Il sismografo più antico |
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Nel mondo antico era molto
vivo l'interesse per l'osservazione dei terremoti. Le
cause di questi fenomeni venivano ricercate non soltanto
nel mondo sotterraneo, ma anche nelle maree, nelle trombe
d'aria e nei movimenti dei corpi celesti. Il più antico
strumento a noi noto per rilevare l'intensità di un
sisma fu inventato nel 132 d.C. dal filosofo cinese Chang
Eng; si trattava di una grande giara ben salda sul
terreno. Lungo la sua massima circonferenza sporgevano 8
piccole teste di drago orientate secondo le direzioni
della rosa dei venti. Esse tenevano in bocca 8 palline
metalliche che, in seguito a piccole scosse, cadevano
nella bocca di altrettante rane situate al suolo. A
seconda delle palline che cadevano, si poteva così
sapere anche la direzione di provenienza del sisma. Si
tramanda che questo strumento rilevasse vibrazioni che
gli uomini neppure avvertivano.
Anche in Italia furono costruiti e utilizzati strumenti simili a quello sopra descritto. Nel 1783 entrò in funzione il geosismometro, ideato dal napoletano Domenico Salsano: era un pendolo lungo m. 2.5, con una penna alla sua estremità che registrava le scosse; esso era anche munito di un campanello che avvisava dei suoi movimenti. Nel secolo scorso, con l'invenzione di strumenti sempre più complessi, nasce la sismologia vera e propria. |