è interiore, segreto, ma verificabile. La vera regina non ha bisogno di potere perché lo ha; è soggetta alle pressioni del mezzo (alle dicerie della corte), sa mantenere una distanza equanime che non è altro che il riflesso dei suoi pensieri. La dama è anche la regina del cavaliere, l’ideale femminile per eccellenza. Imperatrici e regine sono identificate con il più alto potere temporale, la regalità e la nobiltà.     

Inversione. Il Tarocco ci insegna a realizzare la congiunzione degli opposti mediante la inversione dei colori delle carte o della direzione a cui mirano i diversi personaggi e figure. Questo è particolarmente evidente nei vestiti de Il Mago, arcano I, nei cavalli della carta VIII, Il Carro, e nelle anfore della XIIII, La Temperanza, dove i colori azzurro e rosso si invertono, mostrandoci la necessità di combinare i contrari. Si trova anche nel carattere ermafrodita de Il Diavolo, nel maschio e la femmina dei gemelli di questa carta, e della XVIIII (vedi gemelli), nelle posizioni invertite verso cui guardano La Papessa ed Il PapaL’ImperatriceL’Imperatore (e le aquile dei loro scudi) e nella direzione ascendente e discendente delle figure mobili de La Ruota della Fortuna (X) come anche nelle spalline della figura del personaggio de Il Carro. Il Tarocco ci insegna a vedere il doppio aspetto di tutte le cose, e unificarlo, nel significato duale, a diritto e a rovescio, con il quale si leggono le carte. L’arcano XII, L’Appeso, è un altro simbolo netto d’inversione.     

Lanterna, faro. Molti di coloro che sembrano saperlo non lo sanno e hanno solo conquistato un faro, immagine debole del sole, che li illumina nel loro cammino. Se la lanterna non è il sole e neanche la luna, il viandante troverà poca illuminazione sui suoi passi; tuttavia quella debole luce equiparabile alla coscienza e alla sapienza rimarrà brillando come se fosse un faro o una semplice curiosità del cammino. La luce artificiale è simile alla naturale e pertanto è soggetta alle corrispondenze dirette e inverse che caratterizzano l’illuminazione naturale. Tutto il mondo è eremitico, soprattutto nelle grandi città. Molti si rifugiano in luoghi appartati, in buone condizioni ecologiche, però disgraziatamente portano con sé la contemporaneità; non c’è niente di meglio che l’isolamento, sopratutto se si è ben accompagnati. L’eremita compie un’importantissima funzione sociale.     

Leone. Il leone è un animale associato al fuoco ed alla regalità. Il suo colore dorato fa sì che l’astrologia lo leghi al sole e l’alchimia all’oro. Appare nella carta XI come bestia feroce che deve essere addomesticata, e nella XXI, rappresentando il segno zodiacale del Leone.     

Libro. Il mondo in molte tradizioni viene comparato a un libro dove la penna divina scrive o dipinge costantemente la totalità di ciò che è manifesto. Questo libro della vita è il testo sacro e sapienzale per eccellenza, immagine paradigmatica di qualunque scrittura e libro, rivelato o no. Il Creatore ordina agli scrivani celesti di eseguire ogni parte dell’opera che lui dirige in relazione ai ritmi, sequenze e congiunzioni armonici che in se stesso organizza. Il suo linguaggio è necessariamente poetico in quanto ritmico, e profetico per il suo sviluppo. Nel Libro della Vita sono scritti tutti i nomi di coloro che popolano l’universo, per quanto piccoli e insignificanti ci possano sembrare. La Papessa, carta II, legge costantemente il libro del presente composto di passato e futuro.     

Luna. Simbolo del principio femminile e passivo. La Luna, astro della notte, è il complementare del sole, vista a volte come sua sorella (o fratello) e sposa, opposta e complementare. La tradizione sempre l’ha assimilata alle acque che governa, e ha visto in essa due livelli che manifestano due stati dell’essere: un mondo sopralunare, le acque superiori visibili in Binah, ed un altro sublunare (Yesod e Malkhuth), l’illusorio mondo della molteplicità e dei mutamenti. La luna è stata sempre assimilata al piano psichico e la sua energia e potere d’attrazione non solo è visibile nel mondo esterno bensì anche mediante i fluidi più sottili, occulti e interiori, che alimentano le fantasie della mente. È stata anche considerata come la grande regolatrice e i calendari si sono sempre basati su di essa come manifestazione evidente della scienza dei cicli e dei ritmi. Nella Cabala ebraica la luna oscura, perversa e nera, è chiamata Lilith, equiparata con tutto il rigore alle entità femminili che i greci chiamavano Lamie.     

Mondo. Il mondo o Kosmos era secondo i Greci la possibilità di tutto il creato portato fino ai suoi propri limiti. Non c’erano dunque altri mondi ma tutti i mondi erano in questo. Il cosmo è un ordine emanato dal caos a cui deve necessariamente ritornare. Molte tradizioni identificano il mondo come loro creatore e pensano che questo è vivo e si esprime attraverso gli spiriti, esseri, forme, animali e colori che coabitano nell’universo. Ciò nonostante dobbiamo chiarire che questo dio, assolutamente quotidiano per le tradizioni sacre, non è l’autentico Dio il cui nome è innominabile, la sua forma inesistente e il suo essere inconoscibile. Nella carta XXI il Mondo è rigenerato dopo essere stato assorbito nella sua propria bellezza.     

Nube. Molte culture hanno visto discendere dalle nubi profeti o profezie associate al loro proprio destino; le nubi, come fenomeni atmosferici, sono associate al piano intermedio e pertanto all’anima dell’uomo nei suoi aspetti psichici superiori e inferiori. Questi fenomeni atmosferici sono assimilati dall’uomo ai mondi, paesi o costruzioni analoghi alla città celeste, o realtà eterna, che le deità proiettano secondo il loro volere. Legate al piano immaginario e della fantasia, le nubi descrivono stati mutevoli dell’anima universale, riflessi nella psiche individuale.     

Nudità. La nudità può equipararsi allo spogliarsi dei beni materiali, la purezza, l’ingenuità e il candore. Tutto ciò è associato inoltre all’assenza di possessi mentali e alla leggerezza o levità che caratterizza questo stato. Il corpo nudo della donna è per l’estremo oriente e altre tradizioni un’immagine del cosmo, la madre universale, la sposa o amante sacra. Star nudo è non avere niente da nascondere e pertanto la speranza di ricevere tutto, incluso i vestiti. Immagine dello stato primigenio o veramente naturale, è anche un simbolo di libertà. Appaiono personaggi nudi nelle carte XVXVIIXXXXI e anche ne Il Matto che ha la natica scoperta.     

Ombelico, omphalos. L’omphalos è stato assunto sempre come il centro del mondo e analogamente come la fonte vitale del microcosmo. I distinti centri del mondo, conosciuti da diversi uomini e popoli dell’universo, costituiscono il Centro archetipico del Mondo, o il principio e il fine di ogni possibilità. Questo punto geografico centrale, orizzontale, è anche un asse verticale che è percorso costantemente da effluvi uranici e ctonii, celestiali e inframondani.     

Paggio, valletto, fante. Giovane uomo che attende re, regine e cavalieri e il cui ingresso in un ordine militare corrisponde a quello di apprendista alchemico. La sua molteplice funzione, gentile e versatile, permette la interelazione tanto fra esseri soggetti a uno stesso piano orizzontale della realtà, come quella dello scambio con energie verticali quasi sempre enigmatiche per il nostro adolescente personaggio. Il paggio ci insegna il servizio, l’umiltà e l’obbedienza, e non è necessariamente buono, anzi è la maggior parte delle volte ignorante, supplendo ciò con le sue effervescenze e arguzie giovanili.     

Papessa. La dea bianca, e la nera, rappresentano due aspetti polarizzati di una stessa entità. Isis con il velo o Isis svelata sono la stessa saggia entità sacerdotale che esercita la sua tutela su tutte le donne e come queste sui loro figli. La terra occulta, vale a dire la dea nera, o quella di color bianco, manifesta, sono aspetti di una sapienza tradizionale che considera il femminile come depositario del mistero, o dei segreti dell’arte generativa. La Papessa nasconde tutte le manifestazioni esteriori mantenendo così il segreto della fecondazione universale. L’arcano numero II è un agente segreto del Sé.     

Pellegrinaggio. Pellegrinare è cercare il nostro proprio fantasma, la nostra ombra, ovvero l’altro, nascosto nei recessi più profondi del nostro essere. Peregrinare è tornare a se stessi, capire che la storia è sempre aneddotica, che il mondo è un insieme speculare di fenomeni, esseri e cose che si riferiscono al sé. La peregrinazione è un’immagine in piccolo del viaggio che tutti realizziamo nella vita: peregrinare è essere nella misura in cui siamo stati in accordo con il cammino che andiamo percorrendo rispetto ad un centro fisso. Andare e tornare sono due aspetti di una stessa ed unica meccanica.     

Pietra. La pietra è un simbolo fondamentale della tradizione unanime. Dalle pietre grezze, che sono abbondanti e comuni, passando dalle semipreziose e preziose che adornano i collari e le corone, fino al diamante, simbolo dell’indistruttibile, le pietre hanno sempre posseduto un profondo significato. Per non parlare del simbolismo muratorio, visibile solo nelle lamine XVIXVIIIXVIIII e nell’Asso di Coppe, che sembra figurare un castello, un sacrario o un cuore. Si dice che gli effluvi celesti che cadono sulla terra nell’arcano XVI sono pietre cadute dal cielo, come quelle che servirono da altare o ara in varie tradizioni. Menzioneremo infine l’idea della pietra filosofale e l’idea che afferma che noi uomini siamo pietre vive sempre presenti nell’arte alchemica.     

Quaranta. Il numero quaranta è proverbiale nella tradizione giudeocritiana, anche come sinonimo di prova: quaranta giorni castiga Dio con il diluvio; Gesù affronta le tentazioni durante un digiuno di quaranta giorni; i cristiani celebrano la quaresima, che sono i quaranta giorni che precedono la Resurrezione, e l’ascensione di Cristo si verifica quaranta giorni dopo questa. Ricordare che sono quaranta gli arcani minori del Tarocco, organizzati in dieci dita e quattro semi o colori che corrispondono nell’Albero sefirotico tridimensionale, ai piani delle diverse numerazioni nei differenti mondi.     

Raggio. Il raggio è il messagero celeste che connette cielo e terra e annuncia la fertilità promossa dalle piogge. Uno degli esempi più distaccati dell’ambivalenza dei simboli è quello del raggio, dato che da un lato distrugge –conte il suo associato I’uragano– regenerando sempre la verginità del passivo. Lo stesso si dice dei vulcani. Ricordiamo che il raggio è l’arma di Zeus–Giove, conosciuto benefattore e padre di dei e dee. Carta XVI.     

Re, imperatore. Simbolo per eccellenza del potere temporale in relazione al materiale in contrapposizione al potere spirituale del sacerdote, è anche manifestazione del reale e vero, degli aspetti nobili dell’essere che a sua volta si contrappongono all’ordinario. L’uomo vecchio è impregnato della volgarità del mezzo. Il nuovo uomo, nato dall’alto, è reale. Nel regno dei cieli tutti sono re e sacerdoti di condizione atemporale. Imperatori e re hanno esercitato in molte occasioni entrambi i poteri, ciò che nella simbologia cristiana ha come esempio il Maestro Gesù e il Cristo Re.     

Ruota. La ruota è uno dei simboli primordiali di tutte le tradizioni. Immagine del movimento e l’immobilità, la sua applicazione non è soltanto temporale ma bensì circoscrive spazialmente l’idea di cosmo. Il mistero della ruota include un punto immobile e una molteplicità di punti successivi. senza soluzione di continuità, immagine del movimento. La ruota è un cerchio e nella tridimensionalità una sfera, ovvero, una forma perfetta e archetipica a cui rispondono tutte le forme manifestate. Come immagine di ciò che è mobile, cioé di un tempo percorso in uno spazio, si riferisce al dramma esistenziale del nostro passaggio sulla terra. Può anche vedersi come sinonimo di cambiamento. È evidente nel Carro, carta VII, e nella X, La Ruota della Fortuna. Come quasi tutta le monete, i denari del mazzo sono ruote.     

Scettro. A questa figura corrispondono i principi generali del bastone o bastoni (vedere), essendo questi ultimi più primitivi e quelli che hanno dato origine allo scettro (levigato e cosparso di gioielli), immagine di potere di imperatori e sovrani.     

Scheletro. Lo scheletro, o il cadavere sprovvisto della sua carne, viene ovviamente assimilato alla morte e alla mietitura, che questa pratica continuamente. Le ossa costituiscono la struttura dell’essere umano manifestato ed anche la sua parte più sostanziale e materiale. Carta XIII.    

Schiavitù. Gli uomini, condizionati dalle innumerevoli circostanze che impone il mezzo, servono come schiavi a un livello della realtà che non supera l’illusione, le ombre ed il sonno. Legati ai sensi, concedono realtà a questo mondo immaginario. A liberarci da questa schiavitù ci chiama l’iniziazione ai misteri, il penetrare altri mondi, che pur essendo sempre qui e ora, ci sfuggono perché siamo distratti dalla quotidianità di un tempo successivo e orizzontale che ci schiavizza, limitandoci. La coppia che appare nella carta XV, Il Diavolo, simboleggia questa schiavitù. Liberarci da essa significa trascendere.     

Scudo. Ovviamente lo scudo è un arma difensiva e come tale, protettrice. La sua funzione è conservare la vita e difenderla dai pericoli che la possono minacciare. Il guerriero porta la sua lancia (attiva) e porta anche il suo scudo (passivo) quando deve lottare contro i suoi nemici. Generalmente gli scudi contengono iscrizioni di tipo magico o elementi sacri che offrono il loro appoggio nell’arte della guerra; in altre occasioni vi si inscrivono mandala, come lo sono i segni araldici di una nazione, popolo, regione, famiglia o individuo, con i quali il combattente si identifica. Ciò ha fatto sì che gli scudi chiamati "d’armi" si pongano in relazione con le genealogie, la maggior parte delle volte mitiche, di coloro che vivevano le guerre come una realizzazione delle loro possibilità e come il mestiere più adeguato al loro temperamento.     

Sole. Astro re, luminare della vita, che si produce mediante le due energie che emana: luce e calore. Senza il sole la vita organica non sarebbe, e ciò lo hanno saputo in maniera unanime tutti i popoli che sono stati e sono nel mondo. Simbolo del potere e della regalità, in alchimia lo si associa all’Oro, in ermetismo al fuoco, ed in tutti i casi alla fonte esistenziale. Il Sole è stato sempre una realtà evidente che giammai potrà perdere attualità. Se non esistesse il sole bisognerebbe inventarlo, il che succede in molti riti tradizionali di diversi popoli. Essendo l’immagine visibile del trascendente, la tradizione ermetica lo considera come centro della cosmogonia, indicando ripetutamente la necessità di superarlo.    

Spada. Simbolo dell’asse (attivo) in contrapposizione alle coppe (passivo); assimilato alla lancia e alla picca. Si mettono in risalto i due tagli della spada, come nel caso dell’ascia druidica di doppio filo, emblema del potere guerriero; la sua fabbricazione suppone la conoscenza del ferro e pertanto della metallurgia. Come il bastone e lo scettro esprime potere. Nella carta VIII si relaziona con il rigore del giusto.     

Stella. Nell’arcano numero XVII denominato La Stella o Le Stelle, appaiono precisamente 7 forme stellate nel cielo, attorno a una maggiore e di doppia radiatura, di 16 punti, che con il suo centro costituiscono 17 possibilità corrispondondenti con il numero della carta. L’uomo ha sempre mirato la curva celeste come punto di riferimento e come una guida per le sue inquietudini e necessità. Astri, stelle fisse e costellazioni descrivono nel firmamento una storia e una geografia sintetica, movimenti di dèi, eroi e innumerevoli forme animali ed umane, di cui sono figlie le forme corrispondenti nella terra. Le stelle fisse per loro propria caratteristica, così come la precessione degli equinozi, sono stati considerati come i moduli più stabili nella creazione universale: mentre avviene diversamente nelle rapide e cangianti espressioni dei pianeti molto più assimilate alla vita della terra e all’uomo.     

Tavolo. Questo oggetto si osserva specialmente nella carta I, Il Mago, dove si distingue come un piano, così come potrebbe essere il piano creazionale. Il tavolo significa un mondo di oggetti che lo popolano e le diverse relazioni che essi posseggono e tessono tra loro. La superfice del tavolo è la totalità del piano ed i suoi limiti inquadrano quest’oggetto in forma definitiva; tutto sta nel piano e la prova di questo sono i quattro elementi (fuoco, aria, acqua e terra), simboleggiati rispettivamente dalla bacchetta de Il Mago, dal coltello, miniatura della spada, dal vaso vuoto e dalla moneta d’oro. Si osserva anche un cubo e un gioco di dadi che esprimono le possibilità indefinite di ciò che è potenziale e le diverse possibilità numeriche che si producono sul tavolo, piano esemplare come intermediario fra i mondi terrestre e celeste. Si potrebbe pensare che l’evidente fatto che il tavolo mostri solo tre piedi rappresenti i tre principi (zolfo, mercurio, sale) con cui si combinano i quattro elementi, producendo l’artificio della manifestazione.     

Teschio. Gli si attribuiscono le caratteristiche generali dello scheletro umano (vedere scheletro); per le sue caratteristiche zenitali vi si associano le caratteristiche più alte: intelligenza e sapienza. La forma semisferica del teschio si associa al duomo o cupola nel simbolismo muratorio, essendo entrambe immagini del più alto, della sommità, e di connessione con altre possibilità sovrumane. È interessante segnalare che il maestro Gesù muore sul Monte (simbolo di elevazione) chiamato Golgota, parola la cui traduzione è "cranio".     

Tiara. In modo analogo alla corona (vedere), la tiara manifesta potere, forza e autorità. Esiste ciò nonostante una differenza: mentre la tiara è l’espressione dell’autorità spirituale ed energia magica (nel caso di Merlino, per esempio) la corona esprime il potere temporale e le attitudini militari che gli si corrispondono. Le tiare nel Tarocco, che rispettivamente si vedono nelle carte IIV, sono gerarchizzate in tre livelli, equivalenti a diversi piani di conoscenza in stretta correlazione con la struttura dell’Atanor (vedere) alchemico, con il diagramma dell’Albero della Vita e la distinzione fra il corporeo, lo psichico (inferiore e superiore) e lo spirituale.     

Tomba. La tomba è il luogo della quiete e del riposo dagli squilibri psichici e fisici; è anche un simbolo di resurrezione in cui, lasciato ’l’equipaggio" psicosomatico, l’essere si può nuovamente integrare alle sue origini. Nella morte iniziatica, la morte è a volte sostituita dalla caverna, il sotterraneo, la cripta, o un luogo ritirato nella foresta o la selva. Tutti arrivano solitari alla loro tomba, così come si arriva solitari all’esistenza. Coloro che credono in una resurrezione definitiva considerano che nel tempo mitico del giudizio finale ci saranno esseri che saranno riscattati insieme con la possibilità di un mondo nuovo. La tomba ci porta all’idea di fine ciclo, presente anche nelle carte XIIIXVIXXI.     

Tonsura. Visibile negli alunni che ricevono l’insegnamento de Il Papa (carta V) o ierofante, la tonsura è simbolo delle energie superiori che connettono l’uomo, dalla sommità, con i mondi dell’alto. Si mette in relazione con "il sommo del capo" e anche, nel Kundalini yoga, con il chakra più alto, sahasrara, che è anche chiamato "coronario" (vedere corona). Questo punto unisce l’uomo con l’invisibile e lo connette con il cielo, ossia con altri stati dell’essere universale.     

Toro. Appare esclusivamente nella carta XXI come il segno zodiacale di Taurus, benché il simbolismo di questo animale si trovi molto diffuso anche sotto l’aspetto sacro di vacca, bue o bisonte. Corrisponde all’elemento terra.     

Torre. Risulta paradossale che la figura a cui si assegna il numero XVI sia chiamata in alcuni Tarocchi La Casa di Dio e anche La Torre di Distruzione. Senza dubbio la torre è verticale e si può associare, come la piramide, lo zigurat, la scala e l’obelisco, con la verticalità dell’asse del mondo. La torre è anche simbolo di superbia, così come si suole riconoscere nella figura biblica della Torre di Babele. È dunque un simbolo ambivalente di potere costruttivo ed al tempo stesso di vanità umana. Anche nella carta XVIII, La Luna, si vedono delle torri o castelli in lontananza, forse per indicare i castelli o dimore interiori di cui ci parlò Santa Teresa di Gesù.     

Tragedia–Commedia. Due manifestazioni opposte –come quella della guerra e quella della pace– di una stessa energia che si rappresenta nello scenario teatrale del mondo come due contrari che in un punto comune sono complementari; il riso e il pianto, il piacere e il dolore, il quale è perfettamente percettibile mediante manifestazioni, fatti e fenomeni in qualunque essere individuale. Questa dualità è visibile nelle spalline del personaggio della lamina VII, e del Re di Spade. Nel Cavaliere di Spade è visibile una sola spallina, in posizione neutra, come unione dei contrari.     

Trombetta. L’aria propaga i suoni intesi come messaggi e musiche celesti. Fra tutti gli strumenti musicali sono quelli a fiato,che più si associano a chiamate o annunci, talvolta a causa della somiglianza alla voce umana. L’angelo del giudizio finale (arcano XX) fa suonare la sua tromba, mediante la sua vibrazione ogni morto rinasce, resuscita. Questa carta si deve mettere in relazione con il libro apocalittico di Giovanni, chiamato della Rivelazione.     

Trono. Il trono è un posto speciale, proprio e significativo, nello spazio uniforme, più o meno caotico e generalizzato. In alcune tradizioni come quella indù un tappeto caratterizza questo spazio. Nella tradizione Maya questo luogo speciale era significato dalla sfera, su cui si sedevano capi, caciques e sciamani. Il trono è il posto su cui siede tanto il potere spirituale quanto il reale. Difficile immaginare l’importanza di una semplice sedia, tappeto o sfera, se non fossero sacralizzati ed avessero un significato cosmogonico e spirituale. Nell’abbazia di Westminster, in Inghilterra, si può osservare il trono dove i re vengono tuttora coronati: si tratta apparentemente di una semplice pietra, però di caratteristiche magico–teurgiche, ovvero santificata e carica di potere, alla quale gli si è aggiunta una semplice sedia di legno. Carte IIIIIIVVVIII.     

Uccelli. Sono gli animali che corrispondono all’elemento aria, pertanto in tutte le mitologie attuano trasmissioni di messaggi, così come il vento annuncia le piogge. Questo simbolismo si collega anche alle loro piume ed ali, e così vediamo il dio greco–romano Ermes–Mercurio con l’elmo e i piedi ornati di tali attributi. L’uccello nero, o corvo, è stato a volte considerato come l’emblema della nigredo, stato alchemico di putrefazione che conoscono gli adepti. Carta XVII.     

Vecchiaia. Le società tradizionali o arcaiche hanno riconosciuto nella longevità e nell’esperienza una virtù sapienzale che comincia con il fatto di aver potuto conservare la vita durante tanto tempo in mezzo a guerre, disastri e malattie, senza contare i dispiaceri e le ingiustizie. Esiste dunque secondo gli antichi una sorte di sapienza biologica che forse consiste nel vivere il dipanarsi del tempo nel sempre presente. Questa attualizzazione è una prerogativa della sapienza che fa sì che le cose siano per noi ciò che sono, invece di volere ciò che vorremmo che fossero. È pertanto nell’economia armonica dell’essere che queste realtà si verificano.     

Vegetazione. La vegetazione manifesta chiaramente le possibilità dell’energia cosmica, che fruttifica nel nostro mezzo (quello dell’uomo) rendendo in questo modo possibile la vita sulla terra e tutto ciò che significa il nostro pianeta e i suoi abitanti rispetto a un ordine universale. Dalle piante ricevono il loro alimento gli animali ed il genere umano, e il loro permanente verdeggiare sostiene le possibilità della generazione e i cicli in cui questa si manifesta.     

Velo. Elemento di occultamento e di rivelazione, il velo stabilisce una distinzione fra l’esteriore e lo interiore. È per suo mezzo che si comunicano queste energie essendo neutre per la loro netta distinzione. Il velo è la protezione del segreto e anche il setaccio da cui passano le esperienze che ci trasmettono i sensi. L’occulto si trova nascosto dietro un velo e conoscerlo è analogo a rivelarlo. Si vede nelle carte IIXXI. Nella prima la Sapienza è segreta, o cifrata, come in un libro ermetico; nella seconda il Mondo è coperto da un tenue velo per tutti coloro che non vogliono o possono ammirare la sua bellezza, pienezza e magnificenza.

 
 
 

Indice

Bibliografia

 

 
 
 
 
 
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