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Promossi, bocciati e rimandati
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Nelle prossime ore in linea le chicche di festivaldisanremo.com
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I testi
Parole commentate e interpretate da Festivaldisanremo.com
Sanremo 1968
Il salvaschermo dei partecipanti
Sanremo Invaders
I big vogliono invadere la terra! Devi difenderti!
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Il manifesto ideologico di festivaldisanremo.com
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Russell Crowe partecipa a Sanremo con la sua Band? E chissene frega!
Su Festivaldisanremo.com NON troverete le schede dei presentatori, quelle degli ospiti e del regista. Cercatele da un'altra parte, la rete è piena si siti e sitarielli sul Festival.
Per noi, Sanremo sono le canzoni in gara. Quelle, e solo quelle. Alla facciaccia dei Piero Pelù e dei Pino Daniele o dei Venditti che in gara non ci sono mai stati. E a loro, alle canzoni daremo spazio, in questo piccola vetrina in un angolo luccicante del boulevard dei punto-com.
Quando leggi la storia di Sanremo, gli ospiti hanno trafiletti, quello che resta è l'albo d'oro, la gara, per quanto ottusi, truccati e inaccettabili siano stati i risultati del festival. Liberissimi di essere in disaccordo.
Come alle Olimpiadi, dove anche i saltatori tripli e gli schermidori hanno l'onore delle pagine dei giornali accanto ai grandi del basket e dell'atletica, e i grandi del calcio non vanno per niente, così a Sanremo si può passare una settimana a correre dietro a Laura Falcinelli, a Liliana Tamberi, a Marjorie Biondo, a Boris o a Andrea Mazzacavallo. Li ricordate? Hanno partecipato nelle ultime due edizioni.
Come alle Olimpiadi, i protagonisti sono loro, mica chi canta alla cerimonia d'apertura. Da Pippo Baudo in poi, Sanremo sembra dimenticarlo.
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Il festival ufficiale sul web
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© 2001 Festivaldisanremo.com WondersNeverCease
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ELISA TIENE IN VITA IL FESTIVAL DI SANREMO
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Solo sfiorato il pericolo Addams. En-plein di Zucchero e della Caselli
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Nella fuga decisiva Elisa mantiene
il distacco fissato dalla Giuria di Qualità: perde la tappa ma vince il festival. Sul podio Giorgia e i Matia Bazar. A Elisa anche il premio della critica (successe solo nel 1995)
Una canzone del 2001
Rastrella tutti i premi l'unica proposta che viene dal presente
Ancora decisiva la giuria di qualità. A sorpresa Zarrillo vince la volata del gruppone. L'Italia canta lieta "turuturu".
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Vince Elisa, seconda per i consumatori e per il popolo ma prima per gli esperti che avevano un minimo discernimento finale, regalandole un vantaggio incolmabile. La sua canzone ha la grande pecca del testo di Zucchero chepur essendo nulla più di un acquarello debole e inadatto, aiuta allo sdoganamento di sonorità attuali, debitrici a Björk e alla scuola di Bristol.
Respira ancora
La sua vittoria è una flebo di vitalità per un festival di Sanremo che quest'anno torna ad arrancare tra il mercato di giovanissimi che non si accontenta di un Turuturu se dall'altra parte ha MTV, e il pubblico di Domenica In che rappresenta lo zoccolo duro televisivo. Una vittoria di Elisa tiene il festival in vita ancora un annetto, in cui magari si realizzerà di farlo assomigliare un po' di più a un MTV Award, il che aiuterebbe spettacolo, audience, qualità e vendite allo stesso tempo. Sarà una flebo labile, ma Sanremo è vivo.. Da un bis dei sedicenti Matia Bazar il Festival avrebbe ricevuto una mazzata pesantissima.
Il pericolo Matia Bazar
L'avevamo notato. C'erano arrivate anche delle e-mail che ci dicevano di tenere gli occhi aperti. Stanno pompando i Matia Bazar, stanno pompando i Matia Bazar che manco le bombe di Pantani.... E noi ingenui, a metterli fuori gara per principio. Ma vogliamo scherzare? Abbiamo già avuto la Minetti e i Jalisse, i Matia Bazar sul podio erano impossibili. Non un sogno, un incubo. Impossibile. Ma i Matia Bazar di Cassano e Golzi erano lì, secondi in una classifica e terzi nell'altra, preceduti solo da Elisa. Aiutati da una regia per una volta complice, sottolineati a bella posta da Raffaella nella prima serata, con una canzoncina corale quanto inutile. Ma la giuria di sabato era una giuria popolare, fatta da spettatori di Paolo Limiti. I Matia Bazar avevano per davvero la freccia a sinistra, abbiamo avuto paura.
Giorgia rimonta ma non abbastanza
In questo scontro generazionale si è inserita Giorgia, la preferita dai consumatori e dalla giuria demoscopica, ma solo quarta per gli esperti. Anche lei portava il pezzo giusto per il festival, con il valore aggiunto della griffe di Zucchero. ottimo per le giurie popolari, che l'hanno già premiata una volta. Musica leggerina, aperture melodiche da Bocelli, che si dice abbia scartato proprio quel pezzo. Stavolta priva dell'energia di E poi e di Come Saprei. Ma poteva farcela e mettere d'accordo il campione statistico in modo trasversale. La tappa dell'ultima sera non le è valsa la maglia gialla
Lo schema vincente
I primi tre di questo festival hanno una presenza sul palco analoga: Cantante donna colorata, suonatori e /o coristi nerovestiti in background. E' la zona del festival 2001, lo schema vincente che le tre performance in fuga da giovedì sera adottano. Quest'altr'anno ne vedremo parecchi di più, come gli allenatori sacchiani in serie B.
Staccato, il gruppo
Alle loro spalle, Zarrillo e la Turci vincono la volata del gruppone, ma non riescono ad arrivare alla zona-premio. Sconfitti due dei favoriti della vigilia, Alex Britti e Anna Oxa, nonostante le copertine di Sorrisi e Canzoni TV.
Il glamour non paga
All'ultimo posto, i Bluvertigo. L'anno scorso c'era Umberto Tozzi. Segno che tentativo di restaurazione c'è stato, eccome. Ma anche che il glamour-pop a Sanremo non paga mai, a mano che non sia un cyborg di nome Moses.
Turuturu! Turuturu!
Tra i giovani, le giurie popolari collocano sul podio TURUTURU e confermano il vantaggio dei Gazosa su Moses. E' l'effetto Bravo Bravissimo, che mette sul podio tutti i minorenni, anche se il Sanremo del 2000 al confronto sembrava l'Heineken Jammin' festival. L'Italia apprezza e fischietta lieta Tutruturuturu. Distribuito dalla Caselli. E brava zia Caterina.
Vogliamo De Zan
Si era parlato di restaurazione, e c'è stata. Ma la giuria di esperti è stata anche quest'anno determinante in meglio. Peccato questa orgia di classifiche e non un briciolo di pathos sull'andamento della gara. Per non influenzare le giurie? Può essere, ma lo spettacolo, e la tanta amata audience, ne hanno risentito. Per il prossimo anno si cambia: e accanto a Fiorello e alla bonazza 2002, proponiamo un nome solo, giusto per farci capire come va la gara, perchè di una gara si tratta. Un mito, una colonna RAI da oltre trent'anni. Al festival di Sanremo ci vuole Adriano De Zan.
NOTA BENE
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Avevamo scritto queste righe nel marzo 2001, poche ore dopo la premiazione del Festival. Poi Adriano De Zan se ne è andato, era la mattina del 24 Agosto. Ma questo riferimento lo lasciamo, così come era, sperando che Adriano ci veda e, dovunque lui sia, ci faccia un sorriso.
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Le giurie riabilitano i teenagers. Effetto Bravo Bravissimo e vittoria ai Gazosa. Battuto il cyborg Moses nel sovrapporsi delle classifiche. Turuturu rimonta e centra il podio.
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Gino Paoli riprende la battaglia di Festivaldisanremo.com
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Si, quello che ha detto Gino Paoli ieri lo scriviamo su questo sito da un anno. Il voto canzone dopo canzone, la mancanza di un luogo dove trovarsi e decidere, il meccanismo del telecomando (o del voto sulla scheda da assegnare in cinque secondi), e soprattutto il peso eccessivo dato ai campioni demoscopici trasforma la giuria di qualità in una foglia di fico.
Avete mai visto, del resto, un festival del cinema con le giurie demoscopiche??
Leggi la storia...
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Tutte le storie della 51ª edizione
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Perchè un sito su Sanremo? Perchè un altro sito su Sanremo? E soprattutto cosa ci spinge a sacrificare una settimana di fine stagione a vedere cinque giorni di marmellata televisiva sopportando finanche Raffaella Carrà? Signore e signori, tutto questo lo facciamo a tutela e salvaguardia delle nostre memorie future.
Ebbene sì, perchè le trentadue canzoni del festival rimarranno per sempre intrise nella nostra memoria, a restituirci la chimica di questa prossima primavera. Deformazione? Certamente. Ma se sentire riecheggiare - cito a caso - Eterna Malattia di Bertin Osborne ci riporta per un frangente nel 1983, o se l'attacco di un mediocrissimo Riccardo Fogli ci catapulta nel febbraio 1989 perchè non dovremmo dare a ogni festival l'occasione di entrare nella colonna sonora della nostra vita?
Direte scettici: me la scelgo io la colonna sonora della mia vita, vado all'emporio e compro Bach, e decido che è Bach la soundtrack della primavera del 2001, mica Sanremo. Sì, ma non funziona così. Sanremo è vario, come la vita. Sanremo è spesso scontato, a volte imprevedibile, come la vita, Sanremo a volte ti colpisce a volte ti lascia apatico, come la vita. Sanremo ha più voci, come la vita.
Con le canzoni di un festival puoi mettere parola per parola la glossa a quello che ti sta capitando. A starci attenti ogni edizione tocca l'universale. Se le culture anglosassoni trovano l'alfa e l'omega della condizione umana nell'opera di Shakespeare, se alle superiori ci spiegano che tutti i sensi della vita sono sistemati da qualche parte in Dante, Manzoni o Omero, da qui si dice che anche nel Festival di Sanremo - non prendeteci per pazzi - si manifesta il favoloso teatrino della vita. Anche in Gigi D'Alessio, sì. Anche nella canzone più scarsa c'è qualcosa di vero e di eterno. Qualcosa di vero e di eterno a cui può capitare di affidare un presente che sarà ricordo, una zoommata su un bel momento, un fiotto di adrenalina oppure una sfumatura di tristezza. Sanremo ci mette le canzoni, la vita ce la dobbiamo mettere noi.
Poi il tempo passa, le cose cambiano, si stravolgono o si consolidano, le canzoncine passano, ma poi all'improvviso da uno zapping radiofonico esce A casa di Luca di Silvia Salemi, e ti spiaccica nel 97.
Bella cosa, le canzoncine. |
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