2.
Jane Austen - "Ragione e Sentimento"
La famiglia Dashwood si era stabilita nel Sussex da molto
tempo; le loro proprietà terriere erano vaste, e al centro
sorgeva Norland Park, la residenza in cui per molte generazioni
avevano vissuto in modo tanto rispettabile da essersi guadagnati
la stima di tutti nei dintorni. L'ultimo proprietario era
stato un vecchio scapolo, che aveva raggiunto un'età molto
avanzata, e che per molti anni aveva avuto come compagna e
direttrice della casa la propria sorella. Ma la morte di lei,
avvenuta dieci anni prima della sua, aveva prodotto un gran
cambiamento nella sua esistenza; perché, per sopperire alla
perdita, aveva invitato e accolto in casa la famiglia del
nipote, Henry Dashwood, che era l'erede legittimo della proprietà
di Norland e la persona a cui lui intendeva lasciarla alla
propria morte. (Traduzione: Pietro Meneghelli)
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3.
Honoré de Balzac - "Papà Goriot"
Madame Vauquer, nata de Conflans, è una donna anzianotta
che, da quarant'anni, gestisce a Parigi una pensione familiare,
sita in rue Neuve-Sainte Geneviève, fra il quartiere latino
e il faubourg Saint-Marceau. La pensione conosciuta come Casa
Vauquer, accetta tutti, uomini e donne, giovani e vecchi,
senza che la maldicenza abbia mai scalfito l'onorabilità di
quella rispettabile istituzione. Dobbiamo aggiungere, però,
che da trent'anni non si vedeva una signorina, e un giovane,
per abitarci, doveva avere alle spalle una famiglia ben misera.
Tuttavia, nel 1819, epoca in cui inizia questo dramma, vi
alloggiava una povera ragazza. (Traduzione: Giuseppe Pallavicini
Caffarelli)
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5.
Emily Brontë - "Cime Tempestose"
Ritorno adesso da una visita al mio padrone di casa: l'unico
vicino con il quale avrò a che fare. Magnifico paese, questo.
Credo che in tutta l'Inghilterra non avrei potuto trovare
un luogo così discosto da ogni rumore mondano. Un vero paradiso
del perfetto misantropo: e il signor Heathcliff ed io siamo
fatti apposta per dividerci tanta solitudine. Ma che bel tipo,
costui! (Traduzione: Enrico Piceni)
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10.
Gustave Flaubert - "La signora Bovary"
Stavamo nell'aula di studio quando entrò il preside seguito
da un "nuovo" vestito in borghese, e da un bidello
che portava un grosso banco. Quelli che dormivano si svegliarono
e tutti si alzarono in piedi, come colti in pieno lavoro.
Il preside ci fece segno di rimetterci a sedere, poi, voltandosi
verso il prefetto, gli disse a bassa voce:
- Professor Roger, le raccomando questo allievo; entra in
quinta. Se dimostrerà diligenza e buona condotta, passerà
tra i "grandi" dov'è il suo posto, data l'età. (Traduzione:
Giuseppe Achilli)
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11.
Hans Jakob Christoffel von Grimmelshausen - "L'avventuroso
Simplicissimus"
Ai nostri tempi (che taluni considerano l'ultima èra del
mondo), domina, tra la gente di bassa estrazione, una mania
per cui, quelli che ne sono affetti, quando hanno racimolato
e rubacchiato quel tanto che basta a sentirsi risuonar qualche
pillaro in saccoccia e a comprarsi un pazzo vestito all'ultima
moda con nastri e fronzoli di seta, o son riusciti a mettersi
un po' in vista grazie a qualche fortunata combinazione, vogliono
passar per cavalieri e nobili di antichissimo lignaggio: ma
spesso spesso, dopo diligenti ricerche, si trova solo che
i loro ascendenti erano spazzacamini, braccianti, carrettieri
e facchini, i loro cugini mulattieri, giocolieri, ciarlatani
e saltimbanchi, i loro fratelli sbirri e carcerieri, le sorelle
cucitrici, lavandaie, granataie o addirittura puttane, le
madri ruffiane o magari streghe, insomma, tutta la sequela
dei loro trentadue antenati era così sporca e maculata quanto
può esserlo la corporazione dei frittellai di Praga; già,
questi nuovi nobili, il più delle volte, sono addirittura
neri come se fossero nati e cresciuti nella Guinea. (Traduzione:
Ugo Dèttore e Bianca Ugo)
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12.
Franz Kafka - "Il processo"
Qualcuno doveva aver calunniato Joseph K. perché, senza che
avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato. La
cuoca della signora Grubach, la sua affittacamere, che ogni
mattina verso le otto gli portava la colazione, quella volta
non venne. Non era mai successo fino allora. K. aspettò ancora
un po', guardò dal suo cuscino la vecchia che abitava di fronte
e che lo osservava con una curiosità che non le era assolutamente
abituale, infine, meravigliato e insieme affamato, suonò il
campanello. Subito qualcuno bussò e un uomo che in quella
casa non si era mai visto si fece avanti. Era snello e tuttavia
di solida corporatura, portava un attillato abito nero che,
come gli abiti da viaggio, era provvisto di numerose pieghe,
tasche, fibbie, bottoni, e di una cintura, e che di conseguenza,
senza che risultasse chiara la funzione di tutto ciò, dava
l'impressione di essere particolarmente pratico. "Lei
chi è?" chiese K., e si mise subito mezzo seduto sul
letto. Ma l'uomo ignorò la domanda, come se si fosse obbligati
ad accettare la sua comparsa, e si limitò a dire a sua volta:
"Ha suonato?" (Traduzione: Elena Franchetti)
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13.
David Herbert Lawrence - "L'amante di Lady Chatterley"
Il nostro tempo è essenzialmente tragico, quindi ci rifiutiamo
di prenderlo tragicamente. Il cataclisma s'è abbattuto, siamo
tra le rovine; cominciamo a ricostruire nuovi piccoli centri
di vita, a nutrire nuove piccole speranze. È un lavoro piuttosto
duro; la strada verso l'avvenire non è agevole: bisogna aggirare
gli ostacoli o cercare di scavalcarli. Per quanto grande il
numero dei cieli che ci sono crollati sulla testa, dobbiamo
pur vivere.
(Traduzione: Giulio Monteleone)
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14.
Thomas Mann - "Tonio Kröger"
Il sole invernale non era che un pallido chiarore, lattiginoso
e stanco, dietro le coltri di nubi sulle vie raccolte della
città. I vicoli chiusi dai frontoni delle case erano bagnati
e percorsi dal vento, e di tanto in tanto vi cadeva una specie
di grandine molle, né neve, né ghiaccio.
La scuola era finita. I ragazzi, finalmente liberi, fluivano
a schiere per il cortile lastricato e, usciti dal cancello,
si separavano e si allontanavano in fretta, a destra e a sinistra.
(Traduzione: Anna Rosa Azzone Zweifel)
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15.
Marcel Proust - "Alla ricerca del tempo perduto"
A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena
spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta
che non avevo il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento".
E, mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar
sonno mi svegliava; volevo posare il libro che credevo di
avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo
non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo
leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po'
particolare; mi sembrava d'essere io stesso quello di cui
il libro si occupava: una chiesa, un quartetto, la rivalità
di Francesco I e Carlo V. (Traduzione: Giovanni Raboni)
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16.
Sir Walter Scott - "Ivanhoe"
Nel ridente distretto della felice Inghilterra bagnato dal
fiume Don, si estendeva anticamente una vasta foresta che
ricopriva gran parte delle belle colline e vallate situate
tra Sheffield e l'amena cittadina di Doncaster. I resti di
quella grande foresta si possono ancora vedere nelle residenze
avite di Wentworth, di Warncliffe Park e intorno a Rotherham.
Qui infuriava un tempo il favoloso Drago di Wantley, qui furono
combattute molte delle più sanguinose battaglie della Guerra
delle due rose, e qui ancora prosperavano anticamente quelle
bande di intrepidi fuorilegge le cui imprese sono state immortalate
nelle canzoni d'Inghilterra. (Traduzione: Marco Papi e Clara
Ghibellini)
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17.
Stendhal (Henry Boyle) - "Il rosso e il nero"
La piccola città di Verrières può passare per una delle più
graziose della Franca Contea. Le sue case bianche, dai tetti
aguzzi di tegole rosse, si stendono sul pendio di una collina,
le cui minime sinuosità son poste in evidenza da macchie di
robusti castagni. Qualche centinaio di piedi sotto le sue
fortificazioni, costruite un tempo dagli Spagnoli ed ora in
rovina, scorre il Doubs.
Sul lato nord la città è protetta da un'alta montagna, una
delle diramazioni del Giura. Le cime frastagliate del Verra
si coprono di neve fin dai primi freddi d'ottobre. Un torrente,
che si precipita giù dalla montagna attraversa Verrières prima
di gettarsi nel Doubs e mette in movimento una gran numero
di segherie: si tratta di un'industria semplicissima, che
procura un certo benessere alla maggior parte degli abitanti,
gente campagnola più che borghese. Non è questa tuttavia la
fonte di maggior ricchezza per la piccola città. Se, dopo
la caduta di Napoleone, l'agiatezza generale ha permesso che
fossero rifatte a nuovo le facciate di quasi tutte le case
di Verrières, ciò è dovuto alla fabbrica di tela indiana,
detta tela di Mulhouse. (Traduzione: Diego Valeri)
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19.
Publio Virgilio Marone - "Eneide"
L'armi canto e 'l valor del grand'eroe
Che pria da Troia, per destino, ai liti
D'Italia e di Lavinio errando venne;
E quanto errò, quanto sofferse, in quanti
E di terra e di mar perigli incorse,
Come il traea l'insuperabil forza
Del cielo, e di Giunon, l'ira tenace;
E con che dura e sanguinosa guerra
Fondò la sua cittade, e gli suoi Dei
Ripose in Lazio, onde cotanto crebbe
Il nome de' Latini, il regno d'Alba,
E le mura e l'imperio alto di Roma.
(Traduzione: Annibal Caro)
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20.
Oscar Wilde - "Il ritratto di Dorian Gray"
Lo studio era pieno dell'intenso odore delle rose e, quando
il dolce vento d'estate serpeggiava fra gli alberi del giardino,
per la porta aperta entrava la pesante fragranza dei lillà
o il profumo più sottile dei rovi in fiore.
Dall'angolo del divano ricoperto di tappeti persiani, sul
quale giaceva, fumando, com'era sua abitudine, innumerevoli
sigarette, Lord Henry Wotton poteva appena afferrare il barlume
giallo miele dei dolci fiori di un citiso, i cui tremuli rami
pareva che non ce la facessero a sopportare il peso di una
bellezza così fiammeggiante; e, a tratti, fantastiche ombre
di uccelli svolazzavano attraverso le lunghe tende di seta
tussorina tirate davanti all'immensa finestra, producendo
una specie di momentaneo effetto giapponese e facendogli pensare
a quei pallidi pittori di Tokyo dal viso di giada, i quali,
mediante un'arte che è per necessità immobile, cercano di
suggerire il senso della rapidità e del movimento. L'implacabile
mormorio delle api che si aprivano la strada attraverso l'erba
alta non falciata, o si aggiravano con monotona insistenza
intorno ai polverosi tentacoli dorati dell'errabondo caprifoglio,
pareva rendere quell'immobile calma ancora più opprimente.
L'indistinto mugghio di Londra era simile alla nota di bordone
di un organo lontano. (Traduzione: Giuseppe Sardelli)
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